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Citazioni nei Blog Amici: 13
 

 

C'E' POSTA PER ME (seconda puntata)

Post n°549 pubblicato il 13 Settembre 2013 da angolo.acuto
 

 

Oggi dev’essere il mio giorno fortunato. Non capita tutti i giorni di trovare tra la posta sorprese come queste.
Intanto mi scrivono Mrs Sandra Briggs e Mrs Jennifer Gray, rispettivamente Coordinatore e Presidente del Comitato della British National Lottery, annunciandomi che sono “uno dei 10 fortunati vincitori della lotteria Microsoft per l’anno 2012-2013”, il mio indirizzo e-mai è stato selezionato a caso da un lotto di 50 milioni di indirizzi internazionali “come parte del nostro programma di promozioni internazionale che si svolge ogni anno, di conseguenza, si ha stato approvato per un totale pay out di £930,000.00 (Novecentotrentamila Gran Bretagna Sterline solo)”.
Non so come ringraziarvi gentili signore, ringrazio pure il notaio (Mr Leyton Crawford), ma… rinuncio e vado avanti (!) e apro il pacco della Calabria… 
Avrei comunque versato l’intera cifra a favore del “Fondo di solidarietà per l’impiego di interpreti e traduttori” perché questa categoria ritrovi tutta la dignità e gli venga riconosciuto il legittimo ruolo che le compete contro il selvaggio e ingiustificato utilizzo di Google Translator!
Quanti euro sono 930.000 sterline? Mmmmm
Be’ fa niente, tanto la signora Lanuzza Rosanna (che chissà come mai mi scrive dall’e-mail di un altro signore) mi offre un’opportunità di lavoro imperdibile!
Dice di aver visto il mio CV su internet (magari se mi dici dov’è, ci do un’occhiata anch’io!).
Insomma c’è questa Alipack SpA Worldwide Espresso che ricerca collaboratori che devono solo fornire il proprio indirizzo per appoggiare spedizioni internazionali (nulla di illegale perché potrò aprire i pacchi per vedere il contenuto!), ed avere un compenso mensile di qualche migliaio di euro. Dove li metto poi ‘sti pacchi, nello sgabuzzino?
Ringrazio anche la cortese signora Rosanna, ma… rinuncio all’offerta e vado avanti (!)… a proposito di pacchi apro quello del Piemonte…
Comunque, voi dell’Alipack, contattate anche voi qualche buon traduttore, magari in cambio dei pacchi vi fa una traduzione migliore!
Ecco che c’era anche Clara della Henkel, almeno lei scrive direttamente in inglese!
Cosa mi raccontava Claretta, visto che mi ha scritto da due settimane e non ho ancora letto il messaggio?... 
Ma guarda che proposta ha da farmi questa benedetta ragazza: una dritta di borsa che non si può non prendere in considerazione: acquisto di azioni della Monarchy Resources Inc, ad agosto erano valutate appena 0,19 dollari, ma hanno un Long Term Target Price di 1.05 dollari (450%!!)… cosa farebbe questa Monarchy Resources Inc.? Controlliamo. Gestione di miniere o giù di lì. Quotata in borsa, esiste davvero!
Oggi quota 0,05 dollari…
Clare’ ma che sòla mi davi?
Vado avanti e apro il pacco della Toscana…

 

 

 
 
 

11 settembre 1973

Post n°548 pubblicato il 12 Settembre 2013 da angolo.acuto
 

Quarant'anni fa i primi tentativi americani (riusciti) di esportazione della (loro) democrazia.

 
 
 

SCIACALLI

Post n°547 pubblicato il 06 Settembre 2013 da angolo.acuto
 

 

“Are you interested in enriching yourself by means of war? It`s the very time to realize your plans!!! As soon as the first bombs touch the ground in Syria, petroleum prices will skyrocket the same as MONARCHY RESOURCES, INC. (MON-K) share price!!! Go make money on Friday, September 06th, purchase MON-K shares!”

 

Questo è quanto ho ricevuto oggi da un indirizzo “spam” russo.

E a voi, interessa arricchirvi sulla guerra? Perchè perdersi questa cinica occasione?

