Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

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Messaggi del 10/08/2024

IL PROCESSO DI DEDOLLARIZZAZIONE DA PARTE DI SEMPRE PIÙ PAESI È INARRESTABILE…

Post n°1893 pubblicato il 10 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
 

Un numero sempre maggiore di Paesi sceglie di abbandonare il dollaro come moneta per i pagamenti delle materie prime e del petrolio... preferendo di risolvere le transazioni con moneta nazionale...E QUESTA È AMICI, UNA NOTIZIA MERAVIGLIOSA... CREDETEMI...

Un numero sempre più crescente di Paesi, specialmente africani, sta seguitando ad usare la propria moneta nazionale per le compravendite di materie prime e soprattutto per acquistare oro, bene rifugio da sempre per proteggersi da guerre, conflitti commerciali ed altri eventi geopolitici che potrebbero procurare perdite valutarie e instabilità economica, soprattutto in luoghi già in condizioni precarie o che stanno cercando di avviare il proprio sviluppo.

La scorsa settimana, il governatore della Banca Centrale del Sud Sudan ha dichiarato che il Paese è in procinto di avviare l’espansione delle riserve auree, ma si tratta solo dell’ultimo di una serie di Paesi che ha intrapreso questa via: Nigeria, Uganda, Ghana e Zimbabwe hanno già fatto lo stesso.

I Paesi africani acquistano oro con valuta locale per garantire la stabilità delle proprie riserve di oro. Alcuni, come lo Zimbabwe, hanno persino creato una nuova moneta ancorata ad oro, altri metalli preziosi e valute estere. E così, sebbene il dollaro rimanga forte a livello globale così come in questi Paesi, viene sempre più visto come una "minaccia", mentre le riserve auree, di cui molti Stati africani abbondano, rappresentano una maggiore stabilità e sicurezza.

Nigeria, Uganda, Zimbabwe, Madagascar e per ultimo il Sud Sudan, hanno avviato programmi per aumentare le proprie riserve auree e persino sostenere la loro valuta con il metallo prezioso. La scorsa settimana, il governatore della Banca Centrale del Sud Sudan ha presentato un piano per espandere le riserve auree del Paese. Il mese scorso, la Banca Centrale dell’Uganda ha annunciato un programma nazionale di acquisto di oro direttamente dai minatori artigianali locali, per un duplice scopo: aiutare ad affrontare i rischi nei mercati finanziari internazionali e stimolare lo sviluppo interno. In questo modo, aumenterà le proprie riserve, assicurandosi contro gli squilibri e le lotte a livello mondiale, e stimolerà il mercato interno con soldi che rimarranno nella propria economia.

A giugno, la Tanzania ha stabilito un piano per spendere 400 milioni di dollari per sei tonnellate d’oro. Il Ministro delle Finanze della Tanzania, Mwigulu Nchemba, ha spiegato la mossa in una direttiva per frenare l’uso diffuso del dollaro USA nel Paese, nella quale viene fatto intendere che lo scambio-dollari ora sia dovuto alla volontà di liquidare una valuta che viene ritenuta rischiosa, in clima di incertezza mondiale, a favore del metallo prezioso che invece è una garanzia di valore. Oltretutto, la decisione rispecchia la volontà di sostenere l’espansione mineraria in atto nel Paese, il quale è passato da esportare poco più di 200 milioni di dollari di oro a più di 2 miliardi di dollari in un anno.

Nel mese di giugno, la Nigeria ha lanciato una campagna di acquisto di oro nazionale per rafforzare le sue riserve auree e utilizzare la propria monetada rimettere in circolo nell’economia del Paese. Il programma si chiama Presidential Artisanal Gold Mining Initiative (PAGMI): attraverso di esso (istituito già nel 2020, ma mai veramente utilizzato), il ministro per lo Sviluppo dei minerali solidi, Dele Alake, ha potuto consegnare i primi lingotti ai depositi della Banca Centrale nigeriana, aumentando la riserva di ora in un valore parificato ai 5 milioni di dollari. Il programma consente di acquistare oro dai minatori artigianali pagando in naira, la valuta locale della Nigeria. Il piano ha anche lo scopo di far emergere l’estrazione illegale, che è altissima, e indirizzarla verso le casse dello Stato. Oltre all’acquisto di oro di provenienza locale, la Banca Centrale nigeriana ha annunciato l’intenzione di riportare all’interno del Paese le sue riserve auree, che si trovano attualmente all’estero, per non correre il rischio che possa essere in qualche modo intaccata.

