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Un blog creato da SospiroDelVento il 06/07/2007

Sospiro del Vento

Un po' più di me.

 
 

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Ci si sente piccoli

Post n°26 pubblicato il 03 Novembre 2007 da SospiroDelVento
 

A lasciare per primi le orme sulla neve, a salire verso i versanti innevati mentre il Sole ha già solcato il profilo dei monti, ci si sente liberi e impauriti. Tutte e due le cose insieme. A sentire che il silenzio ha solo il mormorio lontano di un torrente tra le rocce, ad accorgersi che lì non c'è proprio nessuno, solo le presenze delle orme, solo un cammino di passi lasciati nella scorsa notte da zampe ben più esperte delle mie, vere figlie di quelle rocce ora imbiancate.
Guardo i cespugli di rododendri, coperti quasi per intero, e me lo immagino, questo posto, ravvivato dalle grida dei bambini giù al rifugio e dal colore dei teloni sui prati, quand'era Luglio. Ora ci sono le mie orme qui, e quelle di un animale. Solo loro. Lui nel suo viaggio di ogni mattina, io ormai così attardato ed estraneo in questi luoghi che forse è ora che ritorni a valle.

C'è da chiedersi come sia una notte qui, dove si è ospiti e basta, come dev'essere con il gelo e il silenzio, con le presenze e i passi intorno, con i valloni che si svegliano imponenti nel brivido di una sera e ti urlano contro quanto sei piccolo. C'è da chiedersi cosa vuol dire trascorrervi Notti di pace, e cosa abbia voluto dire attraversarvi le Notti di guerra.

Per quanto abituati ai sentieri e alle vallate, per quanto cresciuti un po' nella loro ombra e nella loro polvere, siamo pur sempre cittadini di un tempo che non ci ricorda più l'umiltà della nostra debole presenza, che non ci insegna più a sentirci Vivi per la fragilità del nostro piccolo tempo. Siamo abituati a solcare le rotte dei mari, a rallentare la corsa del tempo, a dominare la luce e gli atomi...
Ma a lasciare per primi le orme sulla neve, mentre viene sera sempre più in fretta, sempre più vicina, sempre più in silenzio, ci si sente davvero impauriti.

E ci si accorge di essere liberi e vulnerabili come ogni cosa che nasce.

 
 
 

Il silenzio del Vento

Post n°25 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Io

Lascia le sue tracce tra i petali dell'impressionismo di un prato, oppure nelle vesti antiche e rigonfie delle nubi. Soffia. Ancora. Sempre.
E il suo silenzio non è l'assenza della nebbia che si dissolve, non è l'abbraccio del navigante che se ne va lontanto. Il Vento corre a specchiarsi sui laghi, a piangere tra i sudari di muschio, a raccontarsi i sogni che vede rapiti.
E di volti ne incontra, il Vento, e li accarezza per scrutarne il sapore, per distinguere i cuori delicati da quelli che feriscono e lo sanno fare bene. E di domande ne ha molte con sé, il Vento.

Tu cavalchi la sua schiena senza sella, ne senti il tremore e il battito del cuore, quando corre veloce, quando si ferma ad osservarti nel riflesso della pioggia. Tu sai che non si posa, che non dimentica le sue vallate. Tu sai che se tace è per capire la storia che qualcuno gli ha narrato.
E di una danza sa fare preghiera, da uno sguardo e una voce sa tessere pensieri.

Ho sentito il silenzio del Vento, ed era pieno di parole.

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Ask the Mountains

Post n°24 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da SospiroDelVento
 

Alla fine ci sono tornato, di fronte ai monti, nel loro abbraccio.
Scegliere la strada non è mai banale, perché ogni via ha il suo approdo, ha i suoi luoghi, i nomi ricordati e quelli che nella velocità dei finestrini lasciano solo alcune lettere. Poi ci sono i posti cari, quelli che non li chiami per nome ma ti fermi a descriverli, a raccontarteli sempre più freneticamente, con la voglia di ritrovarteli intorno, addosso.

Entrare in Val Chisone ha sempre un qualcosa di unico. Sarà perché c'è così tanto quella sensazione di lasciarsi la pianura alle spalle, con le città e i paesotti un po' rabbiosi, quella sensazione che dietro di te ci sia il grande mondo, e innanzi il tuo piccolo, immenso mondo segreto.
Un rapido sguardo ed è tutto come l'ho lasciato, soprattutto i colori. Ma mi diverte scoprire nuovi particolari, un albero mai notato in un boschetto lontano... stupirmi che in quel prato ci sia adesso una piccola mandria, distesa nel tenace sole di Ottobre.
Un ultimo dubbio, con la Val Germanasca che strizza l'occhio al bivio, tranquilla e irresistibile... ma poi si guarda a destra e non ci si pensa più.

