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Messaggi del 15/04/2019
Post n°2111 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
18 marzo 2019 La vorticosa danza della baby stella binaria Pubblicato sulla rivista Nature Astronomy uno studio a cui ha partecipato anche una ricercatrice dell'INAF di Firenze: sfruttando le potenti antenne ALMA, un gruppo di esperti ha osservato "in tempo reale" la nascita di un sistema binario con con stelle di grande massa.Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) astrofisica RIKEN Cluster for Pioneering Research in Giappone ha scoperto una nube molecolare che sta collassando per formare due massicce protostelle che alla fine diventeranno un sistema stellare binario. In uno studio pubblicato oggi sulla rivista Nature Astronomy, Yichen Zhang e colleghi riportano i risultati della prima osservazione "in tempo reale" della nascita di un sistema binario. Gli esperti hanno utilizzato l'array cileno ALMA (Atacama Large Millimeter / Submillimeter Array) per studiare ad alta risoluzione spaziale la regione di formazione stellare nota come IRAS07299-1651, a circa 5.500 anni luce di distanza da noi. Nel team c'è anche Maria Teresa Beltrán, ricercatrice dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri. hanno delle compagne più piccole che orbitano attorno a loro, non è chiaro come ciò avvenga. Le stelle nascono insieme da un comune disco a spirale al centro di una nube molecolare o si incontrano casualmente in ammassi stellari affollati? formano in ammassi stellari e spesso in sistemi binari o multipli. Nonostante la loro importanza, ben poco è noto delle prime fasi evolutive di tali stelle. Ciò è dovuto sia al fatto che la loro formazione avviene su tempi scala molto brevi, sia alla grande distanza a cui tipicamente si trovano le regioni di formazione delle stelle massicce". angolare per riuscire a sondare la parte più densa delle nubi al cui interno avviene la formazione stellare. Per comprendere meglio queste dinamiche sono quindi fondamentali i telescopi come ALMA, con cui sono state effettuate osservazioni ad altissima risoluzione spaziale (50 unità astronomiche, ovvero 50 volte la distanza che separa la Terra dal Sole). rivelato un sistema proto-binario costituito da due stelle di circa 10 masse solari, con una separazione di 180 unità astronomiche ed un periodo orbitale di 570 anni. I risultati suggeriscono che il sistema abbia avuto origine dalla frammentazione di n disco massiccio e che ciascuna proto-stella sia attualmente circondata da un disco in rotazione". perché, alla fine della loro vita, producono gli stessi elementi pesanti che costituiscono la Terra. di Yichen Zhang (Star and Planet Formation Laboratory, RIKEN Cluster for Pioneering Research) et al. è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy. |
Post n°2110 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze 13 marzo 2019 La minaccia delle tempeste solari L'analisi di carote di ghiaccio prelevate in Groenlandia ha documentato la presenza di isotopi radioattivi prodotti da una tempesta solare di eccezionale intensità avvenuta nel 660 a.C. e ha confermato anche altri due eventi analoghi nel 775 e nel 994 d.C. Lo studio quindi suggerisce che i rischi per le attività umane di questo tipo di eventi potrebbero essere sottostimati Il nostro pianeta è investito periodicamente da tempeste solari costituite da fasci di particelle elementari ad alta energia, in particolare protoni, prodotte da enormi esplosioni che si verificano sulla superficie del Sole. Si tratta di eventi temibili per i danni che possono portare alla distribuzione della corrente elettrica, alle comunicazioni, alle trasmissioni via i satellite, nonché ai sistemi di controllo del traffico aereo. L''interazione tra le particelle cariche prodotte dal Sole e la Terra, protetta dalla suo campo magnetico, evidenziato in viola. Ma le tempeste solari di cui noi esseri umani siamo stati testimoni negli ultimi decenni, da quando cioè sono disponibili strumenti adatti alla loro rilevazione, potrebbe impallidire in confronto a ciò che avvenne in un lontano passato. A raccontarlo sono le carote di ghiaccio estratte in Groenlandia da un gruppo di ricercatori della Lund University che firmano L'analisi di quei campioni, che rappresentano una sorta di registro storico delle tempeste solari fino a circa 100.000 anni fa circa, mostra un antico evento estremamente intenso avvenuto nel Settimo secolo prima di Cristo, e di cui si ha notizia per la prima volta, e conferma altri due eventi di rilievo, che si sono verificati nel 775 e nel 994 d.C., ed erano stati già evidenziati da passati studi sugli anelli di accrescimento degli alberi plurisecolari.
