Pensieri e parole...
Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce
NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Messaggi del 15/08/2024
Post n°1904 pubblicato il 15 Agosto 2024 da scricciolo68lbr
La stazione MUOS (Mobile User Objective System) secondo i siciliani, è una pericolosa arma di guerra. Il MUOS(tro) di Niscemi e l’impegno dei siciliani contro un fattore incontrollabile di degrado ambientale e di accelerazione delle guerre. Intervista ad Antonio Mazzeo. Il MUOS (Mobile User Objective System) è un nuovo sistema militare di telecomunicazioni satellitari che consente la trasmissione di informazioni, video, dati, a tutti gli “utenti mobili”: centri di comando e controllo, reparti e mezzi terrestri, unità navali, sottomarini, cacciabombardieri, droni d’attacco, batterie missilistiche, e altro ancora. Il MUOS è un sistema adottato dalle forze armate degli Stati Uniti d’America, perché possano affermare la propria superiorità universale, tramite una rete di mega-antenne e satelliti per telecomunicazioni ad alta velocità, affinché sull’infinito domini l’oscurità della violenza, della guerra, della morte. Il MUOS è un sistema atto a propagare, dilatare, moltiplicare gli ordini di attacco militare di tipo convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare, per bombardamenti sempre più virtuali, computerizzati, disumanizzati e disumanizzanti perché la coscienza degli assassini non possa mai incrociare gli occhi di chi soffre e la disperazione delle vittime innocenti. Il MUOS incarna le molteplici contraddizioni della globalizzazione neoliberista e capitalista, in quanto uccide in nome della pace e dell’Ordine sovranazionale, devastando il clima, l’ambiente e il territorio. Come hanno reagito i pacifisti e gli attivisti nonviolenti all’installazione di questo sistema d’arma? In Sicilia, donne e uomini si sono indignati per essere stati ignorati, traditi, svenduti e così sono scesi in piazza a protestare e a manifestare il proprio dissenso, costringendo sindaci, consigli comunali e provinciali a votare delibere contro il MUOS. Sono state presentate numerose interrogazioni parlamentari; sono stati sottoscritti moltissimi appelli e firmate innumerevoli petizioni per revocare le autorizzazioni ai lavori, insieme a dibattiti, convegni, marce, digiuni e altre forme di contestazione nonviolenta e pacifica. Ci sono stati scioperi generali indetti dal basso a Niscemi e per la prima volta nella storia una base ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi è stata occupata per ore da migliaia di manifestanti. Purtroppo alla fine è prevalsa la logica di distruzione e morte dell’apparato militare-industriale transnazionale. Avete vissuto l’EcoMUOStro come una grande sconfitta? vi siete sentiti impotenti di fronte a questo sistema di potere imposto dall’alto? I lavori d’installazione del terminale terrestre del MUOS sono stati bloccati e ritardati per anni e le ragioni dei No MUOS sono state riconosciute dai Tribunali penali e amministrativi (si pensi alla recente sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha dichiarato del tutto illegittime le autorizzazioni al progetto rilasciate dalla Regione Sicilia). Certo se dovessimo limitarci a vedere che l’esito finale di queste straordinarie mobilitazioni è stata la messa in opera del Muostro, dovremmo dire che tutto è stato inutile. Ma quelle campagne di opposizione hanno rappresentato per intere generazioni di siciliani fondamentali momenti di crescita individuale e collettiva e una presa di coscienza dei propri diritti e degli effetti nefasti dei processi di militarizzazione e stupro dei territori. Ciò non potrà non avere rilevanti conseguenze sociali e culturali a medio e lungo termine. E ciò concorrerà, ne sono certo, a sviluppare nuovi percorsi di lotta per la pace, la giustizia e la difesa dell’ambiente. I governi nazionali che si sono succeduti e l’attuale governo dei banchieri dell’alta finanza sono sempre favorevoli alla costruzione del MUOS. Il libro di Antonio Mazzeo vuole denunciare, attraverso le tante voci della gente di Niscemi, la prepotenza ottusa e la protervia ostinata dei vertici del potere, favorevoli all’Eco MUOStro, un sistema-business per i mercanti di morte, che comporta soprattutto la proliferazione della grande industria bellica, ma anche un intenso inquinamento elettromagnetico, proveniente dai trasmettitori del sistema, con devastanti microonde ad altissimo impatto ambientale. L’industria della morte si impone