Un blog creato da bostonbrown il 19/06/2006

crederci... sempre!!

Lo ammetto, ho avuto una buona dose di momenti intensi.Molti fanno grandi progetti e intanto la vita gli sfugge dalle mani... nel corso della mia esistenza ho lasciato brandelli di cuore qui e là e ormai quasi non me ne è rimasto abbastanza per tenermi in vita, ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia ambizione ha superato di gran lunga il mio talento. Ormai non trovo più cavalli bianchi o belle donne alla mia porta... George Jung - Blow

 
 
 
 
 
 

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NON OSATE TOCCARE LA FAMIGLIA!

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PREFERISCO NON FIDARMI DI NESSUNO!

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"E di chi mi fido? Di me! Di chi cazzo ti puoi fidare...di nessuno. Io non ho bisogno di nessuno. Non ho bisogno di lui, non ho bisogno di lei. Che vadano a fanculo. Ho lavorato sodo per questo...venirmi a parlare di fiducia..."

(tony montana)

 
 
 
 
 
 
 

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W LA FAMIGLIA

Post n°243 pubblicato il 09 Maggio 2007 da bostonbrown
 
Foto di bostonbrown

"La famiglia è una cosa seria, ma non per i ministri del governo Prodi". Lo afferma la responsabile del settore Giustizia e parlamentare della Lega Nord, Carolina Lussana, che aggiunge: "I loro equilibrismi e i loro giochi delle parti non riescono a nascondere, di fronte all'opinione pubblica, le insanabili divisioni del governo sul tema della famiglia. Chi è per la famiglia sara' a piazza san Giovanni, non a piazza Navona. E' vergognoso, come fa la Bonino, privilegiare la tutela del libero amore alla famiglia uomo-donna con figli". "Quanto alla Bindi, che chiede ai ministri di non scendere in piazza, ci spieghi cosa ci facevano i suoi tre colleghi Pollastrini, Ferrero e Pecoraro Scanio, meno di due mesi fa, a piazza Farnese, alla manifestazione a favore dei Dico? E' inutile nascondersi dietro un filo d'erba: la verità è che questo governo è molto più determinato a difendere le coppie omosessuali e l'amore libero -conclude la parlamentare leghista- che a tutelare la libera scelta dei giovani di sposarsi e di creare una famiglia fondata sul matrimonio e sul senso di responsabilità".

 
 
 

Cicchitto: merito nostro, non di Prodi!

Post n°242 pubblicato il 09 Maggio 2007 da bostonbrown
 

TENTANO ANCORA DI PRENDERSI I MERITI LORO...! POVERI IMBECILLI!!

"Il governo Prodi continua a fare il pavone con le penne degli altri. Esso infatti insiste ad ignorare che se oggi c’e’ in Italia una ripresa cio’ e’ la conseguenza determinata dalla politica economica del governo Berlusconi che ha varato nel 2006 una finanziaria rigorosa, e certamente non elettorale, e provvedimenti, compresi i condoni, che hanno aumentato il gettito fiscale". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia. "A Prodi dobbiamo anche ricordare che se c’e’ un fatto assolutamente indecente e’ proprio tutta la vicenda Telecom. A partire dal caso Rovati, abbiamo assistito ad una iperattivita’ del governo che, come ha testimoniato Tronchetti Provera, ha condizionato tutto l’andamento della vicenda Telecom. Non solo in questo episodio ma anche sul resto emerge una stretta connessione tra il presidente del Consiglio e alcune banche che costituisce un centro di potere politico economico assai inquietante".

8/5/2007

 
 
 

Post N° 241

Post n°241 pubblicato il 08 Maggio 2007 da bostonbrown
Foto di bostonbrown

Agropoli: elezioni amministrative del 27 e 28 Maggio
Elenco dei candidati al consiglio comunale

 

Forza Italia
Candidato Sindaco: Vincenzo Sarnicola

Amato Domenico
 Carrera Anna Maria in Meola
Caruccio Paolo
Cirillo Mariella Elena
De Falco Vincenza in Camperlingo
De Feo Florigi
Di Biasi Franco
Di Genio Francesca
Framondino Luigi
Gargaro Umberto
Giuliano Gianluigi
Lo Schiavo Gennaro
Malandrino Emilio
Marino Giovanni
Pesca Mario
Polito Vito
Taddeo Giuseppina
Rossi Gabriella
Vercellino Elena Patrizia
Fera Ugo.