 
 
 

Back to Treviso

Post n°546 pubblicato il 05 Settembre 2013 da angolo.acuto

 

Sono tornato a Treviso dopo un anno e dopo una tornata elettorale.
Io me la ricordo la città trent’anni fa, con le osterie sotto i portici, quando lo spritz non era di moda e lo scrivevano con la doppia ss (spriss), con le comari che ciacolavano alla pescheria in quel dolce cantilenante dialetto, con quell’aria nobile e un po’ decaduta, con le vecchie trattorie in quelle corti con le pergole e i muri scrostati, con il sentore delle campagne vicine e quel candore contadino che si stava già perdendo per sempre. Allora la famiglia reale erano i Benetton che abitavano dietro Piazza dei Signori (il massimo del lusso), il cui impero dava lavoro a una moltitudine di aziendine artigianali locali, i regnanti regalavano alla città il Palaverde, il grande basket e una visibilità che nessuno si era mai immaginata. Il benessere diffuso, il ruolo di macchinista nella potente locomotiva del Nord-est che sbuffava forte in quei ruggenti anni ottanta.

Sono tornato a Treviso e, come sempre, cerco di interpretarla.

Treviso nell’ultimo ventennio è diventata una specie di salotto di lusso con le strade tirate a cera, i palazzi impeccabilmente ristrutturati con i negozi che ostentano opulenza e benessere, i parchi con le aiole tracimanti di fiori, i prati maniacalmente rasati e le recinzioni perfettamente manutenute. I trevigiani sempre abbronzati, appena usciti dal parrucchiere, vestiti come manichini di grandi griffes, sempre pronti per un happy hour o un brunch. Pulizia e ordine in ogni angolo della città, precisione e cura del dettaglio ne hanno fatto una preziosa bomboniera, lustra, elegante, esclusiva e (quel che più conta) carissima. I soldi sono sempre l’argomento preferito da tutti, da quelli che i soldi li hanno sempre avuti, da quelli che li hanno fatti, da quelli che spendono quelli degli altri, da quelli che sono sicuri di poterne fare e da quelli che si guardano bene dall’ammettere di essere esclusi dalla festa. Il grande Mangiafuoco di questo splendido circo, di questo travolgente spettacolo, è stato il potente Gentilini. Il sindaco passato alle cronache nazionali per le panchine vietate agli immigrati nullafacenti e per altre simpatiche amenità indirizzate a extra comunitari e compagnia. Intanto Benetton se ne andava, all’estero, ad abbattere i costi, a produrre in fabbriche che crollano sopra agli operai. L’impero si sfaldava lasciando sul campo tristi e inutili capannoni vuoti disseminati ovunque. E’ la globalizzazione, bellezza!
Sono tornato a Treviso dicevo, dopo un anno e una tornata elettorale.

In centro lattine vuote sui marciapiedi, un cartone abbandonato, cartacce qua e là. (Orrore!) Cicche in abbondanza sotto le panchine, non più luoghi di sosta proibiti evidentemente. (Lassismo!) La gente vestita con gli abiti leggeri comprati in saldo che parla di vacanze a Porto Santa Margherita ed Eraclea, invece di mete esotiche, addirittura poco abbronzata per essere fine estate. (Sciatteria!) Qualche negozio ha le saracinesche chiuse e non per ferie. Che succede? Una recinzione da riparare, un cassonetto fuori posto, scritte sui muri (“Lega ladrona”)… ragazzi ancora assiepati nei bar all’ora dell’aperitivo, ma forse un po’ dimessi e sotto tono… perfino un sindaco di centro sinistra.
Mmmmm… “Ridatece er puzzone!”??
oppure, ma sì, godiamoci questa riscoperta sobrietà e ritrovata normalità!

 
 
 

Aux armes citoyens!!

Post n°545 pubblicato il 30 Agosto 2013 da angolo.acuto
 

che palle!

 
 
 

IO, IL FELINO E L'ASPARAGO

Post n°544 pubblicato il 21 Agosto 2013 da angolo.acuto
 


Il mio amico Maurizio, compagno di lunghe filosofiche scarpinate nei boschi, dice che è tutta colpa del mio occhio di predatore.
Il fatto è che, se usciamo per funghi o per asparagi, quando torniamo, lui prende metà dei suoi e me li porge amichevolmente per non farmi tornare a casa a mani vuote.