Si sale, e lo sai già che passerai davanti a quelle cassette di frutta sparpagliate sull'uscio del negozietto, che da Perosa in poi inizia il vero viaggio. Si aspetta di vedere le prime frazioni, e poi Roure, il vero annuncio che i monti ora sono quelli attesi. L'Orsiera inizia a far capolino sulle paline e sui cartelli... e quante volte devieresti per la fretta di respirare il profumo delle sue abetaie.
Su, su... oltre il grande forte, oltre i gran curvoni. C'è davvero poca gente in questo Sabato di Ottobre... logico, ma fa sempre un po' di effetto pensare a quanti nomi passeranno di qui fra un po', quando sarà tempo di sci. E chissà se guarderanno il Paese dipinto, se proveranno a capire la maestosità del Pian dell'Alpe, o il freddo sguardo dell'Assietta? Ci vorrebbe davvero un bel tuffo d'Inverno per provare che effetto fa conversare con le nuvole e la neve...

Stavo cercando un po' di quelle sensazioni, quel dialogo silenzioso con un mondo a cui si da del Lei... per questo ho scelto la Val Troncea, un po' in disparte, come un vecchio di paese, con tutte le sue storie in attesa di curiosità.

Alla fine ci sono tornato, e la montagna mi ha regalato la solitudine che cercavo. Solo lo sguardo delle mandrie a mezza costa, vere custodi dei sentieri, o il grugnire di un cinghiale troppo vicino per lasciarti impassibile. A questi posti si deve dare del Lei, e a percorrerli da soli si capisce perché.
Sono immensi come la vita che fiorisce, come le cose che crescono, nonostante tutto, nonostante i grandi dibattiti sul dove e sul come. A percorrerli da soli si capisce che c'è da aver paura a restar soli, che c'è da tremar forte a credersi invincibili. Un passo per volta, così si percorrono i sentieri... un passo per volta, e magari quel cinghiale te lo troverai di fronte, e magari sarai tu a cambiare la tua strada. E magari farà presto sera, e ti sembrerà di esser ancora troppo in alto, ancora troppo lontano dalle luci del paese.

Con la montagna che ti abbraccia e si fa sposa, ma resta unica regina del tuo andare, despota e balia allo stesso tempo.
E' così che si capisce il significato di ogni battito del cuore.
Vita. Immensamente, splendidamente maestosa.

 
 
 

Così tanto Notte

Post n°23 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da SospiroDelVento
 

Ci si dovrebbe dire a parole belle, sarebbe giusto dare una bella immagine di sé.
Per chi legge, qui, ora, per chi vuole scoprire un bell'Animo, per chi ne ha già conosciute troppe di persone sbagliate e di aggiungermi alla lista non ci pensa nemmeno.
E così mi scriverei con i miei colori più vivi, e vi ruberei un sorriso, per ridarvelo in quello dei miei occhi.

Invece ci si ritrova poi a dire ciò che si sente, e di sorrisi non me ne escono più. Anche se mi passano innanzi quelli di chi sta nel cuore, quelli fraterni e quelli sfocati tra le lacrime, anche se risuona il sorriso di un "Grazie" o quello di un "Ti voglio bene".
Forse è solo così tanto Notte, e un mattino arriva sempre. E proprio a quello servono i Sogni, a dipingerne l'attesa.
Ma è così tanto Notte, e i Sogni si sono stancati di aspettarmi.

Mi dispiace di non avere sorrisi in queste parole, io che non smetterei mai di disegnarli. Mi dispiace di vedervi andare via delusi, come per una commedia già vista.
Mi prendo lo spazio di un po' di silenzio, perché la mia voce non nasconda il suono del primo mattino.

Qui, in questa Notte stonata.

 
 
 

Di fronte a un sorriso

Post n°22 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da SospiroDelVento
 

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Siamo stanze di sogno dietro a una tendina di incertezze.



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Tela Libera, 30 Settembre

Post n°21 pubblicato il 30 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Io

Le diapositive dei pensieri si affacciano come debuttanti di un gran ballo, ansiose di essere scelte per dare il nome alla giornata di oggi. Sono frammenti, sono istantanee, sono impressioni, sono impronte di dita e inchiostri sbavati dalla strada umida che li riflette.
Si può tenere negli occhi tutto e non ritrovarvi il punto d'inizio perché ogni cosa diventi "qualche cosa". Ci si sente abbracciati e si vorrebbe restare così, viottoli d'Autunno in cui non passano più le ruote dei ciclisti, rigagnoli di quel manto umido che addormenta le cose.
Una mattina così la dedicheresti con il rumore di una matita che scorre, con i ritratti famigliari di parole ben angolate... le s minuscole, piccole foglie di cespugli fruscianti, le n, sporgenze di roccia che tracciano il passo, e così tante e, ognuna un respiro, ognuno uno sguardo alle coperte accartocciate sul letto.

