Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

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Messaggi del 14/01/2023

BIDEN E IL MISTERO DELLE CARTE SEGRETE TROVATE NEI SUOI UFFICI.

Post n°1452 pubblicato il 14 Gennaio 2023 da scricciolo68lbr

Era il 10 gennaio 2023. Il giorno in cui furono rinvenute le prime carte segrete. La Casa Bianca dovette correre ai ripari dopo l’ennesima gaffe del presidente Biden. Nella giornata del 9 gennaio, infatti, i media statunitensi pubblicavano la notizia secondo cui il numero uno degli Usa avrebbe tenuto in un proprio ufficio alcuni documenti classificati per due anni. Il periodo risale tra il 2017 ed il 2019, proprio quando Joe Biden aveva appena terminato il ruolo di vicepresidente degli States (Presidenza Obama) ed usufruiva degli uffici al Penn Biden Center, un think tank di Washington, quando era professore onorario della University of Pennsylvania.

La scoperta è avvenuta grazie ai “suoi avvocati”, che hanno subito informato gli Archivi Nazionali, prendendo possesso del materiale e trasmettendo al dipartimento di Giustizia. Il procuratore generale degli Usa, Merrick Garland, ha incaricato il procuratore del distretto settentrionale dell’Illinois, John Laus, di esaminare i documenti ed i fascicoli rinvenuti, aprendo di fatto le indagini.

Il caso risulta essere particolare per almeno due motivi principali. Il primo: la notizia è pervenuta al grande pubblico solo nella giornata di ieri, ma i fatti risalirebbero addirittura al 2 novembre scorso. Guarda caso, sei giorni prima dell’appuntamento elettorale di midterm, che ha visto resistere i democratici alla temuta onda rossa prevista dai sondaggi nazionali. Un arco temporale (forse) casuale, ma che si pone in linea continua con lo scandalo del figlio Hunter Biden, risalente alla campagna elettorale per le presidenziali 2020, prontamente censurato da Twitter (come ha rivelato Elon Musk nei Twitter Files) e rinvenuto solo dopo la vittoria di Biden padre contro il Tycoon.

Il secondo aspetto è il cortocircuito politico, in cui l’attuale presidente Usa si è cacciato. Dopo la fine del mandato di Trump, infatti, i democratici contestarono al leader del Gop di non aver trasmesso alcuni documenti classificati agli Archivi di Stato, tenendoli nella sua casa in Florida. Ad agosto, inoltre, gli agenti della Fbi sequestrarono tutti i file in questione, aprendo un’indagine federale ancora in corso. Per Biden, quello fu un atto “irresponsabile”, ma che – come ieri si è scoperto – era già stato compiuto dallo stesso ex vicepresidente degli Usa, durante il duplice mandato di Barack Obama.

E, a questo punto, il team di Trump ha deciso di seguire la strada più facile, quella dell’attacco: “Ci è stato detto per mesi – ha affermato il figlio di The Donald, Donald Trump Jr. – che questo era tradimento e motivo di impeachment e meritevole di pena di morte. Ma adesso ho la sensazione che non succederà niente”. Dopo qualche ora, è stato proprio l’ex presidente degli Stati Uniti, dalle colonne del suo social Truth, ad intervenire direttamente sulla vicenda: “Quando la Fbi farà un raid nelle molte case di Joe Biden, forse anche alla Casa Bianca? Quei documenti erano sicuramente non declassificati”.

Successivamente al primo rinvenimento ne è avvenuto un secondo. Adesso Joe Biden fugge dalle domande dei mediasullo scandalo delle carte top secret trovate nella sua abitazione. E i Dem provano a fare quadrato ipotizzando complotti nei confronti dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Intanto però, la Commissione Sorvegkianza del,a Camera chiede alla Casa Bianca di consegnare “tutti i documenti classificati recuperati”.

Nonostante gran parte della stampa abbia dato la notizia un po’ sottotono, è una burrasca degna del film di Otto Preminger, “Tempesta su Washington”, quella che sta investendo la Casa Bianca. Una burrasca scatenatasi dopo che, l’altro ieri (giovedì 12 gennaio), il procuratore generale degli Stati Unit, Merrick Garland aveva annunciato la nomina di Robert Hur a procuratore speciale, per indagare sui documenti classificati, risalenti all’amministrazione Obama, che erano stati rinvenuti in un vecchio ufficio di Joe Biden a Washington e nel garage della sua abitazione privata di Wilmington.

