Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi di Ottobre 2007

Totti, si decide oggi.

Post n°793 pubblicato il 29 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Alle buone notizie di San Siro, ieri hanno fatto da contraltare quelle che filtravano da Trigoria: che Totti non stava bene si sapeva, il Capitano non è certo uno che salta a cuor leggero una trasferta a Milano, ma a quanto pare sta anche peggio. La contusione alla caviglia rimediata martedì scorso con lo Sporting non è ancora smaltita, e gli continua a dare dolore, cosa che non induce certo all'ottimismo. Ieri ha fatto fisioterapia e piscina, oggi sarà il giorno decisivo: se questa mattina il dolore non sarà andato via, le possibilità di vederlo in campo dopodomani sera all'Olimpico si avvicineranno parecchio allo zero. Ovviamente il Capitano ce la metterà tutta per sfidare una Lazio in profonda crisi, l'avversario ideale per dare continuità ai due bei successi contro Sporting e Milan e riportare una volta per tutte quell'entusiasmo messo a dura prova dalle impressioni di crisi di fine settembre, ma la volontà potrebbe non essere sufficiente.

Se Francesco dovesse essere costretto ad alzare bandiera bianca, sarebbe la prima volta da un anno e mezzo in cui la squadra dovrebbe fare a meno di lui per due gare di fila: in questa stagione, prima di Milan-Roma, aveva saltato solamente la trasferta di Firenze del 26 settembre, nella scorsa, in campionato, aveva giocato trentacinque gare su trentotto. Le ultime assenze messe in fila risalgono al girone di ritorno del 2005-06, all'entrata di Vanigli che per poco non gli costava Mondiale e carriera: è di quel periodo, precisamente il 26 febbraio, l'ultimo derby giocato dalla Roma senza il Capitano, a bordocampo con le stampelle e il bandierone, per festeggiare lo 0-2 di Taddei e Aquilani, con tanto di record di undici vittorie di fila.

Dopodomani non ci saranno neppure loro due: l'assenza del centrocampista di Montesacro era nota quando la Roma non era ancora tornata da Manchester, quella del brasiliano no. Si era fatto male prima di lui, durante Fiorentina-Roma, e contava di esserci, ma con le lesioni muscolari si scherza poco, e così, se non intercorreranno miracoli da qui a mercoledì, non ce la farà neppure ad accomodarsi in panchina. Chi invece dovrebbe esserci è Christian Panucci, che ieri è stato tenuto in panchina, per dare spazio a Cicinho e Cassetti: Spalletti prima della gara è stato chiaro, il terzino doveva riposarsi in vista del derby. Solo che nel frattempo Cicinho ieri ha giocato la sua migliore partita da quando è sbarcato in Italia: basterà per cambiare qualcosa nelle gerarchie da Spalletti, ma non è detto che ciò valga sin da mercoledì. Giorno in cui il tecnico di Montespertoli dovrà inventarsi un tridente d'emergenza assoluta, specialmente se venisse confermato il forfait di Totti, oltre a quello di Taddei.
La soluzione di ieri, con Tonetto all'ala sinistra, a completare il tridente con Mancini e Perrotta, è andata bene, ma non è scontato che venga riproposta per il derby. L'alternativa più accreditata prevede il ritorno nell'undici titolare di Ludovic Giuly, che ieri, giocando l'ultimo quarto d'ora al posto di Mancini, è andato anche vicino al gol.

L'allenamento di oggi è fissato per le 10.45, domani Spalletti prenderà una decisione riguardo il ritiro: dal record delle undici vittorie è facoltativo, e il tecnico ha sempre difeso a spada tratta questa abitudine della Roma, ancora poco diffusa in Italia. Ma il derby è una partita a parte, sotto tutti i punti di vista.

 
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Post N° 792

Post n°792 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

 
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De Rossi: "Che Roma!"

Post n°791 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Le interviste nel dopo-partita di Milan-Roma.

Spalletti: "Se si vuole guardare la situazione a 360 gradi, De Rossi ha dimostrato personalità, ha fatto vedere che è tranquillo e tutta la squadra ha fatto vedere questa caratteristica. Il Milan ci ha creato delle situazioni difficilissime da sbrogliare, i nostri difensori sono stati bravissimi. La mia squadra è cresciuta nel carattere, interpretando meglio le situazioni che contano. Il rigore? Non lo so, non l'ho visto bene dalla mia posizione. Fanno piacere i complimenti di Berlusconi, è un presidente che riconosce i meriti dell'avversario. Dall'interpretazione dell'arbitro, bisogna vedere il grado di trattenuta, ma la maglia si allunga molto e l'arbitro va a sensazione. L'attaccarsi alla maglia, visto che non dà beneficio, bisognerebbe smettere di farlo. La Roma sta facendo vedere di essere più attenta alla compattezza di squadra, perché non è detto che sia sempre utile per il risultato stare nella metà campo avversaria. Cicinho ha giocato un partita importante, degna della sua qualità, lo sapevamo, l'abbiamo preso per quello. E' uno che può dare un contributo importante".

De Rossi: "Il mio è stato un modo particolare di tirare il rigore, al 90% il portiere lì si butta. E' rischioso, mi è dispiaciuto, ma il cucchiaio se lo devi tirare lo devi fare così. L'ho tirato in maniera particolare, se ne parla per questo. Toccherebbe pija la porta, mi direte. Visto che non c'era Francesco, sapevo che avrei tirato io il rigore. E ieri l'avevo detto che l'avrei battuto così. La Roma ha grandi meriti perché ha battuto una grande squadra, che ha classe e talento. Ho visto un grande spirito, grande gioco, la Roma sta crescendo molto anche sotto la compettezza del gruppo. Francesco? Spero che ci sia nel derby, che per noi sarà una finale. Spero che la sua assenza a Milano sia legata a questo. Al derby dobbiamo andare con la stessa mentalità di oggi, perché sarà una partita particolare. E' stata una domenica particolare, speravamo di non perdere punti o posizioni e così è andata oggi".