Con una mattina così non si capisce dove porta la corrente, e ciò che è giusto ha il sapore degli sbagli, ciò che ferisce ha la dolcezza di una dedica.
Penso che ci vorrebbe un nome.

 
 
 

Col tuo Passo

Post n°20 pubblicato il 18 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Passi

Ho attraversato la Città. Era fatta dei soliti finestroni, dei soliti angoli. Il solito modo di apparire del Sole.
Era la Città, erano le sue Vie. I suoi Palazzi. E io pensavo che era una giornata un po' grigia - avrebbe piovuto. Ed era fatta di pioggia, rapida, fitta, invisibile, la Città mentre ti venivo incontro.
La solita piazza. Quella del primo Tè, quella degli imbarazzi e degli sguardi pieni di "chi sei?". Così grande, adesso, così invisibile allora. E grande, un po' più in là, Tu. Per niente fatta dei soliti gesti, per niente fatta dei soliti colori. Semplicemente Tu. Pensavo che non avrebbe piovuto - stava uscendo il Sole.
Abbiamo attraversato poche Vie, e sembravano la nostra Città. Con la gente che correva incontro, e noi sempre in senso opposto, l'unico ammesso nella nostra Città.
Ne abbiamo viste di vetrine, ne abbiamo scelti di colori e di forme. Ed era tutto col tuo Passo, con i nostri Pensieri.
Ed era come se l'unico senso ammesso fosse quello del presente, così tanto opposto al vero domani.
Mi ricordo che era tutto contromano, era tutto un po' più in là, era tutto un po' più fuori. Come il tempo che passava, come i lampioni accesi già da ore.
Col tuo passo è andato forte forte il mio cuore. Anche quando siamo stati fermi a sfogare i tuoi Ieri senza nome. Col tuo passo.
E adesso non è così facile camminare.

 
 
 

Giocattoli

Post n°19 pubblicato il 16 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Io

Mi piacerebbe che i miei giorni non esplodessero di sorrisi,
non si vestissero di buoni profumi,
solo sotto la mano attenta del mio cuore.
Mi piacerebbe che i mattini delle persone amate
non sapessero di nuovo
solo per le carezze e i pensieri del mio affetto.
Mi piacerebbe stupirmi,
svegliarmi sapendo di nuovo,
sorridere e sentire Amore,
anche quando a remare non sono io,
anche quando i miei pensieri faticano a partire.
E invece mi sento come un giocattolo
fatto per accendere emozioni
e ritrovarle poi in un ripostiglio buio,
lasciate fuori da valigie
di viaggi per due senza il mio nome.
Fa male sentirsi importanti
per ciò che si fa, per ciò che si da,
perché se donarsi è meraviglia
rimasti soli è solo fragilità.

 
 
 

Dove

Post n°18 pubblicato il 07 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 

Ma dov'è finita la Dolcezza e la voglia di partire?
Quella che dalla singola parola di uno sguardo scriveva un romanzo da sfogliare giorno per giorno.
Dov'è finita la voglia di stupirsi, di cominciare senza pensare a finire?
Dov'è arenata la Nave che faceva viaggiare i battiti del Cuore?
E' fuggita forse via, la Dolcezza che chiamava per Nome, che tracciava i segni dei visi nei ricordi,
forse è stata rapita, forse chiusa a chiave per la fobia di essere rubata.
Chi l'ha rapita, la dolcezza dei sentimenti,
e la paura tenera di dichiararsi, e la voce muta di tenersi tutto dentro?
Dove sono finite le labbra strette tra i denti, i respiri fatti grossi?
Sono chiuse in un cassetto le lettere scritte col profumo, o i biglietti di cartoncino bianco da legare stretti ai fiori,
restano vuote le buste, restano pieni i boccettini d'inchiostro.
Il profumo no, quello è volato via
come la chioma degli alberi d'Autunno.
Chi ci ha rubato la Dolcezza e la voglia di osare?

 
 
 

( Dedicato al mio Domani)

Post n°17 pubblicato il 06 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 

C'è scritto lì, sul muro imbiancato dal Sole e dal Sale in una via sporgente sulle scogliere di Vento e Prato, già in parte coperto dall'edera abbraccia-alberi cresciuta un po' per caso, un po' per la curiosità di scavalcare quel muretto, imbiancato dai riflessi di schiuma delle onde e dalla carezza fredda della nebbia. C'è scritto il luogo in cui, pietra per pietra, è cresciuto quel muretto, e la casa che dorme nel suo abbraccio, e nel bacio sensuale del prato e dei suoi profumi.
Cresciuto o nato per caso, come nascono i sentieri delle montagne o i sogni sereni degli innamorati: con il solo motivo di portare con sé i passi e i sonni dei nostri corpi e dei nostri cuori. Ed è davvero un muro bambino, quella bella striscia candida sulle scogliere di Vento e Prato, con tutti i suoi vasi colorati e i nidi delle rondini, e la campanella per far parlare la prima brezza e l'ultimo soffio di grecale. Un muro di giochi e di rincorse, un segno di gesso per le navi che passano e lo guardano, lontane.

