Creato da alienata il 29/10/2004

alienata

con monomania del pensiero.

 

Messaggi di Gennaio 2006

"No nutella?? No party!"

Post n°20 pubblicato il 31 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata


Chi diceva che essere golosi di dolci denota una carenza di affetto??

Accidenti, se questo detto fosse vero significherebbe che io sono messa proprio male!!

Comunque,  dopo anni di "astinenza da nutella", ho riscoperto la gioia e la gaudenzia che quella sostanza riesce a provocare in me... yuhmmm! Ho passato una giornata in compagnia di alcuni amici e sono riuscita a strafogarmi senza ritegno e  senza pentimento! Anzi sapete che vi dico? D'ora in poi la terrò in casa e chi se ne frega della dieta! Ho passato troppo tempo a privarmi di dolci e leccornie senza comunque aver nessun tipo di risultato visibile .. quindi ora mi voglio rifare!

Viva le donne in carne!

Viva la gaudenzia!

Abbasso le donne magre e secche!

Abbasso gli uomini anoressofili (quelli recidivi...quelli redenti sono adorabili)

E.

 
 
 

"2Trentenni VS IBM"

Post n°19 pubblicato il 31 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

Tempi duri per IBM, alle prese con la tenacia e la perseveranza di due bellissime trentenni.

Nemmeno il nome e la fama, che da anni fanno regnare incontrastata la multinazionale informatica più quotata del pianeta, sono riuscite a fermare le Scilla e Cariddi dell'informatica made in Italy, solo che le sembianze dei mostri marini mitologici sono ben lontane da quelle delle nostre paladine, infatti si nascondono sotto le spoglie di due more mozzafiato! 
Così, all'alba del III millennio, Elena ed Anna Chiara scendono in campo, fornendo ai comuni mortali l'esempio che chi ci crede, alla fine ce la può fare, vincendo una gara d'appalto nella pubblica amministrazione, contro il colosso Internazionale.
Ad oggi sono le due "single" più ambite del Jet-set Italiano, circondate da una moltitudine di paparazzi che sperano di coglierle in flagrante tra le braccia di qualche attore Holliwoodiano o di qualche Rockstar.
Le vediamo in questa foto, immortalate dalla nostra corrispondente bolognes che le segue già da tempo nella loro avventura, all'entrata di un noto locale della Turrita, raggianti di felicità, il giorno dell'aggiudicazione della gara.

E.C.
(Segue..)

 
 
 

"Una finestra sul 2059"

Post n°18 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

Amenità dedicata alle donne della mia vita:
"Donne Vi avviso,
farò tutto di tutto per alleviare i disagi della vostra vecchiaia,
sarò la vostra confidente, la vostra infermiera,
la vostra dipanatrice di matasse,
ma non chiedetemi di farvi la pedicure!"

Buongiorno a voi,
questa notte ho avuto gli incubi:
Ho sognato di essere vecchia, stanca, incartapecorita e in pessima compagnia!
Così, in questo momento, mi sto proiettando verso un futuro ormai certo, fatto di tinture per capelli color grigio topo(di quelle che possono assumere quelle orribili sfumature rosa e azzurre), cerette su gambe ormai  flebitiche, partite a Bidge, discussioni interminabili su "chi deve fare cosa", foto virato seppia dei defunti coniugi sui comodini, linidor, e adesivi per dentiere...
Così vedo la mia vita nel 2059, alla veneranda età di 85 anni, dovrò condividere gioie e dolori con la mia adorata sorellina(Emanuela) e il mio insostituibile "Cesso di donna" (Cristina). La foto, che ho scattato con l'ausilio della macchina del tempo, parla chiaro: Come potete vedere io sarò la più giovane (i miei 85 anni contro gli 88 di Emanuela e gli 89 di Cristina!!!) e lucida, io avrò ancora la possibilità di interagire con voi tramite il mio portatile, mentre loro saranno spettatrici ammirate di questa mia maestria con la tastiera e il mouse nonostante il decorso, ormai avanzato, della mia artite reumatoide!

Ahh.. C'è una postazione vacante, chi la vuole occupare?
E.

