Creato da lontradelbosc il 09/06/2011

ALABURIAN

la parola inventata

 

 

LA FESTA DI SANT'ANNA

Post n°148 pubblicato il 27 Luglio 2013 da lontradelbosc
 

 

Cappella di Sant'Anna

 

Al mio paese, in località Sant'Anna, c'è una vecchia cappella dedicata a questa Santa.

Sulla facciata esterna si vedono le figure di lei e di suo marito Gioachino inserite in due nicchie. 

La cappella sorge nel bel mezzo di una strada che salendo porta ai castagneti  chiamati anch'essi di Sant'Anna..

Là,  ogni anno da che io mi ricordi, si svolge la festa in onore della Santa.

La gente si raduna sotto agli alberi, i musicanti suonano il loro repertorio mentre un gruppo di persone si occupano di preparare  polenta e spezzatino per tutti. 

Si fa festa tutti insieme alla buona e si ride e si scherza, si mangia e si beve, i bambini giocano. Sembra di tornare indietro nel tempo.

Quella cappella mi richiama alla mente una chiesetta che ho visto in un dipinto di Chagall, solo che la mia l'ho fotografata in estate, mentre la sua  è inserita in un paesaggio invernale con la neve.

Anna è per me un nome importante perchè così si chiamava la mia nonna materna e così si chiama la mia cara amica con la quale sono andata alla festa.

 

Chagall, Snow-covered Church

 

Andammo alla festa di Sant'Anna

io e la mia amica Anna

suo onomastico - 26 di luglio -

tutto il paese era in subbuglio

chi mangiando e  bevendo,  chi ballando

nei castagneti bivaccando

tra un bicchiere e l'altro di buon vino

"fai questo ballo?" disse  uno lì vicino

col naso rosso e la musica nelle gambe

mi lanciò nel girone delle sambe.


Poi venne sera e dopo venne notte.

 

Camminavamo al buio sotto agli alberi

io dicevo "e se incontriamo i lupi?"

Anna rideva  "non ci vedono, o ci mangiano"

 

"eh, no, io adesso voglio vivere"

 

e lo vedevo da lontano,  pinta al seguito...

il tipo delle sambe e naso a polipo...

 

- 26 luglio -  Festa di Sant'Anna

ondate di musica lambivano le tenebre

andavamo saltellando su quei ciottoli

come fossimo tornate ai tempi delle acidule



 


 


 




 

 
 
 

MARY

Post n°147 pubblicato il 17 Luglio 2013 da lontradelbosc
 

 

Brian LaSaga_paintings_realism

 

 

Non riesci a  prender sonno.  Sai che domani dovrai  alzarti  presto e questo pensiero  ti  agita.

O forse sono i lampi che irrompono nella stanza, i bagliori a intermittenza, il brontolìo dei tuoni in lontananza.

Alla fine ti arrendi e dal letto scendi,  fai un giro in cucina,  sbucci  una  banana  e sorridendo la mangi, ricordando la conta gioco alla palla, tiro la tenda, vedo la scimmia che fa merenda. 

Ne è passato di tempo,  ma i ricordi crescono nella notte,  coi nomi  che  cambiano,  i sapori che si confondono, le direzioni che si invertono, le stagioni  che si accavallano.

I treni che portano a perdere non ripassano.


 



MARY (Testo e Musica di Yann Tiersen)

Mi riconosci
qui su questo vagone letto
E senti il dolore
crescere nella notte, Mary
E posso sentire il sapore
Della torta del tuo terzo compleanno
Ricordare come è stato
Stringerti tra le mie braccia, Mary
E' accaduto lì
Le luci d'estate intorno
Ero lì
La sua mano sulle mie ginocchia
E siamo andati
Attraverso queste strade assolate
E siamo andati
Il giorno in cui sei morta, Mary
E noi ora andiamo più veloce
Insieme attraverso i campi
Qui su questo vagone letto
E posso toccare il tuo volto, Mary
Le cose preziose che abbiamo fatto
Nascoste sotto la mia pelle
ti lascio dormire un po'
Ti lascio dormire un po', Mary
E' accaduto lì

Le luci d'estate intorno
Ero lì
La sua mano sulle mie ginocchia
E siamo andati
Attraverso queste strade assolate
E siamo andati
Il giorno in cui sei morta, Mary

 

 

 

 

Brian LaSaga_paintings_realism

 

 

 

 
 
 

LA LAVANDA

Post n°146 pubblicato il 11 Luglio 2013 da lontradelbosc
 

 

10 Luglio 13 003_lontradelbosc

 

C'erano le forbici sul tavolo

...che oggi   non so come  ma  volendo  potrei perfino spiegare perchè

ho ripreso a tagliare stoffa ragionando sulla scelta di un modello

da realizzare. Voglio farmi un vestito nuovo  perchè ritengo

d'aver troppo a lungo rinunciato all'idea di sembrare un'altra me.

