Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

 

INUTILE AIUTARE…

Post n°1934 pubblicato il 08 Ottobre 2024 da scricciolo68lbr

Certo il titolo è fuorviante, me ne rendo perfettamente conto, ma è essenziale nel contenuto! Poi con la dovuta cautela e attenzione, posso sviscerarne il contenuto, eppure quelle due parole, contengono già molto. Mi domando infatti: "Perché disturbare le persone? Perché volerle aiutare... contro la loro volontà, quando esse hanno già scelto di essere così come sono, anche nella sofferenza, e sono nonostante tutto, perfettamente soddisfatte e a loro agio così come sono? Uno più importante di me, molto, molto più importante, ha già intrapreso questo percorso, Lui ha voluto... per salvare l'umanità... e sapete come è finito? Lo hanno crocefisso! Era Gesù... ora io posso paragonarmi a Lui? Certo che no, me ne guardo bene, sarebbe un peccato, grave... molto grave... quindi, perchè farlo?

Anche quando una persona si lamenta della sua condizione, nella maggior parte dei casi, il suo atteggiamento è rivolto solo a difendere la propria immagine davanti agli altri, oppure per ottenere attenzione e forse... simpatia; basta provare a dargli la possibilità di cambiare... se non vorrà cambiare affatto... avevi ragione!

In fondo è corretto: nessuno ha il diritto di cambiare un'altra persona... spesso è solo un problema di chi vuole aiutare. Spesso il bisogno è solo suo. Un suo 
bisogno egoico... per sentirsi meglio, forse, interiormente...

Sono convinto, più che convinto che ognuno sia 
libero di scegliere ciò che crede rappresenti il meglio per sè, e per la propria vita... dunque, perché interferire?
Perchè pretendere di voler aiutare gli altri a tutti i costi, o di volere cambiare gli altri, se ognuno alla fine, sceglie ciò che ritiene più giusto? 
Tu che cerchi di tirare fuori dal pozzo una persona, e questa cerca in tutti i modi di tirarti dentro il pozzo delle sue dinamiche psicologiche... sei fuori di senno per caso?

Ogni tanto qualcuno apre gli occhi e realizza la propria condizione (buon per lui/lei) e decide di cambiare realmente, ma anche lì, potremmo vedere ancora moltissima resistenza da parte sua, e il tutto rischia di diventare una specie di tiro alla fune, una lotta con se stesso... ma va bene così, rappresenta pur sempre una sua scelta.


Nessuno può salvare nessuno da se stesso e dalle sue dinamiche e dalla sue scelte sbagliate perché, qualsiasi cosa si possa pensare, rimane il fatto "innegabile" che questo è quello che un individuo ha scelto.

Ognuno sceglie come essere, e sceglie chi frequentare.

A maggior ragione, nessuno può aiutare nessuno dal 
punto di vista interiore, perché darebbe semplicemente il via ad una lotta senza senso con un grande spreco di tempo e di energia.

Per capire se uno vuole uscire da una certa condizione, sarà sufficiente 
fornirgli i mezzi e le conoscenze necessarie, fargli vedere come si fa... il resto dipenderà da lui e da lui soltanto, se vorrà crescere, cambiare e guarire, e in questo caso, non ci sarà nessun tiro alla fune, nessuna lotta a cercare di convincere un individuo a cambiare per stare meglio, il lavoro spetterà a lui soltanto, se questo è ciò che desidera realmente, decidere di cambiare il proprio stato ed uscire dalle vecchie situazioni e sofferenze.
Oppure si dovrà ricevere una richiesta dormale di aiuto, allora in quel caso è lecito intervenire.

Alla fine però nessuno cambia nessuno... Nessuno aiuta nessuno in maniera diretta, se non per faccende materiali; non funziona così per quanto riguarda la spiritualità, la mente, le emozioni, e con il modo in cui si interpreta la realtà e si tende a reagire ad essa.

Mai interferire nelle scelte altrui, è una sana regola di vita, sopratutto quando un individuo ha scelto la vita dell'inconsapevolezza, della stupidità intesa come sofferenza "gratuita" che rappresenti l'unico stile di vita.
È importante ricordare che la pera cade solo quando è matura, mai prima.

Nessuno sceglie di cambiare fino a quando 
non ha maturato nel suo cuore un desiderio sincero di crescere e di cambiare, e anche in quel caso, nessuno potrà fare il lavoro al posto di  un altro, si potrà solo indicare il lavoro da fare.

E se si vuole veramente essere d’aiuto, che poi non è aiutare, allora bisogna cominciare a salvare se stessi da se stessi, e poi, essere di esempio agli altri.

Mostrare tramite il proprio esempio che si può cambiare, che ci si può risvegliare dalla Matrix, dalla rete dell’inconsapevolezza, mostrare che si può uscire dalla sofferenza mentale gratuita e da quella emozionale.

Forse, vedendoti e percependo il tuo amore, il tuo spirito gioioso e amorevole, notando come sei cambiato, dall'essere una persona nervosa, angosciata, aggressiva, o depressa, vedere invece che sei diventato una persona serena, aperta e amorevole, creativa e gioiosa, allora le persone potranno decidere di venire da te e chiederti cosa fare
...".
Esiste un altro aspetto da considerare nel voler aiutare qualcuno contro la sua volontà: evitare di dare le perle ai porci.
L’espressione “dare le perle ai porci” non è mia, ha origine dal passo del Vangelo di Matteo (VII, 6) che recita: “Non gettate le cose sante ai cani e le perle ai porci, perché non le mettano sotto i piedi e vi si volgano contro per sbranarvi”.
Questa frase viene utilizzata per indicare quando si donano cose preziose a persone che non ne sono capaci di apprezzarne il valore, che equivale ad offrire un aiuto quando un individuo ritiene, legittimanente, di non averne bisogno... Soffre? Eppure ti dice: "altolá, fatti gli affari tuoi!".
L’idea alla base di questa espressione è assai profonda, e non potrebbe essere altrimenti considerato chi è l'autore, ed esprime il concetto che ciò che è prezioso e di valore deve essere consegnato a persone che siano in grado di comprenderne l’importanza e di apprezzarlo. Dare le perle ai porci significa quindi offrire valori, consigli o parole a persone che non sono in grado o che semplicemente non vogliono capire o apprezzare ciò che viene loro offerto.
Questa espressione può essere applicata a diverse situazioni nella vita quotidiana. Ad esempio, quando si cerca di spiegare qualcosa ad un individuo che non è disposto ad ascoltare o a comprendere, o quando si cerca di condividere un’idea o un concetto con qualcuno che non ha gli strumenti o la predisposizione per capirlo.
Il messaggio implicito nell’uso di questa espressione evidenzia l'inutilità e lo spreco nel cercare di comunicare con persone che non sono aperte al dialogo o che non sono pronte ad accettare nuove idee. È importante concentrare le proprie energie solo su coloro che sono in grado di comprendere e apprezzare ciò che viene detto o offerto.
In conclusione, tentare di dare le perle ai porci significa offrire cose preziose (non solo da chi vorrebbe offrirle, o per lo meno non solo da lui, ma che siano ritenute preziose da una stragrande maggioranza di persone, a livello quindi generale), a persone che non sono in grado di comprenderne il valore. È un avvertimento a non sprecare le proprie "energie e risorse" su chi non è disposto né ad ascoltare, tantomeno a comprendere.
L'esortazione di Gesù del Vangelo di Matteo (7, 6), viene interpretato dai più, dagli studiosi materie religiose e spirituali, come una "proibizione" di predicare il Vangelo ai pagani e di condividere le verità spirituali con coloro che non le apprezzano o peggio, le disprezzano. Cosa significa non dare le perle ai porci?
La frase “non dare le perle ai porci” è un’espressione colloquiale che indica il consiglio di non condividere informazioni o conoscenze preziose con persone che non sono in grado o non sono interessate ad apprezzarle. Nel passo evangelico Gesù dice ai suoi discepoli: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
Gesù usa l’immagine di “non gettate le vostre perle ai porci” per illustrare che le cose sacre e preziose non devono essere messe di fronte a coloro che non le riconoscono o peggio le disonorano. Questa frase è diventata un modo di esprimere il concetto che alcune persone non apprezzano o non sono pronte a ricevere certe verità o insegnamenti spirituali. Può essere interpretata come un invito a discernere chi è aperto e pronto ad accogliere il messaggio spirituale divino da chi invece, non lo è.
Oltre alle perle, si parla di cose sante. Le “cose sante” possono essere interpretate in diversi modi, a seconda del contesto. In generale, il termine si riferisce a oggetti o azioni considerati sacri o venerati per motivi religiosi. Nelle religioni, le cose sante possono includere oggetti come icone, reliquie o testi sacri, che sono considerati di grande importanza spirituale e devono essere trattati con rispetto e riverenza.
Tuttavia, nel contesto specifico delle pratiche svolte nell'antico tempio ebraico, il termine “cose sante” si riferisce principalmente alle carni delle vittime immolate nel tempio. In base alle leggi ebraiche, queste carni erano destinate principalmente ai sacerdoti che officiavano i sacrifici, ma una parte poteva anche essere concessa ai fedeli che partecipavano al cosiddetto “sacrificio di comunione”. Questo tipo di sacrificio avveniva durante le festività religiose e consisteva nel sacrificare un animale al tempio, bruciandone una parte sull’altare e consumando il resto tra i partecipanti.
Le carni delle vittime immolate nel tempio erano considerate particolarmente sacre, in quanto simboleggiavano la comunione tra gli uomini e il divino. Mangiare queste carni durante il sacrificio di comunione rappresentava una sorta di unione con la divinità e un rafforzamento del legame con la comunità religiosa. Era un modo per i fedeli di partecipare attivamente alle cerimonie e di condividere il sacro attraverso il cibo.
È importante riconoscere quando è il momento giusto per condividere le nostre perle e quando è meglio risparmiarle per coloro che possono apprezzarle davvero.
Il verso “Non date le cose sante ai cani” fa parte del famoso discorso della montagna di Gesù. Per comprendere il significato di questa parole, è importante considerare il contesto storico e culturale in cui Gesù le pronunciò. Nella società ebraica del tempo, infatti, i cani erano considerati animali impuri e la loro presenza era generalmente vista come una cosa negativa. Allo stesso modo, i maiali erano considerati animali impuri e non venivano consumati come cibo dagli ebrei. Quindi, quando Gesù dice “Non date le cose sante ai cani”, si potrebbe interpretare come un invito a non sprecare cose materiali e soprattutto non materiali di grande valore, dandole a chi obiettivamente non sia in grado di apprezzarle. Le “cose sante” potrebbero riferirsi a principi spirituali, insegnamenti o doni divini.
Questo insegnamento di Gesù richiama anche una saggezza più generale che si applica a molte situazioni nella vita quotidiana. Spesso ci troviamo a condividere il nostro tempo, le nostre energie e le nostre risorse con persone che non sanno e/o non vogliono apprezzarne il valore o che non sono pronte a riceverle.

