Viburno rosso

Prove di vita adulta2

E così oggi, approfittando del fatto che ero ancora a questo mondo, si è saliti in montagna a 1200 metri per la giornata finale del campo avventura, grande pranzo sull’erba e rientro alla base.

I gufetti ci hanno accolto nei loro vestiti più puliti, che pure al mio occhio di madre con elevato grado di tolleranza allo sporco sembravano orrendamente lerci.

Hanno cantato in coro, ci hanno coinvolto in attività di socializzazione tra adulti mascherate sotto forma di un'interminabile caccia al tesoro, e ci hanno ricordato l’importanza della collaborazione se si vuole arrivare al traguardo (infatti la nostra squadra è arrivata ultima, ma sinceramente trovare un disco degli Abba in mezzo alla brughiera abruzzese non era opera delle più semplici!).

Poi hanno apparecchiato i tavoli nel piazzale all'aperto, ci hanno raccontato dei falò attorno al fuoco e delle prove di coraggio per diventare veri pirati, e che ad istrice è pure toccato andare a piedi al buio da solo fino ai margini del bosco e tornare indietro senza avere paura. E per superare la prova non bastava dire di non avere avuto paura, ma bisognava non averla avuta veramente, e lui è stato così coraggioso e stupito di avercela fatta che alla fine si è messo a piangere per l’emozione.

E poi di nuovo canti accompagnati dalla chitarra, biliardino, tanta acqua che il sole a 1200 non si sente, ma picchia giù duro e alla fine lacrime e guance rigate di terra!

Tutto questo è stato possibile ad un costo molto contenuto grazie all’impegno di due giovanissime psicologhe (e ovviamente del loro prezioso gruppo di collaboratori) che da due anni cercano, tra millemila difficoltà, di creare un polo di aggregazione e partecipazione in un quartiere alla periferia della Capitale.

Grazie ragazzi!

PS: E siccome son madre di pirata, vado a prepararmi un piano B!