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Messaggi del 26/01/2024

SCHILLACI ASSICURA MODIFICHE AL PIANO PANDEMICO 2024-2028

Post n°1744 pubblicato il 26 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr

SARANNO STATE LE CRITICHE DE «LA VERITÀ» A SCUOTERE IL MINISTRO SCHILLACI CHE TUTTAVIA CEDE: «IL PIANO CAMBIA».

Il ministro cancella dal documento pandemico i dpcm e apre alla revisione dei capitoli dedicati alle restrizioni. Svicola ancora invece sui vaccini, che al momento sono definiti «le misure preventive più efficaci» a prescindere persino dalla loro esistenza.

L’inchiesta inglese sul Covid: alla Bbc permesso di mentire sui rischi per sostenere il lockdown
Il ministro della Salute ingrana la retro: il piano strategico 2024-2028, quello che rispolverava i lockdown, i dpcm e la religione del vaccino, sarà modificato. Non poteva essere altrimenti: il principale azionista del governo, Fratelli d’Italia, aveva già proposto di cambiare un documento che - ha commentato domenica scorsa un esponente del partito - «sembra scritto dagli uomini Speranza». Dopo le critiche de La Verità, era intervenuto, proprio sulle colonne del quotidiano, anche un esponente di FdI, un meloniano, il viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami, che aveva suggerito almeno di «precisare meglio tutte le fasi di risposta all’emergenza che andrebbero seguite» prima di arrivare, come «extrema ratio», alla serrata totale. Anche cosi non era sufficiente, poichè tante erano state le critiche della psicopandemenza della gestione Conte, tuttavia era una nota da interpretare positivamente l'accorgersi che così il piano-bozza non andava proprio.
Dal quotidiano La Verità di oggi 26 gennaio, si apprende che è confermato come i lavori siano ancora in corso, e che la partita è aperta; la notizia è di ieril’ha data ieri, a Palazzo Madama, infatti Orazio Schillaci, rispondendo alle interrogazioni della senatrice grillina Elisa Pirro, che lodava la bozza del piano redatto in stile contiano, sembrava infatti quasi un copia-incolla e del senatore leghista Claudio Borghi.
La prima, infatti, seguendo la strategia di Giuseppe Conte, rimarcava le somiglianze della bozza in discussione in questi giorni proprio con i provvedimenti attuati dall’esecutivo giallo-rosso, a marzo 2020: «Si chiede di sapere», recitava l’interpellanza depositata in Aula, «quali siano le differenze» tra il nuovo piano pandemico e le «misure adottate dai precedenti governi durante la pandemia». Il senatore Borghi, che all’inizio, sui social, aveva minimizzato quelle preoccupanti analogie, dev’essersi poi accorto che qualche problemino invece c’era davvero.
Così, ha domandato giuste rassicurazioni sul fatto che ci sia margine per inserire degli emendamenti al documento, al fine di preservare i tre impegni assunti dal centrodestra con gli italiani: affidarsi, in caso di futura emergenza sanitaria, più al senso di responsabilità individuale che alle restrizioni; evitare gli obblighi vaccinali; includere il Parlamento nelle decisioni, anziché procedere per editti del premier.

