sAngue d'aniMa Buia
mordi il mio collo prima che dimentichi chi sono, prima che ricordi chi sei ... il buio nei tuoi pensieri lega la ragnatela del mio dolore, solo un colpo secco dentro il cuore, potrà rendere colore ai tuoi occhi, che di rosso tingono la notte. assaporo la tua paura spalmata sulle mie dita, è bello guardarti mentre muori di me.
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DIRITTI E ROVESCI
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.
Aronne Micael Belial
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Post n°171 pubblicato il 01 Febbraio 2016 da ImperatorediTenebre
a volte vorrei poter scappare dal mio pensiero... per non farvi ritorno e percorrere le strade d'inchiostro battute dal fato che sciabola i sogni col suo fiato lubrico lasciando incisioni asimmetriche sulla pelle del tempo. è vero a volte potrei voler scappare da questa clessidra… per tornare oltre l'orizzonte nel luogo che sopravvive alla nostre mutevoli esistenze sabbia dopo sabbia deserto dopo deserto anima dopo anima sino alla fine. |
Post n°170 pubblicato il 27 Novembre 2012 da ImperatorediTenebre
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Post n°168 pubblicato il 25 Agosto 2012 da ImperatorediTenebre
io sono un peccato che striscia nel buio sono occhi infernali che bruciano l'anima sono spirito che infiamma i tuoi timidi baci sono un Diavolo e non posso negarlo se vuoi rischiare di farti corrompere dal mio veleno puoi regalarmi il tuo respiro, ne ho già molti ma nessuno è mai come il tuo ricorda solo che non c'è pavimento nel mio inferno e così potrai precipitare insieme a me dove la notte è il lato più chiaro della tenebra... |
cerco nelle parole rifugio ai miei peccati, le squarcio facendole sanguinare e le gocce stillano nel vaso mischiandosi al limaccioso pensiero, vorrei che fossero ali per nuotare nella notte cercando nuovi decolli senza trovare solo atterraggi. riempio fogli di inchiostro e strappo il bianco dagli spazi che dividono ogni lettera, quel vuoto inutile fatto di crepe, ma dopo torno a scrivere per esorcizzare questo demonio che vive nelle vene, un male che non può smettere di essere se stesso. |
Nascosto nel buio attende che le orme del ghiaccio gli rendano il suo vivere ignaro di preda. Sente il profumo precedere di poco la figura che fra riflessi scalfiti nel gelo di luna e neve infranta sotto i piedi, si avvicina. Si ferma. Lo guarda. Osserva la lama. - Dimmi, perché vuoi la mia anima? – dichiara lei, ostentando sicurezza. - Non sono io a volerla, sei tu che te ne vuoi disfare – risponde. - E come fai a saperlo? – - Non lo so mai ... ma è così – - E dopo sarà pace per me? – - Sì – le sorride invitante. - E per te? – - Solo un'altra notte di gelo – - Allora affonda i tuoi artigli nel mio petto, e fammi danzare nel tuo buio – - ahiiiiiiish (Che le stelle possano vegliare il tuo sonno) – Affonda la lama nella sua carne. Un colpo secco, deciso, preciso, come il motivo che lo spinge a onorare la sua anima. Il corpo si sgonfia afflosciandosi sulla neve, sul sangue che sgorga ancora caldo e l’odore di morte intasa quel che resta della sua umanità. - La tua lama ha fallito, io sono viva – - No, solo la tua coscienza lo è – - Ma se il mio corpo è morto, io dove sono adesso mentre parlo con te – - Per adesso sei ancora nascosta fra i tuoi neuroni, ma presto sarai raccolta in questo biocontenitore di cellule staminali – - E potrò venire nel tuo mondo? – - Certo verrai con me … – - E del mio corpo? – - Me ne sbarazzerò in seguito, resta in silenzio che adesso devo trasmettere il tuo spirito dentro il recipiente, dopo non avrai più modo di comunicare sino al reinnesto – Apre con uno scatto della serratura, la scatola, estrae due piccole proboscidi plastiche e le appoggia agli occhi, poi inizia a scandagliare