Cassetti: "Cerchiamo di fare sempre il solito discorso, giochiamo partita per partita e a fine anno tireremo le conclusioni. Oggi abbiamo preso due punti sull'Inter. La Roma ha cercato di essere più concentrata in certe situazioni della partita, il Milan ha avuto un sussulto dopo il rigore sbagliato da De Rossi e lì tutti abbiamo cercato di aggredire, di rincorrere e difendere. C'è stata anche la fortuna, ovviamente, perchè se entra quella palla di Gilardino ecco che sta qui a parlare di un'altra parita. Ma io ho visto una grandissima Roma sotto tutti aspetti, abbiamo cercato di dare il massimo con il nostro gioco, è una vittoria importante. Speriamo che San Siro continui a portarci bene. Giocare senza Totti? Il valore del Capitano lo sappiamo tutti, però Mirko ha fatto una grande partita, speriamo che continui su queta strada. E' una vittoria che dà morale anche per la Lazio. Ma il derby è una partita particolare. Abbiamo però il precdendete dell'anno scorso, quando venivamo da un grande periodo ma adesso veniamo con la voglia di rivincita. Le soddisfazioni? E' un momento positivo, dove la squadra sta tro0vando i risultati e io la fiducia del mister.

Perrotta: "E' successo un putiferio per le mie parole sull'Inter favorita per lo scudetto, ma sono state interpretate male. Ma è quello che penso, noi siamo una grande squadra, ma l'Inter ha qualcosina in più di noi. Noi abbiamo qualità differenti da altre squadre. Fisicamente, non siamo molto alti per questo giochiamo palla a terra. Questo Milan si avvicina alla Roma, con meno velocità ma qualità superiore alla media. Io sto molto bene, mi stavo affaticacndo e per non rischiare sono uscito, potevamo vincere con due, tre gol di scarto perché di occasioni ne abbiamo avute, la squadra è viva ha importo il gioco, sono segnali positivi. Non pensate che noi non analizziamo le partite, vedevamo quali errori facevamo in certi momenti doevvamo essere più accorti. Vincere qui sono tutte soddisfazioni. Risultato importante, ma di più la prestazione. Non abbiamo mai sofferto, tranne che su due colpi di testa di Gilardino.

Pizarro: "Stiamo dando continuità ai nostri risultati, ci vuole per andare avanti. Abbiamo giocato come sappiamo, aspettando l'avversario per ripartire e noi abbiamo le qualità giuste per farlo, era quello che facevamo anche prima. Ci tengo sempre a giocare a San Siro e a vincere con questa squadra. E' importante anche per dare continuità ai nostri risultati. Su un campo difficile come San Siro, dove non tutti vengono a prendere punti, è difficile e per questo è importante. Dopo il rigore non ci siamo abbattuti e abbiamo reagito benissimo".

Vucinic: "Io protagonista? No, è stata tutta la squadra e devo dire grazie ai miei compagni che mi sono stati vicini nei momenti difficili. Mi sono trovato bene a giocare come prima punta, ma sostituire un giocatore come Francesco non è facile. Tutti sanno le sue doti calcistiche e umane e spero che mercoledì ci sia lui a guidarci per una nuova vittoria. Lo scudetto? Abbiamo preso due punti sull'Inter, ma il campionato è lungo, giochiamo partita per partita. Ho esultato poco per il derby? Oggi non ce la facevo a stare in piedi, ecco perché non ho corso tanto dopo il gol. Il mio gol è dedicato a me stesso e a Alessandro (Lucci, il procuratore ndr). Tutti e due i gol sono stati importanti (come quello allo Sporting, ndr), se poi la squadra vince sei pure più contento. L'unica cosa da fare, adesso, è in allenamento di fare sempre meglio per mettere in difficoltà il mister".   

 
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Vucinic fà sul serio: ancora gol e vittoria a S. Siro!

Post n°790 pubblicato il 28 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Tutto in una domenica! Più o meno trionfale, la prima con il ritorno dell'ora solare, per la Roma che a tre giorni dal derby vede comporsi per magia la giornata perfetta. Espugna San Siro per la quarta volta su cinque nei due anni dell'era spallettiana, risale al secondo posto scavalcando la Juve caduta a Napoli e la Fiorentina stoppata a Marassi dai rossoblù, rosicchia due punti all'Inter capolista e, dulcis in fundo, trova in Mirko Vucinic la più credibile alternativa a Capitan Totti. Anche, perché no, in prospettiva derby qualora il Capitano non recuperasse.

La Roma ha approfittato in pieno di questo Milan in crisi nera sul territorio nazionale, riuscendo a imporsi grazie al mix giusto di qualità e compattezza, la ritrovata fluidità di manovra e un pressing a tutto campo. E scoprendo, finalmente, un Cicinho formato Seleçao. L'esterno brasiliano ha fatto la gioia di tecnico e dirigenti, rimasti fino ad oggi con il dubbio di non aver speso nel migliore dei modi i nove milioni di euro frutto dell'estenuante trattativa con il Real Madrid. L'ex stella del San Paolo ha squassato la difesa rossonera infilandosi a più riprese sul fianco sinistro presidiato da un Maldini sempre più lento e pesante. Ma tutta la squadra ha profuso in un S. Siro ormai terra di conquista impegno e attenzione da vendere; lasciandosi forse alle spalle un periodo non felicissimo.