C'è scritto lì, su quel muro, il nome di un luogo e di una casa. C'è scritto perché si rincorrono le onde anche d'Inverno, e perché il tramonto arrossisce negli occhi della Luna. Ma se scosti un po' la buffa porticina di legno scuro - chissà quale marea l'ha portata, tra bauli e vele naufragate - lo vedi subito, che quel muretto non è un recinto di sassi ma una cornice di tela e di colore. E ci vuole coraggio, o un po' di follia, a valcare la soglia, con tutti quei fiori, e i tremiti dei pini al frusciar di ali, e le rotte irripetibili delle farfalle, e le pozze dei riflessi, e le matite sparse un po' ovunque. Perché ogni casa dovrebbe avere la sua matita, per fare il ritratto a ogni mattino.
E ogni mattino ha poi la voce di quelle onde e della loro spuma, e il sapore aspro del mare respirato da lontano, il bagliore accecante di quell'immenso lenzuolo turchese increspato dall'amore delle Sirene e dei Tritoni. E ogni mattino la porticina di legno scuro si apre, e la campanella suona dolcemente, che quasi non si direbbe avere così tante note tenute dentro. Ed è Alba, prima ancora che l'orizzonte diventi rosa.

Ed è così che mi vorrei svegliare ogni mattina, io con il mio nome scritto sulla tela dei miei pensieri, a cingere il giardino dei miei giorni e di ciò che sono. Ed è su quel mare ora distante che vorrei far nascere l'Alba, e a ogni risveglio rivederla più bella, nei riflessi delle sue carezze, nel sussurro del suo richiamo. Con le navi che passano lontane sulle loro rotte, a vedere quella striscia di gesso abbandonata sul ciglio delle scogliere, senza un nome, senza un segno sulle carte.
E ci vuol un po' di coraggio a valcare la soglia del mio giardino, con le matite sparse un po' ovunque. Perché ogni cuore dovrebbe avere una matita colorata per fare ritratto al "Tu" di ogni mattino. Ma c'è scritto lì, sul muro delle mie emozioni, imbiancato dal Sale delle Lacrime e dal Sole dei Sorrisi, c'è scritto chi sono, c'è scritto il rossore dei miei tramonti.

E aspetto l'Alba, prima ancora che l'orizzonte si vesta di Rose.

 
 
 

Album

Post n°16 pubblicato il 05 Settembre 2007 da SospiroDelVento
 

Mi piace scivolare nell'incanto mai eccessivo di un attimo, in quel preciso istante in cui i colori dei volti e dei luoghi intorno si incontrano e si fissano nella giusta inaspettata scena. Sfocata sui lati, come in un ottimo film dai toni caldi.
Mi piace stupirmi nella carezza di uno sguardo, cercarlo disegnando le linee di vie, di finestrini, di panchine di Aprile. E anche adesso che aspettiamo la carrozza infuocata dell'Autunno respiro l'aria e i luoghi come se si vestissero del nuovo Sole, anziché i veli piovosi di Ottobre.

E' il tempo del ritorno ai ritmi di ogni giorno, il periodo in cui si ritrovano gli amici sconosciuti di sempre, quelli che aspettano con te il prossimo treno, che a viaggiarci insieme è come prendere una nave con tutte le sue storie. E i suoi volti. Ognuno con scritto in un bel corsivo graziato il proprio romanzo, che a saperci leggere si resterebbe un po' impauriti... per quel senso di immenso che la Vita custodisce, sconfinata levatrice di sogni.

Mi piace ritrovarmi sulla tela di questo quadro, ora che il tempo si riprende i suoi istanti, ora che ricomincia il quotidiano. Perché proprio qui è bellissimo meravigliarsi di ogni piccola nuova sfumatura, comparsa per caso nella ripetuta scena dei nostri gesti solo apparentemente banali.
E' bello essere vivi, e avere occhi per compiacersene.

