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(ASCA) - Roma, 22 ott - Il tribunale di Catania ha accolto il ricorso di una coppia e rimandato la legge 40 alla Consulta, sollevando una questione di legittimita' costituzionale sulla parte della legge che vieta la fecondazione eterologa, da donatori esterni. Il 6 ottobre era successa la stessa cosa con il Tribunale di Firenze. Filomena Gallo, avvocato, vice segretario dell'associazione Luca Coscioni e presidente dell'associazione ''Amica Cicogna'' plaude alla decisione: ''Dopo il tribunale di Firenze, anche il tribunale di Catania chiede una verifica costituzionalita' di un divieto che sia giuridicamente che scientificamente e' immotivato. Divieto che spinge oggi tante coppie italiane a recarsi all'estero alla ricerca di una gravidanza con l'aiuto delle tecniche di Pma eterologhe. Siamo fiduciosi nell'operato dei giudici della Consulta ma speriamo che sia fissata una udienza a breve che scongiuri il tentativo del Governo di difendere una legge indifendibile tramite riforme che mirano a ridurre i poteri della Corte Costituzionale''.

Livia Turco, capogruppo Pd nella commissione Affari costituzionali, sottolinea che ''l'intervento di alcuni tribunali in merito alla legge 40 non e' frutto delle dubbie ideologiche della magistratura ma della sofferenza delle persone e delle famiglie''. Ma, secondo Dorina Bianchi, vicepresidente dei senatori Udc e correlatrice della legge 40, la legge sulla procreazione medicalmente assistita, si tratta di ''un paradosso made in Italy: quando ci sono delle buone leggi, si fa di tutto per scardinarle''. ''Se proprio bisogna rivedere la legge - spiega l'esponente centrista - la strada migliore e' quella che passa per il Parlamento, non certo per i tribunali. E questo vale soprattutto se si deve decidere sui delicati temi di bioetica''.