 

Alleanza Nazionale
Candidato Sindaco: Vincenzo Sarnicola

Autuori Annarita
 Biscardi Dario
 Capo Mario
 Caputo Francesco
 Cinelli Domenico
 Ciongoli Francesca
 Cirielli Italo
 Comite Nicola
 Crisci Mario
 De Stefano Nicola
 Di Marco Donato
 Diuccio Pietro
 D’Urso Francesco
 Lepre Gaetano
 Mandetta Francesco
 Marotta Giuseppe
 Pappalardo Tommaso
 Tata Marisa
 Tito Paolo
 Vaccaro Alferio

 

Democrazia Cristiana
Candidato Sindaco: Vincenzo Sarnicola

Spatola Armando
 Cossiga Sandro
 Castaldo Paolo
 Tresca Cosimo
 De Lucia Rosario
 Ventre Franco
 Liguori Rosaria
 Notaro Alfredo
 De Santis Carmela in Notaro
 Furcas Veneranda in Ciongoli
 Funicello Stefano
 D’Acquisto Giovanni
 Iannuzzi Angelo
 Mistretta Agostino
 Melillo Aniello
 Acciaio Leandro
 Funiciello Davide
 Russo Costabile
 Rizzo Paola Rita
 Di Paola Emanuela

 

Sarnicola e Progresso
Candidato Sindaco: Vincenzo Sarnicola

Celso Giancarmine
 Cerrone Maria
 Cortazzo Fabio
 D’Andrea Giuseppe
 Di Feo Angelo
 Falcone Giuseppe
 Genovese Giuseppina
 Leccese Vincenzo
 Lisa Pasquale
 Maiese Francesco
 Mastrogiovanni Elvezio
 Notaro Antonio
Paladino  Giuseppe
Raimondo Gerardo
Rizzo  Bruno
Salese Esterina
Sangiovanni Roberto (in arte Robin)
Flammia Angelo
 Dorcu Maria
Tolomeo Gaetano Franco

 

Movimento Sociale - Lista Rauti
Candidato Sindaco: Vincenzo Sarnicola

Infante Gerardo
 Romanelli Antonietta
 Vernaglia Antonietta
 Galardi Loredana
 Masullo Giovanna
 Virone Vincenzo
 Galardi Francesco
 Ventre Domenico Stjepan
Fiasco Giuseppe
Bertone Vincenzo
Galardi Armando
Navarra  Rocco
Ciuccio Donato
 Laurito Toribio.


Fonte: www.infoagropoli.it

 
 
 

Auguri Sarko!!