In perfetto equilibrio il primo tempo, filato via piacevole e accattivante con una buona dose di palle gol create su entrambi i fronti. Di Kakà e Vucinic le più macroscopiche, qualche buon intervento di Dida e un paio di mischie scabrose davanti a Doni risolte da chiusure al limite di De Rossi e Juan. Il buon avvio del Milan nella ripresa frutta poco o nulla e quando i rossoneri si spengono la Roma cerca e trova il colpo risolutore; ennesima devastante volata di Cicinho sulla destra, cross al millimetro per l'inzuccata vincente di Mirko Vucinic. Le prime ombre della sera si materializzano insieme alla seconda sconfitta consecutiva in casa per il Milan, lontano undici punti dalla vetta ma vicino di tre dalla zona retrocessione. Ininfluente il rigore sbagliato da capitan De Rossi, autore di un maldestro cucchiaio di tottiana ispirazione. La Roma si ritrova sul campo amico di San Siro e torna a intravedere i colori nerazzurri dell'Inter capolista. Il miglior viatico possibile a tre giorni dall'attesissimo derby. C'è ancora il 3-0 della scorsa stagione da riscattare, con o senza Totti!

 
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Ci riaggiorniamo a domenica sera...

Post n°789 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Week-end enogastronomico in Umbria con signora e amici...

Riaggiornerò il blog domenica sera...

 
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Il futuro di Ancelotti è solo alla Roma

Post n°788 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Personalmente ringrazierò sempre Spalletti per quel che ci ha dato e per quello che ci stà dando, visto che ha preso una squadra allo sfascio e sull'orlo della B e l'ha portata dov'è ora. Però, credo fermamente, che come quando c'era Zeman si è poi scelto Capello per fare il salto di qualità e vincere, se la dirigenza attuale vorrà fare il salto di qualità e vincere qualcosa di importante, dovrà scegliere lui, Carletto Ancelotti. Tra l'altro, qualche voce su qualche radio, soprattutto in una dove c'è un conduttore che si porta dietro migliaia di tifosi e che io non stimo, al secolo Mario Corsi, si fà più di qualche allusione e battutina sull'arrivo di Ancelotti alla Roma a giugno. Ripeto, non stimo Mario Corsi, ma lui è uno che quando ha una notizia difficilmente la buca, e se non la può dire in radio, ci fà delle allusioni.

Che Carlo Ancelotti a giugno terminerà la sua esperienza al Milan, è più di un'ipotesi, diciamo quasi una certezza, lo diceva anche Ubaldo Righetti qualche giorno fà e Righetti è molto amico di Ancelotti, e da più di una fonte arriva la voce che la sua prossima panchina sia quella giallorossa, vista anche la sua fraterna amicizia con Bruno Conti.

A conferma di ciò, ieri Carlo Ancelotti ai microfoni di Sky lanciato l'ennesimo messaggio d'amore alla squadra che lo ha lanciato nel grande calcio: «Io sto bene al Milan e Spalletti sta bene alla Roma, in questo momento, ma può darsi che fra qualche anno ci possa essere uno scambio. Penso che considerate le mie esperienze passate la Roma sia l'unica squadra dove posso andare: non potrò mai andare all'Inter, tornare alla Juventus o andare alla Lazio. Per non rovinare il passato che ho avuto, e quello che ho avuto con la Roma e il Milan è stato ottimo, non potrei mai andare in squadre concorrenti, dove c'è molta rivalità. Non credo sia giusto, né per me né per i tifosi. Quindi la Roma in un ipotetico futuro forse è l'unica squadra dove potrei lavorare, altrimenti mi toccherebbe emigrare». Con tutto che il primo contatto con la Roma non era stato il massimo della vita, come ha ricordato ieri lo stesso tecnico rossonero. «La prima trattativa è stata un disastro: avevo chiesto molti soldi, perché il mio trasferimento all'epoca era stato molto oneroso per la Roma e quindi mi ero un po' allargato. Il primo impatto non fu sicuramente positivo, perché Viola in quella trattativa sbatté la porta e se ne andò. E allora se non firmavi il contratto non potevi giocare le partite ufficiali. Dicevano che si andava sull'Aventino e io ci sono stato fino all'ultimo giorno prima che iniziasse la stagione ufficiale». Poi la stagione è iniziata, e Ancelotti è diventato quello che è diventato. «Il successo più bello? La vittoria dello scudetto nell'83. Abbiamo portato a casa una finale di Coppa dei Campioni persa in casa, una vera tragedia, più uno scudetto e quattro Coppe Italia. Ma secondo me quel ciclo poteva essere più sostanzioso».

Di quegli otto anni gli è rimasta pure qualche amicizia vera, su tutte quella con Bruno Conti. «Quando è arrivato qui era un ragazzetto - ha commentato il campione del Mondo - ma si capiva subito che era uno vero, che aveva voglia di arrivare. Da Reggiolo a Roma il salto era enorme, ma lui non si è mai dato per vinto, aveva tanta voglia, e si è visto quando si è fatto male. Con Carlo, come con Agostino, ho sempre avuto un rapporto di grande rispetto: come calciatore era un grande, ma come allenatore è ancora più bravo».

 
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Cerci: "Pisa ti ringrazio. Roma aspettami!"

Post n°787 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

«Mi hanno sempre fatto sentire la loro fiducia, e mi hanno dato la tranquillità che mi serviva per fare bene: non potevo deluderli». Non lo ha fatto, tutt'altro: l'inizio di stagione di Cerci è stato folgorante, e la dirigenza del Pisa è entusiasta del ventenne di Valmontone, uno di quelli che hanno reso più ben oltre le aspettative, permettendo alla squadra di Ventura di guidare la classifica del campionato cadetto dopo dieci giornate. «I dubbi c'erano, visto che siamo una neopromossa - ha confessato l'attaccante a Roma Channel - ma adesso sono molto contento di aver fatto questa scelta, e non solo perché adesso siamo sulla bocca di tutti. Era un po' che non facevo gol così importanti, dopo quello di Cesena la gioia era talmente tanta che dopo dieci minuti sono andato in affanno, e facevo fatica pure a correre. Ho rivissuto quei momenti che tanto mi mancavano, e sono esploso. A casa ci torno un paio di volte a settimana, dormo là, e magari per un giorno, un giorno e mezzo uno può divertirsi, andare con gli amici: ovviamente uno deve darsi dei limiti, ma un minimo bisogna pure divertirsi, godersi la vita».

