Pensieri e parole...
Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce
NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Messaggi del 11/12/2023
È un articolo del 2012, all,kepoca in America infuriava la battaglia e la discussione sulla parità dei sessi, ebbene in questo articolo Anne-Marie Slaughter, super professoressa di Princeton ed ex consigliera di Obama, che all'epoca fece un lunghissimo coming out in cui, spiegando i motivi per cui si era dimessa dall’incarico alla Casa Bianca, dichiarò che «le donne non possono avere tutto». Il femminismo ci ha condotte a essere dure e granitiche, ma anche terribilmente lontane dalla realtà. È vero che abbiamo guadagnato il diritto all’aborto, il diritto di voto e altre conquiste civili e democratiche che rappresentano soltanto l’ABC, ma siamo rimaste ferme al passo sul concetto fondamentale: noi non siamo come gli uomini. E non vuol dire che siamo inferiori, né superiori. Siamo diverse. Ed è sulla diversità che dovremmo basare le nostre battaglie. Rivendichiamola, la diversità. Chiediamo un mondo fatto su misura per noi. Delle strutture di sostegno, orari più umani, meno competizione, che non ci sia chiesto nessuno sforzo aggiuntivo né sacrificio, come se dovessimo essere punite per il solo fatto di essere nate donne. Smettiamo di desiderare la parità, non l’avremo mai, non come l’hanno chiesta le donne nate negli anni ’50 e ’60. Noi, oggi quarantenni o trentenni, nate negli anni ’70 e ’80, ci ritroviamo mamme nel nuovo millennio. Erano altri tempi, quelli, oggi combattiamo altre battaglie. E facciamolo con l’aiuto dei nostri mariti e compagni, se possibile, che trarranno giovamento dalla nostra minore frustrazione, dall’apporto economico raddoppiato, dal sorriso nell’accoglierli la sera, quando, al ritorno dal lavoro, capiremo meglio le loro ansie, le angosce, le difficoltà, perché le avremo vissute anche noi, perché saremo serene, ci sentiremo utili, appagate, realizzate, nonostante e accanto alla famiglia. E i nostri mariti e compagni comprenderanno le nostre. Ma facciamolo prima di tutto noi. Non appelliamoci agli uomini per combattere battaglie che possono e devono essere solo nostre perché solo noi le conosciamo negli angoli più reconditi e in tutte le loro difficoltà. Abbiamo lasciato per secoli che ci ingabbiassero nei sensi di colpa, abbiamo permesso che si spacciassero per conquiste straordinarie delle banalità di vita vissuta che dovrebbero essere garantite a tutte, abbiamo lasciato che politici uomini vincessero campagne elettorali sbandierando un diritto alla famiglia e al lavoro relegato solo nelle quote rosa, a nostro danno. La battaglia non deve essere condotta dagli uomini per noi, o comunque non solo da loro. Dev’essere prima di tutto nostra. Smettiamola di definirci “donne con le palle” se solo riusciamo a portare la pagnotta a casa e a lavorare duro e sodo. Iniziamo a considerarci solo donne, femmine, belle, fiere, giocose, sorridenti, sensibili fino al midollo, piene di sangue e forza naturale. Lo dice anche Anne-Marie Slaughter: «Smettiamo di accettare il comportamento maschile e le scelte maschili come norma ideale cui aderire. Dobbiamo insistere per cambiare le politiche sociali e modificare le nostre carriere in modo da soddisfare anche le nostre esigenze». È vero che, come dice lei, non mancano gli uomini che appoggiano la nostra causa, ma gli alleati veri cerchiamoli tra le donne, in mezzo a quelle che troppo spesso remano contro. Perché sanno che è quasi impossibile riuscire. E, se ci sono riuscite, mortificano le altre per sentirsi superiori. Donne contro donne. Perché il sacrificio è troppo alto e loro pretendono venga riconosciuto il prezzo che hanno pagato, che non è da tutte né per tutte. È vero, certo. Ma finché non saremo davvero tutte unite sarà sempre peggio. E ci troveremo a invidiare sempre più la solidarietà maschile. Ed è su quella che si basa il mondo. Soprattutto quello in cui viviamo anche noi. Sono parole queste che non posso non condividere. In Italia, per tornare ai giorni nostri, da anni viviamo nella follia, il diverso non viene accettato perché si pretende di trasformarlo in normale! |
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