 

 
 
 

IL BUE CHA DA’ DEL CORNUTO ALL’ASINO!

Post n°1933 pubblicato il 07 Ottobre 2024 da scricciolo68lbr

Riccardo Pacifici, a lungo Presidente della Comunità Ebraica di Roma, ora membro EJA, European Jewuish Association, sta compiendo il giro delle "sette chiese", ospite di tutte le trasmissione televisive delle reti mainstream, non fa altro che attaccare e giustificare tutti i comportamemti e le decisioni del governo ebraico sionista.

Si lamenta delle forte presenza in Europa, secondo la sua visione, della retorica nazi-fascista, che, sempre a suo dire, dovrebbe essere combattuta ed eliminata. Quando non si accorge, o fa finta di non accorgersene, che i veri nazi-fascisti sono proprio loro, i sionisti.

Il conflitto tra Israele e Palestina – in particolare l’occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza – continua, oltre a provocare strage di esseri umani, donne e bambini soprattutto, a generare anche gravi bisogni umanitari tra le popolazioni palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza; i più vulnerabili neanche a dirlo, sempre i bambini. 

Dopo l’attacco di Hamas (definita da Joseph Borrell una creazione di Israele), al Sud di Israele il 7 ottobre 2023, che ha causato più di 1.300 morti, si sta svolgendo un’operazione militare delle forze israeliane contro gli abitanti della Striscia di Gaza che al momento (dati al 13/10/2023 ore 9 am) ha già registrato oltre 1.300 morti tra cui centinaia di minori.

Prima di questo attacco si stimava che:

Il conflitto prolungato, l’occupazione militare israeliana, il blocco di Gaza, le "violazioni delle leggi internazionali in materia umanitaria e di diritti umani", le divisioni politiche interne palestinesi e i frequenti periodi di escalation delle ostilità, continuano a peggiorare le condizioni di vita dei poveri civili palestinesi. 

Già prima dei fatti di ottobre, il 2023 si è caratterizzato come un anno di violenze senza precedenti, assimilabile a uno scenario di guerra vera e propria, con cinque pesanti attacchi militari a Jenin, oltre a numerosi altri attacchi nel resto della Cisgiordania, in particolare nell’area di Nablus e a Gerusalemme Est, e a Gaza che hanno portato ulteriore devastazione e morte in territori già gravemente compromessi.

La prolungata crisi umanitaria in Palestina ha provocato gravi conseguenze per i civili, tra cui:

  • la mancanza di accesso ai servizi di base;
  • lo sfollamento di migliaia di famiglie dalle loro case;
  • la riduzione delle opportunità di lavoro;
  • la restrizione di movimento. 

Infatti i palestinesi più vulnerabili devono fare ogni giorno i conti con la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria, a causa di un sistema sanitario sovraccarico e con scarse risorse, alloggi inadeguati, insicurezza alimentare e aumento della povertà e della disoccupazione. 

Anche il diritto all’istruzione dei bambini palestinesi è minacciato: gli ultimi tre anni scolastici sono stati difficilissimi, segnati dalla pandemia, dalle frequenti interruzioni delle lezioni a causa delle continue escalation di violenza e dai numerosi scioperi causati dalla crisi finanziaria che il sistema educativo palestinese sta attraversando ormai da tempo.

In Cisgiordania i palestinesi devono affrontare gravi problemi di sicurezza a causa della guerra Israele-Palestina, tra cui minacce alla vita, alla libertà, alla sicurezza, alla proprietà e alla libertà di movimento, da parte delle forze armate israeliane. 

  • Nel solo 2022 sono state demolite abitazioni di proprietà palestinese che ospitavano 28.450 persone, per i piani di espansione delle residenze israeliane a Gerusalemme Est.
  • Nei primi sei mesi di quest’anno i soldati e i coloni israeliani hanno ucciso 192 Palestinesi, tra i quali ci sono 31 bambini e bambine: questo numero è superiore a quello registrato in tutto il 2022. 

A questi gravi episodi di crimini umanitari, generalmente non seguono indagini di parte, imparziali e i responsabili delle violenze e degli omicidi stanno godendo insolitamente, d’impunità.

Inoltre cosa ancora più riprovevole, sono centinaia e centinaia (il numero esatto non viene diffuso dalle autorità penitenziarie) i minori arbitrariamente detenuti nelle carceri israeliane

Il reato che viene loro contestato è per lo più il "lancio di pietre", la cui pena può arrivare fino a 20 anni di reclusione. 

Il diritto all’istruzione non è garantito a questi minori detenuti, mentre lo è per i minorenni israeliani in carcere.

La Striscia di Gaza è sotto blocco israeliano dal 2007, il che causa molti problemi alla popolazione civile:

  • difficoltà di importare carburante (indispensabile per la produzione di energia elettrica e l’accesso all’acqua potabile) e altri beni di prima necessità
  • difficoltà di esportare prodotti che consentirebbero di migliorare il reddito delle famiglie. 
  • Il movimento delle persone dentro e fuori l’area è fortemente limitato. 
  • I malati con patologie gravi non possono farsi curare negli ospedali al di fuori della Striscia se non dopo lunghe pratiche burocratiche.

Nella prima metà del 2023 non sono mancati gli episodi di guerra Israele Palestina, in particolare dal 9 al 13 maggio durante i quali i raid aerei israeliani hanno colpito i centri abitati della Striscia, compresa una scuola e varie strutture sanitarie, uccidendo 12 civili, 6 dei quali bambini. 