Quello che a lungo non ha potuto fare, schiacciato da un esordio precocissimo, a sedici anni in serie A, come i fuoriclasse veri, e dal nomignolo, forse ancor più dannoso, di "Henry di Valmontone". «Sicuramente quel soprannome mi ha pesato, si parlava anche troppo di me, con paragoni incredibili. Henry è un campione, un giocatore vero, uno degli attaccanti più forti in circolazione. Per fortuna non sono uno che si monta la testa, mi alleno bene e so che solo sul campo potrò dimostrare quello che so fare. Con tutto che quell'esordio è stato emozionante, fantastico: Capello è ancora oggi uno degli allenatori migliori al mondo, credo che abbia occhio nel vedere noi ragazzi. Se mi ha scelto vuol dire che qualcosa potevo fare: quando ripenso a quel momento a Marassi... avevo fatto una grande azione, per poco non facevo gol».

Da Capello a Spalletti, che gli ha regalato la quarta apparizione in serie A, prima del prestito al Brescia della scorsa stagione. «La Roma oggi esprime un calcio meraviglioso, bello e concreto, devo fare i complimenti ai miei ex compagni. Al settore giovanile ho conosciuto persone fantastiche come Conti, De Rossi e Stefanelli, ed ho tanti bellissimi ricordi, dal torneo Nike vinto con Mattioli allo scudetto con De Rossi, anche se da infortunato. Le telefonate di Bruno Conti mi fanno sempre piacere: è come un padre per me, mi ha aiutato moltissimo quando ero a Roma, è sempre stato il mio primo estimatore. La squadra giallorossa la seguo sempre, è normale, ma dopo aver fatto tanta panchina avevo bisogno di giocare, spero di riuscirci il più possibile: la serie B è un campionato molto difficile, con squadre molto aggressive, che puntano parecchio sul fisico. Noi siamo primi con merito e non dobbiamo tirarci indietro. Per quanto mi riguarda, si stanno rifacendo sentire tutti quelli che lo scorso anno, quando a Brescia giocavo poco, non avevano più fiducia in me: una gran bella rivincita».

 
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Mancini, la Roma chiama Gilmar Veloz

Post n°786 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

L'operazione recupero di Mancini è cominciata con la lunga corsa di Juan subito dopo il rigore tirato addosso a Tiago e si completerà oggi, o al massimo domani, con un colloquio tra la società e il procuratore del giocatore, Gilmar Veloz, da cui potrebbe teoricamente scaturire anche quel rinnovo di contratto che allo stato delle cose era ritenuto improbabilissimo. Il rigore sbagliato e soprattutto i fischi della gente che Alessandro aveva sempre immaginato al suo fianco l'hanno un po' provato. Se ne sono accorti tutti - i tecnici, i compagni, i dirigenti - ed ognuno sta provando in queste ore a fare la sua parte. Ha cominciato Juan, sul campo, con un gesto sfuggito alle telecamere e quindi ignoto alla maggior parte dei tifosi della Roma, e che è stato particolarmente significativo sia per il legame che c'è tra i giocatori brasiliani sia per il carisma già acquisito dal difensore appena arrivato alla Roma. Mentre infatti Amantino si disperava appoggiato ai tabelloni pubblicitari per il rigore appena fallito e i giocatori giallorossi per evitare sgradite sorprese indietreggiavano sul campo per ridisporsi secondo sistema tattico, Juan percorreva il campo in senso opposto, raggiungendo l'area avversaria dopo essere partito dalla sua e andando a scuotere Mancini con un buffetto affettuoso. Poi, prima in panchina, quando è stato sostituito da Spalletti, poi negli spogliatoi al termine della partita, i compagni gli hanno suggerito di dimenticare presto l'episodio del rigore sbagliato (e relativi fischi) e di non dargli troppa importanza, con parole dolci e pacche sulle spalle.

Poi è intervenuto Spalletti. Mercoledì mattina ha affrontato la squadra negli spogliatoi per il consueto discorso post partita, sfiorando l'argomento senza peraltro approfondirlo più del necessario. Ma ieri, giornata di riposo per la squadra, ci è tornato su con una dichiarazione assolutamente conciliante: «In generale una giornata storta può capitare a chiunque, ma secondo me Mancini non è andato così male. Tutti sappiamo qual è il valore del giocatore. E che si metta in discussione la sua qualità per una partita mi sembra un pochettino azzardato. E' chiaro che diventa una qualità importante per un giocatore come lui saper sommare quel pizzico di cattiveria agonistica in più alle sue caratteristiche». In pratica, Spalletti ha grande fiducia nel brasiliano come ha dimostrato nelle sue stagioni alla Roma e sin dai primi giorni, quando mostrò addirittura il suo stupore dopo averne valutato da vicino le qualità. E con lui Mancini è sempre stato un titolare indiscutibile, anche in questo inizio di stagione, nonostante l'arrivo di diverse alternative tecniche per la fascia. Ma ora gli chiede quel pizzico di convizione agonistica in più che potrebbe completarne la maturazione, a totale beneficio della Roma.

L'operazione recupero potrebbe infine essere completata dalla società e in maniera anche clamorosa. Perché l'aria che tirava finora collocava la Sensi e Mancini su due sponde lontane e difficilmente conciliabili. In mezzo c'erano le incomprensioni per un ritocco all'ingaggio promesso due anni fa e mai ufficialmente riconosciuto e quelle per quell'accordo di rinnovo concordato e poi rinnegato poche settimane fa, a fine luglio, quando dopo un colloquio esplorativo tra Pradè e il procuratore del giocatore, Gilmar Veloz, fu direttamente Mancini a raggiungere l'intesa con Rosella Sensi per il rinnovo alle stesse condizioni di Mexes, 2,5 milioni all'anno più premi. Ma poi, sull'onda evidentemente del rilancio ventilato dal Lione (pronto ad offrirgli una cifra addirittura vicina ai 4 milioni di euro l'anno), alle parole non seguirono i fatti. Ecco perché continuava a tardare l'appuntamento tra Veloz e la società: nessuno voleva fare il passo di chiamare l'altro perché entrambi nutrivano reciproci motivi di risentimento. Ma adesso la società ritiene maturo il momento per una manifestazione anche concreta di vicinanza e quell'incontro finora rimandato potrebbe aver luogo già oggi. Se poi sarà semplicemente l'occasione per stringere un patto di non belligeranza rimandando ogni intesa a momenti migliori o per raggiungere un accordo definitivo per il rinnovo che faccia tutti contenti non si può ancora sapere. Ancora per poco.