con due mani virtuali nella mente di lei. La genesi del tutto inizia da un urlo di ghiaccio, un'anima entra in un involucro che batte, ma non pensi che mischi di coscienza artificiale posseggano il responso che loro attendono e che questo esperimento blasfemo possa esserne la risposta. Pochi passi lo separano dalla piccola aeronave. Il portello si apre. Entra nel ricovero dove il suo corpo aspetta immobile il ritorno dell’anima. Osserva il battito regolare, temporizzato dalla macchina del sonno. La pelle squamosa e verde, con riflessi azzurri poco evidenti assorbe egregiamente la luce bianca della sala criogenica. Le palpebre sigillate su iridi nere, che presto rivedranno la notte del suo mondo. Accarezza col dorso della mano la teca di plastica trasparente, cercando un contatto impossibile, perché diversa la natura d'origine. - Ti ho portato una vita, lo so che rivorresti la mia, ma per adesso accontentati di essere il suo involucro … è una bella anima che potrebbe sembrare una di Noi – Accosta le labbra al metallo del contenitore di cellule, sfiora il freddo alluminio in un bacio d’addio. Lo appoggia in una nicchia predisposta ai lati della vetrina. Estrae nuovamente le proboscidi e le alloggia ai due piccoli ugelli collegati con sottili fili alle due protuberanze ossee, minuscole antenne che fuoriescono dalla fronte di quel fisico addormentato. Adesso deve solo far scattare le valvole pressurizzate e il travaso sarà ultimato. Esita, rimane in piedi osservando il corpo nativo, socchiude le palpebre e schiaccia l’interruttore e poi si allontana dalla navetta. Pochi passi lo separano da quel corpo inanimato disteso nel bianco. Si muove veloce con gesti sicuri, stende un telo, vi adagia il corpo, e con una piccola vanga raccoglie sangue e neve per nascondere le tracce. Richiude il foglio di plastica nera, serrandolo con un nodo. Con gesto deciso carica in spalla il pesante fardello e si allontana evitando di entrare nel bosco, lo costeggia sentendo la loro fame nel buio. Arriva al fuoristrada e il fiatone marca la sua marcia. - E’ inutile che mi seguite, io vi conosco – grida in direzione del bosco. Solo qualche fruscio bisbigliato dal vento, la loro risposta. Parte con l’auto, schiacciando cattivo l’acceleratore mentre imbocca la striscia d’asfalto. La rimessa è ancora aperta, compie una manovra e entra in retromarcia. Accende le luci e richiude il portone lanciando un ultimo sguardo al bosco che circonda la piccola casa. Sorride indicando minaccioso col dito la presenza della luce. Scarica il sacco dal portabagagli, gettandolo direttamente in un tino di brodo gorgogliante. - Un po’ di musica – prende un disco in vinile e lo appoggia sul giradischi, che gracchiando inizia a diffondere le note infernali di Princess of the dawn degli Accept. Cammina scuotendo la testa a ritmo, inscenando un balletto con le anche. Mima l’assolo della chitarra lasciandosi impregnare da quella melodia. Sale alcuni gradini per meglio osservare la bava fiorire di vermiglio liquido. - Principessa dell’alba … Principessa dell’alba … Principessa dell’alba – ripete ossessivo, come il tempo della batteria. Si siede sull’ultimo scalino di quella scala a pioli, di nodose braccia di legno contorto dal peso e dagli anni. L’odore di ragnatele ammuffite, pende dalle volte ammantate da uno strano muco verdastro, piccoli insetti giocano a predarsi la vita, mentre i suoi pensieri annaspano nella tinozza di rovere. - Quanto tempo ti serve per morire – gli urla, alzandosi rabbioso per colpire il contenitore. Osserva il mosto ribollire di rosso sangue. Prende un mestolo e comincia a bastonare il limaccioso liquido, con forza, infilzando la superficie per rancare ciocche di schiuma aggrappate al bordo sudicio. |
Post n°165 pubblicato il 09 Dicembre 2011 da ImperatorediTenebre
