Pensieri e parole...
Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce
NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Nel 1948, esattamente il 30 gennaio, veniva assassinato Mahatma Gandhi. Condivido qui un ricordo rievocando un episodio che può tornare utile come oggetto di riflessione, sul potere positivo dell'informazione e su un eventuale “buon” uso della telematica oggi. Il 4 maggio 1932 Gandhi venne arrestato senza alcuna imputazione e trattenuto in carcere "a discrezione del governo inglese". Una simile azione e un tale sopruso non sarebbero stati possibili in Inghilterra, ma in India era consentito in quanto colonia. Quell'arresto si trasformò però in un boomerang. "I dominatori inglesi imprigionando Gandhi facevano di lui un martire e rendevano più stabile e duraturo il risentimento di milioni di indiani di fronte alla prepotenza del dominio straniero", scrive lo storico e giornalista William L. Shirer che in un suo libro ha descritto un emblematico episodio della lotta nonviolenta per la liberazione dal colonialismo. Eccolo. Il 21 maggio 1932, mentre Gandhi era in carcere, presso le saline di Dharasana duemilacinquecento manifestanti non-violenti guidati da Mrs.Sarojini Naidu si avvicinarono pacificamente alla polizia. D'improvviso, a un ordine secco, schiere di poliziotti si gettarono sui manifestanti e cominciarono a colpirli con i loro manganelli rivestiti d'acciaio. "Non uno dei seguaci di Gandhi alzò una mano per parare i colpi. Caddero come birilli", racconta Shirer. "Da dove mi trovavo - aggiunge il giornalista Webb Miller dell'agenzia United Press - udivo il suono tremendo dei randelli sulle teste non protette. La folla dei dimostranti in attesa guardava la scena, gemendo e trattenendo il respiro, sentendo su di sé ogni singolo colpo. Quelli caduti a terra giacevano privi di sensi o si torcevano con il cranio fratturato e le spalle spezzate. Quelli ancora incolumi, senza rompere i ranghi, continuarono silenziosamente ad avanzare finché furono tutti abbattuti. Marciavano compatti, a testa alta, senza l'incoraggiamento della musica e degli applausi e senza alcuna possibilità di potersi sottrarre a gravi ferite e forse alla morte. La polizia arrivava a ondate e metodicamente colpiva una colonna dopo l'altra. Non ci fu battaglia, né lotta, essi avanzavano semplicemente fino a quando venivano abbattuti dalla polizia e cadevano. La polizia cominciò a prendere selvaggiamente a calci gli uomini seduti per terra, colpendoli all'addome e ai testicoli. Alle undici del mattino il caldo era arrivato a 46 gradi e l'assalto si placó”. Miller ando' nell'ospedale dove erano ricoverati i feriti, molti ancora privi di sensi, altri che si torcevano dal dolore: ne contó 320, due erano morti. Le autorità inglesi vinsero la "battaglia" ma la storia di quell'episodio fece il giro del mondo perché Miller - che era un giornalista onesto di un'agenzia di stampa molto diffusa - scrisse un servizio che fu pubblicato da oltre mille giornali tanto in America quanto all'estero. La violenza della polizia al comando inglese sollevó l'indignazione generale, persino in Inghilterra. In tutte le regioni dell'India quelle scene terribili riaccesero il risentimento più profondo e resero ancora più determinata e caparbia la lotta per l'indipendenza. Come scrive Shirer "al momento dell'azione, lo strumento della non-violenza forgiato da Gandhi aveva dimostrato tutta la sua validita'". Infatti i vincitori risultarono i perdenti, gli sconfitti invece furono le forze di polizia ed il Governo che li aveva inviati. Ma se tutto questo non fosse stato diffuso nel "villaggio globale" dell'informazione, il fatto, per milioni di persone nel mondo, non sarebbe mai esistito: un fatto non comunicato infatti, non esiste. Fortuna volle che lí fosse presente un giornalista sensibile e impavido, che lavorava per un'agenzia molto diffusa e che decise che quelle scene dovevano essere diffuse. Ma oggi il lavoro onesto e coscienzioso di Miller lo possiamo fare anche noi con il nostro computer, magari un portatile collegato al cellulare. Oggi infatti con la posta elettronica e con i social network quei mille e più giornali possono essere raggiunti con la telematica e la comunicazione online. Oggi non manca più il mezzo: manca semmai la cultura, la morale e la consapevolezza sociale per far sì che questi mezzi incredibili possano essere adoperati per risvegliare le coscienze dei più. |
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