 
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Il Capitano contro il dolore...

Post n°785 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Se fosse già domenica, Francesco Totti alzerebbe bandiera bianca. Il dolore alla caviglia destra, conseguenza dell'entrataccia di Liedson dopo pochi minuti del match con lo Sporting Lisbona, è ancora molto forte, tanto da non permettergli di giocare. Ma al fischio d'inizio di Milan-Roma mancano ancora due giorni, ed è proprio su queste 48 ore che il Capitano e lo staff sanitario giallorosso contano per provare a recuperare. Si parte da un punto fermo incoraggiante: è solo una botta. Forte, dolorosa, ma solo una botta. L'ecografia fatta mercoledì mattina aveva escluso risentimenti ai legamenti. Una diagnosi che lasciava sperare nell'ennesimo recupero miracoloso. Fin qui le buone notizie, le cattive dicono invece che allo stato attuale sarebbe impossibile scendere in campo. Ma le contusioni hanno una certa imprevedibilità. È possibile quindi che Francesco stamattina si svegli e che il dolore sia quasi scomparso permettendogli di andare ad affrontare il Milan. Ci proverà fino all'ultimo, ieri nel giorno di riposo concesso alla squadra, ha fatto fisioterapia. Ed anche i giorni senza allenamento in questo periodo della stagione non sarebbero un problema.

Recupero possibile, dunque, ma non probabile. Anche perché mercoledì c'è il derby e lì il Capitano non può mancare. Meglio non rischiare. E allora la Roma deve cominciare a immaginare la trasferta senza di lui. «Il Capitano è imprescindibile per noi, ma una grande squadra deve saper affrontare le assenze» aveva detto Bruno Conti subito dopo aver tirato un sospiro di sollievo, quando aveva scoperto la reale entità dell'infortunio. Vero, bisogna saper affrontare le emergenze, e la Roma spallettiana finora ha dimostrato di saperlo fare. Nelle ultime tre stagioni, da quando cioè la panchina è passata al tecnico toscano, Totti ha saltato in tutto 35 partite, la maggior parte delle quali nel 2005-2006, l'anno dell'infortunio. Ma prima del crac contro l'Empoli era stato assente in altre dieci gare, quasi tutte nei primi turni di Coppa Uefa o Coppa Italia. Stesso discorso per la stagione 2006-2007. Si potrebbe dunque pensare che il bilancio complessivo di 19 vittorie, 11 pareggi e 5 sconfitte possa essere falsato dalla pochezza tecnica di avversari come Aris Salonicco, Tromsoe, o il Napoli di due anni fa, così come la Triestina dello scorso anno.

Più attendibile il dato dei soli match di campionato, che parla di 8 vittorie, 8 pareggi e 2 sole sconfitte. Prima della frattura di Roma-Empoli c'erano stati i successi in casa con l'Ascoli (2-1) e in trasferta con l'Udinese (1-4) oltre che il pari con il Lecce (2-2). Dopo Vanigli e quel maledetto 19 febbraio arrivò subito il 2-0 nel derby, poi il pari 1-1 con l'Inter con il gol di Materazzi che interruppe proprio allo scadere la striscia di vittorie consecutive. La settimana successiva ci fu il ko con l'Ascoli. Uno scivolone dovuto ad un calo di tensione che rimase l'unico passo falso senza Totti in campo fino allo scorso 22 aprile quando a Bergamo finì 2-1 per l'Atalanta. Era la settimana prima del derby, quando ormai il campionato aveva ben poco da dire. E siamo al torneo in corso, nel quale Francesco è stato assente unicamente nella trasferta di Firenze. Finì 2-2 con i gol di Mancini, che si sostituì a lui tirando fuori dal cappello a cilindro un cucchiaio quasi alla Totti, e Giuly. Toccherà di nuovo a loro buttarla dentro se il Capitano non ce la dovesse fare, o magari a Vucinic che si è sbloccato ma che ha detto di non augurarsi il forfait del compagno («Spero di non essere titolare perché significherebbe che non ha recuperato»). Le possibilità di vederlo contro Kakà sono poche, ma mancano ancora 48 ore. Perché quelli come lui sono duri a morire.

 
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Oggi la ripresa. Si prova a recuperare Perrotta, Totti e Taddei difficile.

Post n°784 pubblicato il 26 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Da questa mattina si ricomincia a fare sul serio. Smaltita la sbornia da vittoria in Champions League contro i portoghesi dello Sporting Lisbona, i ragazzi di Luciano Spalletti torneranno al lavoro al Bernardini alle 10.45 con una seduta di allenamento in vista della sfida di domenica contro il Milan di Carlo Ancelotti, anch'esso vittorioso in coppa (4-1) contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk. Il tecnico giallorosso dovrà sciogliere alcuni dubbi sulla formazione titolare. A cominciare da Totti, ancora dolorante e difficilmente recuperabile. Dura anche per Rodrigo Taddei: l'esterno d'attacco brasiliano mercoledì ha ricominciato a lavorare con il pallone (anche se a parte con il professor Franceschi). Proverà fino all'ultimo, ma sarà molto più facile recuperarlo per il derby in programma il prossimo 31 ottobre allo stadio Olimpico.

