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Messaggi di Gennaio 2019

Le grandi migrazioni dall'Africa

Post n°1858 pubblicato il 26 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

 

Fonte: le Scienze

Tremila anni fa una grande

migrazione di eurasiatici in

Africa

Tremila anni fa una grande migrazione di eurasiatici in Africa

Il 25 per cento del genoma degli abitanti dell'Africa orientale

risale ad antenati euroasiatici immigrati nel Corno d'Africa

3000 anni fa. La scoperta, realizzata grazie al sequenziamento

del genoma di un antico etiope vissuto 4500 anni fa, dimostra

che quel successivo flusso migratorio fu molto più imponente

di quanto finora supposto(red)

Fu decisamente più imponente di quanto si pensava il flusso

immigratorio di popolazioni euroasiatiche che circa 3000 anni

fa si riversò nel Corno d'Africa, e del quale finora c'erano solo

alcune testimonianze archeologiche. Quel flusso fu così significativo

che oggi il 25 per cento delle popolazioni dell'Africa orientale ha

antenati eurasiatici. A stabilirlo è uno studio realizzato da un gruppo

internazionale di ricercatori che firmano un articolo pubblicato su "Science".


Tremila anni fa una grande migrazione di eurasiatici in Africa

Qui e nell'immagine di apertura due scorci della grotta in cui sono stati

trovati i resti di "Mota". (Cortesia Kathryn and John Arthur)La portata

di quel lontano evento migratorio è stata compresa grazie al ritrovamento

in una grotta dell'altopiano etiopico meridionale, la Mota Cave, dei resti

fossili di un maschio adulto (soprannominato Mota) vissuto circa 4500

anni fa. I resti erano conservati abbastanza bene da poterne estrarre e

sequenziare completamente il DNA, un evento eccezionale perché, a

causa del clima, in genere i resti fossili degli antichi abitanti dell'Africa

sono troppo degradati per eseguire analisi così complete.

I ricercatori hanno scoperto che nel DNA di Mota non vi era alcuna

traccia dei marcatori genetici tipici delle popolazioni eurasiatiche.

Questo ha permesso di definire com'era l'originario patrimonio genetico

delle popolazioni dell'Africa orientale, prima che, circa 3000 anni fa,

nel Corno d'Africa immigrassero alcune popolazioni euroasiatiche.

Queste popolazioni eurasiatiche erano dello stesso ceppo di quelle che,

4000 anni prima, avevano alimentato l'espansione neolitica dal Vicino

Oriente verso l'Europa, dove avevano presumibilmente portato l'agricoltura. 

Confrontando l'antico genoma di Mota con quello degli africani moderni,

i ricercatori hanno stabilito che le migrazioni di 3000 anni fa furono molto

più imponenti di quanto si pensava, tanto che le odierne popolazioni

dell'Africa orientale hanno fino al 25 per cento di antenati eurasiatici.

Ma non solo: il flusso genico raggiunse tutti gli angoli del continente,

e si può stimare che in tutte le popolazioni africane odierne almeno il

5 per cento del genoma sia riconducibile a quella migrazione eurasiatica.

La causa di questa immigrazione di tribù eurasiatiche in Africa è ancora

ignota, ma i ricercatori ipotizzano che sia stata legata a fattori climatici.

Dati archeologici la collegano inoltre con l'arrivo in Africa orientale di

colture già affermate nel Vicino Oriente come grano e orzo, suggerendo

che i migranti abbiano contribuito a sviluppare nuove forme di agricoltura

nella regione.

I ricercatori hanno poi cercato di individuare le popolazioni odierne

più imparentate con quegli antichi migranti euroasiatici, scoprendo che,

mentre il patrimonio genetico degli abitanti del Vicino Oriente ha subito

drastici cambiamenti nel corso degli ultimi mille anni, in Europa una

popolazione è rimasta abbastanza isolata da avere un genoma ancora molto

simile a quello di quei migranti di 3000 anni fa.

Potrà sorprendere, ma quella popolazione si trova in Italia: sono i sardi.