In risposta a questi attacchi il movimento della jihad islamica palestinese ha lanciato dei razzi verso il territorio d’Israele, che sono stati, a detta di Israele, per lo più intercettati e resi inoffensivi. Fino ad arrivare ai fatti di ottobre 2023 e le sue tragiche conseguenze per la popolazione civile.

Israele ha annunciato ufficialmente cosa intende fare della Palestina quando si concluderà la guerra contro Hamas. Nonostante le pressioni dell’intera comunità internazionale e andando esplicitamente contro alla Carta delle Nazioni Unite, che sancisce il principio di autodeterminazione dei popoli, Tel Aviv ha affermato di voler assumere il controllo di tutti i territori della Cisgiordania e di Gaza e impedire la creazione di uno stato autonomo palestinese.

Il documento con il piano relativo al dopo guerra, riportato da Reuters, è stato presentato al gabinetto israeliano dal leader Benjamin Netanyahu il 22 febbraio 2024. Si tratta del primo testo ufficiale sulla questione e sembra essere destinato non solo a fallire, ma anche ad aggravare la crisi diplomatica tra Israele e i vicini paesi arabi, che sostengono la cosiddetta soluzione a due stati già proposta negli anni Novanta e approvata dalle organizzazioni internazionali e dagli Stati Uniti, maggiore alleato di Israele.

Il piano nega infatti qualunque riconoscimento di uno stato palestinese e il controllo israeliano su tutte le terre a ovest del fiume Giordano, compresa Gaza e la Cisgiordania, oggi governata da Mahmoud Abbas, presidente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e dell’Autorità nazionale palestinese, gruppo politico avversario di Hamas, che invece governava a Gaza.

Per Netanyahu, Israele deve anche prendere il controllo del confine tra Gaza ed Egitto, il cosiddetto Philadelphi corridor o Philadelphi route nel sud dell’enclave, che oggi è gestito dalle autorità egiziane e palestinesi. Questa richiesta incontrerà sicuramente l’opposizione del Cairo, che ha minacciato la possibilità di annullare i trattati di pace con Israele se Tel Aviv dovesse spingersi a tanto, come riporta France 24.

A Gaza, il piano prevede la smilitarizzazione della zona e la “deradicalizzazione” della popolazione nel medio termine, ma non specifica né in cosa consista la “deradicalizzazione”, né quando inizierà o si concluderà questa fase. Infine, Netanyahu ha attaccato anche le Nazioni Unite, chiedendo la chiusura dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), che da anni si occupa di offrire aiuti umanitari e programmi educativi e di formazione ai civili palestinesi.

Come riporta Reuters, Netanyahu ha spiegato che l’accordo sarà esaminato attraverso negoziati diretti con i palestinesi, ma non ha indicato chi dovrebbe rappresentare il popolo palestinese in questa trattativa. L’unica autorità riconosciuta è infatti Abbas, il cui portavoce ha però già dichiarato che il piano israeliano è destinato a fallire, come ogni altra proposta volta a modificare la realtà geografica e demografica di Gaza.

“Se il mondo è veramente interessato ad avere sicurezza e stabilità nella regione, deve porre fine all’occupazione israeliana della terra palestinese e riconoscere uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale”, ha detto il portavoce Nabil Abu Rudeineh a Reuters.


 
 
 

DIVIDE ET IMPERA!

Post n°1932 pubblicato il 06 Ottobre 2024 da scricciolo68lbr
 

La tradizione attribuisce a Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno, il detto “divide et impera”, cioè “dividi e regna”, uno dei principi politici più usati nella storia dell’umanità.

Una tale strategia venne usata da greci, romani, persiani e mongoli, cioè in tutto il mondo: un despota, un re, un tiranno o un presidente eletto, usano della propria influenza per dividere gli avversari o il popolo e metterli gli uni contro gli altri, per poter così mantenere il potere saldamente nelle proprie mani. 

E COSÌ IL SISTEMA SIONISTA DEL POTERE DI GESTIONE E MANIPOLAZIONE DELLE MASSE E DELLA PUBBLICA OPINIONE, CHE GIVERNA IL MONDO, DA CENTINAIA DI ANNI...

...ha bisogno di divisione❗️

La dimostrazione lampante è rappresentata dagli scontri e dalle cariche delle forze dell'ordine di ieri, 5 ottobre, a Roma, nella manifestazione pro-Palestina, non autorizzata (naturalmente tutto appositamente premedidato) per creare ulteriore tensione.

Rammentate la strategia della tensione degli anni  '70? Quando la CIA organizzava in Italia messe in scena con attentati bombaroli per assecondare la strategia della tensione e porre in secondo piano, scelte politiche impopolari e liberticide dei politici burattini a loro asserviti.

È notorio, il sistema, per auto-alimentarsi, ha bisogno che si radicalizzino le posizioni, di coloro che son "pro" e coloro che son "contro", facendo in modo che se ne estremizzino le espressioni, soprattutto grazie all'opera degli "infiltrati".

Israele è uno stato assassino?
Ovvio che si!
Quindi i governi mondiali ne assecondano le azioni, lo sostengono politicamente e  colpiscono violentemente chi lo avversa; negando addirittura come accaduto ieri, le manifestazioni pubbliche di dissenso, affinché la contrarietà (ovvero il libero pensiero dei popoli) appaia più violenta.

È lo stesso gioco infame usato con il C🤡vid (discriminando su socialità e lavoro coloro che additano come no-vacs colpevoli di avere esercitato il sacrosanto diritto di scelta e multando addirittura gli "over 50" che rifiutavano il veleno per topi...
Oppure con la fanta-guerra in Ucraina  anche se per il C🤡vid - proprio perché il sistema perorava la vaccinazione delle masse in Occidente - non ci fu "nessuno" disposto a rappresentare le istanze dei no-vacs; salvo comparire... a terze dosi fatte.

Ricondurre le pecorelle in uno dei 2 recinti ideologici appositamente costruiti è il metodo più efficace rispondente al sistema di governo della divisione, per creare il "dibattito", incentivare l'opinione pubblica a portarsi su posizioni opposte e spingere/motivare le masse a schierarsi, portandole al voto, e fornendo quindi il consenso all'intero sistema... che di consenso vive.


Andreotti diceva: non importa per chi votino, purchè votino, che tanto poi ce l'aggiustiamo tra di noi. E già... perchè una cosa sola temono i politici, e cioè che il popolo diserti le urne... questa cosa letteralmente terrorizza la politica tutta, perchè senza consenso, loro sono il NULLA!
 
 
 

LE MINACCE DI BIDEN: "Le elezioni saranno regolari, non so se pacifiche"

Post n°1931 pubblicato il 05 Ottobre 2024 da scricciolo68lbr
 

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è reso autore di affermazioni alquanto bizzarre, poichè si dice convinto che le elezioni saranno "libere e regolari" ma non sa se "saranno pacifiche". Che significato attribuisce alle sue ultime parole? Se sa qualcosa, parli! Se è a conoscenza di pericoli per il proprio paese, dica quello che sa. Altrimenti le sue parole assumono toni veramente minacciosi e intimidatori!

Poi snocciola una serie di dati ottenuti in questi anni dalla sua amministrazione, dati a dire il vero nei quali solo lui pare di credere, o in chi glieli ha suggeriti, poichè tutti i i sondaggi vedono in testa il candidato rivale, Donald J Trump... e questo vorra pur dire qualcosa...

Comunque sia, i democratici sono alla frutta (in tutti i sensi: banane e lamponi soprattutto), e difficilmente resteranno il partito di maggioranza del paese dopo il 4 novembre.

Sarà pure per questo motivo che a Biden è scappata quella "velata" minaccia? 