Post n°240 pubblicato il 07 Maggio 2007 da bostonbrown
Foto di bostonbrown

SARKOZY: FINI, CON I TEMI GIUSTI LA VITTORIA ARRIVA

Roma, 7 mag - Con ormai alle spalle la vittoria di Sarkozy, Gianfranco Fini oggi sarà a colazione dall’ambasciatore francese. «E’ vero dice mi hanno invitato per un briefing di lavoro». Riprova di un rapporto solido, e adesso più che mai politicamente significativo. Il leader di An vede nel successo del candidato gollista più di un motivo per compiacersi. «Sono molto soddisfatto per la vittoria di Nicolas. Per il rapporto personale che esiste tra noi (entrambi i libri del neo presidente francese tradotti in Italia hanno la prefazione a firma Fini, n.d.r), ma in particolare per quel che l’affermazione di Sarkozy rappresenta per la Francia e per l’Europa. E cioè una destra molto attenta a tre grandi questioni che Oltralpe sono state al centro della campagna elettorale e che in Italia possono occupare lo stesso spazio. Innanzi tutto l’identità nazionale. Perché se manca, diventa molto più difficile affrontare un fenomeno di proporzioni bibliche come quello dell’immigrazione di massa e dell’integrazione delle comunità straniere».
Identità che però non richiama il patriottismo, la grandeur di tipo sciovinista... Questo Sarkozy l’ha dovuto cambiare.
«Non userei in senso negativo il termine patriottismo: bandiera, inno nazionale, grandeur sono stati usati anche dalla Royal. Dico un’altra cosa: che Sarkozy il tema dell’identità nazionale lo ha coniugato con i valori repubblicani. A differenza di Le Pen che usava dire “La Francia ai francesi”, con venature xenofobe intercettando però un grande consenso, stavolta Sarkozy ha prosciugato quel serbatoio con un altro slogan: “La Francia a chi la ama”. Il che sta a significare che si pone la questione dell’immigrazione straniera in tutt’altra direzione. E’ riuscito a mettere insieme integrazione e coscienza nazionale».
Dunque secondo lei non ci saranno esplosioni di rigetto nelle periferie parigine...
«Penso che non succederà proprio nulla. La sortita della Royal, che ha giocato la carta della paura nelle ultime ore di campagna elettorale, era frutto della disperazione, della consapevolezza di aver perso. Del resto la candidata socialista nel ballottaggio ha puntato praticamente solo su quest’aspetto, sul pericolo Sarkozy: tutti tranne lui, era il suo slogan. Ma non ha funzionato».
Invece ha funzionato per Sarkozy la carta della sicurezza.
«Infatti. Per molto tempo lui, che è stato anche ministro degli Interni, si è definito il primo poliziotto di Francia. Anche le espressioni molto dure che usato verso la “feccia”, cioè gli estremisti che avevano messo a ferro e fuoco le periferie, e l’azione che ha svolto per garantire più sicurezza chiedendo ad esempio pene più severe: ecco, sono espressioni di una tematica tipicamente di destra che si è imposta nei confronti degli elettori. Ma del resto Nicolas è un uomo coraggioso. Dire, come ha fatto lui, che il ’68 ha rappresentato una stagione negativa, l’inizio di una cultura nefasta di lassismo fatta di diritti senza doveri, ha significato andare ad infrangere un totem nazionale».
Tuttavia, come si è colto anche nel confronto televisivo a due, è stata l’economia il vero campo di battaglia.
«Certo. Anzi direi meglio: la giustizia sociale. Dopo il primo turno, puntando anche agli elettori di Bayrou, Sarkozy ha coniato un altro slogan: “Nessuno rimarrà ai bordi della strada”. Con l’obiettivo sì di rivolgersi ai ceti più deboli ma facendolo in una logica tutt’altro che assistenzialistica, statalista. Perché contemporaneamente ha randellato il modello socialista delle 35 ore. In altri termini: per dare una speranza a chi rischia, appunto, di rimanere al bordo della strada, ha detto che l’obiettivo non deve essere lavorare meno, lavorare tutti bensì lavorare di più. Quindi in un sistema come quello francese, che ha uno Stato molto organizzato, è un approccio liberista. Non a caso la sua vera parola magica è stata “rottura”. Che è qualcosa di più di rinnovamento, è rottura di vecchi schemi, del modello anchilosato del vecchio gollismo che parlava più alle elitès che alle masse».
E per l’Italia lei vuole importare la ricetta Sarkozy?
«Questi tre elementi: identità nazionale, sicurezza e giustizia sociale, nel centro-destra possono e devono avere ampia cittadinanza e sono di grande attualità. Naturalmente modulando le cose sulle differenze che esistono tra i due Paesi».
Ma in definitiva questa vittoria per la destra italiana cosa rappresenta?
«Diciamo più correttamente destra e centro-destra: rappresenta il fatto che con i temi giusti e la giusta campagna elettorale, la vittoria arriva. La sinistra italiana ha sbagliato tutto pensando che il risultato ottenuto da Bayrou significasse una voglia di centro. Sarkozy è un uomo di destra, ma l’ampia maggioranza che lo ha eletto è di centro-destra. La sua elezione smentisce chi ha coltivato l’idea di un’onda lunga europea di tipo socialista o socialdemocratico. Dopo la Scandinavia e la Germania, adesso la Francia e presumibilmente anche la Gran Bretagna: chi immaginava che i governi conservatori o di centro-destra fossero una parentesi o, peggio, anomalie, deve ricredersi».
Con Sarkozy all’Eliseo, per An l’ingresso nel Ppe è più vicino?
«Non c’è nesso. I gollisti francesi, che stanno nel Ppe, mi avevano già dato assicurazioni».