In effetti, spiega Eppie R. Jones, che ha partecipato alla ricerca, per gli

antichi migranti giunti in Sardegna, l'isolamento dell'isola ha funzionato

un po' come una capsula del tempo.

 
 
 

Ascesa e declino di Qatna...

Post n°1857 pubblicato il 26 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Ascesa e declino di Qatna

Un'icona vecchia di 4000 anni permette di

retrodatare di un millennio l'origine dei culti

religiosi in America

Un team di archeologi ha scoperto in Perù

un frammento di zucca vecchio di 4000 anni

che riporta un'immagine arcaica del Dio del

Bastone, che fu per millenni la principale

divinità del continente sudamericano. "Come

la croce cristiana, - spiega Jonathan Haas,

antropologo del Field Museum di Chicago -

il Dio del Bastone è un'icona religiosa ben 

riconoscibile. Questa sembrerebbe essere

l'immagine religiosa più antica mai identificata

nelle Americhe. Essa indica che la religione

organizzata esisteva nelle Ande più di 1000

anni prima di quanto si ritenesse in precedenza".

Il frammento è stato rinvenuto da membri del

Proyecto Arqueológico Norte Chico lungo le

coste del Perù, nella valle del fiume Patavilca,

circa 200 chilometri a nord di Lima, mentre erano

impegnati a raccogliere artefatti in superficie

presso un cimitero saccheggiato. Il frammento,

che una volta faceva parte di un vaso di zucca,

è stato datato con il radiocarbonio e risale al

2250 avanti Cristo. Sul numero di maggio-giugno

della rivista "Archaelogy" sarà pubblicata una

descrizione dell'immagine scoperta. Secondo

l'archeologo Alvaro Ruiz, "il Dio, noto anche

come Dios de los Baculos, è un motivo iconico

con una lunga e vasta storia che attraversa

molte culture andine. La figura è di solito

raffigurata vista di fronte, con una bocca fornita

di zanne e piedi aperti. Sulla testa o sui vestiti

sono spesso presenti serpenti. Inoltre, la divinità

tiene un bastone con una o con entrambe le mani,

da cui il suo nome". L'immagine sul frammento

trovato, incisa e dipinta, è di stile semplice e arcaico

ma presenta tutte queste caratteristiche.

La figura ha le zanne, il suo braccio sinistro sembra

terminare in una testa di serpente, e quello destro

 regge un bastone. Un'immagine simile, dipinta

su un secondo frammento di zucca proveniente

da un cimitero vicino, rappresenta la stessa figura

o una molto simile. La regione di Norte Chico era

densamente popolata fra il 2600 e il 2000 avanti

Cristo, e sembra essere stata la dimora ancestrale

della civiltà andina culminata 3500 anni dopo con

gli Inca.

 
 
 

Il thriller psicologico...

Post n°1856 pubblicato il 25 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

IL THRILLER PSICOLOGICO: LA GUIDA COMPLETA

Elvezio Sciallis| 3 ottobre 2018|

I migliori thriller psicologiciA prescindere dai gusti

personali, l'importanza della coppia sono:

L'amore bugiardo di Gillian Flynn + La ragazza del

treno di Paula Hawkins è incontestabile: il successo

di questi due romanzi ha dato nuova linfa vitale al

sottogenere del thriller psicologico, originando quel

che viene ormai comunemente definito come domestic

noir o domestic thriller.

Ma, come sottolineato, si tratta di una rinascita,

una rivitalizzazione di un sottogenere che ha radici

tanto solide quanto nobili e la cui origine si perde

in vari antenati, che precedono il thriller stesso.

A beneficio di tutti i nostri lettori, ma in particolare

pensando a quelli più giovani, che hanno magari

scoperto da poco questo sotto-genere e vogliono

esplorarne i confini, cercheremo di dare una

definizione di thriller psicologico, cercando anche

di segnare alcuni importanti momenti nella storia

del thriller psicologico, per poi passare in rassegna

alcuni dei migliori libri thriller psicologici.

Cos'è il thriller psicologico?

Non è semplice fornire una risposta breve e sbrigativa

alla domanda, anche perché questo sotto-genere

ha attraversato varie fasi ed evoluzioni nel corso

della sua storia.