 
 
 

IL POTERE

Post n°1930 pubblicato il 05 Ottobre 2024 da scricciolo68lbr
 
Tag: #potere

Il potere… che cos’è? Il vocabolario recita così: “Facoltà di fare, secondo la propria volontà”. E aggiungerei la facoltà, concessa dal diritto pubblico o privato, della possibilità di decidere su altri individui. Ed è così che l’essere umano ha dannato la sua anima, volendo imitare il 

potere che appartiene al divino, Dio in persona, che ha potere sull’Universo, sugli altri essere viventi. E questo gli da soddisfazione, lo fa sentire appagato, completo… il potere del re, dello zar, del Papa, del cardinale, di un ministro, di un capo cosca mafioso… e potrei seguitare all’infinito. E si spende tutta la propria vita all’inseguimento di un posto di “comando”, che dia il potere di fare, dire e ordinare. E pensare che chi comanda ha su di sè così tante responsabilità, di fare scelte, di decidere in modo equo, soppesando le decisioni per non avvantaggiare nessuno a scapito di altri. E subentrano regole spirituali, divine, di giustizia, quella vera… mentre sulla Terra l’essere umano si disinteressa di questi aspetti, meditando sul fatto che spesso le decisioni ingiuste si possono appianare, sistemare, neutralizzando i ricorsi di chi si sente danneggiato e leso di un proprio diritto, corrompendo i giudici e i magistrati, tutto sulla base del presunto potere, che è solo terreno e mai di derivazione divina, se non si rispettano certe regole etiche e morali.

Questo sul livello pratico. A livello teorico quello di “potere” è uno dei concetti più controversi e problematici della storia del pensiero filosofico, politico, sociologico e giuridico. Il punto di partenza della riflessione di Byung-Chul Han è che esso è stato quasi sempre ridotto a una relazione causale diretta: chi detiene il potere si impone su chi lo subisce, determinandone il comportamento, a prescindere dalla sua volontà. Tuttavia, secondo Han, se si sottolinea esclusivamente questa logica, si riesce a percepirne solamente il lato materiale, violento e costrittivo, senza poter cogliere le dinamiche più nascoste e complesse mediante cui il potere agisce. Ampliando l’analisi, si può individuare proprio nella libertà il suo presupposto e comprendere che esso può essere esercitato non solo contro l’Altro, ma anche condizionandolo dall’interno, raggiungendo un grado di mediazione molto più elevato e assumendo forme estremamente articolate – meccanismi che, negli sviluppi successivi del suo pensiero, l’autore arriva a considerare come la chiave di volta della vita sociale e politica. Attraverso una comparazione critica dei principali teorici occidentali del potere – da Luhmann a Foucault, da Nietzsche a Heidegger, Hegel, Agamben e molti altri – nel suo saggio, Han ne dà una lettura che punta a sgombrare il campo dalle contraddizioni e dalle miopie teoriche, privando “il potere almeno del potere fondato sul fatto che non si sa esattamente cosa esso sia”.

«Il potere non deve prendere la forma di una costrizione. […]. Più il potere è forte, più agisce silenziosamente. Se deve fare espresso riferimento a se stesso, risulta già indebolito».

Così afferma Han… tuttavia il potere non deve agire nel senso di una neutralizzazione della volontà di chi lo subisce, perché per non essere tale, chi lo subisce deve volere precisamente ciò che vuole il detentore. Il sottoposto ha fatto suo ciò che vuole il detentore del potere, tanto che è anche probabile che il primo arrivi ad anticipare la richiesta del secondo.

Il potere è il risultato di una relazione tra Alter e Ego. Queste relazioni sono così complesse da far sì che il modello causale non riesce a descriverle. Il potere che giunge a una forma stabile lo fa senza alcun ricorso alla violenza, Han dice che «prende posto nell’anima dell’altro». Ridurre Alter da soggetto a oggetto non è un buon modo di esercitare il potere, anche perché non è possibile esercitare il potere nei confronti di un oggetto passivo: qualsiasi azione che si fa nei suoi confronti non sarebbe un esercizio di potere. Eppure sempre più il genere umano in battuta, pensa al potere come quell’esercizio che nega qualcosa. Più profondamente, il potere si esplica nella sua capacità di trasformare un no in un sì. L’esercizio del potere non si concretizza sempre in una costrizione, eppure trionfa quando Alter risponde in modo affermativo.

L’autoritarismo di Ego, le sue minacce, non rinsaldano il suo potere, semmai lo rendono mal sopportabile, tanto che non otterrà che una scarsa influenza sui processi di attuazione. Il potere usa la violenza in termini astratti, in irrealis, dice Han, cioè a condizione che non venga esercitata. Il potere si stabilizza quando la violenza diventa virtuale, appare come possibilità negativa. Si evita di trasgredire la norma non in relazione alla punizione, ma come «segno di riconoscimento dell’ordinamento giuridico».

Il potere non è l’origine, la causa, di un determinato comportamento del sottoposto. È l’apertura di uno spazio, una sfera all’interno della quale è possibile che l’uno possa essere più dominante. «Istituisce un luogo che prelude alle singole relazioni di potere».

Il rapporto di Alter e Ego non si costituisce nella lotta, nello scontro cieco uno contro l’altro. Qui è in gioco soltanto la differenza in termini di forza fisica. È quando uno per paura della morte e temendo la forza fisica dell’altro, gli si sottomette, instaurando allora e soltanto in quel momento un rapporto di potere. Non è lo scontro, la morte, ma la loro assenza a costituire il potere. Non è lo scontro, ma il confronto dei rapporti di forza che lo costituiscono. Il potere può dunque essere esercitato non soltanto contro l’altro, ma nella peggiore delle ipotesi avendo ad effetto la  manipolazione dell’altro. Dietro questo aspetto che rimanda all’interpretazione delle relazioni di potere, basata su meccanismi complessi che Han indaga confrontandosi nei vari capitoli con autori che vanno da Schmitt a Foucault passando per Hegel, Heidegger ed altri, individua nella complessa rete di relazioni che determinano il potere, la sua essenza, la sua portata e la sua capacità di fare presa. Restituendoci infine la chiave di volta degli aspetti sociali e politici che articolandosi poi in configurazioni complesse, determinano di fatto le possibili relazione di potere.

La complessità di queste relazioni è anche di ordine semantico: «L’origine della lingua è l’espressione di potere di chi domina. Le lingue sono riverbero delle più antiche prese di possesso delle cose». In ogni parola è possibile percepire il comando. Il corpo non è mai nudo, è coperto di significati quali effetti del potere.

 

Il potere disciplinare agisce in profondità, scava i corpi, li scolpisce tracciando su di essi percorsi obbligati che non sono altro che “gli automatismi dell’abitudine. Qui il potere perde la sua sontuosità e si rivela come quotidianità. Penetra profondamente divenendo carne e sangue senza di fatto ferire. «Opera con le norme o la normalità invece che con la spada […]. “Lentamente, una costrizione calcolata percorre ogni parte del corpo, se ne impadronisce, dà forma all’insieme, lo rende perpetuamente disponibile, e si prolunga silenziosamente nell’automatismo delle abitudini”». Il potere si traveste e si presenta come qualcosa di quotidiano.

L’atto di potere ha qualcosa di ovvio, non stimola nessuna reattività. L’abitudine, l’habitus, è una forma di interiorizzazione, interviene infatti anche sul piano somatico. Bisogna che le azioni siano “sensate”, abitate quindi da un “senso comune”. È la normale visione del mondo: l’orizzonte di senso. Per essere efficace, il potere deve occupare proprio questo spazio semantico, che gli permette poi di raggiungere anche una certa forma di stabilità. Il potere che esercita la propria efficacia attraverso l’abitudine è più efficace e stabile di quello che impartisce ordini o esercita pressioni. Il potere che opprime ha un soggetto. È qualcuno. Il sovrano è quel soggetto. Il potere più efficace è invece il potere di nessuno. Il potere assoluto, non deve comparire, non ci si può riferire ad esso ed esso non farà mai riferimento a se stesso. Il potere assoluto si fonda con l’ovvio. La violenza non è indice di potere, senza consenso non si dà nessuna forma di potere.

Nel libro di Han c’è questo, ma c’è molto altro. C’è la dialettica schmittiana amico/nemico. La componente ludica foucaultiana del potere. La volontà di potenza nietzschiana intesa anche come affabilità che si affida ad un dare (donare). La dinamica amico/nemico che si palesa nella figura dell’ospite: «Ospitalità. Questo è il senso delle consuetudini di ospitalità: paralizzare nello straniero quanto v’è in lui di ostile. Laddove nello straniero non si avverte più, innanzitutto, il nemico, l’ospitalità vien meno; essa fiorisce fintantoché prospera il suo malvagio presupposto» (ancora Nietzsche, p. 133).