 
 
 

"Bologna per me"

Post n°17 pubblicato il 27 Gennaio 2006 da alienata
Foto di alienata

"Dedicato ad A.C. e ad  E.
che mi hanno fatto aprire gli occhi.
Grazie!
Spero di vivere questa redenzione con voi,
magari davanti ad un bicchiere di vino,
all'ombra delle due torri".

Come sono stolta, mi stupisco di me stessa!

Sì, stolta è la parola giusta, perchè Bologna è la città che, da ben 5 anni, mi ospita tra le sue mura storiche, mi nutre con le sue caloriche pietanze, mi soddisfa con le sue generose opportunità lavorative, mi gratifica con l'amicizia di pochi, ma buoni, suoi figli.

Ed io?

Io... Io la maltratto, la insulto, la sminuisco, la aborro, la temo, la odio, la calpesto, la offendo!

E questo perchè?

Perchè io, solo io, non sono in grado di separarmi dalla città che mi ha partorito. Perchè solo a Genova io vedo il bene, il colore, la vita, l'amicizia, l'amore, la bellezza, la serenità...

Ma ieri sera, dopo avere parlato con 2 mirabili figlie della "Dotta", ho capito che sbagliavo tutto.

Ho capito che non è Bologna il problema, sono io!

Perchè Bologna è la città della cultura, della poesia, della musica, della scienza, della buona tavola, della gaudenzia... ed è così che dovrò viverla nei giorni avvenire!

Chiedo venia Turrita città,  cercherò di onorarti come meriti, cercherò di viverti come merito io, benevolmente.

E.

 
 
 

"The Day After Tomorrow"

Post n°16 pubblicato il 27 Gennaio 2006 da alienata
 
Tag: Zena!
Foto di alienata

E se fossimo all'alba di una nuova glaciazione???



Accidenti che visione apocalittica, ma in queste ore, nelle quali un freddo siberiano imperversa sulla nostra penisola, sembra davvero di assistere alle proiezioni del film di Roland Emmerich, infatti, da due giorni sull'unica città del pianeta che io chiamo "casa" (sempre lei: Genova) si è abbattuta una di tormenta di neve.

Genova con la neve,
quanto tempo è passato dall'ultima volta che l'ho vista così?
Uhmmm... troppo tempo!! Forse addirittura dai tempi del liceo(sto invecchiando). 
Ed ora, a causa di queste avverse condizioni climatiche, mi aspettano due giorni d'isolamento, ma devo in ogni modo vedere i lati positivi di questo fenomeno climatico... Tra qualche mese potrò raggiungere la Sardegna con una slitta trainata da Saetta, metterò subito su un business (e sun palanche) e potrò finalmente tornare a lavorare a Zena!!!!

Tornando seria:
Penso a come può essere Genova sotto la coltre di neve,
la vedo in bianco e nero:
il cielo grigio, il mare nero, la città, di solito frizzante di colori,
improvvisamente si trasforma in un'istantanea di fine ottocento.. in una cartolina spedita dal passato.

Ah come vorrei vedere il mare,
né mosso né calmo,
che scioglie la neve sul bagnasciuga e che imprigiona nelle onde i fiocchi di candida neve...
e sogno di essere lì, alla finestra,  a guardare la mia terra che si prepara a risorgere dal torpore del freddo...

Ah come vorrei essere lì a respirare l'aria gelida e salata,
vedere le orme di saetta che fioriscono su quella coltre immacolata...

Ah come vorrei essere lì tra le braccia calde e sensuali di chi è riuscito a farmi sciogliere...
un poco...
Come neve al sole.

E.

 
 
 

“Modalità Echelon”

Post n°15 pubblicato il 25 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

“Questo post mi è stato ispirato da un’amica.
Una donna meravigliosa,
cosi affine a me d
a sorprendermi…
Grazie A.C."