È in questo quadro che ieri il presidente della Commissione Sorveglianza della Camera, James Comer, ha domandato alla Casa Bianca di consegnare “tutti i documenti classificati recuperati dagli assistenti o dagli avvocati di Biden in qualsiasi luogo”. È sempre ieri, è stata avviata un’indagine del presidente della Commissione Giustizia della Camera, Jim Jordan. Dall’altra parte, i Dem stanno stanno facendo quadrato attorno al presidente.

In particolare il deputato Hank Johnson - noto per avere paragonato Donald Trump ad Adolf Hitler nel 2019 - ha ipotizzato che gli incartamenti classificati potrebbero essere stati messi apposta nel garage dell’inquilink della Casa Bianca. 

 
 
 

LA SINISTRA DEGLI SCANDALI DA LEZIONI SULLA COSTITUZIONE.

Post n°1451 pubblicato il 14 Gennaio 2023 da scricciolo68lbr

Premetto di essere ormai equidistante dalla politica italiana, oramai il carrozzone dei nostri politici è diventato solo qualcosa dicostoso, inutile, dove chi si fa eleggere non lo fa per impegno sociale e di rappresentanza di esigenze del popolo, ma solo per il proprio tornaconto. Tuttavia, detto questo, mi appassiono da anni alle vicende della sinistra italiana, nata come partito della classe operaia e contadina, sino a transitare negli ultimi trent’anni, dalla parte degli industriali prima, e dei ricchi finanzieridelle élite globaliste, nell’ultimo decennio.

In particolare, se pensiamo a come il Prof. Prodi abbia sconfessato le sue parole, le sue promesse e tradito la fiducia degli elettori della sinistra e non. Ricordate ielle parole non è vero? Siete tutti più o meno consapevoli, di come l’ingresso dell’italia nell’Ue non ci abbia giovato sotto nessun punto di vista. Eppure la sinistra non perde occasione per smentire le sue posizioni, quando è al governo, per poi sposare la posizione mantenuta dalle opposizioni (divenute maggioranza di governo), quando l’opposiozne la fa la sinistra.

Enrico Letta ad esempio, ha chiuso l’ultima campagna elettorale impegnandosi a difendere la Costituzione. Si avete sentito bene, difendere la Costituzione. Quella stessa Carta fondamentale che in questi ultimi tre anni hanno sistematicamente vessato in tutti modi, scavalcandola ed interpretandola a proprio piacimento. Ecco, qua,che giorno fa, Letta così ha detto: “Non permetteremo che venga stravolta da questa destra”. Nell’occasione ha aggiunto anche che la destra non sarebbe riuscita a cambiarla perché gli italiani avrebbero dato “una direzione di marcia completamente differente”. 

Le urne però hanno indicato una direzione di marcia diversa dai desiderata di Letta & Co, Pazienza, in campagna elettorale vale tutto, ostentare ottimismo e parlare a sproposito, rientra nel rituale. Lo fanno quasi tutti i partiti. Però alla propaganda ad un certo punto, per decenza, dovrebbero porsi dei limiti. Pronunciare frasi contenenti Costituzione, Resistenza ed antifascismo, andrebbero evitate. Bisognerebbe farne a meno, soprattutto se si hanno così tanti anni di esperienza in campo politicio. Purtroppo Pierluigi Bersani non sente né il peso degli anni e neppure quello delle parole. “Siamo un Paese che ha fatto la resistenza con armi e politica. In nome di questo, si è dato una Costituzione che piace agli italiani e che è dichiaratamente antifascista”. Comunque sia, “la vacca in corridoio” resiste tranquillamente all’inesorabile trascorrere del tempo. Questa metafora della mucca nel corridoio è stata coniata appunto da Bersani nel 2015 circa, ma molti all’epoca, non ne compresero il significato e per primo non la capì neppure Renzi, che disse, non so a cosa si riferisca Bersani, ma anche gente comune mi ha spesso domandato “ma che vuol dire… vedere la mucca nel corridoio?”. Molto semplice, la mucca è un animale di così grandi dimensioni, che è impossibile non accorgersi della sua presenza in un corridoio, ma la mucca è la destra (che avanzava anni fa), ora è al governo, e anche il PD alla fine, si è accorto che il Paese avrebbe subito una svolta a destra. Impossibile schiodare comunque la metafora della vacca dall’analisi di Bersani se, a suo parere, la principale preoccupazione degli italiani innamorati della Costituzione consiste nell’avere al Governo Giorgia Meloni. Nonostante venga data in quasi tutti i sondaggi, oltre il 30 per cento, il popolo non gradirebbe “una destra fuori da questa storia che spesso e volentieri non la riconosce e da dell’antifascismo una chiave di lettura passionale”. 