 
 
 

Novecento

Post n°15 pubblicato il 27 Agosto 2007 da SospiroDelVento
 
Foto di SospiroDelVento

Puoi sederti qui, c'è posto anche questa sera accanto al mio silenzio.
Lo so,
avevo promesso che non avrei più guardato il mare dal ponte freddo di questa nave,
che sarei sceso a scegliere un quartiere e una via,
senza un pianoforte
e la sua malinconia, quel Preludio di un sorriso bello come le speranze della gente.
Puoi sederti qui, perché anche questa sera c'è posto per il mio silenzio,
E se guardo il mare non è per fuggir via lungo le sue onde,
per scappare da un coraggio che mi manca e passar la Notte cercando di restare come sono.
Da una nave si possono anche far domande
e metterle in una bottiglia e vederle galleggiare
oppure sussurrarle piano piano perché qualcuno le possa sentire.
E allora spero che tu ti sieda qui
così sussurrerò più forte
non domande, né le Ninna Nanne per le mie mani vuote
ma tutte le lettere del tuo nome, a una a una
e se anche non le conosco le posso immaginare, come si immagina dove porta questa nave
come si sogna il porto in cui attraccare.

Le promesse sono il titolo che diamo a ogni domani
e domani scenderò da questa nave, e avrò il mio quartiere e la mia via,
e non sarà strano trovarti in ogni nuovo Sole
e nei primi sguardi delle Stelle.
Potrai sederti qui, ogni sera accanto al mio respiro, leggervi il tuo nome.
E avrai le mie onde e i miei silenzi resi muti
e le bottiglie ormai arrivate a riva. Vuote.
Lo so,
avevo promesso che non avrei più guardato il mare dal ponte freddo di questa nave.
Ma l'Orizzonte è troppo grande per starci in un oblò,
e io non posso fare a meno di vederti arrivare.


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La Finestra nel Prato

Post n°14 pubblicato il 26 Agosto 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Passi

Si può viaggiare in tante direzioni e con i tanti mezzi di cui disponiamo. Si può viaggiare verso ovest come un Sole che si inchina alla sua Notte, si può correre su autostrade fatte di volti e di valigie, o volare sul tappeto arabescato della propria fantasia. Si può far viaggiare viaggiando, come sistemi solari che, trasportati nel moto della propria navicella-galassia, giocano a far correre i pianeti lungo le proprie piste invisibili... Si può viaggiare trasportati lungo i paesi e nazioni, ma al contempo far viaggiare i pensieri ancor più veloci, ancor più distanti, anche se poi non è che poco più in là della finestra di un finestrino.

E io ci sono stato a lungo, riflesso nel mio finestrino mentre asfalto e automobili sfrecciavano intorno. E ho attraversato paesi e nomi stranieri di città e direzioni, e ho pensato a dove stavo guardando, a dove mi stavo portando... e vedevo le linee colorate di una mappa e i pallini certi e precisi con i nomi accanto... ma fuori c'erano monti e prati, e pareti di legno e porte dipinte, e brume dei campi e mandrie disperse come chiazze di fiori, e poi abeti, e ricami di ombre, e colori a pastello e la luce disegnata di polvere. E c'erano i paesi, ognuno con la propria ora sul campanile... e quello era il paese del primo mattino, quello era il villaggio del tardo pomeriggio...

Nessuna mappa o nessun racconto riporta il segno di queste cose e nessun itinerario può regalarti lo stesso paesaggio di ciò che sta dentro l'Anima di ciò che vogliamo guardare.
C'è una Finestra che si apre dall'interno del nostro sentire, con un lato dalla parte del finestrino del nostro viaggio, e l'altro in mezzo ai fili verdi dei pascoli e dei sottoboschi che ci scorrono accanto.
E' la Finestra nel Prato, il Lucernario magico del percepire.

E a volte basta un viaggio o un finestrino, per scoprire che il quadro in cui viviamo è semplicemente stupendo.


__

 
 
 

Haja O Que Houver

Post n°13 pubblicato il 14 Agosto 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Passi

Una dedica ai miei pensieri, senza un nome, senza un volto. Emozioni che sgorgano da sole e non chiedono altro che il loro spazio.

Haja o que houver
eu estou aqui
Haja o que houver
espero por ti
Volta no vento
Ó meu amor
volta depressa
por favor

Há quanto tempo
já esqueci
Porque fiquei
Longe de ti
Cada momento

é pior
Volta no vento
por favor

Eu sei, eu sei
Quem és para mim
Haja o que houver
espero por ti

Sia quel che sia

Sia quel che sia
io sono qui
Sia quel che sia
io aspetto te
torna nel vento
mio amore
torna presto
per favore

da quanto tempo
ho dimenticato
perché sono rimasto
lontano da te
ogni momento
é peggiore
torna nel vento
per favore

lo so, lo so
cosa sei per me
sia quel che sia
io aspetto te

(MadreDeus)

 
 
 

Inversi

Post n°12 pubblicato il 08 Agosto 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Passi

Oggi il cielo è all'inverso.
Mi porta via le emozioni che mi fanno vivere e mi regala quelle che mi faranno crescere.

E anche il sorriso è all'inverso.
Mi fa sorridere di momenti di lacrime e del loro avvenire e mi ruba l'incertezza dei momenti di gioia.