"Le tre carte vincenti di Nicolas sono: sicurezza, identità e giustizia sociale"

 
 
 

Elezioni amministrative Agropoli

Post n°239 pubblicato il 07 Maggio 2007 da bostonbrown
 

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Strepitoso successo per il comizio tenutosi sabato 5 maggio in piazza V. Veneto e che ha visto l'intervento di illustri ospiti quali l'On. Mara Carfagna e Donna Assunta Almirante. Ad aprire l'incontro l'Avv. Francesco Mandetta alla sua prima esperienza nelle liste di AN, il quale con un po di emozione, ha illustrato le motivazioni che lo hanno spinto ad impegnarsi a sostegno del prof. Sarnicola. A seguire ha preso la parola l'Avv. Mario Pesca, il quale ha ribadito le motivazioni che lo hanno spinto ad aderire a Forza Italia e cioè la sua volontà di rimanere all'interno della CdL. Si è discusso dei problemi di Agropoli, della concorrenza sleale dell'indisciplinato mercato del giovedì a discapito dei commercianti agropolesi, dei problemi della viabilità, del porto e dell'idea del porto canale ma soprattutto si è discusso del tema centrale dell'incontro: la famiglia. L'On. Mara Carfagna ha portato i saluti e gli auguri di Berlusconi al prof. sarnicola con l'auspicio di poter venire in visita ad Agropoli a festeggiare assieme a lui la vittoria. Successivamente si è parlato di Dico e della salvaguardia della famiglia a discapito di quelle forme di unione meno impegnative che contribuirebbero unicamente allo sfascio delle famiglie. Ha preso poi la parola donna Assunta Almirante, vedova dello storico segretario dell'MSI, anche lei intervenuta a difesa delle famiglie, attaccando la proposta del ministro Turco di raddoppiare la quantita di cannabis legalmente detenibile. La signora Almirante ha affermato di appoggiare in pieno la candidatura del prof. Sarnicola, a suo parere l'unico in grado di ridare vita a questa cittadina, perchè a suo avviso solo degli uomini di destra potranno risollevare le sorti della nostra città, della nostra provincia e della nostra regione, fino ad oggi tutte governate da amministrazioni di centro-sinistra.


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Post N° 238

Post n°238 pubblicato il 04 Maggio 2007 da bostonbrown
 

CONFLITTO DI INTERESSI?
O SEMPLICEMENTE TENTATIVO DI "ANNIENTAMENTO" DEL TEMIBILE SILVIO BERLUSCONI?

Qui il link relativo al video di Belpietro

http://www.ilgiornale.it/video.pic1?ID=MB-040507

 
 
 

Osservatore Romano: "gli attacchi al Papa sono come il terrorismo"

Post n°237 pubblicato il 02 Maggio 2007 da bostonbrown
Foto di bostonbrown

Città del Vaticano - I fischi di ieri rivolti dalla piazza di San Giovanni a Papa Benedetto XVI sono "vili attacchi". "Anche questo è terrorismo". L'Osservatore Romano condanna duramente "l’insulso comizio durante il concerto del primo maggio", in un editoriale. "Anche questo è terrorismo - scrive il quotidiano d’Oltretevere -. È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore, l’amore per la vita e l’amore per l’uomo. È vile e terroristico - stigmatizza ancora l’organo della Santa Sede - lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile. Ed usando argomenti risibili, manifestando la solita sconcertante ignoranza sui temi nei quali si pretende di intervenire pur facendo tutt’altro mestiere".

 
 
 

L'intelligenza non ha genere.

Post n°236 pubblicato il 29 Aprile 2007 da bostonbrown

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<L’ intelligenza non ha genere>: essa non risponde ad una natura potenzialmente innata, ma la sua formazione e’ sostanzialmente prodotta  dal  sistema di apprendimento storico sociale.

Cio non significa che le differenze cerebrali tra i generi di uomo e donna non sussistano, ma in vero non sono molte anche se certamente influenzano le strategie di organizzazione e risoluzione del pensare intelligente che comunque, pur per strade diverse possono raggiungere equivalentemente  livelli di intelligenza relativamente elevata sia nell’ uomo che nella donna.

Di Paolo Manzelli

Le differenze cerebrali di genere consistono essenzialmente in:

a) Fattori genetici : ogni cellula di un essere vivente e quindi anche quelle del cervello umano sono evidentemente di specie maschile o femminile contenendo nel proprio DNA rispettivamente una genetica di tipo XY ed XX.

b)Fattori : Ormonali . L’ Ipotalamo e l’ Ipofisi del cervello secernono messaggeri ormonali che in seguito interagiscono diversamente nella produzione degli ormoni sia del testosterone maschile che del progesterone e degli  estrogeni femminili.

c) Asimmetrie strutturali : il cervello dei maschi e piu’ grande nel cervello dato che il cervello maschile contiene più liquido cefalo-rachidiano, cosi che con l’avanzare dell’ l’ eta’ il cervello degli uomini si restringe piu’ rapidamente; inoltre esso  contiene  più “materia bianca” , cioe’ un numero piu’ elevato di prolungamenti delle cellule nervose (assoni) che collegano distanti regioni cerebrali facilitando il trasferimento di informazioni;  infine solo una regione del ipotalamo e’ piu grande di circa il 5% nei maschi dove sembra risiedere una attivita’ di eccitazione sessuale piu’ elevata .rispetto alle femmine.

