Nessuno sa meglio di me che il valore di una persona non si dimostra coi voti. E lo dice una che, tutto sommato, coi voti se l'è sempre cavata bene. Ma quello che è successo oggi merita di essere raccontato.
Vado all'università, sotto il sole (il sole a Pisa, oddio, miracolo!) e aspetto di ricevere il voto dell'esame. Non un esame qualunque: quello della professoressa che ha rifiutato la mia tesi ritenendo insufficienti le mie competenze per una traduzione in inglese. Tra l'altro la sessione è iniziata con un 22 e un 26, quindi non sono molto ottimista...
Mi chiama, prendo fiato e vado alla cattedra.
Mi indica il voto col dito.
29.
Guardo lei, guardo il voto.
Niente, è sempre 29, non s'è mosso da lì.
Lei è una che non dà 30 manco a pagarla, è impossibile...
La riguardo con gli occhi sgranati.
"Cosa c'è che non va? E' andato benissimo, no?"
"Eh... sì!"
"Tornando sulla tua tesi, mi sembra ovvio che se vuoi scriverla in inglese hai tutte le carte in regola per farlo. Mi dispiace, non so cosa sia successo, ma evidentemente mi sono sbagliata. Quindi mandami un pezzo di traduzione del libro su cui vuoi lavorare. O hai già trovato qualcos'altro?"
"Nononononono! Non ancora! Gra-grazie!"
E sono tornata al banco con gli occhi lucidi.
Mi riportano altri 2 esami di tedesco, sono un 28 e un 25. Con tanto di complimenti della prof perché rispetto al secondo anno sono migliorata non solo nel contenuto ma anche nella grafia.
Tornando a casa sono passata al solito bar a fare due chiacchiere coi colleghi, che mi hanno accolta come una specie di mostro/genio. Nessuna invidia, nessuno sguardo maligno: mi hanno fatto i complimenti e sono contenti per me. Il che rende il clima soleggiato ancora più piacevole!
Sono andata a prendere un caffè con un amico, che mi ha regalato una cosa che desideravo fin dalle elementari e che non ho mai avuto.
Okay, o mi ammazza qualcuno investendomi mentre attraverso la strada, oppure per oggi posso dichiararmi immortale!