eventi, gli autori hanno misurato in particolare l'abbondanza di tre isotopi radioattivi: il carbonio 14, il berillio 10 e il cloro 36. Questi isotopi sono prodotti principalmente da una cascata di reazioni che si verificano negli strati più alti dell'atmosfera quando sono investiti da flussi molto energetici di protoni che provengono dal Sole. Una volta mescolatisi con l'aria, questi i sotopi radioattivi si fissano nei "registri ambientali", come appunto il ghiaccio, che nelle regioni artiche si può conservare per centinaia di migliaia di anni. I segnali relativi agli isotopi radioattivi considerati hanno indicato un rapido incremento in corrispondenza di strati sedimentatisi nel 660 a.C. e che non può essere spiegato con la normale modulazione dell'attività solare. "Se si verificasse ai giorni nostri, un evento di quella portata metterebbe a serio rischio la nostra civiltà ad alta tecnologia", ha commentato Raimund Muscheler, professore di geologia della Lund University e coautore dell'articolo. "La nostra ricerca indica che i rischi sono attualmente sottostimati; ecco perché sarebbe il caso di aumentare in via precauzionale le nostre difese nei confronti delle tempeste solari: dobbiamo essere preparati meglio". analisi al carbonio 14 sono inadeguate per ottenere stime affidabili della frequenza e delle proprietà delle tempeste solari passate, ma possono essere proficuamente associate alle analisi basate sul berillio 10 e sul cloro 36. (red) |
Post n°2109 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze Nuove analisi hanno dimostrato la presenza di metalli nell'inchiostro con cui sono stati scritti i papiri di Ercolano, carbonizzati dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La scoperta retrodata di quattro secoli la prima testimonianza dell'uso di questo tipo di inchiostro, assai comune nel Medioevo(red) archeologiastoriachimicaLa presenza di metallo nell'inchiostro per scrittura era la norma nel Medioevo, e la sua prima testimonianza risaliva finora al 420 d.C. Uno studio pubblicato da Vito Mocella dell'Istituto per lamicroelettronica e microsistemi (IMM) del CNR di Napoli e colleghi dell'Università di Grenoble-Alpes, del CNRS francese e dell'Università di Gand, in Belgio, dimostra ora che questo tipo di tecnica per la scrittura era già usata quattro secoli prima, perché si trova in due frammenti dei cosiddetti papiri di Ercolano. di frammenti di papiri carbonizzati in seguito all'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e scoperti tra il 1752 e il 1754 a Ercolano, nella Villa del Papiri, di epoca romana. Alcuni di questi frammenti sono stati analizzati in diverse occasioni, con risultati contrastanti: alcune analisi hanno rilevato piombo e stronzio in concentrazioni relativamente elevate, ma senza produrre una mappatura completa degli elementi presenti. Per analizzare i reperti, Mocella e colleghi hanno usato diversi metodi di imaging, tra cui fotografie in luce visibile, microscopia a raggi infrarossi e di fluorescenza a raggi X, grazie all'European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) di Grenoble. Quest'ultima tecnica in particolare ha permesso di distinguere la composizione del papiro da quella dell'inchiostro, presente in quantità tali da escludere una contaminazione ambientale. Questo significa che il metallo veniva aggiunto deliberatamente all'inchiostro. dell'ESRF, le analisi sono state molto veloci, un decimo di secondo a pixel, permettendoci di acquisire numerosi dati rapidamente e su tutti i campioni", ha aggiunto Mocella. "Abbiamoquindi la certezza della correlazione tra informazione chimica e traccia visibile delle lettere", che si trovano sul papiro. per altri studi di archeologia. campo e all'uso delle tecniche disponibili su diverse linee di luce di ESRF, abbiamo spinto a un livello mai raggiunto la nostra conoscenza degli inchiostri del periodo classico dell'antichità e pensiamo di poter ottimizzare tecnica e lunghezze d'onda della luce da usare per l'analisi e la lettura di altri documenti antichi", ha concluso Mocella. |
Post n°2108 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