Chi invece dovrebbe tornare a San Siro è Simone Perrotta, infortunatosi lo scorso 7 ottobre al Tardini nella partita contro il Parma. È stato lo stesso centrocampista calabrese ieri ad ammettere i suoi progressi fisici durante la manifestazione "Sport Village": «Sto meglio - le sue parole - ho lavorato in piscina ma dobbiamo valutare anche domani (oggi) come sta la caviglia. Comunque, sono molto fiducioso». Ci vorrà ancora un po' di tempo, invece, per Alberto Aquilani (che sta recuperando nel centro di Cesenatico) e Marco Andreolli che ancora non ha disputato un minuto ufficiale con la nostra maglia.

 
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Perrotta: "Inter favorita"

Post n°783 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

«È giusto dire che l'Inter può solo perderlo questo scudetto. Se dovessimo vincerlo noi sarà perchè lo ha perso l'Inter. Ce la metteremo tutta per provare a dare fastidio ai nerazzurri, ma ora hanno qualcosa più di noi». La Roma dietro l'Inter nella corsa allo scudetto secondo il centrocampista dei giallorossi, Simone Perrotta, che domenica potrebbe tornare in campo, nella trasferta col Milan, dopo l'infortunio alla caviglia destra che lo ha tenuto fuori in Champions: «Sto meglio, ho lavorato in piscina ma dobbiamo valutare anche domani come sta la caviglia. Comunque, sono molto fiducioso». Dopo il Milan ci sarà il derby: «Il derby è sempre una partita particolare, ci penso sempre per come lo vive la città e sappiamo che è un appuntamento molto importante. Sono due appuntamenti annuali di un certo rilievo e speriamo di fare meglio dell'anno scorso». Il successo di Champions con lo Sporting non ha comunque cancellato il momento generale di flessione della squadra: «È inevitabile, non si possono vincere tutte le partite. Ma le prestazioni dall'inizio della stagione sono sempre state positive. Ci sono stati degli errori, soprattutto con il Napoli, ma la squadra ha dimostrato di essere in salute e di avere carattere. Battere 2-1 lo Sporting non era facile e non è vero che in Champions diamo più che in campionato. La Champions a livello emotivo ti dà qualcosa in più, ma la preparazione delle partite è uguale, da parte mia e della squadra». Perrotta difende la linea di Spalletti di non cambiare il 4-2-3-1: «Tante volte abbiamo vinto le partite e siamo riusciti a gestirle fino alla fine. Ci sono gare in cui questo non riesce ma perchè ci sono squadre brave, come il Napoli, che ci hanno creduto fino alla fine». Conclusione sulla decisione dell'Osservatorio, confermata dalla Prefettura di Roma, di fare disputare il derby mercoledì sera in notturna: «È giusto, perchè sia i tifosi della Roma che della Lazio sono intelligenti. Mi dà fastidio vedere gli scontri negli stadi quando gioco e spero che non avvengano più. Ci auguriamo anche che ci siano le coreografie perchè è sempre bello vedere un derby così colorato. Sono due tifoserie intelligenti e speriamo rimangano tali».

 
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Doni: "Voglio restare alla Roma"

Post n°782 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

«Ancora è presto per parlare di scudetto. Noi abbiamo già affrontato tante gare difficili mentre l'Inter ancora no. Il campionato è lungo e manca tanto alla fine». Doni non la pensa come il suo compagno Perrotta, secondo il quale l'Inter può solo perderlo questo scudetto. «Cosa manca alla Roma per arrivare al livello dell'Inter? Il tempo. Il calendario della Roma è troppo difficile- dice il portiere giallorosso- e allora bisogna aspettare almeno la fine del primo turno. Non è un momento molto bello per noi perchè abbiamo pareggiato delle partite importanti. Dobbiamo fare bene da subito nelle prossime partite per proseguire verso l'obiettivo di arrivare primi». Si comincia col Milan domenica, poi mercoledì sera ci sarà il derby: «L'importante è arrivare bene, con forza, alla partita di Milano senza pensare al derby. Dobbiamo vincere sia a San Siro che con la Lazio». Poi sul contratto, che scadrà a giugno del 2009: «Se la Roma me ne farà uno nuovo ne sarò felice perché la mia volontà è quella di restare per sempre. Io sono contento qui e la mia famiglia sta bene a Roma».

 
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Via libera dal Viminale: derby alle 20,30

Post n°781 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Via libera del Viminale al derby Roma-Lazio, in programma mercoledì 31 ottobre, nel turno infrasettimanale di Campionato, valevole per la decima giornata. La partita, considerata a rischio 3, sarà giocata alle 20,30. Nessuna restrizione nella vendita dei biglietti.

 
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Totti, recupero difficile per Milano.

Post n°780 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

È molto difficile che Francesco Totti giochi domenica pomeriggio contro il Milan. Il Capitano della Roma sente ancora dolore al collo del piede destro, toccato duro da Liedson martedì sera in Champions, quando poggia l'arto a terra. In mattinata il bomber giallorosso si è sottoposto a una seduta di fisioterapia ma restano minime le possibilità di vederlo a San Siro, considerando pure che mercoledì sera ci sarà il derby. Aumentano, quindi, le quotazioni di Mirko Vucinic, galvanizzato dal gol partita realizzato contro lo Sporting Lisbona.