La definizione di proletariato quale classe ultima alla quale la storia assegna il compito ineludibile della presa del potere, stona con la visione articolata del potere stesso che Han ci propone. In questa visione, la presa del potere rimarrebbe conflittuale, la qual cosa ci restituirebbe una sovranità a bassa efficienza occupata da un’élite di classe. La destituzione del potere borghese non si attuerebbe attraverso l’organizzazione vincente di un assalto al palazzo d’inverno, ma attraverso la messa in atto di dispositivi alternativi a quelli utilizzati dal potere espresso dalla economia del mercato. Il potere non abita il palazzo d’inverno. Occorre un attacco ai nodi delle relazioni di potere che non sono definite una volta per tutte, ma che cangiano in relazione ai rapporti di forza che si palesano ogni volta, nodo su nodo.

 
 
 

HA ANCORA SENSO ACCANIRSI CONTRO UNA VITA INERTE NON ANCORA IN GRADO DI DIFENDERSI?

Post n°1929 pubblicato il 29 Settembre 2024 da scricciolo68lbr

Spero di poter ancora affermare la mia modesta opinione, siamo e viviamo in un paese libero giusto? Anche se in certe circostanze coltivo dei seri dubbi, in prevalenza ritengo sia ancora possibile. E allora sono sdegnato nel leggere certe notizie su quatidiani che penso abbiano ai giorni nostri, veramente poco valore, soprattuto dal punto di vista morale e per il fatto di potere offrire degli spunti di riflessione.

E così ecco quali sono le battaglie morali, importanti e fondamentali per il genere umano, per gli italiani, per le coppie che vivono nel nostro Paese, che è possibile apprezzare su Ilfattoquotidiano, difendere a spada tratta il diritto all'interruzione di gravidanza (farmacologico).

La storia prende forma agli inizi di agosto quando il test di gravidanza di una coppia di giovani, residenti nella zona di Fermo nelle Marche, risulta positivo. Inizia la ricerca delle informazioni su come "abortire" (che letteralmente significa sopprimere una vita incapace di difendersi), preferibilmente con i farmaci.

Rimpallati da un servizio sanitario all’altro, espongono la questione e denunciano a ilfattoquotidiano.it, denunciando di essere riusciti nel loro intento (sopprimere una vita), dopo che sono trascorsi più di venti giorni e in una Regione diversa dalla propria. Un dramma... 

Una storia "esemplare", in negativo viene definita (sconvolgente, direi io, non avere la libertà di uccidere... incredibile...) così la definisce il quotidiano (che da adesso in poi mi riservo di non più nominare), che mostra gli ostacoli sul percorso per giungere all’interruzione volontaria di gravidanza in Italia.

Il quotidiano narra di: mancanza di informazioni, negligenze dei servizi, mancato accesso ai farmaci abortivi, balzelli e attese imposte per legge o per eccesso di zelo della classe medica, mancato adeguamento delle Regioni alle indicazioni di agenzie nazionali e internazionali.

Poi parla di mobilità per aborto... vergogna... criminalizzare e biasimare medici che si rifiutano di UCCIDERE, perchè obiettori di coscienza... vengono definiti negligenti? Un medico fa un giuramento, quello di Ippocrate, prendendo un impegno, quello di salvare vite, non di sopprimerle!

Poi il giornalino parla del caso delle Marche, dove il 30% circa di chi abortisce non può farlo nella propria zona di residenza. Poi si spinge oltre lamentando l'impossibilità di abortire al nono mese, quando già il feto è pronto e completo: "Qui gli ospedali continuano ad applicare un vecchio protocollo del 2016 che permette l’ivg farmacologica solo fino alla settima settimana (e non alla nona) e solo in un ospedale per provincia. Per questo, la percentuale di aborti farmacologici è inferiore al 37%, la più bassa insieme al Molise (dati ISTAT 2022)". Immagino che ci sia da vergognarsi, secondo il giornalino, non è vero?

Cosi il giornalino raccoglie la denuncia, ponendo la prima tappa nell’Ospedale di Senigallia: qui viene rimbalzata sul consultorio per avere il documento che attesta la volontà di abortire ed iniziare la procedura, richiesto dalla legge 194 del 1978.

Da una ricerca sul web, si evince che l'aborto possa praticarsi in un consultorio di Fermo. Dopo averli dunque contattati al telefono, alla coppia viene comunicato che “il consultorio non si occupa di interruzione volontaria di gravidanza ma di far "nascere i bambini”. Vivaddio!

Ne cercano un altro, per capire dove abortire con metodo farmacologico, telefonando ai centralini dei reparti di ginecologia delle singole strutture. Dall'ospedale di Macerata rispondono negativamente, lì l'aborto farmacologico non è disponibile.

Riescono a prendere appuntamento una settimana dopo con il consultorio del distretto di Porto San Giorgio, dove hanno un colloquio con assistente sociale e psicologa, che domanda loro il lerchè di questa scelta, domanda legittima credo no? Chiedono poi alla coppia come andasse il loro rapporto, e che se volevano, potevano portare avanti la gravidanza per dare il nascituro poi in adozione oppure ricevere un bonus.

Alla ragazza viene così rilasciato un foglio, che non è il fatidico certificato utile per andare in ospedale, quanto invece una sorta di relazione che deve essere consegnata alla ginecologa con cui hanno appuntamento la settimana successiva. Al momento dell’appuntamento però, la ragazza dimentica di portare il documento e la visita con annessa certificazione viene rimandata.

Intanto i giorni passano (che peso non poter togliere la vita a piacimento...) e quando, infine, la ragazza viene ricevuta dalla ginecologa, le viene rilasciato il certificato ma senza che vi sia scritta l’urgenza, che in base alla legge la persona incinta può richiedere ma che è il medico A VALUTARE.

C'è un problema: la ragazza infatti aveva manifestato volontà di procedere con metodo farmacologico, ma la gravidanza nel frattempo è alla SESTA SETTIMANA E CINQUE GIORNI. Nelle Marche nessuna struttura effettua un aborto farmacologico oltre le 7 settimane. Questo lo vengono a sapere quando si recano all’Ospedale di San Benedetto.

La dottoressa spiegò chiaramente che il certificato non aveva l’urgenza quindi non poteva essere rilasciato, perchè avrebbero sforato le 7 settimane, che nelle Marche non si poteva fare e diede loro il numero di Teramo”.

È un venerdì pomeriggio e a quel numero non risponde nessuno. Riprovano lunedì mattina, qualcuno risponde al telefono, ma in quel momento non ha tempo, promette che richiamerà più tardi, ma non succede. Il giorno successivo la coppia si attacca al telefono chiamando tutti i numeri che intercettano su internet fino a che, finalmente, riescono a trovare una risposta all’Ospedale Mazzini, dove viene fissato l’appuntamento per la prima delle due somministrazioni previste dalla procedura farmacologica. L’ospedale Mazzini di Teramo si trova in Abruzzo e a quasi un’ora di macchina dalla loro zona di residenza.

Entrano in scena le attiviste che si battono per l’accesso libero all’interruzione di gravidanza anche nelle Marche, e dicono che la responsabilità è innanzitutto politica. TI PAREVA, ATTACCO POLITICO AL GOVERNO MELONI, È TUTTA COLPA SUA!

Non c’è nessuna motivazione, né amministrativa né medica, per cui nelle Marche si resti nel limite delle 7 settimane per l’aborto con le pillole, viene affermato da Marte Manca, attivista di Pro-choice Rica. E’ ridicolo che avvenga solo in alcuni ospedali, viene spiegato.

E tutto questo avviene in violazione delle Linee di indirizzo ministeriali del 2020, della direttiva dell’Agenzia italiana del farmaco del 2020, delle Raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità, delle Linee guida OMS e in ultimo dalle recenti raccomandazioni delle società scientifiche SIGO e AOGOI.

Per smuovere la situazione si è costituito il Comitato #RU486Marche, che ha avviato una raccolta firme destinata a chi è residente in regione. L’appello è “Chiediamo un aborto moderno nelle Marche” e si può firmare online fino al 4 ottobre.

