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NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Messaggi del 12/04/2024
Post n°1807 pubblicato il 12 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
Direttiva “case green”: ok definitivo del Consiglio UE, le novità.
Via libera definitivo alla nuova direttiva europea “case green” (EPBD – Energy performance of building directive) da parte del Consiglio Ue! La direttiva europea “case green”, che fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55, mira a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo e raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. Per il perseguimento di questi obiettivi, direttiva europea definisce:
In questo articolo, trovi un resoconto dettagliato della direttiva e a margine un’agile sezione di FAQ che sintetizza le novità del provvedimento. Per progettare edifici ad alte prestazioni energetiche con le nuove norme sarà sempre più necessario un software termotecnico innovativo e potente, che ti offra la sicurezza di essere sempre aggiornato e di ottenere verifiche affidabili e professionali. Cosa prevede la direttiva “case green” La direttiva EPBD rappresenta una svolta significativa per le politiche energetiche comunitarie e statali. L’obiettivo della direttiva è stimolare la riqualificazione energetica di edifici privati e pubblici in tutta Europa, al fine di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare dei 27 Stati membri. Nei diversi negoziati tra il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, la direttiva case green ha subito una serie di modifiche che contemplano obiettivi intermedi meno stringenti, termini più estesi e un quadro normativo meno restrittivo rispetto alla versione precedentemente approvata dal Parlamento Europeo a marzo. Il compromesso sui target della direttiva EPBD prevede la possibilità per i Paesi membri di richiedere deroghe sugli edifici alla Commissione europea. Gli obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese. I macro-obiettivi L’obiettivo delle politiche energetiche degli stai membri è raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali e non; ogni paese potrà stabilire autonomamente su quali edifici concentrarsi. Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve essere ottenuto tramite la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori. Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. Secondo le definizioni della direttiva, il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico. In Italia, secondo i dati Istat, vi sono circa 12 milioni di edifici residenziali. Pertanto, sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari. Edifici residenziali La direttiva “case green” richiede ad ogni Stato membro dell’Unione Europea di impegnarsi nell’implementazione di un nuovo piano di riqualificazione degli edifici, adottando misure mirate a garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata dagli edifici residenziali pari:
Edifici non residenziali Entro il 2030, dovrà essere prevista la ristrutturazione degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche più basse nella misura del:
Obiettivo di zero emissioni (ZEmB – zero emission buildings) Dovranno essere a emissioni zero:
Impianti fotovoltaici Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. L’installazione di impianti di energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici. Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti l’energia solare dovrà essere installata gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Tali disposizioni entreranno in vigore in momenti diversi a seconda della tipologia e delle dimensioni dell’edificio. Gli Stati membri saranno tenuti ad installare impianti solari secondo il seguente calendario:
Caldaie a combustibili fossili Anche sull’impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili, la direttiva propone una strategia graduale invitando gli Stati membri a formulare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. A partire dal 1° gennaio 2025, dovranno essere sospesi i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili. Agli Stati membri spetta elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040. Deroghe alle “case green”: gli immobili esclusi Sono esclusi dagli obblighi previsti dalla nuova Direttiva EPBD i seguenti immobili:
Massimo sostegno alle ristrutturazioni importanti Il termine di “ristrutturazione importante” fa riferimento ad un intervento di ristrutturazione a fasi che converta progressivamente edifici energivori in edifici a emissioni 0. Gli Stati membri devono definire una “ristrutturazione importante” in termini di percentuale della superficie dell’involucro dell’edificio oppure in termini di valore dell’edificio. Se uno Stato membro decide di definire una ristrutturazione importante in termini di valore dell’edificio, si potrebbero utilizzare valori quali il valore attuariale o il valore attuale in base al costo di ricostruzione, escluso il valore del terreno sul quale l’edificio è situato. La ristrutturazione importante costituisce un’occasione per migliorare la prestazione energetica mediante misure efficaci sotto il profilo dei costi. Per motivi di efficacia in termini di costi dovrebbe essere possibile limitare i requisiti minimi di prestazione energetica alle parti ristrutturate che risultano più rilevanti per la prestazione energetica dell’edificio. Smart readiness degli edifici Ci sarà un nuovo regime comune facoltativo dell’Unione, un indicatore e una metodologia per il calcolo dello per valutare la Smart readiness degli edifici, ovvero la loro predisposizione e capacità a utilizzare le tecnologie intelligenti per adattare il loro funzionamento alle esigenze dell’occupante, in particolare per quanto riguarda la qualità ambientale interna e il comfort termico. Il lavoro in ambito Ue sullo Smart Readiness Indicator (SRI) – l’indicatore per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici – è iniziato dal 2017 con la creazione di un consorzio di ricerca e il coinvolgimento di importanti Istituti di ricerca Gli ambiti applicativi dell’SRI sono essenzialmente:
Mobilità sostenibile Gli edifici non residenziali con più di cinque posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – dovranno garantire:
Tutti gli edifici non residenziali con più di venti posti auto devono garantire entro il 1° gennaio 2027 l’installazione di almeno un punto di ricarica per ogni dieci posti auto. Nel caso di edifici di proprietà o occupati da enti pubblici, gli Stati membri devono garantire il pre-cablaggio per almeno uno su due posti auto entro il 1° gennaio 2033. Gli edifici residenziali con più di tre posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – devono garantire:
