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SPERANZA RIPROPONE IL SUO LIBRO, STUCCHEVOLE AUTOCELEBRAZIONE DI SE… PERCHÈ DUNQUE TEME LA COMMISSIONE D’INCHIESTA?

Post n°1739 pubblicato il 22 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr

SPERANZA SI PRENDE GIOCO DEGLI ITALIANI: «VERITÀ SUL COVID», CHIEDE, PERÒ POI DALL'INIZIO E TUTT'ORA, BOICOTTA LA COMMISSIONE D'INCHIESTA PARLAMENTARE.

Nel libro magicamente «ricomparso» il dem Speranza suggerisce «una discussione seria sulle lezioni della pandemia». È proprio quello che tutti, dai comuni cittadini ai giornalisti invochiamo da tempo. Peccato che lui e i suoi sodali poi, facciano esattamente il contrario: insabbiare ed evitare di dare risposte!
articolo di FRANCESCO BORGONOVO

Sfogliando con grande attenzione Perché guariremo - il libro che Roberto Speranza ha dato alle stampe nel 2020 per Feltrinelli, salvo poi censurarselo da solo e ora ripubblicato dall’editore Solferino con capitoli integrativi - troviamo un passaggio persino condivisibile. Sono poche righe verso la fine in cui l’ex ministro della Salute afferma quanto segue: «È un vero peccato», scrive, «che, anche fuori dall’emergenza, non si riesca a impostare una discussione seria sul significato e sulle lezioni degli anni terribili della pandemia. Dovremmo istituire gruppi di studio che possano approfondire e analizzare punti di forza e di debolezza del nostro Servizio sanitario nazionale fuori da ogni polemica strumentale. Questo sarebbe degno di un grande Paese com'è l’Italia e sarebbe un modo assai migliore di impiegare il tempo prezioso dei parlamentari: per il bene di tutti». Siamo totalmente d’accordo. Sarebbe ora, quattro anni dopo l’esplosione del Covid, di mettere nero su bianco alcune verità, così
che si possa creare una memoria condivisa della pandemia vagamente credibile e si riesca finalmente a cancellare alcuni fantasmi del passato. Potremmo, alla luce delle ultime risultanze scientifiche, chiarire che le mascherine obbligatorie non servono o sono addirittura dannose, che i lockdown hanno prodotto effetti disastrosi, che il green pass è stata una vessazione inutile e feroce, che i vaccini hanno effetti avversi e chi li ha subiti merita un risarcimento e via di questo passo. Di tutto questo dovrebbero occuparsi anche gli scienziati, magari prendendo in considerazione i dati che la Commissione scientifica indipendente di Alberto Donzelli e altri raccoglie da anni. Si potrebbero riunire luminari di ogni orientamento e convinzione, a partire dall’autorevole Francesco Vaia, e si potrebbe aprire - forti delle certezze accumulate - addirittura a figure come Matteo Bassetti. Del resto le evidenze sul Covid sono talmente tante che non si deve aver timore di nulla. Dunque Speranza lancia una proposta interessante. Ci sono tuttavia almeno due elementi lievemente contraddittori nel suo discorso che svelano la sua cattiva fede. Speranza, da ministro, avrebbe dovuto provvedere a organizzare un accurato riesame dei provvedimenti presi sul Covid. Ne aveva il potere e la possibilità, e soprattutto ne avrebbe avuto il dovere, visto che i piani pandemici
prevedono che sia svolta una regolare riflessione sulle azioni istituzionali. Solo che i piani pandemici non erano aggiornati né operativi, anche se Speranza si è sempre rifiutato di ammetterlo, e soprattutto i governi di Conte e Draghi non hanno mai avuto la volontà di sottoporre al vaglio delle critica le proprie decisioni, per timore di dover ammettere fallimenti.
Al contrario, entrambi gli esecutivi hanno fatto di tutto per silenziare le contestazioni e reprimere il dissenso e Speranza è stato il primo a rifiutarsi addirittura di rispondere a domande vere nel corso di interviste vere. Ergo, che venga ora a chiedere un confronto serio è ridicolo, oltre che offensivo. Ma c’è di più. Se il caro Roberto volesse davvero un confronto aperto e responsabile, avrebbe a disposizione una ottima occasione, ovvero la commissione di inchiesta sul Covid. Lui e i suoi compagni del Pd potrebbero mostrarsi felici di collaborare alla creazione di tale organismo, potrebbero offrire un contributo costruttivo o
financo migliorativo. Invece che fanno? Lo sappiamo: dal primo giorno brigano per