Proviamo quindi un approccio diversificato, fornendo

più di una definizione, citando anche il parere di

scrittori, registi, critici ed esperti.

Il thriller psicologico è un sottogenere del thriller che,

su una trama nella quale accade qualche atto criminale,

pone l'accento sulle condizioni mentali dei personaggi,

sulle loro emozioni e possibili stati di follia, paura o

alterazione di qualche tipo. Oltre all'ovvia parentela

con il thriller, un altro genere vicino è quello "gotico",

con forte accento su un senso di percezione della

realtà che spesso non è affidabile né condiviso.

Spesso il punto di vista è quello di un/a protagonista

mentalmente non stabili e quindi un elemento che

caratterizza il thriller psicologico è il frequente

ricorso al cosiddetto "unreliable narrator", ovvero

un narratore inaffidabile.

Il termine è stato coniato da Wayne Clemens Booth,

un influente critico letterario, in Rhetoric of Fiction

(1961, arrivato in Italia come Retorica della narrativa

per La nuova Italia) e rappresenta un potente ed

efficace strumento narrativo a prescindere da come

viene impiegato.

Ci sono infatti esempi di narratori inaffidabili che in

ostanza si presentano come tali al lettore fin dalle

prime pagine, e dettano quindi un clima di sospetto,

paranoia e diffidenza lungo tutto il romanzo, e altri

narratori inaffidabili la cui natura viene rivelata man

mano, per accumulo di particolari, e portano quindi

spesso a un twist finale che ha di solito grande efficacia

e potenza.

Abbiamo esempi "alti" di narratore inaffidabile: se

rimaniamo nei confini italiani occorre citare lo Zeno

Cosini creato da Italo Svevo (La coscienza di Svevo, 1923),

mentre se valichiamo la frontiera ecco che miss Giddens

ne Il giro di vite di Henry James (1898) ne è ottimo esempio.

Volendo invece rimanere entro i generi letterari che

amiamo qui al Thriller Café, ecco che il dottor Sheppard

de L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie

(The Murder of Roger Ackroyd, 1926, arrivato a noi

nel 1937 e conosciuto anche come Dalle nove alle dieci)

è uno dei più efficaci narratori inaffidabili nella storia del giallo.

Scomponendo nei suoi due elementi il termine che

stiamo analizzando, il quadro si arricchisce di ulteriori

particolari. Il romanzo psicologico, scopriamo, oltre

a focalizzarsi su motivazioni e pensieri dei protagonisti

più che sulle loro azioni o eventi esterni, ha di solito

un setting chiuso, domestico e contenuto. Ambienti i

nterni quindi, solitamente le case dei protagonisti

insieme a pochi altri luoghi comunque possibilmente

limitati e chiusi.

Il thriller ha a che fare con atti criminali che producono

eccitamento e suspense, con conseguente indagine

volta a identificare colpevoli e responsabilità.

Intrecciando queste due definizioni scopriamo che in

effetti si tratta di elementi presenti nel thriller psicologico.

Passando ai pareri di alcuni esperti, che si riferiscono

al mondo del cinema ma le cui considerazioni si

adattano perfettamente anche ai romanzi, scopriamo

che secondo il regista John Madden il thriller psicologico

si concentra sullo sviluppo dei personaggi, su conflitti

morali di difficile soluzione e paura e ansia che portano

i protagonisti a comportarsi in modo imprevedibile.

E se al grande schermo questo sotto-genere ha lasciato

progressivamente spazio a prodotti più ricchi d'azione

e con meno "riflessione", tali soluzioni funzionano

ancora alla grande sulla pagina.

Peter Hutchings rincara la dose e conferma l'importanza

di alcuni unti: per lui il sotto-genere è caratterizzato

da ambienti domestici e casalinghi e poca azione

in favore di una maggiore indagine sulle psicologie

dei principali personaggi, sottolineando come molto

spesso almeno uno di loro abbia problemi più o meno

gravi di percezione della realtà e di giudizio morale.

