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SINISTRA ITALIANA SALVADELINQUENTI ED ISTITUZIONI EUROPEE INDECENTI.

Post n°1850 pubblicato il 17 Giugno 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #salis

Questa è la chiara e lampante dimostrazione di come si può fare politica a sinistra, pur essendo dei delinquenti incalliti! Una spaccateste delinquente e teppista come la Salis, si candida con il PD ed esce di prigione.

Ilaria Salis è uscita in mattinata del 23 maggio scorso, dalla prigione di massima sicurezza di Gyorskocsi utca, di Budapest dove era rinchiusa da oltre 15 mesi ed è stata trasferita al domicilio dove sconterà la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della fine del suo processo. Era stata arrestata l'11 febbraio del 2023 assieme a due antifascisti tedeschi e portata in carcere con l'accusa di aver partecipato a due "aggressioni" nei confronti di tre militanti di estrema destra e di "far parte di un'associazione criminale". Accuse sempre respinte dalla cittadina italiana.

Il 15 maggio una commissione di secondo grado del tribunale di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai suo legali e le ha concesso la detenzione ai domiciliari con il braccialetto elettronico e dietro il pagamento di una cauzione di 40mila euro. HANNO PAGATO GLI ITALIANI, NON TEMETE! SOLDI DEI CONTRIBUENTI! Dopo alcuni giorni di attesa il bonifico, partito la settimana scorsa dall'Italia, è arrivato a destinazione e Ilaria Salis è uscita quindi dal carcere. Il 24 maggio si è svolta la terza udienza del processo a suo carico.

"Finalmente abbiamo la possibilità di riabbracciare Ilaria, speriamo che questa sia una tappa temporanea prima di vederla finalmente in Italia", è il commento di Roberto Salis, il padre della teppista milanese. "Siamo molto soddisfatti ma consideriamo i domiciliari in Ungheria solo un primo passaggio verso la libertà di Ilaria perché chiediamo che le venga revocata qualsiasi misura cautelare", dichiarano Eugenio Losco e Mauro Straini, i legali italiani dell'imputata appena arrivati a Budapest.

I due avvocati incontreranno la 39enne nel domicilio dove sconterà la misura cautelare dei domiciliari "ma a breve presenteremo la richiesta quantomeno per trasferirla in Italia e speriamo che il governo italiano si impegni perché questo avvenga, come ha sempre promesso di fare una volta ottenuti i domiciliari in Ungheria". Obiettivo dei legali è la revoca dei domiciliari: "Non c'è alcun motivo per cui, dopo quasi 16 mesi, sia ancora sottoposta a una misura cautelare in attesa del processo, visto che non c'è alcun pericolo di fuga. E poi - concludono - i domiciliari hanno un'efficacia limitata, visto che un giorno di carcere equivale a 5 trascorsi ai domiciliari".

Il 15 giugno la Salis è rientrata in Italia. Dopo un viaggio in auto di 2mila chilometri in 24 ore, Roberto Salis, padre di Ilaria, ha riportato in Italia la figlia, arrestata a Budapest nel febbraio dello scorso anno con l'accusa di aver aggredito dei militanti di estrema destra e ora rilasciata dopo l'elezione al Parlamento europeo con Alleanza Verdi-Si (e oltre 170mila preferenze). Voi credete che queste preferenze siano reali e regolari? Io ho tanti dubbi... ma diciamo che va bene così, speriamo le prove escano presto.

«È finito un incubo», ha detto appena sceso dall'auto, mentre Ilaria, «molto stanca e provata» è salita subito a casa, a Monza, dopo aver sorriso quasi stupita vedendo i giornalisti che l'aspettavano. «C'è stata emozione - ha poi raccontato ancora Roberto -. Ci siamo anche fatti anche una foto davanti al cartello di Monza, perché era una bella esperienza».

La liberazione di Salis è ufficialmente arrivata ieri, dopo che il giudice Jozsef Sos le ha concesso l'immunità senza attendere la proclamazione ufficiale della sua elezione. Inflessibile nelle tre udienze celebrate finora in un processo che ora è stato sospeso, il giudice Sos ha risolto in fretta quello che stava diventando l'ennesimo motivo di polemica tra Roberto Salis e il governo italiano accontentandosi di un elenco informale con i deputati italiani eletti e mandando quindi la polizia a togliere il braccialetto elettronico cogliendo di sorpresa la stessa attivista italiana.

La sua famiglia un viaggio a Budapest lo aveva organizzato comunque, ma per andare a festeggiare il suo compleanno nell'appartamento dove era detenuta ai domiciliari dal 23 maggio. Invece i piani sono cambiati in fretta e i suoi genitori, sempre molto attenti alle questioni legate alla sicurezza, hanno deciso di andarla a prendere in macchina e riportarla così in Italia.

Ad attenderli a Monza, nell'appartamento non lontano dal parco e dalla Villa Reale, c'erano i due fratelli e gli amici più stretti, gli stessi che hanno seguito tutte le udienze a Budapest e che hanno sempre aiutato la sua famiglia a risolvere tutti i problemi burocratici e logistici affrontati in 16 mesi passati tra l'Italia e l'Ungheria. Ma Budapest è il passato, di cui Ilaria Salis avrà ricordi positivi legati solo alla famiglia che ha scritto all'ambasciata italiana dando la propria disponibilità ad ospitarla pur non conoscendola e che l'ha poi accolta per 20 giorni. Per il resto, «ha avuto un periodo di carcerazione molto intenso e ha subito delle torture - ricorda il padre - Adesso ha bisogno di riposarsi, occorrerà un po' di tempo. L'abbiamo riportata qua con tutte le fatiche che abbiamo fatto».

 

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