Prendiamo per buona questa affermazione. Ma al contempo, sempre a proposito del tempo, proviamo ad immaginare cosa direbbero della sinistra di oggi i compagni del tempo che fu. Mi riferisco a quei politici sinceramente antifascisti, in grado di fare la storia della sinistra italiana, un tantino di più di Letta e di Bersani. Ad esempio all Congressi del Pci del 1966, il primo dopo l’improvvisa scomparsa di Palmiro Togliatti: Pietro Ingrao si smarca dall’ortodossia stalinista e guida la componente di sinistra nella battaglia congressuale. Si fronteggia apertamente con la destra di Giorgio Amendola su aspetti di portata epocale. Pur avendo entrambi il neocapitalismo quale comune nemico, propongono visioni e strategie alternative per combatterlo. L’oggetto del contendere occupava il mutamento socio economico e il posizionamento del partito in Italia e nel contesto internazionale.

insomma volavano decisamente alto. Adesso il Pd prepara il congresso ponendo al centro del dibattito politico questioni del tipo voto on line si o no... è Bersani insiste con la storia della vacca nel corridoio? Bersani si tolga la storia della vacca dalla testa e lasci la Resistenza a chi la fece. Se proprio non ci riesce, provi ad immaginarsi un paio di partigiani in un faccia a faccia con Antonio Panzeri, che spiega loro il Qatargate!

 

 
 
 

I TEMPI CHE VIVIAMO... DOVE L’OSCURITA TENTA DI LRENDERE IL SOPRAVVENTO!

Post n°1450 pubblicato il 14 Gennaio 2023 da scricciolo68lbr

Il lavorio di una parte dell’umanita, quella di una perversa oligarchia, ha già dato i suoi frutti, che sono sotto gli occhi di tutti, tutti quelli naturalmente, che vogliono vedere.


Negli ultimi decenni è aumentata la povertà, materiale ma soprattutto di valori etici e morali; è aumentata la precarietà, nel lavoro, nei diritti garantiti ai cittadini dalle costituzioni dei rispettivi Paesi; il livello dell'istruzione e della sanità si è abbassato, soprattutto in seguito ai tagli operati ai bilanci dallo stato, almeno in Italia, da una sinistra complice e le Gaga a doppio filo alle élite finanziarie del pianeta; si sono moltiplicate le guerre., vedi crisi Russia-Ucraina.

Un solo dato dimostra in maniera inequivocabile ciò che sta accadendo. Negli Stati Uniti, il paese faro, il Paese guida dell'Occidente, dove nascono tutti quei processi poi destinati a generalizzarsi,​ negli altri Paesi occidentali, in controtendenza purtroppo, rispetto ai dati degli ultimi due​ secoli, è diminuita negli ultimi dieci anni, l'aspettativa di vita e l'altezza media della popolazione. Mentre, come trionfalmente ricorda il filosofo pupillo di Soros, Harari, nel suo folle libretto "Homo deus", la “perversa oligarchia” sogna l'immortalità per se stessa, pensando assurdamente di poter un giorno campare quattrocento o cinquecento anni, grazie a innovative cure mediche, da essa lautamente finanziate, dicevo mentre c’è chi sogna l’immortalita la vita delle persone “comuni” si degrada progressivamente.

Mentre c’è chi dipinge questi individui come filantropi, dovremmo forse noi pensare che questa scellerata oligarchia, allontanatasi da Dio, da principi etici e morali più basilari, desiderosa solo di accrescere esponenzialmente la propria autorità​ e ricchezza, dominata da un incontrollabile “delirio di onnipotenza”, si sia dunque improvvisamente trasformata in qualcosa di magnanimo ed abbia a cuore i destini dell'umanità?​
No... no, mille volte no!!!

