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ESISTONO DIFFERENZE TRA SESSUALITÀ E L’AMORE?

Post n°1819 pubblicato il 06 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

In questo post mi cimento in un argomento che sembra semplice, ma che in realtà può non esserlo affatto: il sesso e l'amore e le interazioni tra di essi.

In molti non la pensano così, eppure Sesso e Amore sono strettamente collegati tra loro: c’è infatti chi ritiene che non possano essere separati e che l’uno non possa esistere senza l’altro. 

È corretto dunque ritenere che questi elementi devono per forza coesistere oppure può esistere una relazione che contempli solo il sesso e non l’amore, e viceversa? E se così fosse, che differenza c’è tra amore e sesso? 

Sessualità ed amore hanno a che fare anche con le funzioni chimiche del nostro organismo e con l’attivazione di determinate aree del cervello e di specifici neurotrasmettitori come:

  • la dopamina, che influenza ad esempio gli stimoli legati alla motivazione e al piacere;
  • la serotonina, che regola tra le altre cose il tono dell’umore;
  • la noradrenalina, che influisce ad esempio sul battito cardiaco e sulla sudorazione;
  • le endorfine, che regolano le sensazioni di gratificazione e ci aiutano a gestire lo stress. 

Questi input chimici possono essere associati a problemi nella sfera sessuale come ad esempio l'ansia da prestazione sessuale, che può portare con sé una serie di altre problematiche psicologiche come la paura di essere rifiutati e il senso di colpa verso il partner.

La persona con ansia da prestazione anticipa nella sua mente la situazione d’intimità, prefigurandosi esiti catastrofici. Per questo evita le situazioni che preludono l’atto sessuale oppure le vive in una condizione di vigilanza, valuta costantemente la performance e non vive l’esperienza sessuale come un piacere relazionale ed emotivo. Le due principali manifestazioni dell’ansia da prestazione sessuale sono:

  • l’eiaculazione precoce
  • la difficoltà nel raggiungere o mantenere l’erezione.

La paura del rifiuto invece, si manifesta con un’aspettativa ansiosa e persistente di essere rifiutati. Davanti a un invito a cena, ad esempio, la persona potrebbe profetizzare di non piacere all'altro e decidere di non accettare, come accade nella così detta sindrome di Cassandra. Questa paura non si presenta solo sulla scena sentimentale, ma anche nelle relazioni amicali e lavorative e cresce quando ci si sente poco attraenti fisicamente o intellettualmente.

A tutti noi è capitato di ricevere un rifiuto, ma non a tutti di viverlo con una particolare e alta sensibilità. Per comprendere meglio in cosa consiste la paura del rifiuto possiamo analizzare i tre principali comportamenti messi in atto da chi la subisce:

  • evitare i contatti sociali
  • sforzarsi
  • difendersi in anticipo.

In psicologia, il mito di Cassandra venne preso in prestito dal filosofo francese Gastón Bachelard nel 1949 e utilizzato per descrivere persone che fanno previsioni sul futuro, generalmente catastrofiche, alle quali gli altri non credono e che di conseguenza, fanno sentire la persona costantemente svalutata, facendole pensare di essere inutile.  

Bachelard definì le caratteristiche principali del complesso di Cassandra:

  • bassa autostima e depressione
  • avere paura
  • mettersi alla prova costantemente.

La sindrome di Cassandra in psicologia è, dunque, una patologia che porta a formulare sistematicamente profezie avverse sul proprio futuro o su quello degli altri. Coloro che soffrono di questo complesso alla lunga non vengono creduti e finiscono quindi per non riuscire ad amare se stessi e avere fiducia in sé. Questo porta, molto spesso, ad una depressione reattiva, oltre che ad una profonda frustrazione per l’incapacità di agire prontamente ed efficacemente.

Cosa causa invece il senso di colpa verso il partner? Quando i nostri desideri e bisogni non sono in linea con le aspettative della persona che amiamo, affiora una sensazione di malessere. Il senso di colpa in amore nasce quando:

  • ho paura di aver deluso le aspettative del mio partner;
  • vado contro i miei princìpi morali, in nome dell'amore che provo;
  • ricevo offese e punizioni per qualcosa che ho detto o fatto.

Il timore di perdere l'altro ci porta a caricarci di responsabilità e compiti troppo pesanti e gravosi: viviamo per accontentare chi amiamo ma, così facendo, ci ritroveremo stanchi ed insoddisfatti. Inoltre c'è il rischio che i nostri sforzi non vengano riconosciuti, ma che vengano visti come comportamenti "normali" e scontati. 

Al contrario, mettendo i nostri bisogni al pari di quelli del nostro partner, riusciremo con maggiore probabilità a creare un terreno fertile per la negoziazione, che porterà alla soddisfazione reciproca dei bisogni.

 

Ritorno al tema principale del post, la sessualità e l’amore. Il desiderio è un altro elemento presente affrontando i temi della sessualità e dell’amore. Lo psicoanalista J. Lacan teorizza il desiderio definendolo come una pulsione dell’inconscio e che, in qualche modo, definisce la nostra soggettività. Nel provare a tracciare una differenza fra sessualità e amore, non possiamo dunque escludere il desiderio come elemento presente in entrambi questi aspetti della vita. Ma allora come capire se ciò che proviamo è desiderio sessuale oppure amore?