 
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Anche Totti ci prova per Milano

Post n°779 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Buone notizie per Francesco Totti. Gli esami cui si è sottoposto ieri mattina, un'ecografia effettuata dal dottor Brozzi a Trigoria, hanno confermato la prima diagnosi fatta a caldo martedì sera dopo la partita con lo Sporting. E cioè che l'intervento killer di Liedson ha provocato solo un grande spavento ma non ha creato troppi danni alla caviglia destra del capitano. Nel senso che la botta c'è stata, e pure forte, ma non ci sono stati problemi ai legamenti della caviglia. «L'ecografia - recita il comunicato apparso ieri sul sito internet della società giallorossa - oltre al forte trauma contusivo, non ha evidenziato lesioni capsulo-legamentose a carico della caviglia destra». Questo non vuol dire che Francesco a San Siro ci sarà sicuramente, ma le possibilità che recuperi in tempo per affrontare il Milan ci sono. Totti avverte dolore al collo del piede e l'ecografia ha evidenziato un ematoma e per questo motivo ha cominciato subito le cure che dovrebbero rimetterlo in piedi per domenica: ieri il Capitano si è sottoposto ad una seduta di fisioterapia e ha lavorato in palestra. La stessa cosa farà oggi in compagnia degli altri infortunati di lungo corso (Taddei, Esposito, Perrotta e Andreolli), anche se Spalletti ha concesso un giorno di riposo alla squadra.

A Trigoria al momento dell'infortunio del capitano si è temuto per il peggio. A confermarlo il direttore tecnico giallorosso, Bruno Conti. «Ho temuto molto per il ginocchio di Totti perchè in questo tipo di contrasto piede-pallone-piede il ginocchio non era a terra e gli poteva succedere qualcosa. Lui adesso ha una fortissima contusione e valuteremo il da farsi insieme con Spalletti. Il capitano è imprescindibile per noi ma una grande squadra deve sapere affrontare le assenze». Nelle valutazioni che Spalletti farà insieme al giocatore e allo staff medico giallorosso un peso fondamentale lo avrà il derby con la Lazio di mercoledì prossimo. Se giocare contro il Milan, magari forzando i tempi, dovesse mettere a repentaglio la sua presenza contro la Lazio, allora Totti a San Siro non ci sarà. In questo caso al suo posto giocherebbe Mirko Vucinic che martedì sera al termine della gara contro lo Sporting aveva mandato messaggi d'amore al capitano. «Io titolare contro il Milan? - le parole del montenegrino - Spero di no perché altrimenti significherebbe che Francesco non ha recuperato e lui per noi è fondamentale, anche con una gamba sola». Cortesia a parte, però, se Totti non dovesse farcela il titolare sarebbe Vucinic. Per il resto Spalletti dovrà valutare le condizioni degli altri infortunati: Perrotta, che oggi insieme al montenegrino e a Doni parteciperà all'inaugurazione di un negozio del suo sponsor tecnico (Lotto) ha qualche possibilità in più rispetto a Taddei, che al massimo dovrebbe accomodarsi in panchina.

 
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Perrotta e Taddei ci provano

Post n°778 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Sarà la partecipazione all'insolito derby infrasettimanale il prossimo obiettivo di due tra gli infortunati più attesi di queste settimane: Rodrigo Taddei e Mauro Esposito. I due esterni, sul campo B di Trigoria, ieri hanno effettuato una corsetta ed alcuni esercizi con salti sugli ostacoli bassi. Si è rivisto anche il pallone, un segnale molto positivo in considerazione del pieno recupero che nei prossimi giorni sarà legato al modo in cui i due risponderanno all'aumento dei carichi di lavoro.

Non ancora chiaro, invece, quanto tempo ci vorrà per riammirare sul terreno di gioco Simone Perrotta. L'incursore giallorosso, che ha accusato una distorsione alla caviglia destra nell'ultima seduta prima della gara con lo Sporting, si trova ancora in una fase infiammatoria e si sta dunque sottoponendo a fisioterapia. Per avere un quadro più nitido della situazione, bisognerà attendere le prossime ventiquattro ore, nelle quali peraltro non sono previsti allenamenti. Spalletti, infatti, ha deciso di concedere un giorno di riposo alla squadra, che tornerà a lavorare solamente domani.

Intanto, nell'allenamento di ieri, si sono visti in campo (alle 11.20) tutti quei giocatori non utilizzati (o poco) nella sfida di Champions con i portoghesi. Presenti all'appello Pit, Cicinho, Antunes, Brighi, Kuffour, Ferrari e Barusso. Marco Delvecchio e Christian Panucci, a partire dalle 11.24, hanno svolto una corsetta defaticante sul "circuto" del Fulvio Bernardini. Alle 11.27 è arrivato anche Luciano Spalletti e con questo gruppetto ha iniziato un torello (alternato a stretching) in cui si è subito notato un clima ancor più allegro del solito (con Barusso, Pit ed il tecnico toscano "puniti" con delle flessioni al termine della prima sessione). Alle 11.34 è entrato sul campo C anche Doni, che si è unito ai compagni. Dopo è cominciata una esercitazione a coppie utile sia in fase difensiva che offensiva, con l'attaccante a cercare spazio per calciare ed il difensore a contrastarlo (il tutto si è svolto al limite dell'area). Nel corso di questi frangenti Kuffour ha corso verso i due estremi del campo, mentre Doni si è esercitato sui rinvii. Alle 11.52 sono giunti anche Zotti, Bertagnoli e Curci, che si sono allenati con Bonaiuti su prese e deviazioni alte.

Terminate queste operazioni, a mezzogiorno in punto, è iniziata la partitella con da una parte Curci (nel secondo tempo sostituito da Zotti), Cicinho, Ferrari, Spalletti, Brighi e Doni (in versione punta) per i gialli e Bertagnoli, Kuffour, Barusso, Antunes, Pit e Baldini per i neri. Vittoria finale per la squadra guidata dal tecnico di Certaldo, con "discussione" finale tra Andreazzoli, Baldini e l'arbitro Bonaiuti riguardo un gol annullato a Brighi per fuorigioco. Finita la seduta, alle 12.35, Cicinho si è fermato per provare alcune conclusioni dal limite. Oggi presenti a Trigoria solo i giocatori che necessitano di sedute fisioterapiche.