La tensione si costruisce lentamente per accumulo

di ambiguità, falsi ricordi, problemi con traumi passati

che vengono rivelati o scoperti lentamente, così da

arrivare al twist finale con la maggiore efficacia possibile.

Altri elementi e meccanismi narrativi che tendono

a essere usati con frequenza sono l'amnesia,

collegata a traumi ed eventi tragici nel passato,

naturalmente la doppia natura di alcuni dei personaggi,

con chi è percepito inizialmente come figura positiva

o come vittima che, a fine romanzo, si può rivelare

come negativo, assassino o pericoloso.

Di conseguenza, queste narrazioni sono di frequente

frutto dell'influenza della psicanalisi.

Oggigiorno, con l'avvento del domestic noir, questo

sotto-genere narrativo può essere percepito come

"dominato" dalle autrici, ma è una falsa percezione.

Da un lato il thriller psicologico è sempre stato

frequentato da grandi scrittrici, sia sufficiente

nominare regine del crimine quali PD James, Ruth

Rendell o Daphne du Maurier; d'altro canto non sono

mai mancati i bravi autori, molti dei quali andremo a

scoprirli nella sezione seguente, che riguarda quelli

che per noi sono fra i migliori thriller psicologici di sempre.

I migliori libri thriller psicologici

Ogni elenco, per sua natura, è parziale e destinato

a scontentare qualcuno: potete chiedere a cento

esperti o a cento lettori quali siano per loro i migliori

libri thriller psicologici di sempre e vi troverete di fronte

a cento elenchi diversi, che però condivideranno un

numero variabile di titoli.

Quello che a molti può sembrare difetto, per noi è

punto di forza: abbiamo radunato quelli che nella

nostra redazione sono stati identificati come i migliori

thriller psicologici e contiamo sul fatto che chi ci legge

non sarà d'accordo al 100% con noi.
Ci contiamo perché così potrà e vorrà aggiungere i

suoi romanzi del cuore, vuoi nei commenti al pezzo

vuoi in quelli sulla nostra pagina Facebook quando

linkeremo il post, così da espandere e completare

questa nostra lista.

E ora bando agli indugi, cominciamo ad avventurarci

nella lista dei migliori thriller psicologici, in ordine

strettamente cronologico, che tiene conto della prima

pubblicazione in lingua originale.

1938: Rebecca, la prima moglie di Daphne du Maurier

Portato ad ancora maggiore fama dalla trasposizione

cinematografica del 1940 di Alfred Hitchcock, che

vinse due premi oscar, Rebecca è thriller psicologico

allo stato dell'arte, che ha influenzato un esercito

di cloni ed eredi.

Quando una giovane dama di compagnia conosce

un ricco vedovo nella favolosa Montecarlo, sembra

una favola troppo bella per essere vera. I due si

sposano e anche la magione dove vanno a vivere,

a Manderley, in Cornovaglia, è splendida, sebbene

controllata da una governante un po' strana.

Purtroppo il luogo è dominato dall'oppressiva

memoria della prima moglie, Rebecca, e la giovane

cede giorno dopo giorno alla follia, fino a quando...

Daphne du Maurier è una maestra assoluta e,

sebbene nota e ben pubblicata anche in Italia,

meriterebbe comunque maggiore attenzione.

Sono molte le trasposizioni cinematografiche di

suoi romanzi, e oltre a questo titolo dobbiamo

ricordare almeno altri due grandi narrazioni di

tensione e delirio: Gli uccelli, di Alfred Hitchcock

e A Venezia... un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg.

1952: L'assassino che è in me di Jim Thompson

Uno degli indiscussi maestri del noir sforna quello

che per molti versi può essere considerato un vero

e proprio manuale del thriller psicologico.

Il protagonista è una persona della quale ognuno

dovrebbe potersi fidare, ovvero un vice sceriffo.

Lou Ford ha ventinove anni, una fidanzata e lavora

in una piccola città del Texas dove non accade molto.

Ma il suo aspetto e la sua vita, all'apparenza normali,

nascondono un doppione sadico e manipolatore, che

non esita di fronte a nulla e che è in grado di seminare

falsi indizi per deviare i sospetti, aiutato anche dal

suo mestiere.

