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(......continua dal post n°159) Uscite dal Karnimata Temple esaltatissme e con i piedi affollati di batteri di Leptospira interrogans, ci dirigiamo nuovamente verso Bikaner… Bikaner- Cammel Farm Intrappolate dall’allevatore di cammelli subiamo in silenzio tutta la tiritera relativa ai metodi di riproduzione, di svezzamento, di allevamento e di addestramento dei cammelli indiani (che poi sono dromedari…) Ormai stremate ci facciamo convincere a consumare un gelato fatto col latte di cammello… Era davvero buono, ma probabilmente era così saporito per merito delle amebe che conteneva e che ci hanno portato, nei giorni a seguire, pene inimmaginabili!!! 09 Agosto 2006: Bikaner - Jaisalmer Bikaner - Ingorgo stradale Oggi in India è il "RakyDay", festa popolare durante la quale le ragazze regalano ai fratelli dei braccialetti di stoffa colorati da legare al polso per augurare buona fortuna e prosperità, ovviamente noi da brave sorelline ce lo siamo regalate a vicenda… Ci lasciamo alle spalle Bikaner alla volta di Jaisalmer “la città d’oro” che sorge come un miraggio ai confini del deserto del Thar. Un solo termine per definirla: “sublime!” Posto sul promontorio “gemello” a quello dove sorge Jaisalmer, è un po’ la città dei morti, che guarda in lontananza quella brulicante di vita e di colore che sorge a pochi km di distanza… In questo posto meraviglioso sorgono decine di cenotafi. Ci sono ovunque pire funebri con resti di ossa umane e cenotafi con offerte votive, le lapidi e steli sono scolpite con immagini e scritte e identificano la casta di appartenenza… Vyas Chhatari - offerte votive Nel punto della cremazione troviamo anche una montagna di capelli umani, infatti è prassi che il primo genito o la moglie del defunto venga rasato nel giorno della cerimonia di cremazione… rituale al quale assisteremo anche in seguito durante il nostro viaggio. Vyas Chhatari - tramonto Ancora fiduciose sulla cucina indiana alla sera ceniamo in un ruistiranrte con vista forte, posto su una terrazza di una casa a 2 piani…siamo circondate da turisti, ma riusciamo cmq a godere dell’esoticità del posto grazie ad un musicista che oltre che a cantare mimamava sublimilmenbte la sua musica con le espressioni del suo viso… Jaisalmer - Gadi Sagar Tank: "il padiglione del Maharaja" Una di queste cortigiane, Tilon, era talmente bella da essersi guadagnata i favori del maharaja e con le ricchezze accumulate volle costruire una porta di accesso alla città dedicata esclusivamente alle donne. Jaisalmer - Gadi Sagar Tank : "la porta di Tilon" Questo è un posto molto suggestivo, il lago è usato quotidianamente per le abluzioni ed è popolato da dei pesci gatto giganti che fanno davvero paura… Mi chiedo ancora oggi come potessero immergersi in quelle acque brulicanti di mostri simili! Jaisalmer - Gadi Sagar Tank : "abluzioni" Ci dirigiamo verso il forte “Sonar Qila” che racchiude in se l’intera città, risalente al XII secolo, è il più antico del Rajasthan, circondato dalle sue possenti mura nelle quali si asserragliavano i Rajput all'epoca delle invasioni Moghul. La città è davvero molto bella, tutta costruita in arenaria giallo ocra. La storia di Jaipur racconta che dopo un lungo assedio il forte cadde e i Rajput, prima di morire nell'ultima battaglia, immolarono le loro donne su una pira perché non cadessero nelle mani del nemico. (chissà come erano conte e le loro donne ehj?!??) Questa cerimonia si chiama johar e da qui ha origine il sati, ossia il suicidio delle vedove che si lasciano ardere sulla pira dei mariti defunti, attualmente è vietato dalla legge in India, ma a dire il vero ancora si compie nelle campagne, solo nel nostro periodo di permanenza ne abbiamo sentito parlare diverse volte. A testimonianza e ricordo di quella johar sulla Ganesh Pol, sono dipinte molte piccole mani… Brrrrrr rabbrividisco! Jaisalmer : "la porta del vento" Per entrare in città bisogna passare ben cinque porte, l'ultima si chiama Hava Pol, la Porta dei venti, a causa della brezza che attraversa sempre questa apertura… Jaisalmer : "bimba che dorme" Arriviamo nella piazza principale “Chaugan Puda Chowk” dove sorgono il palazzo del Maharaja e quello della regina, il primo con ampie finestre, il secondo con i consueti paraventi traforati fittamente perché le donne potessero guardare senza essere viste. Jaisalmer- Aveli Questa splendida città è famosa per le sue Aveli, ne visitiamo alcune, ma la più bella è indubbiamente quella “abiatata”… Dopo aver salutato i nostri amici, lungo la strada, io vengo incornata da un torello che fortunatamente aveva le corna appena abbozzate… Solita fortunella!!! Jaisalmer - Svastica Noi eravamo come dire "turbate" dalla presenza delle svastiche… sapevamo bene che per gli Indu è un simbolo sacro, ma vederle ci provocava comunque una strana sensazione… così lo abbiamo comunicato al nostro amico che di tutta risposta ci ha fatto uno strano discorso su Hitler che sembrava quasi un’apologia del nazismo! Jaisalmer: "Post Office" ... una delle foto più belle!