ancora, famelica, insaziabile, inesorabile. Con questo tuo libro sul MUOS sei riuscito a smuovere le coscienze di molti fino ad arrivare a un processo. Puoi parlarcene? Il MUOStro di Niscemi è stato solo un lavoro di analisi, sintesi e sistematizzazioni per rendere il più possibile chiare a tante e tanti siciliani le tantissime contraddizioni, anzi i crimini, di tipo sociale e ambientale, geostrategico, perfino mafiosi, di questo progetto di rafforzamento della presenza militare statunitense nell’Isola. Spero di esserci riuscito in parte ma non è più di quello che può essere chiesto a un impegno di controinformazione. In fondo è poco, davvero poco, rispetto alla portata educativa e formativa e generatrice di dissenso delle azioni dirette e delle pratiche di disobbedienza civile dei No MUOS. Cosa ti aspetti per il nostro futuro prossimo anche dal momento che siamo sul crinale del baratro difg una terza guerra mondiale e potenzialmente nucleare con l’attuale guerra tra Russia e Ucraina e con le tante guerre imposte nel mondo dai poteri forti? L’inarrestabile escalation di questo conflitto fratricida ha rafforzato la mia convinzione degli immani pericoli che potranno derivare a breve per la popolazione mondiale. E del resto sono già tantissime le persone in tutto il pianeta che stanno pagando un prezzo enorme in termini di sofferenza, fame, salute, accesso alle risorse energetiche, e via dicendo. Mi addolora poi la scarsissima opposizione generale, alla guerra e alla cultura di morte imperante. Mai come adesso siamo a un passo dalla guerra nucleare totale eppure le piazze sono vuote come non mai e il pacifismo si presenta fragilissimo. Sì, gli scenari futuri appaiono tragici. Ma forse proprio per questo dobbiamo provare ad esserci con tutte le nostre energie. Dobbiamo resistere all’uragano della morte, coscienti dei rapporti di forza, ma decisi e intransigenti. Siamo certamente stanchi, delusi e avvertiamo il peso delle tante, troppe sconfitte. Ma siamo ancora vivi. Noi e i nostri figli. Per noi e i nostri figli. FONTE: |
Il vaiolo delle scimmie o l'influenza aviaria non devono necessariamente essere minacce reali affinché il Deep State si affanni per raggiungere gli obiettivi preventivati.
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Basta con l'allarmismo nucleare su Kursk e Zaporozhe |
Ciò che vorrebbero fare passare come democrazia da parte della cordata dei “social”, guidata da Facebook di Zuckerberg (il pluricondannato tra quelle che rammento: Facebook ha pagato 5 miliardi di dollari per chiudere un'inchiesta da parte delle autorità Usa sulle sue pratiche legate alla privacy e al caso Cambridge Analytica; nel processo ai giganti del web del 2024, Il Senato americano così si espresse: "I vostri social uccidono bambini e adolescenti". Le accuse agli amministratori delegati di Facebook, TikTok, Snapchat e Discord: "Troppi rischi online per i minori, avete le mani sporche di sangue". Zuckerberg si è scusato con le famiglie delle vittime) per passare da YouTube, è quella di censurare chi non la pensa come la narrativa dominante imposta dal regime oscuro dei sionisti, che intende fare in modo di portare tutto al pensiero unico. Fortuna vuole che esistono strumenti di comunicazione alternativi che danno modo di parlare liberamente senza essere censurati: Rumble!
Per non vivere nella bolla dei bacchettoni ben pensanti, probabilmente bisogna iniziare a reagire e togliersi dai potenti social! Durante la psico info pandemenza, in cui illegittimamente, ormai possiamo dirlo, fummo tutti sottoposti a provvedimenti fuori legge, praticamente undici mesi e mezzo di lockdown e restrizioni della libertà, anche i social portarono avanti una spietata forma di “CENSURA” verso commenti e contenuti ritenuti scomodi al potere sionista ashkenazita kazharo, il pensiero unico. Facebook è stato il peggiore di tutti, a ruota YouTube rimosse i video di chiunque "mettesse in discussione" le linee guida dell'Oms, braccio armato del potere sionista. Ancora adesso risulta difficile pubblicare oppure pubblicizzare sul social network più diffuso per la condivisione dei video, YouTube appunto, contenuti che sono considerati contrari al pensiero unico, alle disposizioni dell’Oms e delle autorità sanitarie nazionali. Qualche tempo fa ha fatto particolarmente scalpore quello che è accaduto all’editore Leonardo Facco il cui video su YouTube fu rimosso, per non parlare del libro “Coronavirus: stato di paura”, rimosso anch’esso dal catalogo Amazon, Amazon anche lui tra i censori.