Dato che il cervello e’ l’ organo principale dell’ apprendimento ( cio significa che  si modifica  strutturando le sue capacita di pensiero e di comunicazione personale in funzione dell’ ambiente socio-economico che lo educa ), di conseguenza  non si puo’ affermare, se non ricorrendo ad una troppo facile banalizzazione, che le limitate differenze di genere notate in proposito delle struttura cerebrale, vadano a influire differenziando profondamente la formazione della memoria e del intelletto nella specie umana.

La natura infatti specializza determinate funzioni cerebrali in modo differenziato per generare una attivita’ di comunicazione e di comportamento sociale complementare dei generi  maschile e femminile e non per renderli semplicemente diversi.

Effettivamente la capacita’ verbale di comunicazione  è normalmente più rapida e completa nel genere femminile, in quanto la loro natura consente una migliore integrazione tra pensiero ed emotività, sensibilizzando e potenziando i processi di intuizione, stempera la rigidità sequenziale del pensiero maschile; quest’ultima puo’ essere  favorita  dallo sviluppo piu’ organizzato della “materia bianca”.

Inoltre da recenti studi di Risonanza Magnetica funzionale risulta che nel genere femminile mediamente e’ più attiva la sezione del lobo frontale del cervello la quale sovrintende al comportamento e alla valutazione critica. Tali differenze  suggeriscono una maggiore probabilita’ di adattamento della donna all’ ambiente socio-economico , proprio in quanto tale  esercizio linguistico rende le aree dei lobi frontali e parietali relativamente piu’ sviluppate nel cervello femminile, cosi che, in particolare nell’ epoca in cui viviamo di piu’ ampia comunicabilità tecnologica, le donne divengono maggiormente capaci di potenziare la loro capacita naturale che infatti favorisce una  utilizzazione simmetrica dei due emisferi cerebrali nella comunicazione verbale.

La telematica oggigiorno offre un terreno nuovo da sperimentare soprattutto nelle forme di interattività e di condivisione di conoscenza che rende possibili. Ci sono nuove possibilita’ di apprendimento e di comunicazione, dove le differenze di formazione tra uomo e donna potranno essere sperimentate per ottenere una piu’ elevata complementarieta’ tra i generi che sfoci in un contesto civile e democratico delle ."La rete e’ quindi una navigazione virtuale che puo condurre a destinazione piu’ ampi livelli di equevalenti opportunita socio-economiche tra l’ uomo e la donna. 

La formazione intellettuale e’ comunque un puzzle con infinite possibilità di soluzione storico-sociale, che deve essere sempre piu’ consciamente sperimentata, proprio in quanto più d'una forma di intellligenza puo’ divenire la base della capacita creativa necessaria per  adeguare le differenti modalità di integrazione cerebrale tra memoria ed intelletto, che conducono l’ UOMO verso la soluzione ( problem solving) ed il   posizionamento (problem setting) ovvero ad evitare i  problemi ( problem saving),  e cioe ad apprendere le diverse modalità di risoluzione dei problemi  che nella loro complessita’  determinano il carattere delle intelligenza di un individuo, sia che esso sia maschio o femmina .

 
 
 

Post N° 235

Post n°235 pubblicato il 29 Aprile 2007 da bostonbrown
 
Foto di bostonbrown

MAESTRA MARISA, PATRIZIA E LA BIDELLA CRISTINA, LA DOVRETE PAGARE CARA!!! ANCHE CON LA MORTE! I BAMBINI NON SI TOCCANO! SIETE DELLE SCHIFOSE!