La Banca del Ghana ha lanciato un programma di acquisizione di oro con l’obiettivo di raddoppiare le sue riserve auree nei prossimi cinque anni, acquistando il metallo prezioso da società minerarie selezionate internamente. Questo segna un cambiamento significativo nel modus operandi delle operazioni di gestione delle riserve valutarie della Banca del Ghana, come spigato nel giugno scorso da Ernest Addison, governatore della Banca Centrale del Paese.

Lo Zimbabwe è andato anche oltre. Lo scorso aprile, questo Paese ha creato una valuta sostenuta dall’oro: lo ZiG, il quale ha sostituito il dollaro dello Zimbabwe. Si tratta di una “valuta strutturata” sostenuta principalmente dall’oro, ma anche da altre riserve forex, tra cui il dollaro statunitense – che continua a rappresentare la netta maggioranza delle transazioni nel Paese. In questo modo, lo Zimbabwe ha praticamente dato vita ad un sistema multi-valutario nel tentativo di guadagnare la fiducia del pubblico e stabilire una valuta locale stabile, necessaria per lo sviluppo delle industrie e per attrarre investimenti esteri. L’uso dello ZiG è cresciuto dal momento del suo lancio, passando dal 15% al 30% del totale. Negli ultimi 15 anni, questo è il sesto tentativo della nazione dell’Africa meridionale di avere una valuta locale funzionante. Il governo ha fissato l’obiettivo al 2030 come data in cui lo ZiG diventerà l’unica moneta a corso legale nel Paese.

I leader africani e i banchieri centrali stanno cercando di risolvere i problemi che hanno creato stampando troppo denaro e accumulando debito denominato in dollari. Al contempo sono anche preoccupati per la possibilità dell’utilizzo del dollaro come arma da parte degli Stati Uniti (come avvenuto negli ultimi anni) e di sanzioni e requisizioni. Comprando oro in valuta locale si cerca anche di sviluppare i settori economici interni al Paese rimettendo valuta propria all’interno dell’economia, andando anche ad aumentare le proprie riserve auree.

 
 
 

QUANDO NEL 2001 SI STIPULÒ L’ACCORDO SULLE SPERIMENTAZIONI CLIMATICHE…

Post n°1892 pubblicato il 10 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
 

IL CAMBIAMENTO DEL CLIMA? UNA BUFALA. PAROLA DI BUTAC E FACTA. SAPPIATE PERÒ CHE OGNI VOLTA CHE QUESTI DUE SITI SMENTISCONO, POTETE METTERCI LA MANO SUL FUOCO, CHE È TUTTO VERO!

PIOGGE E URAGANI COME ARMI METEOROLOGICHE PER "FREGARE" I PAESI ‘RIBELLI’? FESSERIE... DICONO I SOLITI NOTI, COME SOPRA...

POI, PERÒ POCHI, POCHISSIMI RAMMENTANO GLI AVVENIMENTI E LE DATE IMPORTANTI, COME IL 2001 QUANDO GEORGE W. BUSH E BERLUSCONI SOTTOSCRISSERO UN ACCORDO SULLE SPERIMENTAZIONI CLIMATICHE.

E SI SCOPRE CHE QUALCHE ANNO PRIMA AD ERICE… 

 

Nell'autunno del 2013 durante una lunga intervista a Giovanni Floris, lo rammento ancora come fosse ieri, certe cose non si dimenticano, così come chi le pronuncia, accadde una cosa che ha dell’incredibile: Floris che era allora il conduttore del programma Rai “Ballarò” intervistava il deputato Dem Matteo Renzi e ad una domanda del giornalista sulle scie chimiche Renzi rispose che avrebbe proposto il Trattamento sanitario obbligatorio per tutti coloro che ne avessero parlato. Con questa battuta “minacciosa”, l’argomento fu immediatamente abbandonato. Che si sia spaventato anche il conduttore Floris? Chissà…

Nel sito https://meridionews.it/scie-chimiche-tso-a-chi-ne-parla/ oggi si può ancora leggere un articolo che cita cose veramente interessanti: come ad esempio le chicche che dal sito d’informazione “ilQUIeOra” (http://ilquieora.blogspot.com/) si possono apprendere, che rappresentano notizie in più sull’argomento, atteso che questa “testata on line”, tratta l’argomento scie chimiche con molta puntualità e in maniera molto documentata e dovizia di particolari.