 

Lo so che l'abito non fa il monaco. Se vedo uno con il saio

tuttavia, l'idea  che  sia un monaco  ce l'ho.

Ora,  non è che io voglia cucirmi un saio, nè tantomeno somigliare a un monaco.

Semplicemente voglio un vestito nuovo che esalti di me

quel che c'è   - nel bene e nel male -  qualunque cosa sia.

 

E chi mi vede col vestito nuovo dica d'istinto: ecco, quella è lei,

la riconosco dal vestito nuovo.

 

C'erano le forbici sul tavolo e un po' più in là il ditale, il filo, l'ago, il metro,

e sul mio naso gli occhiali che  permettono di vedere da vicino e che mi stancano

un casino - lo so -  non è un gran termine,

ma esprime l'entità  del disturbo che mi danno.

 

Di tanto in tanto mi toglievo gli occhiali  per posarli accanto alle forbici - sul tavolo -

poi mi avvicinavo alla finestra a ragionare

sui benefici degli alberi là fuori, specie i tigli,  che saziano l'aria

di dolcezza,  come la vista gli oleandri di mediterranea bellezza.

 

E' così che da lontano mi è saltata agli occhi la lavanda nel fulgore

della piena fioritura  - che troppo poco dura -  ha bofonchiato il gatto

-  così mi è parso.

 

Ho scacciato di brutto il gatto,  e dalla mente  quel che forse aveva detto

- e  io  capito -

- anzi - lì per lì ho deciso che era ora di darci  un taglio  alla lavanda,

riprendendo a ragionare seriamente sui benefici di un bel vestito  nuovo.

 


 


 

 

9 Luglio 13 006_lontradelbosc

 

la stoffa_lontradelbosc

la stoffa del vestito

 



 



 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Spaventarsi dei bambł

Post n°144 pubblicato il 26 Giugno 2013 da lontradelbosc
 

 

 

24 Giugno 13 038_lontradelbosc

 

 

Volevo tagliare l'erba del prato che sta dietro casa.

Ho riempito di benzina il serbatoio del tosaerba facendo attenzione a non farlo

traboccare durante il travaso dalla tanica e ho eseguito,  in successione,  le altre

operazioni che mio fratello mi aveva spiegato per bene di fare.

Infine mi sono concentrata per irrigidire i muscoli e tirare con forza il filo per avviare il

motore.

Si sa che il motore non parte al primo tentativo,  e che il filo,  che si riavvolge

automaticamente, va  tirato più volte.

Invece, già al primo tentativo, il filo non si è riavvolto e io sono rimasta stupita, delusa

e anche un po' indispettita.

Non volevo chiedere subito aiuto, per non disturbare mio fratello che stava guardando

un film alla televisione al piano di sopra.

Allora, facendo finta di niente, mi sono messa ad innaffiare i fiori davanti a casa,

facendo rumore con l'acqua che sprizzava nell'innaffiatoio dal rubinetto della fontana.

Lui,  che da sempre si fa vivo non appena mi sente,  dovunque io sia, è uscito sul

balcone e io gli ho raccontato del tosaerba in panne e di come avessi urgenza di

tagliare,  soprattutto per decapitare i bambù appena nati, e perciò ancora teneri,

che stavano abbondantemente sconfinando nel prato.

 

E' sceso a vedere e ha capito che si era rotta la piccola molla che fa riavvolgere il filo.

"Te lo porto io ad aggiustare" mi ha detto,  e poi sorridendo ha aggiunto:

"Non ti devi spaventare dei bambù"

 

 

 


POTEVO SPAVENTARMI DEI BAMBU'?

 

Potevo spaventarmi dei bambù,  quando un giorno che non me l'aspettavo più,

nel prato andando in giro - convinta di non essere un fachiro -

i piedi, mi bucarono, dure punte all'insù,  e feci ahi! e mi fermai

all'istante e feci buh! guardando giù una graticola di lance, armi fuoriuscite

nella notte - immaginai - di un muto esercito che avanza con frenetica baldanza

- grugni duri a frotte  - bizzarri capi fogliati - soldati

bardati d'armature  - tinta bronzo variegato - tipo stracciatella del gelato.

Dai congegni inceppati della luna  - pensai - è nata un'insolita nidiata 

slittata  a giugno, dal passato maggio,  quando io con coraggio

confidavo scongiurata - per quest'anno - la cadenza dell'azione

di colonizzazione dei  solerti e prosperi bambù che,  a partir da uno,

ora formano un boschetto,  del prato al limite, laggiù.