I rapporti umani sono fatti di interazioni, per lo più verbali o, come in questo caso, scritte.
Per interagire col prossimo la natura ci ha fornito la capacità di “comunicare”, attraverso la “parola”, così ogni giorno, circa 6,5 miliardi di esseri umani, comunicano utilizzando migliaia di lingue diverse, ma che possono essere in ogni modo tradotte e che hanno infine un unico significato.
Non sempre però quest’unico significato è interpretato allo stesso modo, perché il valore che diamo alle parole del nostro interlocutore varia secondo gli stati d’animo e del livello di coinvolgimento che abbiamo con la persona con la quale stiamo parlando.
Perché quando ascoltiamo un discorso, magari prolisso, magari il cui effetto è per noi importante, non lo assimiliamo nella sua interezza, perché lo ascoltiamo in “modalità Echelon”.
Se non lo sapete, “Echelon” è uno dei maggiori e più segreti progetti di spionaggio globale, studiato dai servizi di intelligence alla fine degli anni ’80. Questo sistema permette, alle varie agenzie, di controllare la maggior parte delle comunicazioni via e-mail, telefono, fax e telex in tutto il mondo. E’ tarato per rilevare quando qualcuno utilizza parole potenzialmente pericolose, settate come filtro per l’individuazione di eventuali terroristi. Echelon cerca delle “Keywords” come: "Presidente", "bomba", "attacco"... Perché l'esperienza che gli hanno inculcato è quella dei precedenti attentati terroristici.
E noi ragioniamo un po' come Echelon. La nostra esperienza, i nostri trascorsi, hanno messo il campanello d'allarme, la bandierina rossa, su Keywords come: “Sto passando un periodo…”, “non vorrei che…”, “forse stiamo…”, "...ma...", parole chiave degli attacchi che abbiamo subito precedentemente. Quando qualcuno ci parla, quando qualcuno cerca di spiegarci il  “perché” le cose non possono essere come vorremmo noi, noi non ascoltiamo il discorso completo, perché ci urta, ci ferisce, quindi alziamo lo scudo protettivo e facciamo partire il piano antiterrorismo, perché prevenire, si sa, è meglio che curare! Quindi cerchiamo i segnali d’allarme per evitare di subire degli attacchi che potrebbero essere potenzialmente nocivi. Il problema è che, se si è prevenuti, le parole chiave si trovano sempre, anche in un discorso di dieci minuti, anche dove non ci sono pericoli di attacco. E  appena queste quattro keywords vengono pronunciate scatta la sirena d'allarme, e il significato che dai all’intero discorso è lo stesso senso che aveva il discorso che precedentemente ti aveva abbattuto perché conteneva quelle stesse quattro parole.
M
a in una conversazione di dieci minuti, quante parole verranno dette? Circa un migliaio? Ok! Diciamo che circa 500 non siano significative al fine di capirne il significato primario, perché sono un “condimento”... Diciamo che altre 100 siano ripetizioni, inserite per temporeggiare e che quindi ne restino circa 400 “sensate”. Eppure noi abbiamo estrapolato dal contesto solo 4 parole. Significa che abbiamo ascoltato solo l’1% del discorso, e probabilmente il significato che abbiamo attribuito all’intera conversazione è giusto solo per l’1%. (??!?!) Inquietante! A questo punto dovremmo sommare il fatto che la persona che ci parla ha usato probabilmente la stessa modalità nell'ascoltare i nostri discorsi, ne ha quindi captato solo i segnali d'allarme, quindi quello che ci sta dicendo non è davvero rivolto a noi, ma ha per il 99% a che fare con le sue esperienze pregresse, sta parlando alle sue paure, ai suoi campanelli d’allarme.
Solitamente il vero significato della conversazione viene digerito e metabolizzato dopo alcune ore, a volte giorni, nei casi estremi  addirittura dopo anni, perché il tempo funziona da estintore, spegne i campanelli d’allarme e le parole possono così riacquistare  il loro vero significato e possono essere reinserite nel contesto dell’intera conversazione. E allora riusciamo anche a capire il nostro fraintendimento.
Le 4 parole erano state tradotte così:

L’altro ci dice : 
 
“Sto passando un periodo…”
Noi lo interpretiamo come: 
“Metto subito le mani avanti, sappi che ho la mia vita, quindi per ora stai al tuo posto…”
.....
””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Spegni il cervello e attiva subito lo scudo protettivo””BIPPPP”” ””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Allarme rosso!!!! ””BIPPP””....
E allora pensiamo: 
“Ma chi ti ha chiesto niente?” “ che vuoi?” chi ti credi di essere?” “ma chi ti conosce?”