I crimini si accumuleranno e, lentamente, il castello

di carte costruito da Ford comincerà a crollare, rivelando

tutta la sua morbosa follia. La scrittura potente e

suggestiva di Jim Thompson non ha perso un grammo

di potenza e questo titolo è imprescindibile per chi vuole

costruirsi una biblioteca del thriller psicologico.

1955: Il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith

Non poteva certo mancare la regina del brivido,

con uno dei suoi migliori parti letterari. Il talento

di Mr. Ripley affascina e convince ancora adesso con

la vischiosa ragnatela di inganni e bugie che Ripley

tesse lungo tutto il romanzo, creando uno dei più

affascinanti e mesmerizzanti ritratti psicologici della

letteratura noir.

Il romanzo ha avuto ben quattro sequel: Il sepolto

vivo, L'amico americano, Il ragazzo di Tom Ripley e

Ripley sott'acqua, così come ha conosciuto una buona

trasposizione cinematografica nel 1999, per la regia

di Anthony Minghella, con un Matt Damon in ottima

forma nel ruolo di Ripley e Jude Law in quello di Dickie

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1959: Psycho di Robert Bloch

Non riusciremo mai a sottolineare a sufficienza

l'importanza di Psycho e, anche se dal punto di

vista dello stile ci sono molti romanzi in questa

lista che risaltano maggiormente, il romanzo di

Robert Bloch è unico per l'influenza che ha avuto

nel nostro immaginario.

Purtroppo, ma anche comprensibilmente, la fama

e l'importanza di questo capolavoro del thriller

psicologico scompaiono di fronte al film omonimo

diretto da Alfred Hitchcock un anno dopo l'uscita

del volume e pazienza, non possiamo far altro che

sperare che tante persone ancora in futuro,

affascinate dalle "imprese" di Anthony Perkins,

vogliano scoprire anche il romanzo che è alla base

di uno dei film più importanti della storia del cinema.

La trama? Non ci sembra il caso di parlarne: chi l'ha

già visto e/o letto sa tutto, i fortunati che ancora

devono scoprirlo è preferibile che rimangano totalmente

all'oscuro, così da poter essere sorpresi fino in fondo.

1987: Misery di Stephen King

Da un lato è un onore ospitare Misery di Stephen King

in questa lista perché si tratta di un thriller psicologico

ottimamente congegnato e gradevolmente diverso

da larga parte delle situazioni tipiche di questo genere.

D'altro canto è quasi imbarazzante parlarne, perché

è un romanzo arcinoto anche grazie all'omonimo film

del 1990 diretto da Rob Reiner e interpretato da

James Caan e Kathy Bates.

Un popolare autore di romanzi, noto per la serie di

Misery, ha un grave incidente automobilistico e viene

soccorso da una infermiera, grandissima fan del suo lavoro.

Quando però lei scoprirà che lo scrittore vuole porre

termine alla serie di Misery, lo terrà prigioniero, obbligando

a scrivere un nuovo romanzo avente come protagonista

la sua eroina.

Forte e morboso legame psicologico fra i due,

ambiente claustrofobico, considerazioni sulla scrittura

e sulla tossicodipendenza, Misery è uno dei migliori romanzi del Re.

1988: Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris

Per certi a Il silenzio degli innocenti mancano alcun

elementi base del thriller psicologico, ma per altri

versi il rapporto fra Clarice Sterling e Hannibal Lecter

(senza dimenticare il "terzo incomodo", Jack Crawford)

è un capolavoro di psicologia ed è impossibile

sottovalutarne la potenza, così come è impossibile

trascurare la figura del serial killer che imperversa nella

vicenda, Buffalo Bill.

Come molti fra i migliori thriller psicologici,

Il silenzio degli innocenti è diventato anche un

ottimo film nel 1991. Diretta da un Jonathan Demme

in stato di grazia e superbamente interpretata da

Anthony Hopkins e Jodie Foster, la pellicola ha incassato

ben 5 premi Oscar, evento raro per film appartenenti

a questo sotto-genere.