Le sanzioni previste dalla Direttiva “case green” La direttiva al momento non prevede sanzioni particolari per coloro che non adeguano i loro immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti e non sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea. Tuttavia, spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative. La Direttiva “case green” e i bonus edilizi La direttiva “case green” avrà un forte impatto sui bonus per l’edilizia. Basti pensare all’ecobonus e alle agevolazioni per le caldaie, che non saranno più incentivabili dal 2025. La direttiva stabilisce che le risorse dei paesi membri dovranno essere destinate, in via prioritaria, a interventi che garantiscano una soglia minima di risparmi. Oltre ad ammettere tra le forme di sostegno le detrazioni e i crediti fiscali, nella EPBD si fa riferimento anche a risparmi direttamente nelle fatture dei cittadini, come lo sconto in fattura. FAQ: tutto sulla direttiva “case green” in 8 domande Quando entra in vigore la direttiva europea “case green” ? Dopo il via libera definitivo, la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Da quel momento i Paesi membri avranno due anni di tempo per recepirla. Ogni Stato dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi nel quale dovrà spiegare come intende raggiungere i target fissati dalla direttiva. Cosa prevede in sintesi la direttiva europea “case green”? La direttiva europea “case green” prevede che gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. Saranno i singoli Paesi a definire nei piani nazionali come intendono raggiungere questo obiettivo. Inoltre, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Per raggiungere questi obiettivi, la direttiva europea “case green” definisce un quadro comune generale della metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità immobiliari e l’applicazione di requisiti minimi di prestazione energetica di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione ed esistenti. Cosa sono le “case green”? Generalmente si intende “per case green” edifici:
La direttiva “case green” definisce un “a emissioni zero” un edificio ad altissima prestazione energetica con un fabbisogno di energia pari a zero o molto basso, che produce zero emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo pari a zero, o molto basso, di emissioni operative di gas a effetto serra. Un edificio “a energia quasi zero” è un edificio ad altissima prestazione energetica, nel quale il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o l’energia da fonti rinnovabili prodotta nelle vicinanze. Quante e quali case si dovranno ristrutturare in Italia? Secondo le stime «le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033». Questo significa che nel giro di pochi anni sarà necessario riqualificare oltre 500 mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti. Quanto costeranno le “case green”? La Commissione europea calcola che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare. È molto difficile fare delle stime precise su quanto dovrà spendere una famiglia per i lavori. Per una stima più precisa si dovrà attendere il varo del piano nazionale e capire come saranno selezionati gli edifici su cui sarà necessario intervenire per primi. In ogni caso secondo le prime stime la spesa potrebbe oscillare tra un minimo di 20-30 mila euro a famiglia fino a un massimo di 50-60 mila euro per adeguarsi alla nuova normativa. Leggi anche l’articolo “Case green”: quanto costerà mettere a norma gli edifici” Case green: cosa cambia per gli edifici pubblici? A partire dal 2028 tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero. Inoltre gli Stati membri dovranno ristrutturare il 16 per cento degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26 per cento entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Case green: ci sarà l’obbligo dei pannelli solari? La direttiva prevede l’obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici e non residenziali, che sarà progressivo dal 2026 al 2030. Per tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadri la scadenza è fissata al 31 dicembre 2026. Da quando scatta il divieto della direttiva “case green” di installare caldaie a gas? I Paesi Ue avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a gas, ma già a partire dal 2025 non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per gli ibridi, ovvero quelli che associano alla caldaia a gas una pompa di calore. I Paesi Ue avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a gas, ma già a partire dal 2025 non saranno più ammesse agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali, ma solo per gli ibridi, ovvero quelli che associano alla caldaia a gas una pompa di calore. Leggi anche l’articolo “Direttiva case green, stop definitivo alle caldaie a gas” Cosa succede a chi non si adegua la casa entro il 2030? Chi non si adegua potrà vendere, ristrutturare o affittare l’immobile? La direttiva “case green”, nella sua versione definitiva, non prevede sanzioni né obblighi di ristrutturazioni. Il divieto di vendita o affitto, inizialmente previsto, è stato stralciato già nella versione di dicembre 2023. Per maggiori approfondimenti sull’argomento, leggi l’articolo “Case green”, sanzioni per chi non si adegua alla direttiva?” Leggi anche: Direttiva EPBD: come cambiano i calcoli energetici “Case green”: quanto costerà mettere a norma gli edifici Direttiva “case green”, lo stop definitivo delle caldaie a gas “Case green”, sanzioni per chi non si adegua alla direttiva?
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Post n°1806 pubblicato il 12 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
Da quando è partita l'operazione speciale che la Russia sta portando avanti in Ucraina, per "denazificare" il Paese, parole dello stesso presidente Putin, UE e USA (che si dice esporti la democrazia negli altri Paesi, quando non è fatto a suon di bombe, lo è a suon di ricatti come quello in questione) stano ricattando i Paesi membri della Unione. Di cosa sto parlando? Risale a più di due anni or sono, il patto tra il Presidente degli Stati Uniti, Joseph Biden, e la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in base al quale gli USA dovrebbero divenire il maggior singolo esportatore di gas naturale liquido in Ue. Quest’ultima dirà addio alle forniture russe entro il 2027, grazie a stoccaggi, acquisti comuni e una rete interna più connessa (sic). |
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