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CRISI DI VITTIMISMO: SPERANZA DA DON FAZIO SA SOLO LAGNARSI!

Post n°1740 pubblicato il 22 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr

Speranza ora fa la "vittima", ma all'epoca della psicopandemenza non aveva intenzione di discutere, il governo di cui faceva parte,imponeva Dpcm (atti amministrativi), restrizioni ed imposizioni anticostituzionali privando le persone dei diritti naturali e costituzionali; ha applicato un protocollo inefficace e sbagliato fatto di tachipirina e vigile attesa... si, in attesa della morte delle persone. Ospite di don Fazio si lagna, si lamenta, piange lacrime di coccodrillo.

Articolo di seguito è tratto dall'edizione odierna (22 gennaio 2024) de La Verità. 

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Speranza "frigna" da Fazio per la Commissione Parlamentare Covid!

L’ex ministro sul tappeto srotolato da Fabiolo: «Un grande Paese discute, quello è un plotone di esecuzione per fare male a me, Conte e Draghi». Poi elogia il piano pandemico fac-simile del suo in circolazione. E infatti Fdi promette: una bozza, verrà cambiata!
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di ADRIANO SCIANCA

Roberto Speranza torna a spiegarci il Covid (proprio lui, alla luce della sua disastrosa gestione della psicopandemenza, è roba da mettersi le mani nei capelli, ndr) i vaccini, la sanità, il futuro dell’Italia e della sinistra. E, per non rischiare, sceglie il felpatissimo salotto di Fabio Fazio (la cassa di risonanza del pensiero unico) dove si è immuni dagli effetti avversi del giornalismo, tipo le domande scomode. Quale luogo migliore, quindi, per presentare "Perché guariremo", il saggio dell’ex ministro sulla pandemia, rinato a nuova vita dopo essere apparso per un quarto d’ora nelle librerie nel 2020 per poi scomparire? Speranza è introdotto da Roberto Buioni, che parla di un tema serio e grave, cioè l’aumento dei tumori tra i giovani, ma che non può fare a meno di fare la battuta sul fatto che «ormai viene data ai vaccini la colpa anche degli errori arbitrali». Poi tocca a lui Speranza spiega il lungo e pensoso iter che lo ha portato a ristampare il suo libro: «Penso che oggi parlare di che cos’è accaduto ci serva molto». Del resto, «durante quella fase in tanti abbiamo detto “mai più”, ma l’impressione è che la lezione di quei giorni stia drammaticamente, tragicamente evaporando. È come se ci fosse una rimozione». E per non sbagliare cita papa Francesco, che disse «peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla». L’invito a trarre le dovute lezioni dal Covid è ovviamente sacrosanto, ma l’impressione è che Speranza consideri legittime solo le lezioni che dice lui, ritenendo lesa maestà ogni altra riflessione su quei giorni.
Lo dimostra la solita lagna sulla commissione di inchiesta (di cosa si preoccupa se dice sempre di avere fatto tutto bene? ndr) che per Speranza è un «plotone d’esecuzione contro chi ha governato prima. La commissione è fatta per fare male a me, Conte e Draghi (che noia, peggio di un disco che s'incanta, ndr). Un grande Paese non fa questo, un grande Paese discute» (più che discutere, Speranza adora fare solo comizi, ndr). La commissione, aggiunge, «strizza l’occhiolino a una platea No vax». L’ex ministro propone inoltre di rilanciare «una campagna molto più forte in favore della vaccinazione». Fazio gli chiede del piano pandemico, curiosamente dimenticando di menzionare il fatto che Speranza
non aveva aggiornato il suo (sciocchezzuole, ndr). Ci tocca quindi assistere a un ex ministro che pontifica su un tema su cui ha il fianco più che scoperto, senza che qualcuno osi sollevare la minima obiezione. Poi arriva anche un’agenzia in diretta in cui si spiega che Fratelli d’Italia sconfessa la bozza del nuovo piano. «Sembra scritta dagli amici di Speranza », dicono da Fdi. Speranza ne approfitta per atteggiarsi a statista al di sopra delle fazioni politiche, benché nel suo libro parlasse della pandemia come opportunità per rilanciare l’egemonia della sinistra. Non manca una stoccata all’autonomia differenziata, come attentato alla salute pubblica. In tutto questo, molta pubblicità al libro, ma solo un vaghissimo e paludato accenno alla sua grottesca storia editoriale. Una vicenda che avrebbe richiesto, in un autore dotato di maggiore senso del pudore, un profilo ben più basso. Il libro dell’allora ministro della Salute sarebbe infatti dovuto uscire a ottobre 2020. In effetti uscì, ma furono pochi i fortunati che riuscirono a entrare in possesso di una copia del prezioso to-
mo. Dopo la relativa tregua estiva, infatti, con il ritorno del freddo cominciarono a risalire i contagi e, con essi, le restrizioni. Varate da un ministro che contemporaneamente ci spiegava in un libro che saremmo guariti. Una contraddizione troppo stridente: il volume venne ritirato in fretta e furia del mercato, ufficialmente per essere rinviato di poche settimane. Il 21 ottobre 2020, nelle librerie arrivò l’annuncio prudente: «Vi chiediamo di bloccare temporaneamente la vendita del libro Perché guariremo del ministro Roberto Speranza . Vi daremo appena possibile sulla nuova data di messa in vendita». Evidentemente Speranza applicava all’uscita del suo libro la stessa logica antiscientifica e illusoria che aveva legittimato le prime chiusure («restiamo a casa 15 giorni per salvare il Natale, la Pasqua, l’estate, etc.»): accettiamo il lockdown ora, per poter poi andare ad acquistare "Perché guariremo" in tutta tranquillità. Il 2 novembre 2020, tuttavia, l’annuncio raggelante: «Si comunica che il libro è stato ritirato definitivamente dalla vendita e verrà messo fuori catalogo». Chiunque altro, dopo una figuraccia del genere, avrebbe appeso la penna al chiodo e lasciato la politica. Speranza no. E anzi rilancia, cambiando solo editore, da Feltrinelli a Solferino. Ma inserendo due capitoli nuovi per aggiornare il discorso: in effetti, dove aver sbagliato sia la teoria che la pratica a pandemia in corso, perché privarsi della gioia di sbagliare anche l’analisi ex post?

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