Interpellato da qualcuno del quotidiano, l’assessore regionale leghista alla sanità, Filippo Saltamartini, non ha rilasciato commenti. Il 25 giugno scorso, rispondendo ad un’interrogazione di Emanuela Bora (Pd) riguardante l’inadempienza sulla procedura farmacologica, l’assessore aveva scaricato le responsabilità sui dirigenti ospedalieri, dichiarando che “la direttiva del Ministero è pienamente applicabile, i dirigenti hanno il dovere di applicarla, i cittadini se ritengono che ci siano stati degli atti lesivi, hanno il diritto di tutelarsi giudizialmente. La Regione si deve conformare a queste disposizioni, tanto più per il fatto che se noi non avessimo ritenuto la circolare legittima, avremmo dovuto impugnarla davanti al giudice amministrativo”. Una ricostruzione che però viene smentita dai fatti: la delibera già predisposta e poi bloccata che avrebbe dovuto aggiornare le procedure in regione, la n. 34837725, non è ancora stata varata.

 

 

 
 
 

JULIAN ASSANGE IL PRIMO OTTOBRE PARLERÀ AL CONSIGLIO D’EUROPA.

Post n°1928 pubblicato il 28 Settembre 2024 da scricciolo68lbr
 

Domanda che sia fatta giustizia Julian Assange, così lui e i suoi sostenitori passano al contrattacco. A Strasburgo, New York e Londra, è iniziata la battaglia per ottenere giustizia sugli eventuali illeciti commessi dai governi responsabili dei 14 anni di persecuzione giudiziaria inflitti al giornalista australiano, recentemente liberato dopo oltre cinque anni di carcere duro e sette anni di confinamento forzato. Il primo ottobre, a Strasburgo, la Commissione per gli affari giuridici e i diritti umani dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) ha convocato come testimone il cofondatore di WikiLeaks, Julian Assange, per illustrare gli illeciti che sostiene di aver subito durante la sua reclusione.

L’organismo europeo ha già pubblicato un rapporto che collega la detenzione arbitraria di Assange ai crescenti tentativi, in tutto il mondo, di mettere a tacere i giornalisti scomodi. Presso il Palazzo d’Europa, l’APCE dovrà concedere ad Assange lo status di prigioniero politico e chiedere contestualmente la creazione di una commissione indipendente per determinare se il giornalista investigativo abbia subito trattamenti inumani o degradanti durante la sua detenzione. La testimonianza di Assange, che sarà la sua prima uscita pubblica da quando è stato liberato, avverrà tra le 8:30 e le 10:00, ora italiana. La TV dell’Assemblea parlamentare di Strasburgo trasmetterà in diretta l’intervento di Assange sul proprio canale YouTube.

New York, invece, i quattro statunitensi (due avvocati e due giornalisti) spiati dalla CIA durante le loro visite ad Assange nell’Ambasciata ecuadoriana di Londra, continuano la loro causa contro l’Agenzia per aver violato i loro diritti alla privacy.  La CIA aveva, infatti, preso e aperto i loro cellulari e registrato le loro conversazioni confidenziali con Julian. Lo scorso 19 dicembre, il  giudice distrettuale di Manhattan, John Koeltl, gli ha riconosciuto il diritto a chiedere che i dati raccolti dai loro cellulari fossero cancellati dagli archivi della CIA – anche se, poi, il giudice ha negato loro il diritto di chiedere danni monetari per le registrazioni occulte delle conversazioni. Koeltl ha anche convocato davanti alla Corte il capo della CIA, Robert Burns, in qualità di persona informata sul caso Assange.  Lo scorso 15 aprile, Burns ha depositato una richiesta di esonero, asserendo che la sua testimonianza potrebbe nuocere alla “sicurezza nazionale”. Il giudice deve ancora pronunciarsi in merito. 

Infine, a Londra, la giornalista investigativa italiana, Stefania Maurizi, continua la sua battaglia per ottenere copie dei documenti scambiati tra Regno Unito, Svezia e Stati Uniti riguardanti quella che potrebbe profilarsi come una montatura contro Assange: l’accusa di stupro, rivelatasi infondata, in Svezia. La macchinazione, se confermata, risalirebbe agli anni 2010-2019 e avrebbe avuto lo scopo di costringere Assange a lasciare il Regno Unito, dove risiedeva, per recarsi in Svezia e testimoniare davanti ai giudici dell’indagine preliminare. Una volta lì, Assange avrebbe rischiato un’estradizione negli Stati Uniti quasi immediata (grazie agli accordi tra i due Paesi), evitando invece il più lungo e complesso iter di estradizione dal Regno Unito. Negli USA, Assange avrebbe affrontato un processo che quasi certamente lo avrebbe condannato a decenni di carcere per aver rivelato i crimini di guerra statunitensi in Iraq e Afghanistan. Fiutando la trappola, Assange ha rifiutato di recarsi in Svezia, offrendo invece alla magistratura svedese di testimoniare tramite teleconferenza o rogatoria, entrambe soluzioni legali. Tuttavia, il procuratore svedese, Marianne Ny, ha respinto più volte questa proposta, insistendo sull’estradizione. Quando il Regno Unito era ormai pronto a eseguirla, Assange ha ottenuto asilo politico presso l’Ambasciata ecuadoriana, dove ha trascorso sette anni.

Maurizi, sospettando la possibile commissione di illeciti nel diniego della richiesta di rogatoria o di udienza telematica, ha chiesto – sin dal 2015 – di ottenere una copia di tutti i documenti scambiati tra il Regno Unito, la Svezia e gli Stati Uniti sul caso Assange.  Se c’è stato un complotto internazionale, ci saranno sicuramente tracce nelle carte scambiate tra i Ministeri di Giustizia di questi tre paesi. Maurizi ha potuto fare questa sua richiesta invocando il FOIA, ovvero il Freedom of Information Act, legge britannica del 2000 che tutela la libertà d’informazione e il diritto di accesso agli atti amministrativi.

Stefania Maurizi ha scoperto che sia le autorità svedesi che quelle britanniche avevano cancellato documenti rilevanti legati all’inchiesta su Julian Assange per stupro. Tra questi, un’e-mail dell’FBI inviata nel marzo 2017 e importanti corrispondenze tra la Svezia, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Questa cancellazione solleva dubbi sulla legittimità dell’intero procedimento e spinge Maurizi a interrogarsi sul perché siano stati eliminati documenti cruciali per il caso. Nel 2022, la giornalista ha sottolineato come l’indagine fosse stata archiviata senza che Assange fosse mai stato formalmente accusato, ma la persecuzione giudiziaria ha comunque danneggiato gravemente la sua immagine pubblica e lo ha costretto a vivere confinato nell’Ambasciata ecuadoriana per sette anni.

Il 24 settembre 2024, Maurizi ha ottenuto una svolta: durante un’udienza presso il Tribunale per la libertà degli accessi a Londra, è stato rivelato che copie cartacee delle e-mail cancellate erano ancora disponibili. Questo risultato rappresenta una vittoria importante nella sua battaglia per la trasparenza, aprendo la strada a ulteriori indagini su possibili illeciti nella gestione del caso Assange. L’ammissione dell’esistenza di queste copie è un passo significativo verso il chiarimento della verità, e Maurizi spera ora di far luce su eventuali abusi di potere che potrebbero aver condizionato la vita di Assange e l’opinione pubblica.

 

[di Patrick Boylan – autore del libro Free Assange e co-fondatore del gruppo Free Assange Italia]

 
 
 

IMPOSSIBILE ORAMAI, FIDARSI DELL’INFORMAZIONE MAINSTREAM.

Post n°1927 pubblicato il 28 Settembre 2024 da scricciolo68lbr
 

Come si può credere ancora all'informazione mainstream? È praticamente impossibile, specie dopo quattro anni di menzogne sui sieri benedetti, che benedetti proprio non sono. Ma non voglio parlarne adesso, miro ad altro. L’ennesimo caso di "commistione" tra pubblicità aziendale ed informazione, ha scatenato una nuova protesta all’interno del quotidiano La Repubblica, portando il Comitato di redazione a mobilitarsi.

Il sindacato, che manifesta da tempo insofferenza nei confronti del direttore Maurizio Molinari – già sfiduciato lo scorso aprile – ha scioperato a livello redazionale il 25 e il 26 settembre, lamentando in una nota «le gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati avvenuti in occasione dell’evento Italian Tech Week», organizzato da Exor e attualmente in corso a Torino. Il Comitato di redazione ha rivelato che il 25 settembre è uscito insieme al quotidiano un inserto di oltre 100 pagine con una serie di articoli apparentemente “giornalistici” ma, che in realtà, sono stati pubblicati dietro "compenso" delle aziende. Una nuova dimostrazione di come, su molti giornali mainstream, la linea di confine tra informazione e pubblicità sia "evaporata".