Roma
- «La bidella, “quella con i tatuaggi”, nello sgabuzzino si tirava sopra la maglietta e i bambini potevano toccarla», racconta ai genitori una bambina di 4 anni dell’asilo di Rignano Flaminio. Un bambino di cinque anni a cui la mamma, mentre spiana le fettuccine, chiede com’è fatta la «patatina», «prende tranquillamente della pasta, fa una ciambellina», e aggiunge i dettagli anatomici dei genitali femminili. Altre bimbe riferiscono di «rossetti gialli» o di «una cosa meravigliosa come la luce», strumenti con cui le maestre giocavano con le loro parti intime.
L’inchiesta della procura di Tivoli sui presunti abusi su bambini avvenuti a Rignano Flaminio, sfociata nell’arresto di sei persone tra le quali tre maestre e una bidella dell’asilo «Olga Rovere», nasce e si sviluppa proprio da racconti come questi. Presunte violenze denunciate a luglio scorso dai genitori dei sei bambini che le avrebbero subite. Testimonianze indirette ma coerenti, riscontrate dalla relazione della psicologa. Così il gip Elvira Tamburelli ha deciso di accogliere la richiesta di arresto del pm.
I GENITORI
A dar vita, e corpo, alla vicenda sono le denunce del primo gruppo di genitori. La loro testimonianza è ritenuta «affidabile» dal gip. «Della credibilità di tali dichiarazioni non vi è motivo di dubitare - scrive la Tamburelli nell’ordinanza - ché dalla loro lettura traspare evidente l’incredulità e la costernazione (...) nondimeno è assai apprezzabile lo sforzo che essi fanno (...) di rispettare il più possibile le modalità logiche ed espressive di bambini così piccoli che rende il “narrato” ancora più efficace nella sua forza dimostrativa». Per il gip anche il confronto tra i genitori non è il tentativo di «coordinare» le versioni né un elemento tale da inficiare «in alcun modo l’affidabilità di tali denunce» perché «proprio la gravità dei fatti (...) ben fa comprendere la necessità dell’approfondimento e verifica». Le testimonianze indirette dei genitori sono dunque valide secondo il giudice, che spiega come «hanno grave forza indiziante ai fini dell’adozione di misure cautelari, pur non essendovi la diretta conferma dei minori». A questo proposito il giudice sottolinea che «la piccolissima età» dei bambini e le loro «condizioni di forte disagio e stress emotivo (...) non hanno reso possibile allo stesso specialista (la psicologa, ndr) di poter procedere a forme di registrazione o videoriprese dei colloqui, ai cui tentativi i minori hanno opposto un deciso e netto rifiuto». Ci sono poi nove bambini i cui genitori hanno sporto denuncia in un secondo momento, e «per essi il pm ha inteso attendere l’esito dell’indagine psicologica già avviata», ma il contenuto delle denunce dei familiari trova comunque spazio nell’ordinanza perché «nondimeno si tratta di testimonianze di uno stesso terribile vissuto». Tra le storie, anche quella di una bambina «che ha frequentato la scuola materna nel 2001-2002 ed era nella classe della maestra Patrizia Del Meglio e Magalotti». Secondo gli appunti dei genitori, avrebbe cominciato a parlare dei «giochi» tre anni fa.
I FILMATI
Se la relazione del consulente tecnico sui primi sei bimbi conclude che «non è praticabile l’esame diretto dei minori», contribuisce all’indagine dei magistrati di Tivoli «la visione del materiale audio-video prodotto dai genitori di alcuni di essi». Si tratta di tre filmati e una registrazione. In uno dei video, scrive il gip, un bimbo si stende su una bambina e «si muove simulando chiaramente l’atto sessuale», cosa che, in un’altra ripresa, fa anche la stessa bimba da sola ignara di essere filmata. Di un’altra bambina i genitori hanno fornito un video e una conversazione registrata. «In entrambi - scrive il gip - chiare ed esplicite sono le dichiarazioni della bambina circa i momenti salienti degli episodi già narrati ed esposti dai genitori in denuncia, rese in maniera assolutamente spontanea come è di immediata percezione dalla diretta visione della bambina e delle pose che essa assume volta a volta per spiegare i giochi erotici». Qui vengono citate per nome alcune delle persone che lavorano nell’asilo: «La maestra Marisa» che le porta a casa sua «in “un posto lontano(...)” e dove ad attenderli ci sono Patrizia e la bidella Cristina», scrive Tamburelli, che riporta anche un altro dettaglio rilevante nelle indagini: «Parla (la bambina, ndr) delle foto, e con una macchina fotografica giocattolo simula l’azione». Le confessioni in video finiscono nell’ordinanza come prove documentali perché, scrive il gip, «non c’è finzione né suggestione ravvisabile dall’attività di ascolto e visione di questi bambini e del terribile vissuto che essi propongono attraverso tali documenti che per modalità, tempi e luoghi delle registrazioni e delle riprese non pongono dubbi circa l’attendibilità di quanto dai genitori con esse documentato e la forte valenza indiziaria che ne discende».
