Creato da namy0000 il 04/04/2010

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Il 2020 appena terminato

Il 2020, appena terminato, è stato difficile, ma grazie a Dio, ci ha donato anche qualche speranza: sono stati gettati semi importanti in un terreno, quello difficile delle periferie e in particolare quella romana di San Basilio, che appariva ormai arido; qualcuno di essi, invece, inizia a germogliare! Quando 5 mesi fa ho iniziato la mia azione civica-pastorale-evangelica nelle strade, sembrava che tutti avessero perso la speranza: cittadini onesti rintanati nelle case, rassegnati a vivere in strade buie; mamme terrorizzate che i loro figli potessero cadere nelle mani di spacciatori o rassegnate a sostenere il malaffare per sopravvivere, giovani privi di alternative, fissi nei loro ruoli di vedette.

 

Oggi le strade sono illuminate, è iniziato un percorso concreto di riqualificazione sociale; la gente, che per settimane ha ascoltato la mia voce amplificata da un megafono, attraverso i vetri delle finestre, inizia ad avvicinarmi e ad aprirsi con me, ha iniziato a capire che c’è qualcuno a cui sta a cuore la sua condizione. Quando di sera recito il Rosario, seguito dagli uomini della Polizia di Stato, quelli che partecipano sono sempre di più.

 

Le persone iniziano a riappropriarsi dei loro spazi, sottraendoli alla criminalità. C’è anche qualcuno che ha deciso di cambiare vita, come C., ex vedetta della droga, ex tossicodipendente, che sta facendo un percorso di cristoterapia, si sta disintossicando e studia per diventare cuoco.

 

La strada da percorrere tuttavia è ancora lunga. È indispensabile, per portare a compimento ciò che abbiamo iniziato, il lavoro sinergico di tutti, e mi auguro che il 2021 sia l’anno della svolta.

 

Da un lato c’è lo Stato, che non può abbandonare i suoi cittadini. L’assenza di politiche lungimiranti e inclusive nelle periferie favorisce la crescita della criminalità, e lascia liberi spazi che vengono conquistati dai malavitosi. È inaccettabile che la ‘ndrangheta, che qui assoggetta il territorio, gestisca lo spaccio di droga e che le consorterie criminali gestiscano l’occupazione abusiva, così che la povera gente sia costretta a pagare migliaia di euro per avere una casa! È inaccettabile che si tolleri in silenzio la militarizzazione a cui i pusher avevano sottoposto quest’area, vessando i suoi cittadini onesti! È impensabile che i ragazzi di questo quartiere, in cui solo 1 abitante su 10 è laureato, in cui il tasso di disoccupazione è quasi il triplo rispetto a quello dei Parioli, che non ha biblioteche, non debbano avere le stesse opportunità di chi vive altrove! Occorre trasformare una borgata a circuito chiuso, che non comunica con il resto della città, in un luogo diverso, aperto e vivibile. Le periferie d’Italia non devono più essere enclaves segnate da diseguaglianze e disagio.

 

Dall’altra c’è la Chiesa, che non può dimenticare il suo ruolo educativo. I suoi ministri, con un’azione complementare a quella dello Stato, devono fare di tutto per scardinare la cultura dell’illegalità, ancora insita in troppe persone, e diffondere la cultura della vita. Occorre tenere sempre a mente il monito di papa Francesco, che parla di Chiesa “in uscita”, il cui principio pastorale è nell’incarnazione di Gesù Cristo, via, verità e vita nuova, una Chiesa che realizza un’azione evangelica concreta che si pone come punto di riferimento nei quartieri – soprattutto quelli periferici – e raggiunge anche quanti sono lontani dalle parrocchie e dalla vita cristiana, che realizza il messaggio scomodo del Vangelo, che ci chiede di “stare in trincea”, di “sporcarci le mani” e far avvertire la nostra presenza, anche fisica, a chi si sente solo e inascoltato. Fondamentale è il ruolo di parrocchie e oratori.

 

Infine ci sono i cittadini. Uno dei sogni più grandi che ho nel cassetto è una società in cui tutti tengano ben a mente il dovere di esercitare la cittadinanza attiva, di mettersi in dialogo con le istituzioni, di dare il proprio contributo nell’attivare processi di legalità. Il ruolo di tutti i battezzati nel quartiere è determinante perché sono portatori sani di legalità e devono agire illuminati anche dai principi cristiani: nel documento Educare alla legalità si dice chiaramente che l’omertà non è un’attitudine cristiana.

Il crimine non può essere sconfitto solo dalle forze dell’ordine; a seguito di un certo numero di arresti, le associazioni si riorganizzano e, in un certo senso, le operazioni di polizia sono spia del fallimento della prevenzione del malaffare in un territorio: solo un radicale cambiamento della mentalità e della cultura può fare la differenza. Martin Luther King diceva: «Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti» (FC n. 1 del 3 genn. 2021)

 
 
 
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