La protesta dei giornalisti di Repubblica ha bloccato la copertura di “Italian Tech Week”, evento di Exor (prodotto tramite la sua società Vento), proprietaria di Gedi (Agnelli/Elkann) e, quindi, dello stesso quotidiano. Una settimana prima dell’inizio della manifestazione, sette giornalisti dell’area Economia hanno ricevuto una comunicazione da una dirigente di Exor, con la descrizione del programma della tre giorni e dei pezzi per la pianificazione dell’inserto in uscita il 25 settembre con Repubblica. Come ricostruito dal portale Professione Reporter, nella lettera si evidenziava che di fatto, a “comandare” dovessero essere proprio gli sponsor.

Il Comitato di redazione ha richiesto un incontro con il direttore Maurizio Molinari, che in prima battuta ha parlato dei fatti descritti dai rappresentanti dei giornalisti come di «cose gravissime». Successivamente, ha rivelato che la lettera era stata autorizzata dal vicedirettore con delega all’Economia, Walter Galbiati. Quest’ultimo ha presentato le dimissioni, che però Molinari ha deciso di respingere: scelta apertamente contestata dal Cdr. L’Azienda ha poi reso noto di aver aperto un provvedimento disciplinare nei confronti di Galbiati, il quale, nel frattempo si sarebbe “autosospeso”.

Il livello di tensione ha subito però un’impennata, sfociando nella scelta di scioperare, quando il Cdr ha scoperto un file in cui gli articoli dell’inserto da 112 pagine venivano allineati ai relativi contributi finanziari da parte delle aziende coinvolte.

All’interno dell’inserto, gli articoli risultavano apparentemente giornalistici, condizionando ed inducendo così in grave errore i lettori, che non venivano avvertiti del fatto che in realtà si trattasse di contenuti "brandizzati", scritti sotto pagamento delle aziende. Che, peraltro, come dimostrerebbe lo stesso file, sarebbero stati visionati, corretti e aggiustati dagli stessi uomini Exor.

Ricordando come, ormai «da tempo», si denuncino «i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale», nel comunicato il Cdr ha tirato in ballo direttamente l’ad di Exor: «Ci rivolgiamo anche all’editore – e non padrone – di Repubblica, John Elkann affinché abbia profondo "rispetto" della nostra dignità di professionisti e del valore del nostro giornale, testata con una propria storia e identità che non può essere calpestata. La democrazia che ogni giorno difendiamo sulle nostre pagine passa anche dal reciproco rispetto dei ruoli sul posto di lavoro». Come se non bastasse, con un significativo colpo di mano e a sciopero in corso, la proprietà ha deciso di trasmettere comunque in streaming sul sito di Repubblica l’evento “Italian Tech” il 25 settembre.

Non è certo il primo caso in cui la direzione de La Repubblica provoca le proteste dei giornalisti. Lo scorso aprile, il Cdr del gruppo GEDI aveva approvato a larga maggioranza una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari, proclamando uno sciopero di 24 ore. L’episodio era stato scatenato dalla decisione del direttore di mandare al macero 100 mila copie già pronte dell’inserto economico Affari&Finanza, in uscita lunedì 8 aprile, a causa dell’articolo di apertura, riguardante i legami economici tra Italia e Francia – tra cui il ruolo del governo italiano con Stellantis, presieduta dalla famiglia Elkann – che portava la firma di Giovanni Pons. Il pezzo era stato cancellato e sostituito da un articolo sullo stesso argomento, redatto proprio dal vicedirettore Walter Galbiati, con titolo, catenaccio e parte del testo differenti. Ciononostante, Molinari è rimasto al suo posto, imponendo una linea editoriale talmente propagandistica da censurare interviste – caso esemplare quella al cantante Ghali, ritenuto troppo filo-palestinese –, e da spingere i “disallineati” ad andarsene, come accaduto al giornalista e collaboratore di lungo corso Raffaele Oriani. Quest’ultimo ha denunciato come il massacro israeliano su Gaza sia in corso anche grazie «all’incredibile reticenza di gran parte della stampa europea, compresa Repubblica».

 
 
 

TUTTO SARÀ SVELATO, di Vital Frosi.

Post n°1926 pubblicato il 27 Settembre 2024 da scricciolo68lbr

Amati!
Gli eventi attuali che molti possono già percepire, convergono verso il completamento di un ciclo planetario. Ogni giorno che passa, sempre più informazioni arrivano a chi ha occhi per vedere e orecchie per ascoltare. E tutto converge nella stessa direzione, cioè per mostrare che siamo davvero dentro il grande cambiamento planetario. Sta nascendo una Nuova Terra e con essa una nuova umanità.
Se prima la parola Apocalisse causava brividi nella maggior parte di noi, ora c'è abbastanza comprensione in voi, per portare conforto e fiducia nel futuro. Una nuova Luce è arrivata sulla Terra alla fine del 2012, portando le energie più elevate, iniziando così anche l'Era dell'Acquario, e questo porterà il nostro Pianeta alla Quinta Dimensione.
Le convinzioni basate sulla paura sono state molto crudeli con gli umani della Terra. In virtù della limitazione di coscienza del genere umano, e anche per il velo dell'oblio, si credeva che nessun cambiamento in meglio potesse avvenire. Invece ci hanno fatto credere che l'Apocalisse avrebbe rappresentato l'Armageddon, e che un giorno sarebbe arrivato per portare la fine dell'umanità e la distruzione del Pianeta.
Ma non era questo il Piano Divino! E nemmeno questo è stato il progetto di ogni anima che ha accettato di vivere l'esperienza delle polarità in questo mondo di dualità. Al contrario, solo anime coraggiose e molto evolute hanno accettato di vivere tali esperienze, sottomesse al velo dell'oblio e estremamente limitate nella loro coscienza.

Tutto sta accelerando ora! Ciò che richiedeva secoli, ora si mostrerà in pochi mesi o pochi anni. E l'Apocalisse che prima era così terrorizzante, ora inizia a infondere fiducia, perché non è altro che la rivelazione di ciò che era nascosto. È la finestra che si apre affinché la Luce illumini l'ambiente e mostri la realtà che prima non si poteva realizzare.

Questa Luce dissolve i veli uno ad uno, e le coscienze umane inizieranno a ricordare tutto. Ci ricorderemo chi siamo, da dove veniamo e cosa siamo venuti a fare qui.
Ricorderete le vite passate e conoscerete il futuro. Attiveranno tutta la conoscenza innata, riportata ancora dai tempi in cui questa coscienza era integrata nella tua Super Anima. Sarà un momento di rivelazioni!

Tutto sarà esposto! E ciò che avverrà, è così grande che non poteva davvero accadere prima, perché le nostre coscienze limitate, non potevano assorbire tale realtà. Come diciamo sempre: il frutto non può essere raccolto prima, rischi di perderlo. E non troppo tardi, perché potrebbe marcire sul piede. Il momento delle rivelazioni è ora.

In realtà, tutto è già iniziato nel 2012, ma c'è stato un periodo di 4 anni per far sì che l'umanità si abituasse alle nuove energie. Quest'energia stava modificando la coscienza di ognuno in base alla capacità di assorbimento individuale. E oggi abbiamo qui sulla Terra un numero sufficiente di coscienze pronte a comprendere gli eventi che arriveranno presto.

Saranno momenti decisivi nella fase finale della transizione planetaria. Queste rivelazioni non sono comprese da tutti, ma lo sono almeno da una parte dell'umanità, sufficiente da poter guidare gli altri. Sei uno di quegli altruisti Lavoratori di Luce che sono incarnati sulla Terra. Sei stato preparato per lunghi millenni, e saprai per cosa sei venuto.

Non è un caso che oggi ti interessino queste questioni di Transizione Planetaria e Ascensione dell'Anima. Stai recuperando tutta la memoria cellulare cosmica, stai dissolvendo i veli dell'oblio per portare questa conoscenza innata nella coscienza attuale. Sei un Faro venuto per illuminare i sentieri degli altri.