08 Agosto Bikaner
Dilip, il nostro autista, che aveva da riscuotere delle tangenti sugli sprovveduti turisti di turno, ci porta a visitare un allevamento di cammelli! Insomma gente, è inutile dire che io e mia sorella avevamo deciso di viaggiare da SOLE per evitare queste tappe da "polli"… ma nemmeno così siamo riuscite ad evitarle, infatti ci siamo ritrovate all’interno di questa "Cammel Farm" senza nemmeno avere il tempo di dire: “ma a me di visitare un allevamento di cammelli non me ne potrebbe fregare di menooooo!!”
Ci svegliamo presto e andiamo a visitare Bikaner City.
Molto caotica, il traffico è accentuato dalla presenza delle mucche che sono ovunque, le strade sono asfaltate solo nelle carreggiate per le auto, tutto il resto della città è di terra battuta affollata dalla spazzatura e dal letame dei simpatici bovini, che pascolano indisturbati in mezzo al traffico cittadino. In India è comunque è consigliabile guardare sempre dove si mettono i piedi, perché oltre ai regalini delle vacche sacre i vicoli sono invasi dalla spazzatura, mentre ai lati scorrono gli scarichi fognari.
Il mercato di Bikaner è davvero alienante, migliaia di persone si affollano lungo la strada fangosa costellata di bancarelle per comprare frutta, verdura e altre cose vagamente commestibili poste su carretti fatiscenti e sbilenchi, che restano in piedi per pura pratica… La foto è emblematica.. questa città è una discarica a cielo aperto!
Bikaner - Strada vista forte
(il sacco di "rumenta" è più alto di lui!)
Arrivate in albergo scopriamo di essere le uniche ospiti della struttura, forse perché è ancora in costruzione????? Dopo vari tentativi riescono anche a darci una stanza con l’energia elettrica… Wowowow!!!
Abbiamo solo il tempo di posare le valigie e poi andiamo in un posto che Dilip chiama “Panoramic sunset point” in realtà si chiama “Vyas Chhatari” ed è un luogo sacro.Vyas Chhatari - Cenotafio
Scopriamo di lì a poco che sono ancora in uso, come ancora in uso è la zona delle cremazioni.
Il posto è sublime e presto le costruzioni di pietra gialla si infiammano con le tinte del tramonto… che pace!
10 Agosto Jaisalmer
Terrorizzate dalle informazioni che la Lonely Planet dava sulla città, l'ultima del Rajasthan prima del confine Pakistano, decidiamo di prendere una guida che, in teoria, doveva preservarci da delinquenti, truffatori e terroristi, ma che in pratica ci ha fatte truffare solo dai suoi amici/parenti!Nonostante questa ovvia conseguenza il nostro amico era piuttosto bravo e ci ha raccontato diversi aneddoti interessanti illuminandoci sulle usanze indiane ed illustrandoci finalmente alcuni aspetti delle religioni giainista e indù. La visita inizia dal lago artificiale di Gadi Sagar Tank, un bacino artificiale che raccoglie l'acqua nel periodo dei monsoni. Intorno al lago sorgono alcuni cenotafi di bramini o di Rajput, e al centro dello stesso sorge una costruzione, dove il maharaja si ritirava con i suoi musici e le sue cortigiane.