Non c’è niente da fare: io non li vedo!

Mi ha spiegato che il mio approccio è quello del cacciatore primordiale, anzi addirittura dell’ancestrale predatore che è rimasto in noi.

Il felino sta immobile in attesa che la preda dia un segno della sua presenza, un passo, un respiro, un minimo percettibile movimento… se tutto resta immobile le due figure sono elementi di un paesaggio statico, di una confusa fotografia, insoliti personaggi di un duello in un torrido far west che si studiano con le mani pronte vicine alle pistole, ma sempre salde a debita distanza, in attesa, poi, è un attimo, basta una lieve vibrazione, uno spostamento d’aria, un muscolo che si contrae e, in quell’istante, solo allora, con uno scatto improvviso e fulmineo, il cacciatore si avventa sull’incauto bottino, e il pistolero del film (quello bravo) fa fuori l’avversario.
L’asparago è per sua natura immobile, se ne sta fermo, immoto, in mezzo alla pungente immota sparagina, non si sogna nemmeno di muoversi, è inconsapevole di essere la tua preda, nessuno glielo ha detto, il tuo occhio (quello animalesco) lo fissa e non lo vede… siete lì a osservarvi per infiniti secondi senza che la scena muti, tu passi oltre e addio frittata!

Soluzione: tu non sei un primitivo cacciatore, devi prendere coscienza della millenaria evoluzione del tuo intimo homo sapiens e comportarti di conseguenza. E’ evidente che, se l’occhio è rimasto indietro in questo processo evolutivo, occorre sfruttare l’indiscusso progresso del cervello: se la preda non si muove, mi muovo io (un po’ la storia di Maometto e la montagna).

Guardo l’immota sparagina e, nell’osservare il nascondiglio della mia preda, muovo la testa cercando nuovi punti di vista sull’oggetto, a questo punto, per un magico effetto ottico, tutto si muoverà tranne il solingo e fisso asparaghino, ormai indifesa preda.

Da domani basta frittate di antilopi e gnù!

 
 
 

The show must go on

Post n°543 pubblicato il 02 Agosto 2013 da angolo.acuto

E dopo 20 anni di pubblicità...

...finalmente lo spettacolo!

 
 
 

Ad ognuno la sua croce

Post n°542 pubblicato il 02 Agosto 2013 da angolo.acuto


Sala di attesa di uno studio medico. Angusta e triste.

Una fila di sedie di plastica verdi. Una pila di vecchi giornali (Espresso del 2012, inserti di quotidiani, riviste di natura e salute). Poster alle pareti di vecchi spettacoli teatrali, un prezziario per la richiesta di certificati con appunto a pennarello “prima si paga, poi si consegnano i documenti” (tanto per chiarire), un ritaglio di una rivista di filosofia con delle massime di Kant, Cartesio e Hobbes, la riproduzione della Gioconda di Leonardo e della Scuola di Atene di Raffaello, avvisi che ricordano di spegnere il cellulare, di presentarsi con il tesserino sanitario e tutta la documentazione medica e, attenzione, che il dottore non conosce il prezzo dei farmaci, un post-it sull’interruttore intima di non toccare! Sulla porta dello studio, con il pennarello, vengono ribaditi alcuni concetti, anche con disegnini molto espliciti: “Spegnere il cellulare prima di entrare”… “Il pagamento deve avvenire in via anticipata” … “Non chiedere il prezzo dei farmaci” … “ Si entra solo con il tesserino verde” … alcune scritte in alfabeto arabo per clienti magrebini (tanto per chiarire, chiunque tu sia).
Il condizionatore funziona come in una cella frigorifera. Ci sono le inferriate alla porta e alla finestra sui cui vetri foglietti di vari formati puntualizzano orari di visita, numeri di telefono per emergenze, indirizzi di altri studi medici.
"AREA VIDEOSORVEGLIATA"
Sulla cassetta della posta ci sono scritte le indicazioni particolareggiate per l’inserimento di documenti, riviste, analisi e referti, non risparmiando sui punti esclamativi!!!
E non ho ancora visto l’interno dello studio… (…e ve lo risparmio).