Si parte da una data certa: il 2 aprile del 2003. Il deputato Italo Sandi, quel giorno, presentò l’interrogazione parlamentare, con risposta scritta, n.4-05922, in occasione della seduta n. 291, riguardante un accordo segreto sottoscritto tra Italia e Stati Uniti avente per oggetto l’uso delle scie chimiche per combattere il riscaldamento ambientale.

 

Sono passati ormai undici anni e qualche mese, ben due legislature, ma di quella risposta all'interrogazione parlamentare non si è mai trovata traccia negli atti parlamentari. Ciò per la ragione che una "risposta non è mai stata data", né per iscritto, né orale. Zitti e mosca, e chi osava anche farvi solo riferimento, era sottoposto alla minaccia del Trattamento sanitario obbligatorio, come già detto all'inizio.

Vorrei porre adesso una domanda strategica: perché mai, in Italia, quando si tratta di questioni che riguardano i rapporti, civili o militari che dir si voglia, con gli Stati Uniti, c’è sempre un segreto inespugnabile ed invalicabile?

Mi sono reso conto di come certamente, non sia una questione di orientamento "politico" del sottoscrittore dell’accordo: perchè anche se l'accordo è stato firmato dall’ormai scomparso Silvio Berlusconi, la risposta all’interrogazione parlamentare avrebbero potuto fornirla i successivi Governi italiani presieduti da: Prodi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II, Draghi e l’attuale Meloni, nonché tutti coloro che negli anni si sono succeduti oltre che a Palazzo Chigi, alla Farnesina o al ministero dell’Ambiente o della Difesa. Invece ci si rende conto che su questi ARGOMENTI, purtroppo, l'OMERTÀ è "totale" e comprende tutti, ma proprio tutti i partiti!!!

Come è possibile, allora, che ilQUIeORA tratti la questione con dovizia di particolari, corredata da documentazione ufficiale? 

Questo scoop è stato possibile perché questo sito d’informazione, con molta sagacia, ha consultato il SITO UFFICIALE del GOVERNO FEDERALE USA e da lì, tutta la documentazione è venuta fuori.

In quel Paese la mentalità imperialista è largamente condivisa dalla pubblica opinione ed è perciò normale che le notizie riguardanti l’esercizio egemonico conseguito dai governi federali sia a disposizione dei cittadini. In Italia, invece, i nostri governanti si VERGOGNANO di mostrare ai propri cittadini gli atti che sono COSTRETTI a sottoscrivere perché vittime della sudditanza all’egemonia ‘atlantica’ e li tengono gelosamente custoditi in SEGRETO.

 

Ciò premesso, vediamo adesso storicamente come nasce quest’accordo-killer per il territorio italiano.

Ufficialmente l’accordo nasce il 19 luglio 2001, in occasione del G8 di Genova. In quella occasione, tra il Presidente USA George W. Bush e l'allora Presidente del consiglio Silvio Berlusconi, viene sottoscritto il Piano dettaglio "accordo Italia-Usa sul clima". In esso si legge: On july 19, 2001, President George W. Bush and Prime Minister Silvio Berlusconi, pledget that the two countries would pursue joint research programs climate change and low emission technology development. On genuary 22, 2002, tje italian minister of the Evinroument and Territory, the US Department of state and the withe office of science and technology Policy agreed to promote scientific and technological cooperation.

Tradotto vuole dire: “Il 19 luglio 2001 il presidente George W. Bush e il primo ministro Silvio Berlusconi concordano che tra i due Paesi di perseguire scambi sulla ricerca dei programmi sui cambiamenti climatici relativi allo sviluppo delle tecnologie sulle basse emissioni. A gennaio 2002 il ministro italiano dell’Ambiente e il Territorio, il Dipartimento di Stato americano della Scienza e della Tecnologia avvieranno la cooperazione politica sullo sviluppo scientifico e tecnologico”.

