Creato da viburnorosso il 02/06/2011
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Microscopiche felicità

Post n°333 pubblicato il 26 Ottobre 2013 da viburnorosso

 

Non fermano il cuore, né lo accelerano abbastanza da fargli inseguire un desiderio.
Non scombinano l’ordine, non mettono pace nel disordine.
Insomma, non cambiano certo la vita.

Troppo esili per essere trattenute, ma appariscenti quel che basta per non passare inosservate.
Illuminano l’esistenza come il flash di una macchinetta fotografica, che immortala la torta un attimo prima che il festeggiato soffi sulle candeline. O un attimo dopo.
Fuori tempo utile per un solo istante. Così da lasciare la sensazione che sarebbe bastato uno scatto ad afferarle.

Non servono quasi a nulla. Se non che a rendermi consapevole della fragile inconsistenza delle cose che hanno il potere di accendermi un sorriso.

Ieri, per esempio, me ne è capitata una. Una microscopica felicità, capace di inondare di luce il tratto Piramide-Marconi.
Sono uscita di casa con il solito irrecuperabile ritardo, e invece di accumularne altro, come la meccanica del traffico impone, sono arrivata alla metro con 10 minuti di inspiegabile anticipo.
Sono riuscita a prendere la corsa precedente alla solita e alla fermata Piramide è salito il mio musicista ambulante preferito, un bravissimo chitarrista sudamericano che incrocio da anni ma putroppo assai di rado, e che in virtù di questa rara ma felice combinazione, coerentemente con il mio apotropaico razionalismo, ho inserito da tempo tra i segnali di buon auspicio per la giornata.  

Non so come faccia, ma quell’uomo riesce sempre a indovinare la musica che mi suona dentro:

Canta, canta, canta que tu dicha es tanta que hasta Dios te adora
Canta, canta, canta palomita blanca mientras mi alma llora

 

 

 

 
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Commenti al Post:
sciarconazzi
sciarconazzi il 26/10/13 alle 11:36 via WEB
Il buongiorno si vede dall'Azteco.
(Rispondi)
 
odisseando
odisseando il 26/10/13 alle 12:47 via WEB
bellissimo.
[però magari è un inca]
(Rispondi)
 
 
viburnorosso
viburnorosso il 26/10/13 alle 14:40 via WEB
Bellissimo, concordo anche io!
Ed è comunque un Atzeco, perché in quella posizione serve un trisillabo piano (o parossitono, che dir si voglia). Non lo dico mia io, ma la ritualistica apotropaica degli auspici beneauguranti.
(Rispondi)
odisseando
odisseando il 26/10/13 alle 12:48 via WEB
dacci er segreto di questa bio-energetica rilassatezza ontologica.
aiutano i trasporti affettivi che non si sono interrotti?
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 26/10/13 alle 14:43 via WEB
Per "trasporti affettivi che non si sono interrotti" intendi forse la MB, in quei rari giorni di funzionamento continuato e senza interruzione?
Bè, sicuramente danno il loro bel contributo all'ontologica bio-energetica rilassatezza.
(Rispondi)
zerorez
zerorez il 26/10/13 alle 18:24 via WEB
[...] Y me muero por volver. Y volver volver vooolveeeeeer a tus brazos otra vez, llegaré hasta donde estés yo sé perder, yo sé perder, quiero volver, volver, volveeeeeeeeer. Tanto per citarne un'altra (fin più bella)
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 28/10/13 alle 00:31 via WEB
è vero, è bellissima anche questa! una di quelle canzoni che quando le senti ti accorgi di essere un cinico molto sentimentale!
(Rispondi)
partiellement_Vu
partiellement_Vu il 28/10/13 alle 15:37 via WEB
in una delle ultime occasioni che presi gli "auti" (lo ricordo perché, tacci-de-pippo, grippai il motore e rimasi appiedato per tre giorni!), al rientro verso casa mi imbattei in un rom sulla cinquantina (sul suo apolidismo sono abbastanza certo, mentre sull'età nutro qualche dubbio, giacché i rom mostrano una condizione fisiologica e fisiognomica che si evolve secondo una legge non allineata a quella biologia) che, salito educatamente dalle porte posteriori del 60, iniziò subito a raschiare le corde del suo violino con un archetto, oltremodo provato dai suoi numerosi trasbordi, per riprodurre qualcosa di vagamente somigliante a 'o sole mio.
al di là del fatto che lo avrei pagato per farlo smettere, il personaggio mi rimase impresso per la straordinaria dignità con cui si presentava alla sua platea improvvisata: una giacca semilisa ma linda ed il viso perfettamente rasato sono le cose che mi rimasero più impresse e che, tutt'oggi, ricordo volentieri.
un pò come dire che, certe volte, il sole sorge da dove, e quando meno, te lo aspetti.
(Rispondi)
 
partiellement_Vu
partiellement_Vu il 28/10/13 alle 15:37 via WEB
minchia, m'è venuto fuori un post! scusa :(
(Rispondi)
 
 
viburnorosso
viburnorosso il 29/10/13 alle 10:27 via WEB
In quanto mio correttore ufficiale di refusi, puoi dilungarti come e quanto vuoi, Vu!
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 29/10/13 alle 10:27 via WEB
Conosco praticamente tutti i suonatori ambulanti che si esibiscono sulla tratta rebibbia-marconi della MB, compreso l'indiano che fa le magie. Di ognuno immagino le storie, tanto oramai mi sono familiari. Ognuno ha una sua dignità e coerenza.
La tua chiusa finale mi ha fatto venire in mente il finale di "Ecce bombo".
(Rispondi)
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 28/10/13 alle 17:25 via WEB
piccole coincidenze che ti ri-donano il sorriso:))bello!!come l'arcobaleno dopo la pioggia, lo vedi migliaia di volte ma riesce sempre irrimediabilmente, a sorprenderti e a farti riaffiorare un sorriso sognante..
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 29/10/13 alle 10:29 via WEB
Ti rivelo una cosa sottovoce: io sono razionalisticamente scaramantica, e da quando ho deciso che incontrarlo porta fortuna, non posso che accoglierne l'incontro con un sorriso.
(Rispondi)
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