fonte: Le Scienze La collina di Kaizer, a 35 chilometri da Gerusalemme, porta i segni di un'attività sistematica di estrazione della selce e della roccia calcarea risalente a circa 11.000 anni fa, cioè all'epoca dell'inizio dell'agricoltura. Secondo le conclusioni di una nuova ricerca archeologica, si tratta delle prime testimonianze di trasformazione permanente del paesaggio da parte di esseri umani(red) Circa 11.000 anni fa, una popolazione umana ha iniziato a trasformare per sempre il paesaggio in cui viveva: la scoperta, fatta sulla collina di Kaizer, a 35 chilometri da Gerusalemme, da un gruppo di archeologi della Hebrew University, è pubblicata su PLOS ONE e Naama Goren-Inbar, che hanno guidato la ricerca, i segni prodotti nella roccia del sito, situato sulle pendici di una collina a una quota di 300 metri, nei pressi della città di Modi'in, documentano un'attività di estrazione su ampia scala della selce e della pietra calcarea, utilizzate come materiali per la fabbricazione di utensili. I resti del fronte di scavo nel sito sulla collina di Kaizer, nei pressi di Gerusalemme "In cima alla collina abbiamo trovato superfici rocciose danneggiate, che forniscono la prova di un'attività di scavo allo scopo di estrarre la selce e di sfruttare gli spessi strati di caliche, una roccia sedimentaria nota localmente con il termine arabo di Nari", ha spiegato Leore Grosman. "L'antico popolo che abitava queste zone trattava la pietra con utensili di selce, per esempio asce". il contesto naturale in cui, nel Neolitico, per la prima volta fu introdotta l'agricoltura, compiendo una svolte più significative della storia dell'umanità. La cava sulla collina di Kaizer, che risale alla stessa epoca, è la prima di queste dimensioni a essere scoperta. estrattive ha portato gli autori a ipotizzare che la transizione alla sussistenza basata sull'agricoltura, grazie alla quale l'uomo ha imparato come produrre il cibo invece di raccoglierlo, è stata accompagnata da un più generale mutamento di approccio al paesaggio e alle pratiche di sfruttamento delle risorse naturali. caccia e sulla raccolta a quella basata sull'agricoltura è stata accompagnata da numerosi cambiamenti nell'ambito sociale e in quello tecnologico", ha concluso Goren-Inbar. "Diversi segni presenti nella cava dimostrano che l'estrazione delle rocce presupponeva diverse strategie, quali l'identificazione delle vene di selce, l'apertura di un fronte di scavo nelle rocce, la rimozione di blocchi di pietra, la creazione di discariche delle pietre di scarto, nonché l'uso della perforazione e dello scalpello come tecniche primarie per l'estrazione di selce". |
Post n°2107 pubblicato il 15 Aprile 2019 da blogtecaolivelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan nata Cristina da Pizzano(Venezia, 1365 - Monastero di Poissy, 1430 circa), è stata una scrittrice e poetessa francese di origini italiane. Poetessa, scrittrice, editrice e filosofa, è riconosciuta come la prima scrittrice di professione in Europa e la prima storica laica di Francia, quattro secoli prima di Madame deStaël. Nelle sue opere liriche e narrative trae spunto dalla propria esperienza di vita, e non dalla tradizione religiosa o mitologica, come era frequente al tempo. Ha redatto una biografia nel 1404 di Carlo V di Francia riportando eventi di cui era stata testimone oculare e consultando fonti bibliografiche. Era a capo di uno Scriptorium in cui riproduceva libri miniati molto apprezzati. È molto famosa inoltre per aver dato inizio alla cosiddetta Querelle des femmes: dopo avere letto due opere rispettivamente di Boccaccio e di Jean de Meun, che difendevano l'idea che la donna è per natura un essere vizioso, consegnò alla regina Isabella un'opera intitolata la Città delle Dame, in cui elencava esempi di donne virtuose e importanti nella storia dell'umanità. Biografia Col nome di Cristina, nacque a Venezia nel 1365 da Tommaso da Pizzano. Il padre era originario di Bologna, dove si era laureato in medicina all'Università e aveva poi praticato anche l'astrologia. Si era poi trasferito a Venezia dove la sua attività di astrologo gli aveva procurato un'ottima reputazione, tanto che ricevette due inviti, uno dal re di Francia Carlo V e uno dal re d'Ungheria Luigi il Grande a lavorare come astrologo nella loro corte. Dopo aver riflettuto a lungo, Tommaso optò per la Francia, dove si trasferì nel 1369 con la moglie e i figli Cristina, Paolo e Aghinolfo. Christine crebbe in un ambiente di corte stimolante e intellettualmente vivace: lo stesso Carlo V, sensibile alle tematiche intellettuali, aveva fondato la Biblioteca Reale del Louvre, a cui Christine aveva libero accesso e che descriverà anni più tardi come «la belle assemblée des notables livres» («la bella collezione di libri importanti»), una biblioteca senza pari in Europa per la quantità e la qualità dei preziosi libri splendidamente miniati. Contro il parere di sua moglie, più tradizionalista, il padre Tommaso le impartì un'educazione letteraria approfondita, assai rara per una