L'altro ci dice : 
“Ma..."
Noi lo interpretiamo come: 
“Mi piaci, ma fino ad un certo punto, per ora possiamo solo fare un po’ di sesso quindi non aspettarti altro da me”
.....””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Spegni il cervello e attiva subito lo scudo protettivo””BIPPPP”” ””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Allarme rosso!!!! ””BIPPP””....
E pensiamo:
“Ma perché pensi che io voglia qualcosa di diverso?” “ hahaha” “ma pensa te questo che viaggi che si fa??!!”

L’altro ci dice :
“forse stiamo…”
Noi lo interpretiamo come:
“ ok..stiamo facendo sesso, mi piace pure, ma preferisco comunque mantenere un certo distacco”
.....””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Spegni il cervello e attiva subito lo scudo protettivo””BIPPPP”” ””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Allarme rosso!!!! ””BIPPP””....
E pensiamo: 
“Sei patetico come che io volessi sposarti…” "ahahaha.." “ma mi faccia il piacere!”  "tu hai visto troppi film modello:Via col vento!"

L’altro ci dice :
"... io non vorrei che tu…”
Noi lo interpretiamo come:
“Ora che abbiamo fatto un po’ di sesso, tu ti stai attaccando come una zecca… quindi staccati…non ne voglio più sapere di te! Smamma!”
.....””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Spegni il cervello e attiva subito lo scudo protettivo””BIPPPP”” ””BIPPP”” Allarme rosso!!!! Allarme rosso!!!! ””BIPPP””....
E pensiamo:
“Io ti voglio meno di te, di te non me ne faccio nulla." " Per me?" "Nessun problema!!" "Anzi meglio così, mi hai tolto un pensiero!!”

Poi il tempo, gli eventi, l’interlocutore, la nostra saggezza inseriscono un “virus” nel sistema Echelon, che inizia a commettere errori… fa filtrare alcune parole chiave, queste riescono a riacquistare il loro vero significato.. iniziamo a “capire” senza interferenze, lucine che si accendono ad intermittenza, senza allarmi assordanti che ci fanno perdere la cognizione e riusciamo infine a capire cosa ci voleva dire!
E se fosse troppo tardi?
Beh se fosse troppo tardi… meglio così!
Significa che il nostro interlocutore era davvero un pericolo…
Abbiamo sventato un attacco, quindi la modalità Echelon è stata utile!

E.

 
 
 

“5 Nomi, 5 Vite”

Post n°14 pubblicato il 24 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

(Parte5) 

“…. Ma ecco omai l'ora fatal è giunta
che'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e'l sangue avido beve;
e la veste che d'or vago trapunta
le mammelle stringea tenere e lieve,
l'empiè d'un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e'l piè le manca egro e languente...”
(Gerusalemme Liberata -  XII Canto)

Clorinda: “L’orgogliosa!”
Anche il nome Clorinda, come Bradamante, mi fu dato prendendo ispirazione da un famoso poema epico, infatti è il nome che Torquato Tasso affidò ad una guerriera saracena, amata e uccisa per errore dal suo Tancredi  nell’opera “Gerusalemme liberata”.
Anche per Clorinda, il mio ultimo nome (per fortuna direte voi), non ho indicato nessuna canzone, ma ho scelto di trascrivere qualche riga tratta del XII canto del poema: “
Il combattimento di Tancredi e Clorinda”
un brano struggente e carico di passione, un brano dove due innamorati, a confronto d'armi, combattono una battaglia che non avrà mai vincitori e vinti. (Perché a scuola non ci insegnano a leggere queste opere così belle?)
Questo poema è ambientato ai tempi delle crociate, un tempo che ci sembra lontano, ma che comunque affronta tematiche attualissime. Oltre a riproporre il tema dell’amore impossibile fra il guerriero cristiano e l’eroina mussulmana (a quanto pare i miei genitori affidandomi questi ultimi 2 nomi mi vollero condannare ad una vita di tormenti amorosi…e… haimè… ci sono riusciti) rivela anche altri lati oscuri e tristemente attuali come: La lotta fra le religioni, la lotta fra le civiltà, la lotta fra due mondi che, ieri come oggi, si confrontano e si scoprono irrimediabilmente “differenti”.
Ma io interpreto la storia che  riguarda la mia omonima sotto un’altro aspetto e cioè quello della “cecità”, il non riconoscersi: Il buio, la notte, l’ira, le corazze, nascondono le identità , rendendo impossibile l’identificazione dell’altro e in fondo... anche di se stessi... Questo lato oscuro mi appartiene e mi spaventa: la mia presunta intolleranza, la mia ostilità verso quello che non conosco mi rende cieca, non mi permette di riconoscermi negli altri, creando così barriere e muri che sono soprattutto psicologici. Clorinda muore dalla mano del suo amato per paura di scoprirsi…
Così la mia Clorinda è la mia parte segreta, che si nasconde anche all’amore, ma che di amore infine vive.
La mia Clorinda è l’incarnazione del mio “io” orgoglioso che non si vuole svelare, del mio “io” permaloso che non accetta critiche, del mio "io" che segretamente ama chi non conosce (o non riconosce), del mio “io” che d’amore perisce, ma che mai lo ammetterebbe.