Appeso al muro, ben incorniciato, un diploma con i fregi arzigogolati e simboli massonici recita:

Gran croce al merito

Al Dott. ………….

quale espressione di merito essendosi particolarmente distinto nello svolgimento della propria professione nel pieno rispetto dei più alti valori etico morali grazie alla sua indubbia preparazione.

 

250 Euro, visita e certificato, ovviamente, “nel pieno rispetto dei più alti valori etico morali”, tutto rigorosamente senza fattura.

 
 
 

REVAMP D'AGOSTO

Post n°541 pubblicato il 01 Agosto 2013 da angolo.acuto
 

In piena calura estiva, il settore dell’azienda dove lavoro è oggetto di un improvviso revamping. Ieri sera video-conference, distribuzione brochure e stamattina si parte con il kick off.
Intanto il nome: non più Task Force ma Front End infatti così recita il primo passo della bruchure: “
Il rafforzamento delle strutture di "Front End" (ex Task Force) è uno tra gli interventi cardine del programma”
Bene (quando si dice l’importanza delle parole!).
La revamp consta di due step: Wave 1 – Interventi volti al recupero dell’efficienza e Wave 2 – Interventi volti al recupero dell’efficacia. (fantastico!)
I “cantieri chiave” sono quattro:
A) Diagnostica (Analisi quantitativa performance/cluster – analisi attuali policy).
B) Revisione modello operativo (Definizione principi guida, interazione aree e feedback, disegno processi di dettaglio, timing, strumenti);
C) Attività propedeutica al kick off (Staffing team, censimento front end, elaborazione target, sviluppo piano roll-out);
D) Lancio modello e roll-out (Kick off con aree, comunicazione target al front end, supporto on the field, messa a regime)…
Scusa scusa ho un attimo di smarrimento… forse il caldo!

 

 
 
 

VITA DA POLLI

Post n°540 pubblicato il 23 Luglio 2013 da angolo.acuto
 

Anche i polli non vivono certamente una vita facile. E non solo perché destinati praticamente in massa ad una morte prematura (solo qualche gallina invecchia, prima di finire comunque a fare un buon brodo, e mai per morire di morte naturale), ma soprattutto perché la breve vita del pollo non è certo delle più entusiasmanti. Sia se nati e cresciuti in un allevamento industriale, sia se pasciuti in regime di semi libertà in un pollaio di campagna. Si presume però che il pollo non abbia né coscienza, né conoscenza, di tutto questo e, col poco cervello che si ritrova, pensiamo possa vivere in uno stato di felice ininterrotto stordimento.
Prendiamo in esame ora, non il pollo industriale costretto in anguste e affollate gabbie metalliche condominiali dove l’occupazione perenne è rappresentata dall’ingurgitare mangimi di sospetta composizione sotto un’insostenibile luce artificiale altrettanto perenne, ma l’esemplare ruspante che passa il giorno a beccare grano, vermi e sassolini e la sera va a letto con le galline.
Focalizzate lo sguardo del polletto in questione che vi guarda con sospetto, ma indifferente, gira la testa da un lato, dall’altro, poi becca un niente per terra, avanza con una zampa solleva l’altra trattenendola tra le piume delle cosce e la posa di nuovo tra la ghiaia. Intanto esplora il perimetro della rete, scruta il daffare degli altri polli, indaga curioso nelle loro attività e nelle loro scoperte, magari rubando un chicco di avena o un insetto tramortito. Emette deboli balbettii “co… co… co…”, procede lento in questa danza, si gode l’ombra dell’albero al centro del recinto, torna a scaldarsi al sole, rovescia il piattino con l’acqua, ma non se ne cura. Sembra circospetto, ma ha pensieri leggeri che lo abbandonano subito, guarda, osserva, commenta con un nuovo coccottìo, si ferma.
Scuote il capo, becca due o tre sassetti, si accovaccia per non più di tre secondi e ricomincia la sua pacifica inutile ronda.
Questo è polleggiare, ragazzi!
“Ciao, che fai? Come stai? Come ti va? Dove te ne vai?...”
La risposta non è attesa né dovuta, ma sarà sempre: “Sai com’è, sempre di corsa…!”
Da quanto tempo è che non polleggio?

 
 
 
 
 

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