ostacolare il processo. Non lo diciamo noi, beninteso: lo hanno detto e rivendicato loro. E lo rivendica lo stesso Speranza. «Il 6 luglio 2023», scrive nel libro, «viene approvata alla Camera l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Sars-CoV-2, e sulle misure adottate per affrontarla. L’ha proposta un deputato di Fratelli d’Italia (si rivolge a Galeazzo Bignami ndr) noto alle cronache per una fotografia in cui sfoggia una fascia nazista con la svastica. La Commissione ha un unico evidente scopo: colpire i governi Conte 2 e Draghi, e in modo particolare provare a far male ad alcuni avversari politici, a partire proprio da me e da Giuseppe Conte. Credo molto nelle istituzioni e nel Parlamento», continua Speranza, «e sono sinceramente amareggiato nello scrivere parole così dure, ma questa è la pura e semplice verità. Lo dimostrano alcune scelte altrimenti inspiegabili, prima fra tutte quella di escludere dal perimetro del lavoro della Commissione le competenze delle Regioni. Come è noto a tutti, e a maggior ragione dovrebbe essere noto a chi è eletto in Parlamento, alle Regioni sono affidate dalla Costituzione funzioni essenziali in materia di sanità. Infatti, anche durante la pandemia, il ruolo delle Regioni nella gestione dell’emergenza è stato molto significativo. Eppure, magicamente, questa commissione potrà occuparsi di ciò che è
avvenuto a Pechino o in Nuova Zelanda, ma non di ciò che è accaduto a Milano, a
Napoli o a Palermo». Strabiliante. Dopo aver dato del nazista a Galeazzo Bignami (che a differenza di lui non ha mai discriminato nessuno) Speranza cincischia sulle Regioni, ben sapendo che a livello regionale sono state organizzate commissioni di inchiesta e ci sono state indagini giudiziarie e soprattutto sapendo che tutte le misure restrittive dell’era Covid sono state orchestrate dai governi. Insomma, si aggrappa a ogni giustificazione pur di giustificare il rifiuto del confronto. Non pago, nel libro insiste con le lagne. «Un altro punto che vale la pena evidenziare riguarda i vaccini anti Covid», scrive. «Nel mondo sono state somministrate oltre 13 miliardi di dosi. Eppure, tra i compiti della Commissione, ci sarà anche quello di verificare gli atti autorizzativi dell’Ema, l’agenzia europea dei medicinali. Un chiaro messaggio per ingraziarsi il mondo no vax. Sarà notevole vedere deputati e senatori cimentarsi con studi e ricerche di scienziati, tecnici ed esperti, tra i più bravi a livello internazionale, su farmaci che sono stati tra i più utilizzati nell’intero pianera».
Interessante. Quindi i politici (a detta di Speranza ndr) non sono in grado di capire gli studi? E allora sulla base di che cosa hanno parlato durante il Covid? O forse Speranza è in grado di comprendere gli studi in virtù del suo passato di assessore a Potenza? Per altro, volendo, capire gli studi non è difficile: basta applicarsi, ma capiamo che Roberto non si senta all’altezza. Purtroppo ci si sentiva quando toglieva il lavoro e la dignità a una fetta di italiani. Attenti però, perché le sue doglianze non sono terminate. «È evidente», prosegue il nostro eroe, «che questa commissione non è uno strumento di chiarezza per dissipare le menzogne e i dubbi che hanno fatto male alla nostra convivenza. È un tentativo di schierare un
plotone di esecuzione meramente politico. Per servire becere finalità di natura partitica, si prova a fare del Parlamento un vero e proprio tribunale politico che costruisca una verità di comodo, alternativa rispetto a quella dei fatti che è emersa in modo chiarissimo anche dai procedimenti giudiziari». Le prova tutte, Speranza. Si nasconde dietro le uscite
di Mattarella sulla commissione Covid, piange per le inchieste che lo hanno coinvolto, grida alla persecuzione. Ma se, come ripete mille volte nel suo libro, ha fatto sempre tutto bene, di che cosa dovrebbe aver timore? Di qualche domanda a cui rispondere in Parlamento?
E se davvero brama una analisi onesta della gestione pandemica, perché da mesi e mesi evita ogni riflessione e si sottrae a ogni confronto? Forse teme di non uscirne poi così bene? Non ci stupisce, per carità, il fatto che un politico cerchi di evitare la pubblica demolizione. E non ci sorprende nemmeno che Speranza abbia scelto il silenzio. Ma almeno che lo scegliesse fino in fondo. Vuole tacere? Ottimo, ma lo faccia sempre, evitando di parlare per incensarsi. Forse la scelta più giusta l’aveva fatta nel 2020, quando ritirò per vergogna il suo libro dagli scaffali.

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