“La mia Clorinda è la mia parte segreta”

C. 

 
 
 

“5 Nomi, 5 Vite”

Post n°13 pubblicato il 24 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

(Parte4)…

  ...Veggo (dicea Ruggier) la faccia bella
e le belle fattezze e 'l bel sembiante,
ma la suavità de la favella
non odo già de la mia Bradamante;
né la relazion di grazie è quella
ch'ella usar debba al suo fedele amante.
Ma se pur questa è Bradamante, or come
ha sì tosto in oblio messo il mio nome? ...”
(Orlando Furioso -XXV Canto)

Bradamante: “L’amazzone innamorata!”
Ed ecco è  il mio nome più particolare! Credo di essere l’unica donna del III Millennio che porta questo nome, reso celebre da Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso.
Dal mio punto di vista Bradamante è la figura femminile più forte e (…perché no…) “innovativa” di questo poema cavalleresco, un personaggio dal carattere forte e determinato, eternamente in lotta contro le avversità che la vita le presenta. Bradamante, cugina di Orlando e sorella di Rinaldo, fu una valorosa paladina ed una accanita sostenitrice della fede cristiana. Non di meno però visse e lottò per difendere il suo amore per Ruggiero, sentimento perennemente ostacolato da forze avverse, anche dalla fede, infatti lei era cristiana, lui pagano. Solo dopo aver superato vicissitudini di tutti i tipi riusciranno a guadagnarsi il ricongiungimento finale, coronato dalla conversione di Ruggiero al cristianesimo, dal matrimonio e dalla nascita di Giudo, loro figlio.
A mio avviso questa figura ripropone prepotentemente il tema della donna moderna: “Donna in carriera o sposa e madre?” (Sorrido amaramente a scrivere queste cose). Eh  già… quante volte abbiamo sviscerato questo argomento!? Sembra quasi che, per la maggioranza dell’opinione pubblica, queste due figure siano  in antitesi. Come che ad una donna in carriera fosse preclusa ogni possibilità di maternità e viceversa. Cosa centra la paladina di Francia? Beh Bradamante è sì una guerriera, che combatte per una causa, ma è anche una donna innamorata che come le altre si batte per il suo uomo e per la famiglia; le sue due vite, i suoi ruoli sono intrecciati ed indivisibili.
Per questa sua tenacia e fedeltà alle proprie cause associo a Bradamante il mio “io”  professionale e intimo, la donna in carriera (guerriera) che contemporaneamente è una donna (madre-amante-moglie) con una innata propensione alla famiglia, all’amore, ai figli; una donna capace di amare teneramente e di difendere con i denti ciò che ama e ciò in cui crede.
La mia Bradamante è il mio futuro di donna autonoma, che lavora, ma che vuole crescere una famiglia, che vuole dei figli, che vuole amare ed essere amata per quello che è... 
D'altronde, anche se tornerò a casa con la testa che scoppia, indossando un tailleur-corazza armata di tutto pugno, sono pur sempre una “Donna”.

“La mia Bradamante è il mio essere Donna ”

B.

