Creato da lontradelbosc il 09/06/2011

ALABURIAN

la parola inventata

 

 

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IL GUSCIO DEBOLE

Post n°12 pubblicato il 15 Giugno 2011 da lontradelbosc
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C'era una volta una lumaca che si chiamava Stella.

Aveva il guscio molto delicato: se solo una lumaca le

saliva sopra, si rompeva il guscio.

Questa malattia di debolezza era incominciata da quando

era nata, perchè Stella non si era nutrita abbastanza.

Tutte le vicine la canzonavano:

- Noi siamo più belle! -

Ma un giorno Stella pensò di mangiare di più e divenne

cosi' forte che nessuno osò più canzonarla.

 

 

 

 

 

Una storia tira l'altra, questa è di Simurgh2:

 


 

C'era una lumaca che era cosi' sola che strisciava lasciando

lacrime nella sua bava. Nessuno sapeva, nessuno sentiva o si accorgeva

cosi' si mise ad imparare a suonare il sax:

 

 

 


Black and Tan Fantasy

 

 

 

 

lo suonava tra l'erba, negli orti o sopra le  foglie.


 

 


cezanne_house-lacroix

 

 

 

 

Però l'aveva scoperto arrampicandosi su per il muro


 

 


Le Cabanon de Jourdan , 1906,

 

 

 

 

sotto la finestra

 

 

 

 

edward-hopper-sun-in-empty-roo"

 

 


 

di una signora che viveva da sola

 

 

 

 

Girl_at_Sewing_Machine_by_Edwa

 

 

 


in un paesetto fuori mano, dentro una valle,

 

 

 

 

monte_sainte_victoire_paul_cez

 

 

 

 

 

che dentro aveva altre millemila cose sempre più piccole e sorprendenti

che la signora sapeva guardare cogliere e rubare e che con il suo sguardo,

queste mini minuscole cose potevano diventare giganti. Poteva essere

una singola foglia mossa da un refolo di vento o da un filo d'erba che

tratteneva una goccia di "agguasso", le mille piccole cose che dormono

all'addiaccio, anche la piccola goccia di rugiada per dire o il guizzo della

trota nel ruscello

 

 

 

 

 

 

cezanne_lake-annecy

 

 

 

o il dente nascosto nella crepa del muro,

 

 

 

 

paul_cezanne_138

 

 

 


non so, infinite sono le cose a cui non prestiamo attenzione. La bella

signora che viveva da sola e che mi vien da chiamare Emily per via di

una sensibilità che sapeva cogliere la potenza della poesia sparpagliata

e insignificante del mondo e della gente. Insomma questa chiocciola,

cammina cammina, era salita sul davanzale dove dentro stava la bella

signora. Ascoltava della musica jazz.

 

 

 


Gil Mayers_The jazz swinger

 

 

 

 

 

Roba che in quel paesino non ascoltava nessuno. Nel suo cuore c'era

stato una volta uno

 

 

 

 

 

 

 

davis_c2miles davis

 

 

 

 

che lo suonava nei club.

 

 

 

club

 

 

 

 

 

 

Ma queste sono illazioni. In verità non si sa. Fatto sta che la chiocciola,

arrampicandosi sul muro, che non è che sappia qualcosa di oracoli o di

premonizioni, ma aveva qualcosa quella chiocciola triste e sola dal guscio

delicato. Forse quel guscio, proprio perchè delicato,  dato  da  una

debolezza che non aveva scelto, la chiocciola non lo sapeva,  ma  quella

era anche la sua forza. Nessuna chiocciola prima s'era mai appassionata

di jazz. Sapeva che se lo avessero saputo l'avrebbero derisa, come già

accadeva per via del suo guscio e proprio per quello nessuno la voleva con

sè. La chiocciola allora si sentiva tremendamente triste e sola.  Sul

muro che saliva sentiva quella musica che era come le parole che il suo

cuore non sapeva dire. Si disse che voleva impararle.

