È stato in un momento di confidenze e tenerezze che gli ho estorto la spontanea confessione.
Il trucco è di essere insistenti senza dare l’impressione di esserlo.
Insomma, delicatamente martellanti, lievemente ossessivi.
E sfinire la preda col sorriso sulla bocca.
- Senti, ma in classe chi ti piace delle tue nuove compagne? Dai, che me lo puoi dire!
- Che sei matta? Non mi piace nessuna!
- Hai girato la testa dall’altra parte, quindi vuol dire che qualcuna ti piace. Su, su, dimmelo!
- Non mi piace nessuna. E poi piace non mi pare proprio la parola adatta.
- Vedi? Allora vuol dire che c’è una che ti piace.
- Casomai mi intriga!
- Ecco, lo sapevo, ti piace una compagna di classe!
- Ti ho detto che mi intriga!
- Giusto, ti intriga – [non bisogna dimenticare che nel tentativo di estorcere la spontanea confidenza è fondamentale blandire l’interlocutore, assecondandolo nelle sue misogine scelte lessicali. Del resto stiamo pur sempre parlando di femmine] – E dimmi un po’, chi sarebbe la fortunata?
- Non te lo dico.
- Dai, non lo dico a nessuno!
- Giura prima!
- D’accordo! Te lo giuro sul canguro! Ora dimmelo!
- È $%&$$%£$&$/*.
- $%&$$%£$&$/? Ma dai! Ma non è quella che è arrivata in finale contro di te alla gara di verbi? Quella che volevi giocarti il “passo” alla domanda difficile, così toccava a lei rispondere e perdeva?
- Esatto!
- E meno male che ti piace!
- Uffa! Ti ho detto solo che mi intriga! E comunque lo facevo per strategia. Così non capiva che mi intriga e vincevo pure la gara di verbi.
- Ma tu sei diabolico! Senti, però all’uscita di scuola me la devi far vedere?
- Non posso che sennò poi gli altri mi scoprono.
- Allora facciamo così. Io cerco di capire chi è: quando ci passa davanti ti faccio la domanda segreta, e se ho indovinato, tu mi rispondi di sì!
- Perfetto! Certo che pure tu sei diabolica mamma!
Il giorno dopo all’uscita di scuola sono concentratissima: tengo il mio rilevatore di fermenti ormonali preadolescenziali al massimo; di fronte ad uno zaino rosa che cammina giusto due passi dietro al Gufetto l’allarme acustico inizia a suonare con insistenza.
Si tratta di uno zaino molto rosa. Sospettamente rosa. Di un rosa direi quasi intrigante!
Deve essere lei: devo solo avere la conferma!
In quell'istante mi rendo conto però che ai miei neuroni deve essere scaduto il permesso di soggiorno, perché si sono dileguati come gli ambulanti davanti alla metro Rebibbia quando vedono arrivare le guardie: non c’è verso infatti di ricordare la domanda segreta!
Nel frattempo lo zaino ci raggiunge, ci supera, e si ferma davanti a noi a parlottare con zaini di altri colori altrettanto intriganti. Riesco solo a dire:
- Ma te la ricordi la frase in codice?
- Sì! - mi risponde prontamente il ragazzo, che indubbiamente è sveglio più di quanto io sia diabolica.
Ci mettiamo a ridere di una risata complice.
Mentre torniamo a casa poi mi chiede:
- Ma mi fai anche le patatine fritte?
E come in un lampo ripesco dalla memoria la frase segreta.
- Ti vanno i wurstel stasera per cena?
Oramai troppo tardi per risolverci un intrigo sentimentale, ma ancora in tempo per decidere cosa preparare per cena!
*Nome di fantasia per tutelare la privacy della fanciulla e garantire la salvaguardia del simpatico marsupiale australiano.
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