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Messaggi del 03/12/2013

Di credenze, spiritualità e altre questioni (ma alla fine la fede illumina la via. E comunque il buon Fonzie ha sempre ragione)

Post n°345 pubblicato il 03 Dicembre 2013 da viburnorosso

Durante gli anni dell'adolescenza, quando ci si tiene aggrappati a rigide convinzioni per non farsi travolgere dalla deriva ormonale-emotiva,  avevo deciso che ero atea.

Poi questa convinzione era sfumata in un più opportuno agnosticismo.
Fino a che, un po’ di tempo fa, ho sentito crescere di nuovo il richiamo della fede.
Dicono sia un effetto dell’età.
Fatto sta che negli ultimi anni mi sono avvicinata con fervente convinzione al politeismo: scappata dal dogma, ho trovato rifugio nel mito.   
Credo infatti in un mio personale Pantheon pagano popolato tanto da esseri ostili quanto da divinità inaspettatamente amiche.  
Penso di avervelo già raccontato, ma vorrei tornare sull’argomento, perché questo Pantheon è concepito come un’entità in divenire, che si arricchisce di giorno in giorno di nuove presenze divine, grazie alle quali riesco a trovare il senso profondo della vita.

Gli dei infatti trascorrono la loro atarassica esistenza nella distaccata contemplazione delle umane fragilità, nell’attesa dell’attimo in cui poter scagliare il loro dardo (se schierati nella fazione delle divinità annoiate e beffarde), o di porgere in soccorso  la propria mano (se collocati nell’empireo delle divinità propizie). Inutile che vi dica che i primi sono di gran lunga più numerosi dei secondi, nonostante cerchi di guadagnarmi il favore di quest’ultimi con riti propiziatori e apotropaici.
Perciò è di costoro che vi parlerò.

Il più annoiato e perfido di tutti è ovviamente il Dio del Traffico: riesce a piazzarti un ingorgo lungo la strada il giorno esatto in cui hai accumulato un ritardo irrecuperabile e hai un disperato bisogno di arrivare puntuale. Se provi a cambiare strada e capisce che vuoi fregarlo, quello ti segue con sguardo implacabile ed è capace di materializzarti davanti il camion per la raccolta dei rifiuti ingombranti o la macchina della scuola guida.
È anche assai beffardo, perché se un giorno si accorge che sei uscito con grande anticipo, ti fa trovare la strada sgombra come manco una prateria del Wyoming.

Comunque il Dio del Traffico è una presenza consolidata nella mia esistenza cittadina, e oramai quasi non lo noto più. Passiamo invece a divinità che pur essendosi rivelate più di recente,  in quanto a perfidia non sono seconde a nessuno.

Circa un mese fa, per esempio, ha fatto la sua comparsa la Dea del Collant (nota nelle implorazioni anche come Dea dell’Autoreggente o del Gambaletto, ma tanto sempre lei è): costei ti osserva con distacco mentre la mattina (preferibilmente quella dell'ingorgo di cui sopra)  indossi al volo un paio di calze, soddisfatta per aver trovato al primo colpo nel cassetto quelle intonate alla gonna, e intanto lavi le tazze della colazione, cerchi gli appunti della lezione e rispondi ad un paio di messaggi di lavoro.
Non sembra che si curi di te, eppure mentre scendi con l’ascensore verso il garage, dopo che finalmente hai chiuso la porta di casa, hai cercato dieci minuti le chiavi in borsa , sei rientrata per controllare se avevi spento il riscaldamento, dicevo, mentre sei sull’ascensore che hai quasi raggiunto il garage, ecco che senti come un leggero solletico scorrerti lungo la gamba, cominci a recitare come un mantra dentro di te: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
allunghi la mano … e invece
Sììììììììììììììììììììììììììì
la calza si è smagliata.

Ma questo è nulla rispetto a quello che è riuscito a combinarmi giovedì il Demonio del PC (che nonostante il nome non è affatto solidale con la causa del proletariato urbano).  
Era un bel pezzo che noi due si andava d’accordo, quasi tre anni direi. Tempo fa come atto di somma devozione gli avevo anche comprato una memoria esterna, e poi l’avevo lasciata lì, in bella vista, senza trascriverci sopra i dati, come segno della totale fiducia che oramai riponevo in lui.
Deve essersene accorto, perché giovedì sera, alla vigilia di un week-end nero, con due-lavori-due da consegnare entro domenica, ha decretato lo spegnimento del monitor del mio portatile, il quale è passato direttamente da una fantasia multicolor ad un elegante look total black, senza manco dare un minimo segnale di cedimento.  
Dopo ventiquattrore di totale prostrazione, disperazione, afflizione e altre umilianti pratiche che finiscono sempre in –zione, ormai completamente devastata dal dolore, venerdì sera ho assestato al monitor un paio di cazzotti.
Se non potevo riaverlo, insieme ai miei lavori, almeno che dessi sfogo alla mia frustra-zione!  

Ed è stato lì che in un tripudio di pixel, il monitor si è riacceso. 
Perché anche il Dio del Backup esiste. 

 
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