 
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Mancini: "Sono fischi d'amore"

Post n°777 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

"Mi fischiano? So che i tifosi lo fanno perché mi vogliono bene. Sono fischi d'amore". Come se avesse previsto il futuro, Alessandro Faiole Amantino, detto Mancini, esattamente una settimana fa all' inaugurazione del Mamboo Kingssi era lasciato andare ad alcune considerazioni sul suo rapporto con la città, con i tifosi e con i compagni. «Io a Roma sto bene, chi dice che sono sempre triste non mi conosce bene. So che i tifosi mi vogliono bene e che quando mi fischiano lo fanno per troppo amore». Aveva visto giusto.

A proposito di contratto, non sono previsti appuntamenti tra il direttore sportivo romanista Daniele Pradè e Gilmar Veloz, il procuratore del giocatore. Non c'è stato nessun contatto tra i due e non ce ne saranno nei prossimi giorni. Il contratto di Mancini scade nel 2009 e nessuna delle due parti vuole fare la prima mossa per mettersi in una posizione di forza nella trattativa. Il giocatore è tranquillo e la società pure. Probabile a questo punto che se ne possa riparlare a gennaio o addirittura in primavera. Ma l'ipotesi che si profili un altro caso-Chivu che finisca con la cessione del giocatore nella prossima estate, c'è ed è concreto.  

 
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Giuly: "Non sò perchè, ma ottobre e sempre un mese nero per me"

Post n°776 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Non è il migliore dei momenti possibili. Roma è una città che ama e stritola, e Ludovic Giuly lo sta scoprendo proprio in questi giorni. "Per me il mese di ottobre è sempre stato il più difficile - ammette il fantasista francese a Canal Plus - Non lo sò il perchè, ma mi è accaduto lo stesso quando ero al Lione, al Monaco ed al Barcellona. Adesso è più complicato perché la preparazione è stata ancora più dura rispetto a quelle a cui ero abituato e quindi faccio un po' più di fatica". Ma Giuly stenta anche ad entrare nei meccanismi di squadra: "E' vero - dice ancora - in campo a volte stento ancora a trovare la posizione migliore, ma sono convinto di farcela. Per il resto, ho trovato un bel gruppo, un bell'ambiente e penso davvero che potrei togliermi delle soddisfazioni".

 
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Bruno Conti: "Felicissimo per Vucinic"

Post n°775 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

La gioia per Vucinic, la paura per Totti, il conforto per Mancini. Bruno Conti è un mix di emozioni, sensazioni, pensieri e parole dopo la sofferta e pesante vittoria di Champions League sullo Sporting Lisbona che può sbloccare una Roma lontana parente di quella spettacolare e concreta ammirata ad inizio campionato. Quando Mirko Vucinic faceva l'esterno sinistro e non graffiava, come molto spesso gli è capitato da quando è arrivato un anno fa. L'infortunio di Totti dopo pochi minuti della gara con la squadra di Paulo Bento, ha schiuso al montenegrino le porte del ruolo a lui più congeniale: quello di prima punta. Un'occasione da cogliere al volo e Vucinic l'ha saputa sfruttare. Un rigore rimediato (ma sbagliato da Mancini), un gol da spellarsi le mani per gli applausi e subito seguito da un forte abbraccio con chi gli aveva predetto quel gol. «Prima della partita- dice Conti all'agenzia Dire- gli ho detto di stare tranquillo, che anche se sbagliava non c'erano problemi. L'importante era andare a pressare gli avversari e stare nel vivo della partita. E poi gli ho detto essere sereno e che avrebbe segnato. Sono contento per lui perchè ora si è sbloccato. Al di là del gol, mi è piaciuta la partita che Mirko ha fatto. Si è procurato un rigore e anche quello conta».

Un Vucinic così, ritrovato, carico, in rampa di lancio, sarà difficile lasciarlo fuori nella trasferta con il Milan. Che Totti, come ogni partita del resto, vorrebbe giocare ma la caviglia destra, toccata duramente da Liedson, gli fa male. «Ho temuto molto per il ginocchio di Totti- prosegue il direttore tecnico della Roma- perchè in questo tipo di contrasto piede-pallone-piede il ginocchio non era a terra e gli poteva succedere qualcosa. Lui adesso ha una fortissima contusione e valuteremo il da farsi insieme con Spalletti. Il Capitano è imprescindibile per noi ma una grande squadra deve sapere affrontare le assenze». E sperare di non essere abbandonata dai suoi talenti.

Quello di Mancini è appannato da un pò. Martedì sera è uscito tra i fischi dell'Olimpico: «Mancini- conclude Conti- deve stare tranquillo. Nel calcio può capitare di sbagliare un rigore e sono convinto che può tornare quello di Lione».

 
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Batistuta: "Alla Roma non serve una punta"

Post n°774 pubblicato il 25 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Alla Roma manca una punta di peso? Non secondo Gabriel Omar Batistuta, il Re Leone del terzo scudetto giallorosso. «Alla Roma non mancano i gol di un centravanti come me - dice in occasione della presentazione in un hotel della capitale di un'iniziativa per giovani calciatori - Ne hanno fatti molti, però forse io davo qualcosa anche fuori dal campo. Ma in campo non ne hanno bisogno. La Roma da un pò di tempo si mantiene nelle prime posizioni della classifica e questo è un bene. Quello che conta è essere sempre lì davanti, poi arriverà il momento buono».

I giallorossi di Spalletti adesso sono attesi da due impegni ravvicinati e importanti: il Milan domenica e il derby mercoledì sera. «Io non ho mai perso un derby e quindi me li ricordo bene. Forse qualcuno l'ho pareggiato ma non ne ho perso uno e questo è un bel record. Di partite col Milan invece non me ne ricordo». Tutti, invece, si ricordano bene il suo addio, nel 2003, non senza qualche coda polemica: «Io ho cercato di mantenere sempre la stessa linea di condotta, ho sempre detto quello che pensavo e forse per questo ho avuto qualche problema nella Roma. Ma se tornassi indietro lo rifarei perchè questo è il mio carattere. Comunque, non ho detto niente quando mi trattavano male, figuriamoci adesso che vivo in Australia».

 
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