Sarà per quello che è così affollata??? Mi sa di sì, visto che oggi la temperatura sfiora i 50° C.! In questo punto "ventilato" troviamo un po' di refrigerio e duranet la sosta rimaniamo affascinate da una bambina che era stata messa dalla mamma all'ombra delle mura a dormire... una meraviglia!
Poco lontano troviamo i famosi templi Gianisti sono due e per visitarli dobbiamo liberarci di ogni indumento o accessorio di pelle, infatti questa religione vieta qualsiasi violenza sugli animali, sono vegetariani e alcuni di loro, quelli “integralisti”, vanno in giro con uno scopino per spazzare la terra prima che venga calpestata, in modo da non uccidere formiche o insetti vari e addirittura portano un fazzoletto sulla bocca per evitare di “respirare” qualche insettino volante… e in India vi assicuro che non è un rischio raro!!!
Il templio è bellissimo ricco di sculture e basso rilievi. E' a pianta circolare e lungo tutta la circonferenza sono disposte le steli dei 24 profeti Giaina, simili nelle fattezze al Buddha, ma con la differenza che sono privi di capelli e che hanno gli occhio aperti(il Buddha li ha socchiusi) per ipnotizzare chi li guarda. Durante la visita al secondo tempio veniamo insidiate da un militare che, con indiffernaza e con una mano morta degna del miglior autobus italico, mi tocca il fondoschiena (tutto il mondo è paese!!!)
Con nostra immensa gioia scopriamo che i padroni di casa non sono bipedi umani, ma bensì degli splendidi chirotteri!! La fortuina vuole che le femmine avessero appena partorito i loro meravigliosi bambini, grandi come noccioline e senza peli, che aggrappati al petto o alla schiena della loro mamme piangevano come bambini… una cosa a dir poco meravigliosa! La giuda era stupita dal nostro entusiasmo, vcistoic eh di solito le donne sono terrorizzate dai pipistrelli…
Il caldo è insopportabile a quest’ora del giorno così ci rifugiamo in un localino per bere un the… è un posto incantevole con un panorama mozzafiato sulla città sottostante e con dei graziosissimi balconcini, l’intonaco è fatto con fango e cacca di mucca… infatti sbuca qua e là un po’ di fieno digerito! Questo posto è anche un albergo e le camere sono davvero belle, anche se a dire il vero io non ci averi mai dormito!!! Beviamo qui il nostro primo The indiano cotto col latte e i semi di cardamomo…buonissimo… durante il break la nostra giuda ci fa un discorso molto strano…
Della serie che anche Hitler era una brva persona in fondo, perché aveva delle persone che lo amavano e quindi non poteva essere così tremendo come noi europei lo dipingiamo… ah no? Davvero? Bhe mi sa tanto che in India non studiano molto la storia del secondo conflitto mondiale!
Dopo la siesta inizia l’opera di spennamento turiste, la guida finge di fare i ns interessi, ma ci porta direttamente da suo cugino, fratello o amico che fosse… Ovviamente noi non ci siamo formalizzate ed, in preda alla frenesia da shopping, iniziamo a scegliere stoffe, modelli, colori… Morale? Abbiamo speso il corrispettivo di 90€ per acquistare 2 abiti, 2 bluse, 1 camicia e 2 gonne… ma un particolare degno di nota è che lo stipendio medio/alto di un Indiano è di 150€ mese! Insomma siamo 2 tonne!!
La giornata si doveva concludere con una cammellata nel deserto di Thar, ma per somma gioia di Manu, che non ne aveva affatto voglia, dopo millenni di siccità ha piovuto nel deserto… quindi niente dune, cammelli e the nel deserto!!!
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Immagini disegnate da corpi in movimento.
Lento uno specchio esalta i corpi nudi,
accaldati, eccitati.
L'amore scivola sulle mie mani,
accarezzando i tuoi fianchi,
rumore di passi, voci lontane,
noi soli,
unici e complici.
Un ricordo di te che non cancellerò mai.
(Anonimo Longobardo)
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