Il lupo resta lupo, perde il pelo, non il vizio e non diventa agnello. Al massimo, da agnello può travestirsi, per mettere in atto più agevolmente i suoi crimini e questo, per l'appunto, è ciò che sta accadendo.

L'agenda 2030 di Davos e del WEF, non è il programma di un gruppo di miti filantropi.​ È l'ipocrita copertura ideologica ad uno dei più perversi “progetti” che mai siano stati concepiti. Ma ribadisco sono esseri ormai, perduti, a causa del proprio egoismo, lontani dalla misericordia e dalla grazia di Dio.

Comprenderlo è la premessa (non sufficiente) necessaria, per cercare di evitare il peggio nel futuro. Capisco che quanto dico vi sembrerà assurdo, in quanto va in radicale contrasto con la narrazione vigente da parte di TV, TG, quotidiani e trasmissioni mainstream, come nelle scuole di ogni ordine e grado. Penso, però, che... sia mia dovere dirvi la verità. Quella, almeno, che io ritengo, sulla base di riflessioni ponderate, essere la verità. Chiedo sempre l’aiuto del buon Dio, affinché mi aiuti a saper leggere i tempi, con estrema saggezza ed equilibrio.

Un saluto a tutti e... buona fortuna.

 
 
 

IL BUCK DELL’OZONO SI STA RIDUCENDO.

Post n°1449 pubblicato il 14 Gennaio 2023 da scricciolo68lbr
 

Dopo anni di discussioni e preoccupazioni ambientali, il buco dell’ozono dovrebbe presto chiudersi. Almeno secondo le Nazioni Unite, a parere delle quali entro il 2040 potrebbe sparire completamente nella maggior parte del mondo. Merito delle strategie adottate dai Paesi negli ultimi decenni dopo l’adozione del Protocollo di Montreal del 1987, tra cui la diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche dannose come i clorofluorocarburi, solitamente contenuti in bombolette spray, sistemi di refrigerazione e condizionatori. La massima estensione raggiunta negli anni dal buco dell’ozono si è registrata a settembre del 2000, quando la sua superficie ha toccato i 28,4 milioni di km², un’area equivalente a quasi sette volte il territorio dell’UE. Da quel momento in poi, le sue dimensioni si sono tendenzialmente ridotte.

Il buco era stato scoperto dagli scienziati nel 1985, due anni prima del protocollo: dopo la sua adozione lo strato di ozono è migliorato costantemente e il 99% delle sostanze chimiche responsabili del suo assottigliamento sono state gradualmente eliminate. La chiusura del buco dell’ozono ha avuto e sta avendo per questo motivo un effetto a catena positivo sul riscaldamento globale, principalmente perché alcune delle sostanze chimiche dannose eliminate sono considerate gas serra piuttosto nocivi.

Per l’ONU, se le attuali politiche continuano ad essere mantenute, lo strato di ozono tornerà ai valori del 1980, praticamente prima che comparisse il buco. In ogni caso, se per la maggior parte della Terra questo accadrà nei prossimi due decenni, l’Antartide dovrà aspettare il 2066: qui il danno è stato piuttosto grave, il peggiore. Per l’Artico invece è previsto che il ripristino accada attorno al 2045.

Ma perché negli anni il buco dell’ozono ci ha fatto preoccupare? Il motivo principale è la sua composizione e funzione. Lo strato di ozono (o scudo di ozono) è una “regione” sottile della stratosfera terrestre, situato tra i 15 km e 30 km sopra la Terra, che assorbe la maggior parte della radiazione ultravioletta del Sole. Se questa si assottiglia o si fora, le radiazioni fino a quel momento bloccate sono libere di raggiungere la superficie terrestre, causando numerosi danni. I raggi ultravioletti, infatti, possono danneggiare il DNA e causare scottature solari, aumentando il rischio, dopo ripetute e lunghe esposizioni, di ammalarsi di cancro della pelle.

Nonostante per Meg Seki, segretaria esecutiva del Segretariato per l’ozono delle Nazioni Unite, il fatto che il recupero dell’ozono sia sulla buona strada «è una notizia fantastica», non bisogna assolutamente abbassare la guardia. Gli esperti dicono che il progresso, continuo fino ad ora, potrebbe rapidamente invertire la rotta se ostacolato da scelte sbagliate.

Fonte: L’Indipendente. (Gloria Ferrari).

 

 

 

 
 
 

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