INDAGINE E RISCONTRI
Un elemento di peso nell’ordinanza, il più forte riscontro a quanto denunciato dai genitori e indirettamente dai bambini, è la consulenza tecnica affidata alla psicologa Marcella Battisti Fraschetti. È lei il «Ct» che «ha espressamente escluso ipotesi di mitomania o altro nei genitori, dopo averli sentiti e osservati», annota il gip. Che ricorda poi come «forme di mitomania o fantasticheria» sono state escluse dalla Fraschetti «anche in riferimento ai minori» che, peraltro, «sono troppo piccoli e non hanno la malizia per organizzare una versione comune». E tutti i sei piccoli «accuratamente esaminati» dalla psicologa presentano, scrive la Tamburelli, «una sindrome post traumatica da abuso e molestia sessuale non influenzata dalla situazione relazionale, familiare e sociale». Secondo la consulente del pm, peraltro, «non esistono elementi nel vissuto emotivo dei minori che possano indicare l’aver subito violenze o abusi o maltrattamenti o altre patologie relazionali prima dell’inserimenti nella scuola materna di Rignano Flaminio». «Sottolinea il consulente - si legge nell’ordinanza - la precisione degli accadimenti narrati da ogni minore oggetto dell’esame e riportati in consulenza, sostanzialmente ripetitivi del contenuto delle denunce dei genitori sopra illustrate», e inoltre, «i riferimenti nei racconti a figure, cose, luoghi, strumenti, circostanze, descrizione fisica delle persone “adulte” sino alla scenografia di situazioni tendenti a mascherare la situazione di abuso, sono puntuali, precisi e coerenti da parte dei bambini esaminati, oltre che concordanti tra loro». E nel corso dell’incontro con alcuni dei bimbi, la consulente annota che i piccoli «mimano l’amplesso sessuale» (in almeno tre casi), descrivono alcuni dei «giochi», menzionano oggetti usati per i presunti abusi e i nomi di alcuni degli adulti identificati tra gli indagati. Insomma, per il gip «quanto sin qui esposto e gli esiti del lavoro approfondito svolto dal consulente esperto non lasciano spazio a dubbi sulla credibilità dei minori e del loro “narrato”», indicando episodi, «particolari fisici degli adulti coinvolti», «gli ambienti», «il tipo di punizioni e maltrattamenti», sia pure «con le oggettive difficoltà espressive tipiche di bambini così piccoli».
Quanto ai riscontri medici, il gip annota le patologie emerse dalle visite a cui le presunte vittime sono state sottoposte. Solo una bimba ha una ferita ai genitali, ma il medico non è certo dell’origine traumatica. In qualche altro caso arrossamenti («alone di iperemia») o infezioni uro-genitali poco comuni nell’infanzia come l’«anite rossa» vengono riscontrati sui bambini che, scrive il gip, «avevano lamentato nel tempo, prevalentemente durante l’anno scolastico 04-05, infezioni più o meno gravi agli organi genitali e all’ano». E «secondo i genitori», annota il giudice, «tali malattie scomparivano nei periodi di assenza dalla scuola». C’è poi l’esame tossicologico sui capelli, che ha dato esito positivo alle benzodiazepine per due bambine, e che proverebbe che le vittime venivano narcotizzate. «I pediatri che avevano in cura le bimbe hanno escluso la prescrizione di tali farmaci né è risultato che ne facciano uso i genitori, sicché deve convenirsi col pm - scrive il gip - che non vi è alcuna lecita giustificazione circa la presenza di benzodiazepine nei loro capelli se non l’illecita somministrazione come riferita da tutti i minori (...) e, si badi, tali farmaci è risultata assumere l’indagata Del Meglio Patrizia», che però «ha negato la circostanza in sede di interrogatorio».
GLI ALTRI
Il gip, nell’ordinanza di arresto, esplicita che oltre ai sei ci sono «altre persone su cui proseguono gli accertamenti investigativi». L’inchiesta sulla pedofilia a Rignano, dunque, nonostante le polemiche è destinata ad allargarsi.

