Post n°2943 pubblicato il
24 Febbraio 2019 da
namy0000
L'esilio e la promessa /16. Sfiorando e toccando l'eternità
Luigino Bruni, Avvenire, sabato 23 febbraio 2019
Dove sarà quella vita che avrei potuto vivere e non vissi...
Dove l’àncora e il mare,
dove l’oblio di essere chi sono?...
Inoltre penso
a quella mia compagna
Che mi aspettava
e che forse mi aspetta
Jorge Luis Borges, Ciò che è perduto
Quando cade il velo delle illusioni e finalmente ci incontriamo con la nuda realtà, nostra e della vita, inizia un tempo di autentica provvidenza, quasi sempre nascosta sotto un involucro di dolore. Comincia un tu-a-tu intimo e immediato con la propria anima e con i suoi abitanti (inclusi i demoni). Tutte le ambivalenze, le ambiguità, i grandi e piccoli compromessi e peccati del passato si impongono con una loro forza propria e invincibile. Ci parlano e, con una autorità fino ad allora sconosciuta, ci chiedono e pretendono verità. Ci svegliamo improvvisamente da un sonno profondo nel quale eravamo caduti senza saperlo né volerlo, e si apre una nuova fase della vita, spesso migliore. Perché per toccare le salvezze vere occorre raggiungerle oltre le illusioni e consolazioni che schermano la condizione ordinaria della vita. In alcune esistenze questi momenti arrivano una volta sola, ed è quella decisiva, perché è l’ultimo appello. Lì siamo chiamati con il nostro primo nome; ci voltiamo di scatto e rispondiamo ancora, sapendo però che sarà l’ultima volta, perché quel primo nome sta morendo per risorgere.......