Ed è in questo essere all'inverso che non si vede più
il confine tra sentirsi inadatti
e sentirsi intensi.

Vorrei sentire le cose come un tempo e vederle diventare domani.
Invece il mio adesso è all'inverso,
e non vedo più il confine tra voler cambiare e voler trasparire.

 
 
 

Il mondo delle piccole cose

Post n°11 pubblicato il 01 Agosto 2007 da SospiroDelVento
 

Colonna Sonora di queste parole: Blade Runner, le note di Vangelis. Aperture verso luci e scie di un ritmo freddo ma vissuto, discese rapide come cascate di informazioni o voli liberi di piume e di vesti che il futuro non ha reso meno sottili e sensuali. Note che scivolano come maree di pensieri e immagini, ritmi e pause, quasi respiri. Fino alla sua voce: Rachel, il legame malinconico che spiega il valore di una vita e delle sue diapostive.

Non so nemmeno perché ho preso questo CD dallo scaffale. Non era davvero l'ambientazione cyberpunk a far suonare le mie note. Ma in fondo ci sta... perché l'opera di Vangelis è prima di tutto sensazione, probabilmente la musica che più amo, che sta in cima ai miei gusti. E un po' c'entra, perché nei miei pensieri c'erano la magia e la fantasia... e come sempre mi sono seduto qui a scrivere senza voler dire, ma per mettermi allo specchio dei tuoi occhi, di te che leggi, e così raccontarmi ancora un po'.

Stavo scrivendo qualche frase a una persona cara, per porgerle solo un saluto, un cortese ma sentito sorriso per il rientro dalle Vacanze. Parole serene e per certi versi "leggere" che poi, magicamente, si sono trasformate in una scena... un'emozione di quelle scritte a lettere sfumate e colorate, di quelle che profumano così tanto di Anima e di Animo.
Ecco la magia che avevo in mente quando ho preso il CD dallo scaffale: chiudere le mani come per custodire un segreto e non tenere dentro che aria, ma crederci così tanto - che quelle mani siano una culla di emozioni, che quelle mani ne stiano tenendo delicatamente un'altra - da sentire il bisogno di guardarci dentro.Come bambini che sporgono i loro occhioni dalle finestre pastello di una casa di bambola, o attraverso le portiere di un'automobilina... per guardarci dentro e vederci oltre.
L'abbiamo provata tutti, quella sensazione di guardare il piccolo mondo dei nostri balocchi, di avvicinarci sempre di più come a voler diventare noi stessi altrettanto minuscoli, come a volerci mettere i piedi in quel mondo per noi tanto magico. E poi... l'incantesimo: quel mondo che improvvisamente va oltre il nostro sguardo... e la nostra Fantasia che lo ridipinge. E allora non esiste più solo l'interno della casa di bambola, con i suoi letti da principessa e le sue stoviglie in latta luccicante... non esiste più il sedile imperfetto dell'auto, non esistono più il volante e le tracce dei pedali appena in rilievo sulla scocca... La Fantasia ci mostra la scena principesca di un banchetto, o la tranquilla vita famigliare in stile coloniale... o il pilota avventuriero alla guida di un'auto imbattibile.

Magia e Fantasia. Vanno spesso a braccetto quando guardiamo le piccole cose. Quelle colorate a pastello e quelle appena abbozzate o solo suggerite. E così ho provato a chiudere le mie mani e a guardarvi dentro... immaginandovi emozioni e quotidianità, e altre mani che tenevano le mie, e passi sulla spiaggia e corse controvento. Ho guardato dentro e provato a sentire di più il mio cuore.

Ogni cosa, ogni piccolo petalo di fiore tenuto sul palmo e guardato da vicino, è il semplice pretesto per far correre Pensieri e Sensazioni. E in questo modo si leggono gli istanti per tenerli un po' con sé. Ed essere più vivi o semplicemente più veri... perché, come quando eravamo bambini, è nelle piccole cose che vediamo i grandi giardini della nostra gioia.

E in fondo questa musica di Vangelis ci sta davvero bene.

 
 
 

Promenade

Post n°10 pubblicato il 28 Luglio 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Passi
Foto di SospiroDelVento