ci sono notti fatte di buio e notti fatte di sfumature di nero, ci sono notti di nebbia e notti che non possono finire, ci sono notti che non sono mai iniziate ma che le senti respirare in te, ci sono notti fatte di altre notti che non smettono di vivere la notte, ci sono notti in cui l'unico amico è il silenzio che solo lei sa regalare, ci sono notti fatte di pianto e sangue e parole che corrono veloci, ci sono notti in cui smetti di cercare perché cerchi di smettere, ci sono notti dove trovi quello che cerchi… e forse sono le peggiori. |
Post n°164 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°163 pubblicato il 19 Novembre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°162 pubblicato il 18 Novembre 2011 da ImperatorediTenebre
Le ore stanno scivolando dallo sguardo nella notte nel mio mare blu profondo della memoria indimenticata. Dipingo il tuo viso nella mia mente e bacio le tue lacrime, lontano per me ci sei solo tu. per agevolare il mio dolore rimanere per sempre perché mi sento troppo. di un sorriso dolce di terra pacifica piena di stelle senza cielo, demone diavolo, fantasma che ci farà piangere. che si chiude per agevolare il vostro dolore rimanere per sempre perché mi sento troppo e per sempre a salvare il giorno per sempre. |
Post n°161 pubblicato il 16 Novembre 2011 da ImperatorediTenebre
Tu non sei qui nei miei vaneggi Nemmeno sul tovagliolo di vetro opaco Tu non sei colore della mia lama umida Nemmeno del suo rossetto d’inchiostro Tu non sei la macchia di sangue di questo morbido collo offerto Tu sei troppe certezze incerte scritte su fogli di propositi, emigrate a morsi sino ad ingozzarsi. |
Post n°160 pubblicato il 03 Novembre 2011 da ImperatorediTenebre
lungo i viali della notte ci sono marciapiedi di grida che camminano nel sonno ci sono strade infestate dalla tenebra e dentro il nero incubo candele spente o occhi accesi che cercano una fiamma per scaldare o scordare il gusto di sangue e ruggine appassito sul filo della lama o sul filo appeso all'ago che non passa dalla cruna ma cuce il sorriso alla luna. |
Post n°159 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°158 pubblicato il 21 Ottobre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°157 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°156 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da ImperatorediTenebre
questo cielo ha denti affamati che mordono il tuo respiro e stracciano i pensieri ho nascosto sotto la notte il mio buio migliore, ma questa luna codarda ha bucato il velo di nebbia e le ombre carnivore hanno dilaniato ciò che rimaneva della tua paura lasciando solo tracce di memoria e residui sulla lama. |
Post n°154 pubblicato il 25 Settembre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°153 pubblicato il 04 Settembre 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°151 pubblicato il 21 Agosto 2011 da ImperatorediTenebre
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Post n°148 pubblicato il 26 Aprile 2011 da ImperatorediTenebre
vertigine è questa ipnotica lama
che tuona fra le pareti della tua anima
come una dolce melodia che invade
e sviene l’abito che vuole consolare
mentre si corrode di buio la carne.
vertigine è questo sangue nero
che cola dalle pareti del mio corpo
come catrame liquido che brucia
e ricopre la pelle che deve consolare
mentre si disperde un’altra tenebra.
vertigine è questo taglio impossibile
che scompare fra i muscoli e l’ombra
come una tempesta che strappa
l’idea con denti di fauci che divorano
e masticano l’ennesima notte. |
Inviato da: navighetortempo
il 09/10/2013 alle 13:09
Inviato da: sonjk.flo
il 03/01/2013 alle 13:36
Inviato da: nefer2288
il 28/11/2012 alle 07:23
Inviato da: ImperatorediTenebre
il 02/11/2012 alle 20:45
Inviato da: nefer2288
il 02/11/2012 alle 17:54