Ha un bel dire,  mio fratello,  che il boschetto è bello.

Qui mi sa che non ho scampo - morirò assediata - con l'auto intrappolata sotto

la tettoia accerchiata - giusto in tempo  il cane se la sarà filata -

vedendo la sua ciotola  infilzata,  in preda alle vertigini,  precipitare giù.

Insomma, se vi chiederete dove son finita,  pensatemi inghiottita  - che ne

avevo ben donde  -  di spaventarmi dei bambù!   - a meno che,  felice

come la signora  qui,   a farci lo yoga  non  resterò lì.

 


 

 

 


 




 

 
 
 

PERCHE' NON BALLATE?

Post n°143 pubblicato il 22 Giugno 2013 da lontradelbosc
 

 

 
Foto di lontradelbosc

                                                    Renato Guttuso, Donna alla finestra, 1942

 

Sto riordinando, e non è che mi piaccia particolarmente farlo.

Per fortuna siamo in estate e l'arietta entra dalla finestra spalancata.

Là fuori c'è un'orda di grilli, li sento.

Ogni tanto mi fermo a dare un'occhiata alla stanza.

Sul davanzale è posato il libro dei racconti di Carver che sto leggendo.

Un racconto, su tutti quelli che ho letto finora, mi ha dato la botta,

riportandomi al tempo in cui sentivo le cose in una certa maniera.

Troppo complicato spiegare quale maniera.

Basta leggere il racconto e chiunque può capirla da sè.

S'intitola "Perchè non ballate?" 

Non ci si può sbagliare, il senso di ciò che esprime risulta chiaro.

E intriga parecchio, ma con eleganza, e una vena di malinconia.

Il racconto inizia con l'uomo che guarda i mobili della camera da letto

sistemati in giardino, disposti come lo erano stati nella stanza.

Penso che anche a me piacerebbe vedere la mia stanza da letto in giardino,

così potrei riordinare a piedi nudi nell'erba rasata di fresco.

L'uomo del racconto stava svendendo i suoi mobili.

Forse la sua vita si trovava ad un bivio.

La mia non so.

Però penso che non vorrei vendere in quel modo i miei mobili,

anche se continuo a pensare che mi piacerebbe vederli nel prato.

 

Mi sa che sto perdendo un bel po' di tempo a fantasticare.

Con questo mio vizio di fare i sogni ad occhi aperti,

sento che sto scivolando nel



Dolce far nulla      (di Raymond Carver)


Un attimo fa ho dato un'occhiata nella stanza

ed ecco quel che ho visto:

la mia sedia al suo posto, accanto alla finestra,

il libro appoggiato faccia in giù sul tavolo.

E sul davanzale, la sigaretta

lasciata accesa nel posacenere.

Lavativo! mi urlava sempre dietro mio zio,

tanto tempo fa. Aveva proprio ragione.

Anche oggi, come ogni giorno,

ho messo da parte un po' di tempo

per fare un bel niente. 

 



 
 
 
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Festa Mobile

da una copertina mi fissava

Hemingway,

come fosse l'unico a capire

 

 

" - Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.

- Dove andiamo?

- Non lo so, ma dobbiamo andare. "

 


 

GangStarrWallpaper

 

    

 

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Il bambino gridò: - ALABURIAN! -

La mamma gli chiese: - Che cosa vuol dire? -

- Tutto quello che invento per sentirmi felice -

rispose il bambino.

 

 


 

13 Maggio 13 7_lontradelbosc



 

 


 

 


 

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

Stelle

 

Care stelle, siete molto belle

quando luccicate nel cielo.

Spero che un giorno veniate sulla terra,

cosi' potrò vedervi meglio

e prendervi per mano.

Care stelle, vi voglio tanto bene,

gli uomini non vi scrivono nessuna lettera

perchè hanno troppi impegni.

Voi stelle servite molto ai marinai:

quando vi vedono sanno dove andare.

Matteo



 

 

I miei links preferiti:

http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2013/07/18/amina-narimi/

 

 

Sto leggendo:

Orwelll: La fattoria degli animali

Orwell: 1984


 

Da dove ti sto chiamando, Carv


I miei libri sono qui:

www.anobii.com/theanguana/books

 

 


 

 

 





"...Io volerò a te...sulle ali invisibili

della Poesia...Tenera è la notte e

felicemente la Luna Regina è sul suo

trono...ma qui non c'è luce..."

(dall' Ode all'usignolo di John Keats)

 


 

 


 


 
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