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Pensieri e parole...

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YOUTUBE, FACEBOOK, GOOGLE… CENSURA SMODATA DI CONTENUTI E IDEE LIBERE!

Post n°1831 pubblicato il 23 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

Ormai si può, dopo l'avvento dei social, vivere e guadagnare con internet. Sono innumerevoli coloro che producono contenuti e ricavano tutto o anche solo parte dei propri guadagni dalla cosiddetta ‘monetizzazione’ dei contenuti stessi pubblicati (attraverso spot pubblicitari all'interno). Poi c'è il popolo dei fruitori, e forse sarà interessato nell'apprendere che quello che legge sui social media – e in genere sul web – è oramai pesantemente "censurato", direttamente o indirettamente, e le notizie che lo raggiungono sono nella maggior parte selezionate, scremate, troppo spesso consigliate secondo gli interessi delle lobbies, valorizzate in base all'agenda politica dell'èlite globalista-sionista, che sta divenendo sempre più chiara, negli USA, in Europa ed in altre parti del globo.

Per poter guadagnare con la pubblicità online si deve avere un certo traffico di lettori. Ovvero, gli articoli pubblicati su un sito web devono avere un certo (e consistente) numero di visitatori, di lettori, come ad esempio i video su YouTube, che devono avere un certo numero di visualizzazioni, come i post su instagram devono avere un certo numero di like e l’autore del post un consistente numero di followers, e via discorrendo... Altrimenti il guadagno è esiguo, se non nullo. Poco traffico e pochi visitatori equivalgono a guadagni nulli. 

Dal 25 agosto 2023 la normativa europea per la regolamentazione dei contenuti online, impone alle Big Tech di prevenire la diffusione di notizie, argomenti, contenuti che reputa fake news, sulla base di cosa, non è dato sapere, in generale afferma che occorre censurare contenuti che incitano all'odio e al contempo, rendere più accessibili, per gli utenti, i criteri per la moderazione dei contenuti.

È scattata così il più volte preannunciato "bavaglio" all'informazione libera, il "giro di vite" per attuare una rigida politica controllo preventivo dei contenuti sulle grandi piattaforme online.

Venerdì 25 agosto 2023, è entrato in vigore il Digital Services Act (Dsa), il regolamento approvato dall'Unione europea (Ue) per la regolamentazione dei contenuti nel mondo digitale.
Sono 19 i colossi del web, definiti "Very large online platforms (Vlop)", quelli con oltre 45 milioni di utenti al mese, a cui si è chiesto di adeguarsi immediatamente alla normativa.

Tra le Vlop si trovano Aliexpress di Alibaba, TikTok, l'App Store di Apple, Facebook e Instagram di Meta, YouTube, Google Play, Google Maps e Google Shopping di Alphabet, nonché Pinterest, Amazon e Zalando. Nei motori di ricerca, inoltre, figurano anche Bing di Microsoft e Search di Google. L'enciclopedia online Wikipedia, Snapchat, LinkedIn, Booking e X completano l'elenco.

Le piccole-medio imprese hanno avuto tempo, invece, fino a febbraio 2024, ma tutte le aziende che forniscono servizi digitali ai cittadini dell'Ue dovranno, infine, adeguarsi. Secondo le stime della Commissione europea il numero di compagnie interessate dalla legge sarebbero oltre 10mila. QUESTA LA CHIAMANO ANCORA DEMOCRAZIA? QUESTA È ANCORA L'EUROPA LIBERA DEI POPOLI, OPPURE È IL RECINTO IMPOSTO DAI KHAZARI-SIONISTI-ASHKENAZITY DENTRO IL QUALE POTER CONTROLLARE I GOIM, LE BESTIE PARLANTI, GLI INDIVIDUI SECONDO IL LORO CREDO?

Il traffico verso i siti web arriva principalmente da Google, con le ricerche, ed anche dai post pubblicati social media (facebook ad esempio). La direttiva europea DSA, i famigerati algoritmi (e ora l'intelligenza artificiale) che ormai decidono quello che dobbiamo, che possiamo o non possiamo leggere, hanno drasticamente ridotto e sempre più lo faranno nel prossimo futuro, il traffico verso la maggior parte dei siti web, soprattutto quelli 'non mainstream’, sempre più penalizzati a vantaggio dei media tradizionali, omologati, asserviti e controllabili. I siti che ricevevano traffico dai social come facebook se ne sono accorti ed infatti molti editori li stanno abbandonando, facebook soprattutto, così come molti utenti.

Adesso Google (e non credo sia solo l'opinione personale del sottoscritto) viene fortunatamente, "utilizzato sempre meno" come motore di ricerca per cercare e trovare contenuti ed informazioni.

Ricordiamoci che gestire un sito web, a differenza dei social che sono (fintamente) gratis (poichè rivendono i dati personali degli utenti iscritti, basti ricordare i vari scandali con protagonista facebook, più volte pesantemente multato dall'antitrust) ha un costo elevato e senza un guadagno regolare, il sito va inesorabilmente in perdita.

Google poi opera una pesante censura sui contenuti che propone nei risultati di ricerca. Privilegia determinate fonti di contenuti, oppure determinate aziende, vedi Amazon, e scarica praticamente alle ultime pagine le altre fonti di contenuti, principalmente quelle alternative e ritenute scomode al sistema.