È su questo punto che il ministro si è lasciato andare all’ammissione più franca: in un piano pandemico, ha concesso, «non è indispensabile affrontare aspetti giuridici». In sostanza, il manuale che indica le linee guida per fronteggiare un’epidemia non dovrebbe spingersi fino a prescrivere quali siano gli strumenti normativi migliori - i decreti legge oppure i dpcm. Secondo Schillaci , coinvolgere il Parlamento resterà «il mezzo più idoneo». Se tanto ci dà tanto, dunque, dalla versione definitiva del piano 2024-2028 dovrebbe essere espunto il passaggio che definisce i dpcm lo «strumento centrale di governo dell’emergenza sanitaria», tale da riflettere «la posizione costituzionale del presidente del Consiglio quale garante del l’unità di indirizzo dell’azione di governo e di bilanciamento dei molteplici interessi pubblici». Significherebbe neutralizzare la minaccia dell’eredità di Conte.
Sui lockdown, Schillaci invece, è stato un po’ più lassivo, ribadendo che il testo - tuttora «in fase di revisione» - sarà migliorato tenendo conto dei suggerimenti delle parti, a cominciare dalle Regioni, le quali hanno sollecitato una definizione dettagliata di «ruoli, competenze e tempistiche» da attribuire sia ai governatori, sia a tutti i ministeri interessati (Interno, Infrastrutture, Istruzione, Lavoro, Turismo).
Per il resto, l’inquilino di lungotevere Ripa ha gettato acquab sul fuoco, ricordando che le chiusure di scuole e attività non essenziali, menzionate dal piano pandemico, dovrebbero comunque essere imposte solo se si rivelassero «strettamente indispensabili», applicate con criteri di gradualità e proporzionalità «sia alla probabilità sia all’entità dell’evento», oltre che per periodi di tempo limitati. È questo passaggio così non va proprio bene. La sensazione è che, su questa materia, finisca per prevalere il lodo Bignami: potrebbero essere esplicitate le condizioni in presenza delle quali stringere passo dopo passo le maglie.
Rimane sospesa la questione dei vaccini, ai quali il piano pandemico conferisce, a prescindere, la qualifica di «misure preventive più efficaci».
Schillaci non ha evocato obblighi e green pass, ma ha avvalorato i dubbi sollevati da La Verità. Ha rimarcato che uno dei pregi del documento - finalmente «aggiornato», ha rivendicato lui, con una stoccata ai predecessori inadempienti - è che non si focalizza sui virus di tipo influenzale, bensì predispone un armamentario utile per affrontare la comparsa di un qualunque patogeno ignoto. Allora, com’è possibile stabilire a priori che l’alleato più prezioso sarà il vaccino? Con il Covid ci siamo messi a lodare il vaccino sperimentale. Il prossimo passo sarà venerare il vaccino immaginario?

Ciò dimostra quanto sia importante la commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia del 2020. Anche ieri, in Senato, la pentastellata Pirro ci ha tenuto a denunciare che si tratta di un plotone d’esecuzione politico, in stile Speranza,  per quei benemeriti che hanno lottato,
a mani nude, contro un nemico inatteso e letale. La cronaca, però, prova che, dove s’iindaga sul serio, le verità scomode emergono: l’omologo organismo inglese, ad esempio, ha appena raccolto una testimonianza esplosiva del professor Mark Woolhouse: l’esperto ha affermato che alla Bbc è stato permesso di «travisare» il rischio posto dal Covid. Segnalando «ripetutamente rari casi di morte o malattia grave tra gli adulti sani, come se fossero la norma», l’emittente di Stato ha persuaso il pubblico che chiunque corresse gli stessi pericoli, al solo scopo di cementare il consenso per i lockdown.

I politici nostrani dovrebbero sforzarsi di concepire l’ope razione trasparenza quale dovere civico. D’altronde, se essi temono il redde rationem, noi cittadini abbiamo motivo di temere loro. La senatrice del M5s ha rinfacciato alla Lega di avere «problemi con le limitazioni delle libertà».
Il senatore Borghi intanto è stato il più puntuale nel pungolare il ministro della salute Schillaci, chiedendo precise modifiche al piano, che corrispondono poi agli impegni che la Lega ha preso coi cittadini: basta lockdown e restrizioni delle libertà in genere; basta vaccini, infatti Borghi bacchetta Schillaci domandando come fa il ministro della salute a dire che saranno i vaccini gli strumenti principali, questo lo deciderà il Governo sentendo il larere del parlamento e questa richiesta per l'appunto anticipa il terzo punto della richiesta che il senatore fa, e cioè basta docm, torni il Parlamemto organo sovrano e si decidano lì quali decisioni adottare.
Schillaci tuttavia nella interrogazione parlamentare di Borghi, ha subito risposto che i lockdown resteranno nel piano, ma adoperati solo se strettamente necessari e per il tempo strettamente necessario. E ti pareva.
Ecco: Borghi da voce ad una karga fetta di italiani, stanchi delle vessazioni e delle restrizioni subite, in passato in troppi, a togliercele, (pensiamo a PD e M5S) non si sono fatti nessun problema. Ora basta.

 
 
 

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