Tutto sarà esposto e svelato! Prima di tutto per te e per gli altri risvegli. E voi, come un grande esercito, occuperete l'intero pianeta e guiderete gli altri. Tutto sarà intenso e profondo. Le nuove energie romperanno le sbarre che hanno imprigionato la Terra per tutti i tempi, e tu con la tua Luce guiderai coloro che inizieranno ad aprire gli occhi.
Molti avranno bisogno di te. Anche chi ancora non sa quale sia la sua missione, saprà cosa fare, perché tutto verrà dall'interno verso l'esterno.
È come se lo sapessi da sempre! È come se non l'avessi mai dimenticato! Tutto si rivelerà come un passaggio magico. Sarà davvero un grande evento! Sarà l'EVENTO di cui tanto si parla, ma di cui ancora poco si sa. E non sarà solo un evento isolato; saranno molti eventi a cascata, che alla fine mostreranno una Nuova Terra e una Nuova Umanità.

Il vecchio ciclo si sta chiudendo. Le sbarre si dissolvono. La Terra si libera. La luce gamma si intensifica. Le coscienze si allargano. Le verità vengono mostrate. Le credenze limitate si dissolvono nella Luce. Tutto questo può sembrare spaventoso, ma in realtà sarà un momento di gioia per l'umanità della Terra e di tutti i quadranti della Galassia.

Le maschere cadranno e l'anima di ogni essere umano incarnato si rivelerà! Un'anima nuda non può nascondere nulla. Tutti conosceranno i segreti meglio custoditi di ognuno. Tutti capiranno che tutto è stato un'esperienza nel Grande Teatro della Vita. Non ci saranno giudizi come prima. Ognuno capirà che ognuno stava imparando la sua lezione secondo il proprio Piano dell'Anima. Tutti comprenderanno che non ci sono mai stati il male e il bene come si pensava, ma che tutto è sempre stato per imparare. E ognuno ricorderà le proprie esperienze di tutte le vite incarnate sulla Terra.

Ricordando tutto, saprai che anche la tua anima sarà esposta. Anche lei sarà nuda e tutti sapranno della tua traiettoria. E nessuno giudicherà nessuno. Tutto sarà esposto e tutti capiranno finalmente che tutto non è altro che un'illusione di coscienza, necessaria per sperimentare la dualità all'interno delle polarità in un Mondo di Terza Dimensione.

Tutto sarà esposto! Ciò che era nascosto si rivelerà. Questa è l'Apocalisse così temuta mentre la coscienza dormiva. Ma ora i tempi sono vicini. Tutto è stato annunciato dal Governatore di questa Galassia, Sananda, che si è reso umano solo per lasciarci la Buona Novella, cioè il messaggio consolante che un Nuovo Tempo sarebbe arrivato, portando una Nuova Terra. Questo momento è arrivato! Una Nuova Era è abbastanza.
È Tempo difesteggiare, non temete! Ora tutto sarà esposto! E come disse il Gran Maestro: "CONOSCERETE LA VERITÀ E LA VERITÀ VI LIBERERÀ".

Liberati! Puoi farlo!
Sono Vital Frosi e la mia missione è l'illuminazione!
Namaste!

 
 
 

ITALIA E GIOVANI: DRAMMA DEL LAVORO CHE NON C’È.

Post n°1925 pubblicato il 27 Settembre 2024 da scricciolo68lbr

È veramente disdicevole che un Paese nulla abbia da offrire in termini di occupazione, ai propri giovani, laureati o meno. Molto invece offre a uomini extracomunitari, ma quel momlto contempla lavori faticosissimi, in fabbrica, nelle industrie, nei campi agricoli, e per di più sottopagato, senza versare contributi previdenziali, offrendo alloggi fatiscenti in baracche e braccopoli, tutto controllato dal caporalato mafioso.

È la resa di uno stato, che non governa, non esiste, fa solo bella figura ai meeting internazionali, ma in realtà conta come il due di colle quando regna bastoni. E non si tratta di colori, sotto questo punto di vista sono tutti uguali. Sottomessi alla mafia, agli USA e al sionismo finanziario, alla mafia di Bruxelles.

In questo Paese che invecchia, i giovani non hanno grandi chance di trovarsi un lavoro che sia degno di questo nome. L’Italia, sempre più anziana, si rileva ancora una volta matrigna per i ragazzi, specialmente per i neodiplomati e i neolaureati. Sono i dati Eurostat a inchiodare il nostro Paese in "fondo" alla graduatoria europea. Si ultimi!!!

La ricerca fa riferimento a chi ha terminato, da uno fino a tre anni fa, gli studi con successo nella fascia d’età tra i 20 e i 34 anni. L’Italia è il Paese in cui il tasso di occupazione per i giovani è il più basso di tutti. Ed è pari a solo il 67,5% di coloro che hanno appena terminato un ciclo di studi conseguendo il fatidico e tanto sospirato “pezzo di carta”. Pezzo di carta in tutti i sensi (forse idoneo per quando hai finito in bagno di fare i tuoi bisogni), forse, davvero vale molto poco se i risultati sono questi.

Varrà in Italia sicuramente meno di quanto vale in Grecia, dove risulta occupato il 72,3% dei giovani. Meglio di noi anche la Romania, non dico la Romania... che garantisce un’occupazione al 74,8% dei ragazzi diplomati o laureati. I numeri italiani sono lontani anni luce da quelli dei partner europei. In particolare della Germania e dell’Olanda dove il tasso di occupazione per i ragazzi si attesta, rispettivamente, al 91,5% e al 93,2%. La graduatoria europea, però, è dominata da Malta dove lavora il 95,8% dei ragazzi neodiplomati o freschi di laurea.

L’Italia, però, è distante anni luce persino dalla media dell’intera Unione europea dove si stima che i giovani impiegati dopo aver concluso un ciclo di studi siano l’83,5%. Il tema della disoccupazione giovanile, in Italia, è uno di quelli caldissimi. Su cui, oltre alle solite polemiche politiche e a qualche stucchevolissimo scontro generazione, si gioca il futuro del Paese. 

Intanto riparte la fuga verso l'estero dei giovani italiani, 100mila nel 2022-2023 hanno lasciato l'Italia, due terzi più di quelli che sono tornati. Metà parte dal Nord. Lo indicano i dati della Fondazione Nord Est. Il saldo migratorio dei giovani tra i 18-34 anni, nel 2011-2023 è -377mila. Quasi quattrocentomila giovani, per i quali lo stato ha speso milioni di euro per i loro titoli di studio, mantenendo università, scuole medie e superiori, è andato poi via dall'Italia! Tuttavia il dato reale è tre volte più ampio, perché molti giovani mantengono la residenza italiana.

Nel 2023 la Lombardia ha il saldo peggiore (-5.760) seguita dal Veneto (-3.759), che però una popolazione molto inferiore. L'emigrazione aggrava il calo di giovani italiani, scesi da 13,5 milioni nel 2000 a 9,1 nel 2024.

Se non si riesce a trovare lavoro, decidere di andare via di casa per vivere da soli oppure per metter su famiglia diventa impossibile. E vedi tanti giovani, maggiorenni e magari laureati, costretti ancora a vivere con papà e mamma, agari pur essendo occupatu, ma guadagnando così poco da non poter permettersi un mutuo.

E in più si debbono sorbire anche la paternale e i rimproveri dei genitori. Giovani stufi di precariato, lavoretti (magari a nero), oppure lavori pesanti mal pagati. Ricordo che la media degli stipendi italiani si discosta anche del 30 per cento dalla media europea e che gli stilendi italiani sono fermi e senza aumenti da oktre trentacinque anni... tutto ciò è desolante, per un Paese che si definisce moderno, ma che trova i soldi per finanziare una guerra che al nostro Paese non riguarda, con grande sperpero di denaro dei contribuenti.

Giovani spesso senza un lavoro, nell'attesa di una chiamata, molti di loro rassegnati, e senza lavoro i giovani non fanno figli e, pertanto, si alimenta il circuito vizioso del dramma della denatalità. 

Un popolo però che si sdegna se gli toccano l'allenatore della loro sqadra di pallone... vedi il recente caso della Roma! Cari ragazzi e ragazze... contenti voi...

 
 
 

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Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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