Suonatori.
Su creste e in mezzo ai giganti di nebbia loro passano, ciuffi d'erba e sassi sotto le ruote che vanno. Viaggiatori.
E non un punto da cui si parte. E una meta che si conosce per nome e di cui non si immagina il viso.
Sale, la strada, sale e tu lì a spingere cavalli che si fanno spazio nel freddo e nel primo pomeriggio della bruma. Alti, case intorno e alberi, poi un bivio che riporta i pensieri alla quotidianità, dove scegliere è un attimo.
Viaggiatori. Vuol dire anche uno al timone e uno al suo fianco a suggerir la rotta. Vuol dire vedere il tempo passare e il mattino farsi giorno. Poi improvvisamente la strada diventa unica e non battuta. Sassi e ciuffi d'erba sotto le ruote che vanno.
Silenzio, domande, paure ma anche il conforto di chi siede accanto.
E fuori sempre più nebbia, sempre più rocce, sempre più alto. Monti. Strade di Cannoni e di Muli, gallerie che sono un po' casa un po' monito di passi da fare attenti.
E poi la neve. la musica dei flauti e delle ghironde è ora inopportuna. A parlare è la voce che fa paura, dei monti e dei loro fianchi, dove anche solo un animale lontano sarebbe conforto. E invece c'è silenzio e il pomeriggio che si fa buio di tormenta. E fuori sempre più alto, sempre più Vento, sempre più neve.
Ci vuole coraggio, per viaggiare. Oppure un cuore a cui dire "Ho un po' paura ma se tu ci sei viaggiamo".
Alto, Vento, silenzio. Costa del cielo e spiagge di prati.

Sono stato in alto, tra quelle Nuvole e la Neve che impauriva le braccia e le ruote, tremori e sguardi che pensavano ad altri tempi. Ai tempi dei Banditi, quando viaggiare era musica, e la musica era conforto. Ma non era fuoco di casa.
Sono stato in alto, su una strada verso un mare di nuvole. E ho avuto paura di fermarmi. Ma non è fermarsi a far paura, bensì il timore di non essere voluto, da un monte che ti urla contro ma non ti ferisce. Quasi a dirti che sei solo un Viaggiatore, solo un Suonatore. Che il tempo per le danze è antico come quelle strade, ma il tempo della Vita è assai più vecchio.

Suonatori. Cantano il viaggio di un tempo. Fiocchi di Neve e gelo di paura, sottoboschi di silenzio e sentieri di speranza. E al fondo le luci del paese.

 
 
 

Le Vie dell'Incanto

Post n°9 pubblicato il 24 Luglio 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Io

Vorrei lasciarti d'incanto, e osservare le parole stupite ed emozionate del tuo sguardo, leggerle nel mio volto specchiato in te, vorrei far scivolare brividi di rugiada nei pensieri e far tremare gli aghi di pino, vederli cadere come il mantello di una sacerdotessa nuda per amare la luna e le stelle prigioniere di uno stagno.
Vorrei suonare pizzicando corde e respirando legno di flauti e di ghironde, per la fragile semplicità di sentirne il riverbero in una stanza o tra le pareti invisibili di un prato colorato d'impressioni.

Arpe, fatte di gocce di musica e di danze di dita, di occhi chiusi a immaginarne il dopo, a incontrare la prossima nota e quella dopo ancora. E' suono, è pausa, è silenzio, è presenza. Vorrei lasciarti d'incanto in una seduzione di sensi, tra pennelli neri d'oriente delicati come sguardi di farfalle, e i loro segni di seta a tracciare viaggi sulla pelle e sulle parole, tra vibranti arpeggi a note basse per sentirsi invasi e un po' sconfitti.

E penso a tutto ciò che trattengo negli sguardi, o lascio correre sul campo candido di un foglio o di una tela, o invito a danzare in una musica suonata al Vento. E penso al pubblico di domani, quei tuoi occhi e quelle tue mani. Pazienti insegnanti della mia armonia i primi, sapienti vestali del fuoco delle mie emozioni le altre.
E qui che è tutto passioni e pause, e cascate impetuose di racconti e di parole, proprio qui ora scrivono ancora i miei pensieri, dettando lo spettacolo per te soltanto, inventandone la scenografia, e i costumi e le quinte da cui uscire per la bellissima meraviglia di un tuo sorriso. Sorpresa.

Vorrei lasciarti d'incanto e per farlo non ho che parole e musica e colori, tenuti in un astuccio che ha il mio nome, i miei ricordi e i miei domani. Non ho che ciò che sono ed è nulla più che tutto ciò che ho. Ma è il mio piccolo, magico incanto, lo spettacolo semplice di un cuore un po' bambino un po' guerriero, fatto di sangue e di passione, di tubetti di vermiglio e drappi setati di poesia.

Incanto. E' un po' di magia da sussurrare col suo vero nome tra sguardi e braccia.