La signora aveva un piccolo modellino, tipo i soldatini di metallo,  ecco

una cosa cosi', solo che era quella di un musicista jazz.  Un nero  che

suonava il sax ispirato.

 

 

 

 

 

 

 

sax contrabbasso

 

 

 

 

 

 

 

 

L'aveva posato sul davanzale perchè il sax si era staccato dall'abbraccio

del nero e non ci soffiava più dentro. Fatto sta che la lumaca non so come

abbia capito che quello era lo strumento del suo riscatto, fatto sta che si

mise a suonarlo. E le veniva facile perchè quel lamento e quello strazio lei

ce l'aveva dentro. Lei con il blues c'era nata e l'aveva sempre portato in

giro nella la sua bava. Insomma si capisce come potrà andare a finire dopo

che lei si mise a suonare. Il guscio della lumaca era il suo cruccio. Non è

che, suonando il suo strazio, diventasse robusto. La sua casa era fragile,

 

 

 

 

 

 

 

chagall_046_la_casa_blu_1917y

 

 

 

 

 

 


poteva rompersi ad una parola prepotente, un'offesa derisa.  Eppure  in

quella fragilità c'era tutta la sua bellezza. Ci vogliono intenditori  per

poterne avvertire la forza, che non si misura con lo spessore della scorza.

Anche la lumaca che si chiamava Stella voleva che qualcuno potesse provare

amore per lui.

 

 

 

 

 

 

 

marc_chagall_049_grande_sole_1

 

 

 

 

Prese a suonare quel sax imitando quella canzone di Archie Sheep

 

 

 

 


Archie Shepp blase

401177800032Archie Shepp"        

 

 

 

 

 

 

e gli venne subito meglio ancora di quella, una canzone bellissima.

Era cosi' piccolo quel sax di metallo che si era staccato dalla statuetta,

che il suono era quasi impercettibile: all'uomo ma non alle chiocciole. Pensò

che la forza per cui era sempre stata derisa, poteva adesso far sentire che

quella forza gli era cresciuta dentro. A quella forza non serviva il cibo di

foglie di lattuga ma che si era nutrita di solitudine, scacco, derisione.

E cosi' adesso poteva suonare una canzone. Non s'era mai visto una lumaca

suonare un sassofono. Cosi', quando in giro per gli orti cominciarono a sentirlo

si sparse la voce.

 

 

 

 

 

 

 

 

die_blauen_baeume


 

E per lo stupore gli alberi divennero blu.

 


 

Grazie, Simurgh

 



 

 

 

 

 

 

               Pittura Paul Cézanne

 

 

 

                                

                                        Pittura Marc Chagall

 

 

 

                                                 

                                                                        Pittura Marc Chagall

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 


 

 





 





 

 

 

 


 

 


 


 


 


 




 



 


 


 

 

 
 
 
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da una copertina mi fissava

Hemingway,

come fosse l'unico a capire

 

 

" - Dobbiamo andare e non fermarci finchè non siamo arrivati.

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Stelle

 

Care stelle, siete molto belle

quando luccicate nel cielo.

Spero che un giorno veniate sulla terra,

cosi' potrò vedervi meglio

e prendervi per mano.

Care stelle, vi voglio tanto bene,

gli uomini non vi scrivono nessuna lettera

perchè hanno troppi impegni.

Voi stelle servite molto ai marinai:

quando vi vedono sanno dove andare.

Matteo



 

 

I miei links preferiti:

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Sto leggendo:

Orwelll: La fattoria degli animali

Orwell: 1984


 

Da dove ti sto chiamando, Carv


I miei libri sono qui:

www.anobii.com/theanguana/books

 

 


 

 

 





"...Io volerò a te...sulle ali invisibili

della Poesia...Tenera è la notte e

felicemente la Luna Regina è sul suo

trono...ma qui non c'è luce..."

(dall' Ode all'usignolo di John Keats)

 


 

 


 


 
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