‍Esiste una differenza tra fare del sesso e fare l’amore? Per quanto mi riguarda, il fare del sesso e il fare l’amore sono caratterizzati da una serie di convinzioni errate, per lo più derivate dalla visione romantica di una relazione:

  • si pensa così che amore ed erotismo non possano coesistere;
  • si è convinti che nell’amore la passione e il sesso non siano così sviluppati;
  • si è convinti che il sesso senza amore è il “vero” sesso;
  • non si può fare sesso con amore.

 

Sembra quasi che bisogni scegliere tra il sesso e l’amore. Naturalmente, la questione è di gran lunga più complessa.

 

Una relazione d’amore tra due individui, inizia certo con l’innamoramento, un’alta dose di passione e coinvolgimento soprattutto fisico e emotivo, ma poi il sentimento si evolve. L’amore presuppone un’attenzione alle esigenze dell’altro che va oltre il piacere prettamente fisico che si può provare con il sesso. 

In una relazione d’amore c’è anche la volontà di progettare (pensiamo al tema della genitorialità), far evolvere il legame in qualcosa che diventi stabile, duraturo e basato su una certa, sana, interdipendenza. La difficoltà a instaurare legami profondi e duraturi, invece, potrebbe essere sintomo di una controdipendenza affettiva. L’essere umano nasce in uno stato di dipendenza assoluta. Anche con una sua autonomia e il bisogno di mantenere un suo spazio personale, nel corso della sua vita manterrà sempre un certo grado di dipendenza verso l’Altro e il bisogno di relazionarsi ad esso. Quando la creazione di un legame profondo, il raggiungimento di un’intimità e la paura dell’abbandono e del rifiuto provocano paura, si sfocia nella controdipendenza affettiva. Una negazione inconscia di quello che è il bisogno primario della vita umana: essere amato ed amare.

Per far sì che una relazione d’amore possa evolvere, l’autostima in amore deve essere certamente presente e coltivata: il partner diventa così un "compagno di viaggio”, un alleato con il quale vivere un rapporto equilibrato. Autostima e amore, si sa, vanno sempre a braccetto: per vivere una felice relazione, bisogna infatti avere una salda autostima. Quest’ultima è fondamentale non solo nella quotidianità della vita di coppia, ma già nella fase del corteggiamento: un atteggiamento sereno e sicuro è ritenuto molto seduttivo. È anche vero che una buona relazione intima può nutrire e aumentare l’autostima. Esiste dunque una relazione circolare tra i due fattori, come spesso avviene per molti altri fenomeni in psicologia.

Quando l’autostima manca, una relazione scivola verso qualcosa di problematico, che può portare anche a conseguenze molto spiacevoli. Accade così che uno dei due partner possa esercitare, ad esempio, manipolazione affettiva  “ingabbiando” l’altro in una relazione fatta di bugie, sensi di colpa. A questo si possono aggiungere altri elementi tipici di quelle che sono comunemente definite "relazioni tossiche”, come la  gelosia patologica.

‍E il sesso? Il sesso è un elemento importante nella coppia e, contrariamente a quanto si può pensare, una coppia può fare l’amore o fare sesso vivendo momenti in cui c’è una fisicità fatta di maggiore trasporto emotivo, o altri in cui ci si gode il piacere di vivere ed esaltare l’erotismo e il piacere che ne deriva. Passione, amore e sesso dunque possono coesistere!

Come abbiamo visto, l’amore non è solo sesso poiché in una relazione amorosa concorrono numerosi altri fattori. Ma come se la cava chi sceglie di avere relazioni basate solamente sul sesso?

Se da un lato c’è differenza tra fare l’amore e fare sesso per i motivi sopra elencati, se non ci sono aspetti patologici, anche il sesso è basato sul rispetto dei bisogni dell’altro e sul desiderio di provare e far provare piacere. In qualche modo, nel momento in cui si fa sesso, c’è anche una buona dose di amore, anche se non si tratta di un amore romantico. 

 

Alla fine la differenza tra l’amore e il sesso, conta davvero? La sfera della sessualità è molto ampia e include vari orientamenti, che ci permettono di comprendere qualcosa di fondamentale: non esiste una verità assoluta, non c’è un giusto o sbagliato, nemmeno tra amore, sesso e passione.

Ciò che esiste è la molteplicità delle inclinazioni umane, delle tendenze e degli orientamenti sessuali, tutti legittimi e da rispettare, purchè restino nell'ambito del privato e nessuno tenti di prevaricare un istinto rispetto ad un altro, né tantomeno ad imporre l'uno ad un altro. Questo sia ben chiaro. Lo stesso accade per il sentimento dell’amore, che può manifestarsi in mille sfumature e anche come amore non corrisposto.

Può capitare però di dover affrontare problematiche legate alla sessualità, alla vita di coppia o alla sfera affettiva più in generale. Se si fa fatica a superarle, un aiuto psicologico penso possa essere di aiuto, anche se non sempre risolutivo. 

 
 
 
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