 

Il piano sottoscritto viene correlato al dibattito sul riscaldamento globale, che rappresenta la scusa buona per giustificarne l’adozione. Tuttavia, la scusa appare agli stessi sottoscrittori assai debole, tanto che è stato, di fatto, secretato ed ancora oggi chi osa chiederne notizia rischia il Trattamento sanitario obbligatorio.

In realtà, però, questo accordo ha radici più lontane nel tempo e risale all’agosto del 1997 quando Edward Teller inviò un suo progetto al Convegno di Erice, presieduto dal professore Antonino Zichichi, nel quale era illustrato il metodo di diffondere in atmosfera, mediante l’uso degli aerei dell’aviazione civile, milioni di tonnellate di metalli elettroconduttivi allo scopo di ridurre il riscaldamento globale. Secondo Teller, anche l’aviazione militare avrebbe potuto essere usata per spargere a bassa quota queste particelle tossiche.

 

Il cinismo della proposta di Edward Teller non deve sbalordire nessuno, perché si tratta dello stesso Edward Teller che nel 1943 consigliò il Governo federale americano ad usare armi nucleari in regioni sovraffollate per ridurne l’eccessivo popolamento, a fini economici. Una mente di sicuro malata che con metodo ‘scientifico’ trova la soluzione tecnica ad ogni problema. Un po’ come dire che due più due fa quattro.

Insomma: c’è in problema di sovraffollamento? Bene, mettiamo giù un po’ di bombe nucleari e alleggeriamo la pressione antropica. C’è il riscaldamento globale? Bene, mettiamo in atmosfera un po’ di metalli elettroconduttivi, che inquineranno un po’ l’ambiente, in compenso, però, conteniamo il riscaldamento globale.

 

Nel 2003 il ministro della Difesa, Antonio Martino, autorizza la Usaf – che per comodità di lettura rendiamo esplicita: forza aerea degli Stati Uniti – a irrorare lo spazio aereo italiano di sostanze chimiche previste dall’accordo Usa-Italia stipulato a Genova nel luglio del 2001.

Questo lo stato degli atti che, riteniamo faticosamente, ilQUIeORA è riuscito a metter assieme.

Adesso, osiamo chiedere al Governo in carica di scoprire le carte e dirci se la questione è vera o se siamo dei visionari. E, se è vera, quali atti intende compiere per annullare questo accordo criminale.

 

Ah, dimenticavo: siamo sicuri che i cambiamenti climatici, le alte temperature registrate, i lunghi periodi estivi siccitosi senza precipitazioni degli ultimi anni, nulla abbiano a che fare con questi accordi firmati da Berlusconi e Bush nel 2001? Sono curioso...

Adesso comunque, potremmo porre le medesime domande, a Roberto Nuzzo, Maresciallo dell'Aeronautica Militare in Riserva, che sul canale TV Telecolor, sulla sua pagina Facebook, sul suo canale Telegram, attivamente da diversi anni si occupa del gema della Geoingegneria... con numerose iniziative, e chissà che lì qualcosa non possa scoprirsi...

Intanto credo sia utile sapere che dall'anno 2000 ad oggi, sono almeno 1985 i progetti di geoingegneria pianificati, conclusi oppure ancora in corso. Di questi, ne risultano 840 attivi nel momento in cui scrivo. Dei programmi di geoingegneria attivati o programmati negli ultimi 24 anni, oltre mille riguardano progetti di rimozione dall’atmosfera dei gas serra, attraverso tecniche come lo stoccaggio del carbonio. Almeno 33 progetti riguardano invece tentativi di interferire con le radiazioni solari, riflettendone o deviandone i raggi. Sono poi 327 gli esperimenti di cloud seeding, ovvero l’inseminazione delle nuvole tramite sostanze immesse allo scopo di modificare le condizioni meteorologiche e provocare o scongiurare piogge intense.

Progetti di questo tipo si svolgono in tutti i continenti e in buona parte dei Paesi del mondo, e l’Italia non fa eccezione. Anche nel nostro Paese cime adesso sappiamo, sono infatti attivi diversi progetti ed esperimenti di geoingegneria (tra nazionali e regionali); di quello nazionale ne ho parlato dettagliamente credo, nel post.

 

 
 
 

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