Provate infatti a fare la stessa ricerca – magari su un tema controverso –  prima su Google, e poi magari su Duck.com o Yandex.ru oppure Brave.com e noterete come i risultati siano molto, molto diversi (e più completi sui motori di ricerca diversi da Google). 

Conclusione: traffico ridotto al lumicino visto che in tanti nel mondo occidentale, usano solo Google.

Youtube fa anche lui la sua parte: non solo censura i risultati delle ricerche, non solo privilegia i canali di ‘informazione’ ufficiale, infatti come ‘corporation’ o entità privata, decide di chiudere quei canali che propongono contenuti alternativi e controversi, non mainstream. Conclusione: quello che vediamo su YouTube è il minimo comune denominatore risultante dopo l'attività di censura, e quello che non vedete è stato censurato, oppure nascosto dai risultati di ricerca e finito nell’oblio.

I creatori di contenuti ormai fanno attenzione addirittura alle parole che usano quando parlano nei video, per evitare che il riconoscimento vocale di YouTube individui parole sconvenienti o non approvate e demonetizzi il video o - peggio – chiuda il completamente canale. Youtube suggerisce ai creatori di contenuti anche quale è la lunghezza ottimale dei video, e i creatori di video per YouTube si adeguano subito, per non perdere il loro traffico.

Questo vale per tutti i social media, non avete idea di quanto tempo e quante energie spendano i creatori di contenuti nel tentativo di capire cosa vogliono instagram, facebook, google, youtube… per creare contenuti adeguati e adatti, sperando di ricevere visibilità e quindi traffico. Se ne aveste idea vi passerebbe la voglia di passare così tanto tempo sui social… credetemi. Io ho già diminuito moltissimo il tempo trascorso sul web, ho ad esempio cancellato il mio profilo Facebook, l'account in Amazon, e su YouTube è pochissima l'attività.

Google ha poi (anche) un prodotto che si chiama Google Adsense, che permette a chi pubblica sul web di guadagnare qualcosa attraverso la pubblicità. La censura e il controllo operati da Google attraverso Adsense è per certi versi la più efficace. Con la scusa di proteggere i propri inserzionisti, Google Adsense decide dove far apparire e dove non far apparire le proprie pubblicità. Ad esempio, se un sito ha pubblicato un articolo su una crema per il corpo, ad uso femminile, può vedersi demonetizzata la pagina che contiene il suddetto articolo per aver pubblicato ‘contenuti per adulti’, solo perchè l’algoritmo ha individuato che si parla di corpo (wuaooo…) o perché la foto che correda l’articolo fa vedere parte del corpo, magari di una donna, scoperto... tranquilli... lo fanno per proteggere i propri inserzionisti…

Idem per quanto riguarda articoli a carattere politico o sociale non ‘politically correct’ eccetera eccetera, il tutto nell’interesse della sicurezza, raccontano... sicurezza dei lettori e degli inserzionisti.

E così cosa succede? Che uno prima di mettersi a scrivere un articolo pensa bene se è il caso di rischiare di essere demonetizzato o meno, e se magari le proprie energie non farebbe meglio a dedicarle ad un articolo dedicato alla cura del pelo del gatto di casa, meno controverso e forse più monetizzabile…

X (ex Twitter), lo stesso, ammazza profili a destra e a sinistra (più a destra che a sinistra…) sempre nell’interesse della sicurezza, del politically correct e menate varie. E se non ammazza i profili, questo vale per tutti i social, pratica il cosiddetto ‘shadow banning’ e cioè li rende praticamente invisibili, magari anche a chi li segue. Tagliando il traffico, la visibilità, l’efficacia.

E potremmo continuare (davvero, per molte pagine), ma forse non ha senso tanto il punto credo sia chiaro.

Ormai quello che leggiamo e vediamo su internet è censurato, filtrato. Tra il bastone della chiusura dell’account e quello della demonetizzazione e la carota dei (risicati, ma meno sono e meglio funziona la strategia di controllo) guadagni derivanti dalla pubblicità e dal traffico, è facile capire come ormai l’internet delle libertà, con cui avevano preso per il naso il mondo intero all’inizio di questa avventura, è morta e sepolta.

Chi produce contenuti e vuole avere visibilità su social e su motori di ricerca deve per forza autocensurarsi, conformarsi alle regole spesso non scritte di questi quattro mega conglomerati con base nella Silicon Valley.

Chi vuole esprimere liberamente le proprie idee sui social può scordaselo, chi vuole farlo sul proprio sito web può (per il momento ancora), ma può scordarsi di avere un pubblico. Non te lo mandano, punto e basta. Tu ti illudi di vivere in una democrazia libera, loro censurano liberamente, servendo egregiamente i loro padroni!

Uno si potrebbe chiedere perchè nessun governo di qua o di là dall’Atlantico, stia facendo qualcosa per proteggere il diritto alla libera espressione del pensiero. Forse penserà qualcuno, perchè i governi sono in combutta con i principali social media, e traggono anche loro i loro vantaggi da questa situazione. Forse... probabilmente... sicuramente... magari perchè ricattati!

A questo aggiungo... e scusate spero nessuno si offenda, la stupidità della gran parte degli utenti, che ormai usano passivamente internet, per usufruire di contenuti sciatti, frivoli e scadenti, si accontentano della pappa premasticata offerta dai censori del sistema, anche in termini di informazione... 

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