donna dell'epoca. Christine componeva poesie e ballate molto apprezzate a corte. Sposò a 15 anni, nel 1379, Étienne de Castel, notaio e segretario del re, con cui ebbe tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno morì in giovane età. Un matrimonio sereno e felice, che Christine rimpiangerà spesso nei suoi scritti: il marito infatti morì per una epidemia nel 1390. Espresse il suo dolore in molte poesie, la cui più famosa è probabilmente Seulete sui. Sola, senza nemmeno la protezione del padre (morto nel 1385) e del re Carlo V (morto a sua volta nel 1380), con tre figli e un'anziana madre da accudire, la famiglia caduta in disgrazia presso il nuovo sovrano Carlo VI, a 25 anni Christine dovette compiere una simbolica metamorfosi, e di sé scrisse «diventai un vero uomo», intendendo con questa metafora il passaggio a una vita più autonoma e responsabilizzata, per i tempi prerogativa esclusiva del maschio. Mentre era impegnata in cause legali e in un'apprezzata attività di calligrafa (era alla testa di una bottega di scrittura, con maestri calligrafi, rilegatori e miniatori specializzati in riproduzioni di libri di lusso), compose in soli due anni Le Livre des cent ballades, che ebbe un grande successo e grazie al quale ottenne protezione e committenze da illustri personaggi, quali i duchi Filippo II di Borgogna e Giovanni di Valois, fratelli del compianto Carlo V, e la regina consorte Isabella di Baviera. Queste protezioni le permisero di dedicarsi esclusivamente alla scrittura e all'attività di poetessa e intellettuale, che ebbe riconoscimenti e attestazioni di stima, ad esempio di filosofi Jean Gerson e Scrisse moltissimo, aiutata da una facilità di scrittura: tra gli altri Le Livre de Corps de Police, in cui incoraggia i principi ad aiutare le vedove (chiaro il riferimento alle sue vicende personali), l'autobiografico L'Avision -Christine, L'Epistre au Dieu d'Amours, in cui condanna chi usando l'amore inganna e diffama le donne, Le Livre de Trois Vertus, ideale continuazione del citato La Città delle Dame, nel quale incoraggia le donne a essere forti e a uscire dagli stereotipi sessuali. Scrisse inoltre una biografia nel 1404 del re Carlo V nel solco della tradizione letteratura medievale degli specula principum, scritti cioè dediti ad educare il futuro sovrano. Dopo il suo ultimo lavoro sulla sua contemporanea Giovanna D'Arco del 1429, il primo entusiastico poema su Giovanna D'Arco e l'unico a essere composto mentre era ancora viva, all'età di 65 anni Christine de Pizan si ritirò in un convento. La data della morte è sconosciuta, ma dovrebbe aggirarsi intorno al1430. La Città delle Dame Scritto nei mesi invernali tra il 1404 e il 1405, il Livre de la Cité des Dames (la Città delle Dame) è probabilmente l'opera più famosa di Christine de Pizan. Venne scritto in risposta ai libri di Giovanni Boccaccio (De mulieribus claris, Sulle donne famose), Jean de Meung (autore del Roman de la Rose, testo del XIII secolo che dipingeva le donne solo come seduttrici) e del filosofo Mateolo, nonché di altri testi avversi alla condizione femminile, intrisa secondo loro solo di dubbio, malinconia e intemperanza. De Pizan ne rimase sgradevolmente colpita e ne fece una questione da discutere a corte. Pizan presenta invece una società utopica e allegorica in cui la parola dama indica una donna non di sangue nobile, ma di spirito nobile. Nella città fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e Giustizia, De Pizan racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse, scienziate, regine ecc. che offrono un esempio dell'enorme, creativo e indispensabile potenziale che le donne possono offrire alla società. Tra le altre Semiramide e Didone, fondatrici di Babilonia e Cartagine, l'eroina Griselda, Lucrezia che si suicidò dopo lostupro e che offre lo spunto per emettere una legge giusta e santa che condanna a morte gli stupratori, Pentesilea che si oppone alla barbarie... Centrale nella Città delle Dame è poi il tema dell'educazione femminile, che Christine de Pizan avvertiva come fondamentale. L'impossibilità infatti di imparare, unita all'isolamento tra le mura domestiche, avevano causato la presunta inferiorità femminile e la sua assenza dalla scena culturale. Ma è una inferiorità di tipo culturale e non naturale, come si desume dai vari esempi che porta la scrittrice (Saffo, Proba, Novella, Ortensia e altre), visto che Ispirato chiaramente a La città di Dio di Sant'Agostino e di agevole lettura nonostante l'alto livello nozionistico e culturale. |
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