Creato da Midnight_Raver il 21/11/2007

Negli angoli di casa

Negli angoli di casa cerchi il mondo, nei libri e nei poeti cerchi te...

 

In questa estate

Post n°378 pubblicato il 08 Agosto 2009 da Midnight_Raver

In questa estate di musica e sangue, di temporali violenti e caldo a tratti, di battelli a risalire il fiume, di abbracci e parole gridate nelle orecchie, in questa estate di timbri e frontiere, di casse dritte e gambe stanche, quando ti accorgi che serve un sostegno, che il corpo fatica a star dietro alla mente, in questa estate di albe per strada e di frasi diverse e sorrisi uguali, in questa estate di timore e di attesa, di pedalate in marcia bassa e ronzii d'accompagno, in questa estate che estate non sembra, ho con me tutto ciò che mi serve, e ne ho d'avanzo. Solo una cosa mi manca: il mare.

 

E (lo dico sottovoce, a caratteri piccoli) il romanesco di quelle serate in cui si ride a tirare mattino. Ma a questo, per fortuna, c'è rimedio.

 
 
 

Exit

Post n°377 pubblicato il 09 Luglio 2009 da Midnight_Raver

 

Non e' piu' triste, la mia vita. E' bella e ne sono felice.

E alla faccia delle persone putride, della feccia che m'ha avvelenata, sono qui, e non sono sola, e stasera iniziano i quattro giorni del "festival del castello". Non sapeva neanche dove fosse, il bugiardo. Io sono qui. Alla faccia sua.

E mi divertiro'.

A presto >:)

 
 
 

Hai voluto la bicicletta?

Post n°376 pubblicato il 01 Luglio 2009 da Midnight_Raver

La perfezione non è di questo mondo. Ma andarci molto vicino con un punteggio del 95% (86 punti su 90, per la precisione) fa parecchio piacere. Gli altri punti, quelli in bocca, non ci sono più. Posso spazzolare normalmente la gengiva ormai tornata normale e sperare che sia servito a qualcosa. Finalmente è arrivata l'estate anche qui, anche se in casa a volte si sta ancora bene con le maniche lunghe. Mentre ci prepariamo a passare le prossime due settimane in Serbia e facciamo progetti europei per la stagione autunnale, mentre c'è un traffico di gente tra l'aeroporto e la stazione, chi viene, chi va, chi torna, chi parte, mentre ogni giorno mi sveglio ragionevolmente di buon umore, c'è una cosa di cui ho cominciato a sentire il fastidio.

Tutto questo gran camminare ovunque, questi 10 km al giorno che finisco per percorrere, al minimo, a una velocità media di cinque all'ora, andavano bene quando non conoscevo le strade. Quando mi serviva del tempo, e me lo prendevo, per osservare i palazzi, cercare di decifrare le scritte, memorizzare i nomi. Adesso che Andrássy út la so a memoria cornicione per cornicione, vetro incrinato per vetro rotto, quello che conta è arrivare. E così, ieri pomeriggio siamo andati a comprare la bicicletta per me, con un gran sospiro di T. che davvero credo mi voglia bene, per aver tollerato di aggirarsi pedibus calcantibus per quattro mesi, lui che sulle due ruote ci farebbe anche colazione.

E così adesso è là, parcheggiata in cucina. E già ieri mi ha ridotto di due terzi i tempi di spostamento. E ridacchiavo, mentre schivavo i pedoni sul marciapiede grande del körút, a guardare le macchine bloccate, incolonnate verso il ponte ancora lontano.

Vabbè, poi mi è crollato il manubrio e sono quasi caduta, ma questa è un'altra storia...

 

 

 
 
 

boh

Post n°375 pubblicato il 24 Giugno 2009 da Midnight_Raver

ho avuto tempo di analizzare i graffi
e i grafici tendenzialmente in perdita
mi davano presagi di squallore

ho avuto modo di scorrere le righe
e il codice l'ho scritto che dormivo
se no come lo spieghi quel difetto
se no come lo paghi quell'errore

ho avuto voglia di scivolare indietro
lubrificare di sangue il ritorno
senza più unghie mollare la presa
staccarmi i denti e non mordere
ancora

ma ancora, ed ancora ed ancora
ed eufonicamente perversa
mi risuona la goccia nel vaso
mi rimbomba la fretta dell'orologio

e sento l'acqua scrosciare sul tetto
e sento i tuoni e la folla che grida
sento il richiamo la spinta la vita

e allora spingo - oh, se spingo! -
più forte, che la zavorra si possa staccare
che crolli a terra dalle caviglie
lasci la presa e si perda nel mare

e allora stringo - oh se stringo! -
con uno spasimo i denti scheggiati
e sgrano gli occhi ai fantasmi e alle streghe
sporgo la lingua agli spiriti inquieti

 
 
 

Undici punti

Post n°374 pubblicato il 22 Giugno 2009 da Midnight_Raver

Del primo non mi sono accorta. Era lontano, in fondo, quasi un nodo in gola a ricordarmi che se per caso pensavo di aver messo giudizio, era traballante e malsano, un giudizio parziale, distorto, da buttare.

Il secondo l'ho visto. Ho aperto un occhio e il filo era teso davanti al mio naso, come un arcobaleno di pace, presagio della fine del dolore.

Il terzo l'hanno accompagnato i tuoni, perché la vita continua a sembrarmi a volte uno scherzo di gusto discutibile. Specie quando non hai l'ombrello.

Il quarto, chissà perché, mi ha ricordato di un cuore che non ha mai battuto, e il mio, che tante volte lo ha fatto in fretta, fuori ritmo, si è stretto in una morsa più salda di quella del filo.

Il quinto era un punto sensibile, per quello - ho mentito - mi è scappata una lacrima.

Al sesto non ho pensato. La mia mente era rivolta ad altri punti, a un volto pallido con il respiratore artificiale, a due zigomi sporgenti proprio come i miei.

Col settimo sono arrivate le rassicurazioni: è quasi finita, andrà tutto bene.

Tra l'ottavo e il nono l'ago ha perso l'affilatura, e l'hanno dovuto cambiare.

Il decimo è stato veloce, non era più scavo di miniera, ma un ricamo superficiale all'altezza del canino.

L'undicesimo è arrivato tra i miei sospiri e quelli della donna che mi aveva aperta due ore prima e adesso mi ricuciva.

Sono tornata a casa sotto la pioggia battente, sono passata vicino all'alberello del cortile a cui voglio più bene e l'ho guardato fisso, mentre l'anestesia si dissolveva ed esplodeva il dolore. Mi sono guardata allo specchio ed ero orribile. Con il pallore dei morti e un gonfiore destinato ad aumentare.

Ma poi ho aperto la porta della stanza, e nella stanza c'era calore e protezione, c'erano occhi colmi d'amore e mani stillanti tenerezza, e tutto il mio dolore s'è sciolto, quello recente e quello più antico. E mi sono detta che quando il tessuto connettivo perde la sua funzione non è più altro che ricettacolo di germi. E che per quanto rimuoverlo sia doloroso e sfiancante, perché su un tessuto così non c'è grande aiuto dall'anestesia, una volta eliminato il marcio non potrà che esserci del bene.

Sputo sangue e sonnecchio, ogni tanto vengo al pc. Domani starò meglio.

 
 
 
 

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Hi hi hi. Rido? Sorrido compiaciuta di te :-)
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Qualche capace c'è, ma gli è che l'incapaci...
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i tuoi amici sono ufficialmente residenti, io non ancora...
Inviato da: Midnight_Raver
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