Quello che più colpì sulla censura del video, manifestandosi come significative, sono le parole adoperate nelle motivazioni scritte riguardo la rimozione. Non solo il video violava gli standard della community, ma proprio: “YouTube non tollerava contenuti che mettessero in discussione l’efficacia delle linee guida fornite dalle autorità sanitarie locali o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in relazione alle misure di distanziamento sociale e autoisolamento e che potevano portare le persone ad agire in contrasto con tali linee guida”. Le parole sono importanti. YouTube “non tollerava” contenuti che “mettessero in discussione” un’autorità statale ed una sovranazionale. Può anche darsi che una linea guida sia sbagliata: l’OMS inizialmente non approvava l’uso delle mascherine e fino a marzo 2020 si opponeva alla strategia di test a tappeto con i tamponi. Ma l’utente doveva comunque obbedire. Suonavano già ambigue le parole di Susan Wojcicki, amministratrice delegata di YouTube, quando qualche tempo fa, annunciava che la piattaforma avrebbe eliminato notizie “prive di fondamento scientifico” e faceva alcuni esempi: “C’è gente che consiglia di prendere la vitamina C o la curcuma, perché ‘ti cureranno’”. Così abbiamo potuto riscontrare come l’amministratrice di un social potesse ergersi già a medico e poi giudice, pronta a tracciare una riga su ciò che riteneva disinformazione su una malattia come il covid, che, allora, conoscevamo tutti poco. Si poteva ben immaginare come poi avvenne, come questo criterio si sarebbe poi esteso, senza freni, dalla medicina alla politica di contenimento della pandemenza. Quindi non solo a una materia empiricamente verificabile, ma anche ad una serie di scelte politiche. Il problema di fondo, è che, non solo a causa della pandemenza, ma anche a seguito delle elezioni presidenziali americane del 2020, la censura è stata completamente sdoganata. Venne accettato come “fatto privato” ed apprezzabile l’oscuramento dell’account Twitter di un ex presidente e la censura online di tutti i suoi post quando era ancora in carica ed era in competizione per la rielezione. Da allora “limitare la libertà di opinione”, anche quando non viene violata alcuna legge, è diventato possibile e i giornalisti sono fra i primi a chiedere ancora più censura. Basta invocare la minaccia dell’argomento “privo di fondamento scientifico” o, nel caso delle elezioni “privo di prove” per far scattare l’oscuramento. Un'altra ossessione è diventata quella dei contenuti "razzisti". Gli algoritmi che permettono di individuare e rimuovere un video giudicato offensivo per qualche minoranza sono talmente onnicomprensivi che, qualche tempo fa hanno portato alla rimozione di un video di scacchi. Perché "il bianco attacca il nero". Il verbo "attaccare" è comunque a rischio censura, figuriamoci se poi è accompagnato da termini ormai sensibili come il bianco e il nero. Ma queste cose avvenivano solitamente solo in Cina, almeno fino al decennio scorso, quando i locali algoritmi rimuovevano tutte le cifre e i termini che potessero ricondurre a informazioni sgradite sul massacro di Piazza Tienanmen. Ma era la Cina, appunto, un regime totalitario. E se i social network iniziano, come già fanno, a comportarsi così anche nel mondo occidentale? Paradossalmente, si usano ancora i termini cattolici per descrivere la tendenza censoria, come “inquisizione” o “indice”. Però sono i cattolici fra le prime vittime di questa tendenza oscurantista. Basti pensare come il sito Life Site News, sito canadese, contrario all’aborto, sia stato improvvisamente privato del suo popolare canale YouTube, uno scherzetto che è costata loro la perdita improvvisa di più di 300mila followers. Ed è difficile, adesso, stabilire quali siano i nuovi limiti del censore. Così ho reagito, per primo… Ho eliminato il profilo Facebook, adopero YouTube pochissimo, quasi nulla e per i video mi affido a Rumble, lì potete stare tranquilli, la censura non esiste. Se ciascuno di noi, nel suo piccolo, operasse per la verità, ascoltando cosa dice il suo cuore, la verità vincerebbe sempre più spesso… purtroppo il genere umano è corrotto, ha timore di tutto, anche della propria anima… |
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