Creato da anidrideperiodica il 13/06/2006
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« sample tablegreen stink bug »

3 peli

Post n°130 pubblicato il 19 Novembre 2006 da anidrideperiodica

Uscita dalla doccia, tutta vaporosa. Non avrei tempo di scrivere quindi lo faccio lo stesso.

D’altra parte se i capelli non asciugano bene non posso piastrarmeli. Il che mi richiama scenari di petri, di anse e di agar, ma pare che le donne dicano così.

Che palle ‘sti tre peli. Mi vengono negli occhi e in faccia quando lavoro e me li ritrovo puntualmente nei matracci. In bocca, nei piatti, sotto le porte… È una lunghezza improponibile, non riesco a legarli e non si decidono a crescere. Tagliare è fuori discussione, i tagli tattici richiedono soverchia manutenzione. Non ho voglia di tossire cinquanta euro al mese per poter essere guardata.

Fino a vent’anni li avevo a lunghezza culo. Solo la mia treccia era un venti per cento del mio peso complessivo. Poi un giorno il prof di chimica organica I lasciò detto in bidelleria che all’ultimo momento aveva avuto un contrattempo e mi trovai due ore libere inaspettate.

Con quello che la pettinatrice mi portò via credo che si fece due materassi sei cuscini e un pile. I miei compagni si rifiutavano di credere che fossi io, ma ricevetti comunque i complimenti per il mio taglio modello Potter. Di lì a poco sarebbe successo il paciocco che è poi divenuto proverbiale, credo che il taglio rappresentasse i classici segni della venuta della bestia.

I capelli si beccano tutto: le critiche di mia madre che mi vorrebbe stile Audrey Hepburn – bastassero i capelli, capirei – le frugate di BdB per il quale non sono mai abbastanza lunghi e che mi vedrebbe bene solo con la codina – il dispositivo di sofficità, la chiama. Si beccano le mie crisi di solidarietà femminile, quando si va dalla coiffeuse per dare una shot d’autostima all’amica di turno e non ci si può esimere dal farsi almeno una sfilatura, si beccano gli elastici, il puzzo del kebab bar, le uscite alle sei ancora umidi nella nebbia mattutina che tanto è ancora più umida, le docce plurime da palestra, il fumo altrui, le irrigazioni di acetonitrile, lo sfogo di tutte le mie velleità che si concretizza in riflessanti, piastra e fermagli etnici.

 

Che palle. Avrei voglia di darmi una ravviata con l’M3power.

 

Ma non lo farò.

“C’è la messa della leva, vieni?”

“Acc… no, mi sono alzata tardi, mi devo fare la doccia… ora che mi sono asciugata i capelli è tardi. Vai avanti: ti raggiungo.”

I tre peli servono a qualcosa.

 
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