 
 
 

"Farout"

Post n°1855 pubblicato il 25 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Home Astronomia

Scoperto ‘Farout' il pianeta più lontano del Sistema Solare
ASTRONOMIA
Angelo Petrone 21:57 17 Dicembre 2018
2018 VG18, in gergo "Farout" è l'oggetto

più distante dal Sole mai scoperto.

Un pianeta che entra, a pieno diritto, nel

guinnes dei primati, come l'oggetto più

distante mai osservato nel nostro Sistema Solare.

Si tratta di 2018 VG18, in gergo "Farout",

un piccolo corpo celeste distante ben tre miliardi

e mezzo di chilometri da Plutone e 18 dalla

nostra posizione. La distanza che separa il Sole

a questo mondo sperduto nello spazio è pari a

cento volte lo spazio che c'è tra il nostro pianeta

e la nostra stella. Scoperto da un team di esperti

della Scott Shepard del Carnegie Institution for

Science, 2018 VG18 è stato avvistato dal telescopio

giapponese Subaru alle Hawaii.L'oggetto ha

caratteristiche ancora del tutto ignote, oltre a tanti

aspetti unici. L'orbita, ad esempio, è notevolmente

allungata, al pari degli altri oggetti transnettuniani;

una caratteristica che ha spinto numerosi esperti

di tutto il mondo ad ipotizzare la presenza di un

nono grande pianeta nell'area più esterna del

Sistema Solare. Il diametro di Farout è di circa 500 km,

impiega un millennio a completare un'orbita intorno

al Sole ed ha una caratteristica colorazione rosata

provocata dalla reazione del gas metano ghiacciato

ai raggi cosmici al quale è costantemente esposto,

per la mancanza della protezione del Sole

(anche Plutone, Sedna, Makemake e 2007 OR10 hanno

caratteristiche tonalità rosate per lo stesso motivo).

La scoperta conferma, ancora una volta, come l'area

esterna del Sistema Solare rappresenti un angolo

dello spazio ancora poco conosciuto e ricco di sorprese.

 
 
 

Act Space...

Post n°1854 pubblicato il 25 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Home Astronomia
Act Space: la legge che regolarizza il mercato

delle materie prime spaziali
L'Act Space è la legge che regolarizzerà il mercato

delle materie prime dello Spazio: per il 2017

al via la corsa all'oro spaziale
ASTRONOMIA
Manuela De Quarto 16:18 8 Dicembre 2015
Act Space: ora si possono commerciare le materie

prime spaziali, al via la corsa all'oro. Negli Stati Uniti

viene approvata l'Act Space, una legge che autorizza

l'uso commerciale delle materie prime trovate nello

Spazio e sui vari corpi celesti certificati e riconosciuti

dalla Terra. Una nuova corsa all'oro del nuovo secolo,

una corsa all'oro spaziale che vede non pochi protagonisti;

proprio per questo gli Stati Uniti hanno voluto istituire

per primi una legge che regolarizzi il futuro mercato

delle materie prime spaziali, che promette di esplodere

nei prossimi anni. L'atto di legge prevede che si possano

usare per fini commerciali le materie prime spaziali

recuperate sulla Luna o su asteroidi riconosciuti, più di mille;

a condizione, però, che esse vengano vendute negli

stessi Stati Uniti o in Paesi alleati.

deep-space-industries

Act Space: la legge che regolarizza il mercato delle

materie prime spaziali

Questo regolamento è stato redatto in previsione

delle future missioni a scopi di esplorazione e recupero

materie prime ad opera, soprattutto, della Deep Space

Industries e della Planety Resources. Missioni che

partiranno tra il 2017 e il 2019 e che ritorneranno,

si spera, cariche di materie prime spaziali nel 2020.

Nei prossimi 15 anni è previsto che il mercato di

materie prime dello Spazio arrivi a 3.000 milioni di

dollari. Si apre una nuova era, la corsa all'oro

spaziale è iniziata, vengono addirittura preparate

leggi ad hoc, come la Act Space; chissà dove ci

porterà tutto questo.

 
 
 

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