 
 
 

Pagine di me

Post n°8 pubblicato il 20 Luglio 2007 da SospiroDelVento
 
Tag: Io

A te che leggi racconterò un po' delle pagine di me.
Le leggerò ad alta voce, come si fa con i libri che si conoscono bene e di cui ci si compiace ad ascoltarne il suono, perché è poi un po' il suono della propria voce e quindi anche il timbro inconfondibile di ciò che si è.
A dir la verità tra quelle pagine non c'è un vero inizio, un punto inequivocabilmente "prima" di qualsiasi altro poi. E nemmeno un punto in cui l'autore sia andato a capo.
Fluire, è questo il verbo che mi porto appresso; e Fluire è divenire senza soluzione, trasformarsi in tutto senza cessare di essere "quel poco che basta", quel pizzico che da il sapore e che non pretende di essere altro che lo spruzzo di colore in un prato tutto uguale. Il Vento fluisce, e per questo mi piace. Per quel suo andare senza pretese, ma con la sicurezza di muoversi, di giungere senza davvero arrivare, con la certezza di fermarsi dove c'è più sottobosco o dove c'è un bel giardino, e bambini che corrono e lenzuoli bianchi ad imbiancare la luce del giorno.

Io sono così, e lo sto leggendo ad alta voce. Colorato e veloce negli sguardi e nei pensieri, ma poi subito quieto e lento tra le carezze o nelle note da ballare alla Luna, sfiorati da balconi di marmo o infastiditi da birichini rami di meli e di noccioli. E a guardarle bene queste pagine sono tante scene, ed ogni scena è una partitura. Dolcezza, coraggio, timori, forza, istinto, concretezza, ragione... sorrisi e lacrime.

Questa sera scorro veloce la trama di musica, disegni, immagini e parole... i capitoli delle mie passioni, di quelle che mi hanno cresciuto. E scorro rapido le novelle del Cuore, quelle che a leggerle tutte d'un fiato si resta inebriati, o malinconici come il Vento senza i Tulipani. Salto un po' più in là di dove ho scritto i miei sogni, perché non si può leggere ad alta voce il sussurro inarrestabile dei desideri.
E dunque dove mi soffermo? Su quale pagina, su quale capoverso?
A dir la verità non lo so, perché il libro si è già chiuso... scivolato veloce come questo messaggio, come questa tua visita improvvisa o attesa. E dunque resto qui, con le mie pagine ad alta voce da leggere domani, e un libro che ad aprirlo si scrive poi da solo.

Grazie per la lettura, madamoiselle.

 
 
 

Delusione

Post n°7 pubblicato il 17 Luglio 2007 da SospiroDelVento
 

A volte mi sento semplicemente così. Deluso e Stanco. Insieme... spesso sono insieme questi due gemelli dell'animo, perché a non essere stanchi lo si trova anche un motivo per combattere la delusione, per non sentirla; ma se poi le forze sono un po' più giù - per i ritmi, per le cose da fare o semplicemente per niente di particolare - allora la delusione parla più forte, davanti agli occhi e dritto dentro al cuore.

Delusione di ritmi che non si incastrano, di energie che divagano e si sciolgono nel niente. Sono deluso dai discorsi altisonanti, dai buoni propositi che viaggiano in bolle di sapone, quelli di animi che navigano una rotta senza mèta. Deluso di vedere inventati problemi che non nascono da alcunché, se non dalla voglia di crearli.

Semplicità. L'Amore, gli Animi, gli Entusiasmi dovrebbero essere semplici. E avere la semplicità di raccontarsi, di riconoscersi e di accettare i gesti sinceri, in qualsiasi direzione vadano.
Deluso e Stanco. Di sentire un gran vociare di persone che - ad ascoltarle un po' - sono sacerdotesse dei sentimenti di una volta, del romanticismo e della passione, delle cose belle e del rispetto... di sentire quel vociare e vedere che è solo il gracidio sgraziato di persone egoiste o con troppi problemi tenuti dentro.
Stanco di sentire che questo sesso è materialista e approfittatore e che quell'altro è passionale e profumato... stanco di sentirlo dire da chi tiene coltelli negli sguardi e ferro rovente nel cuore. E deluso di vedere una realtà in cui tutto è bianco o nero, e si fa poi fatica a trovare qualcuno "a colori".

Semplicità vuol dire sapersi accettare. Non prendersi sul serio, ma prendere sul serio gli altri. Avere tanta forza e tanto rispetto di sé da potersi permettere difar cadere inutili e imperfette difese, per dar peso piuttosto a quelle più importanti e sostanziali. Ci si diverte a vivere ruoli, e ci si dimentica di sceglierne uno. Quello che porta il proprio nome.

Deluso e Stanco. Di persone intorno che chiedono l'intero cielo stellato e non ti regalano che artigli e silenzio.

Le Emozioni dovrebbero essere semplici. E l'Amore prima fra tutte. Dovrebbe essere solo e semplicemente sincerità e sentimento. Ma come scusa ci diciamo che è un sentimento complesso, solo perché non sappiamo respirarne gli aspetti più luminosi e... semplici. E semplicità non è dir di sì a tutto, o non porre dei binari... ma percorrerli con ruote oliate e pulite, questo sì.

Ecco. Questa sera mi sento così. Scusate lo sfogo, parentesi dei miei pensieri.

 
 
 
 

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