 
 
 

“5 Nomi, 5 Vite”

Post n°12 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

(Parte3)…

"Guardami in faccia quando mi parli, se sei sincera..
Se non mi guardi quando mi parli
non sei sicura..
La voglio in faccia la verità e  se sarà dura,
La chiamerò sfortuna!
 Sfortuna..
Maledetta sfortuna!”

Mafalda: “La determitata!”
Questo Nome di origine portoghese significa "forte in combattimento”, ma quando si pensa a Mafalda viene subito in mente (almeno a quelli della mia generazione) la bambina dispettosa e ribelle del famoso fumetto di  Quino. Una bimba curiosa e dall’intelligenza acuta che si domanda sempre il perché delle cose e che pone domande alle quali è spesso difficile, se non impossibile, dare una risposta, facendo così affiorare le innumerevoli contraddizioni del nostro mondo.
Ma i miei genitori il giorno del battesimo (il più lungo della storia di Genova) non si ispirarono a questa simpatica marmocchia, infatti anche il mio terzo nome ha una provenienza monarchica: fu il nome della principessa Mafalda di Savoia, figlia della Regina Elena e di Vittorio Emanuele III.
Mafalda è il nome che in passato mi ha provocato più fastidi, non mi piaceva affatto, forse perché tutti mi prendevano in giro. Nel registro di classe delle scuole medie infatti qualche genialoide aveva riportato i miei primi 3 nomi, così i miei adorabili compagni  hanno potuto trovare una vittima sacrificale perfetta per il loro divertimento.. tra l’altro,  visto che sono anche molto permalosa, ho dato loro parecchie soddisfazioni!
Col tempo però ho imparato ad apprezzare questo nome così poco comune ed oggi è indubbiamente uno dei miei preferiti .
La “mia” Mafalda è la mia personalità autocritica e introspettiva, quella che si pone sempre delle domande, quella che non si accontenta mai delle risposte e che persevera senza fatica nella ricerca della verità. E’ la mia personalità più determina che prende il sopravvento nei momenti nei quali devo prendere decisioni e nei momenti di sconforto. Mafalda è la mia coscienza.

“La mia Mafalda è la mia consigliera”
M.

 
 
 

“5 Nomi, 5 Vite”

Post n°11 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da alienata
 
Foto di alienata

(Parte 2)...


Perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera
perché Margherita ama, e lo fa una notte intera
perché Margherita è un sogno, perché Margherita è il sale
perché Margherita è il vento e non sa che può far male
perché Margherita è tutto, ed è lei la mia pazzia
Margherita, Margherita...Margherita...adesso è mia...”

Margherita: “La dolce!” 
Quando si pensa al mio secondo nome  oggi si evoca immediatamente il fiore: semplice, candido, spontaneo e solare, ma in realtà il nome Margherita deriva dal greco "Margaritès" e significa "perla" sinonimo di  "purezza”.
Nella storia molte donne famose portarono questo nome, Sante per lo più, ma  in Italia forse viene ricordato maggiormente come nome della Regina Margherita di Savoia (se si considerano i miei  primi 3 nomi viene spontaneo pensare che i miei genitori negli anni ’70 passarono qualche periodo di nostalgia monarchica).
Margherita è stato il mio nome preferito per gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza, ancora oggi mio padre mi chiama così. In effetti a pensarci bene io sono abituata a girarmi e a sentirmi interpellata quando vengono pronunciati tutti i miei 5 nomi. Fortunatamente non sono poi così comuni…
La “mia” Margherita è la mia essenza di bambina, la mia parte più delicata e vulnerabile, innocente e indifesa. E’ un nome che mi evoca ricordi antichi, giochi di bambina, paure ancestrali (il buio, la solitudine, i ragni), ma anche aspettative per il futuro, sogni e desideri.
Probabilmente Margherita è la mia personalità “familiare” che si manifesta nei momenti di tenerezza e che più delle altre ha bisogno di sentirsi protetta. Solo i miei familiari, qualche amica ed un uomo (sempre lui) conoscono questo aspetto così infantile di me.

"La mia Margherita è la mia infanzia!"

M.

 
 
 

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accarezzando i tuoi fianchi,
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noi soli,
unici e complici.

Un ricordo di te che non cancellerò mai.

(Anonimo Longobardo)

 

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