 
 
 

"I racconti dei bambini sono credibili"

Post n°234 pubblicato il 26 Aprile 2007 da bostonbrown
 
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Rignano Flaminio/ Il gip: "I racconti dei bambini sono credibili". Accertati sei casi di abusi. La difesa: bugie

"La credibilità delle dichiarazioni  dei bambini sottoposti a violenze non è dubitabile". Questo scrive il gip del Tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle sei persone coinvolte nell'inchiesta sugli abusi sessuali alla scuola 'Olga Rovere' di Rignano Flaminio. "I 'giochi' -  secondo l'ordinanza - si svolgevano a casa di Patrizia (del Meglio una delle indagate), dove c'era una stanza piena di giocattoli. Ma anche costumi teatrali da scoiattolo, da lupo e tuniche nere e bianche, anche con cappucci, che venivano indossate dagli adulti". Nell'ordinanza, inoltre, c'è scritto che nella stanza c'erano anche "catene di metallo e cerotti adoperati per la bocca". Intanto  sono 46 i piccoli al centro delle presunte violenze subite. Lo confermano gli inquirenti.

IL COMUNE SARA' PARTE CIVILE- Riunione straordinaria, a porte chiuse, del consiglio comunale di Rignano Flaminio per decidere i provvedimenti da adottare in merito ai presunti casi di pedofilia. Secondo quanto si apprende, l'assemblea avrebbe deliberato la costituzione di parte civile del Comune nell'eventuale procedimento penale a carico dei sei imputati arrestati.

I giochi, secondo il racconto dei bambini, "si svolgevano anche a casa della maestra Marisa". Nell'ordinanza c'è la descrizione fatta da un bimbo: "C'era una cucina grande, con un tavolo lungo e un letto su cui i bambini nudi (quattro) fingevano di essere i figli, mentre Marisa cucinava fingendo di essere la madre". Nell'ordinanza c'è poi la descrizione di un'altra abitazione indicata al padre di una delle vittime come il "luogo dove erano stati portati più volte a fare i giochi". "In questa casa - scrive il gip - spogliavano completamente i bambini e li lasciavano fuori nudi al freddo; poi li mettevano dentro secchi dell'immondizia e infilavano loro dei cappucci con le corna; li facevano quindi rientrare in casa e i 'grandi' si vestivano di nero e da diavolo con cappucci".

PSICOFARMACI E ABUSI ACCERTATI - Tracce di psicofarmaci nei capelli delle piccole vittime. E segni di violenza su sei bambine. Sono questi altri particolari raccapriccianti su quella che ormai viene definita la scuola degli orrori. A Rignano Flaminio c'è sconcerto e il paese si spacca, anche dopo che i parenti dei sei arrestati hanno lasciato la cittadina. Ma intanto spuntano le prime testimonianze da parte di una vigilessa e di una colf.

Secondo un'altra testata giornalistica, una vigilessa avrebbe confermato di aver visto, fra il mese di aprile e maggio 2006, uscire dalla scuola un gruppo di bambini per quella che sarebbe dovuta essere una visita alla "fattoria". E i genitori, pare non sapessero nulla della gita. Ma lo sconcerto arriva dall'Ospedale Bambino Gesù, dove i medici hanno riscontrato segni di violenza subite da sei bambine.

SCANCARELLO - Dal carcere parla anche l'autore tv di diversi programmi soprattutto per ragazzi, Gianfranco Scancarello che, sul Corriere, attacca: "Un bambino non può immaginare queste cose. Chi ha architettato tutto questo? Viene da rispondere: i genitori. Ma io penso che sia stato un male peggiore, quello del sospetto che si autoalimenta...".

E aggiunge: "Sono ormai nonno, oltre che papà, e un nipotino mi è nato subito dopo l'inizio di questa storia, a ottobre — ha detto l'autore di Buona Domenica —. Ecco il mio rapporto con i ragazzi. Ho lavorato una vita per parlare delle loro storie belle. L'ultima, su Raiuno: tre vicende d'integrazione, tra bullismo e handicap fisici. E ora? Mi sento e parlo già come un ex. Come uno che è stato stroncato nella sua attività. Mi hanno rovinato la vita. Ma affronterò questa battaglia...".

SI ALLARGA LA ROSA DEGLI INDAGATI - Intanto potrebbe allargarsi la rosa degli indagati sui presunti abusi nell'asilo "Olga Rovere". Secondo indiscrezioni si cercano ancora cinque persone. Al vaglio del pubblico ministero di Tivoli Marco Mansi, infatti, vi sarebbe un ulteriore rapporto dei carabinieri di Rignano e di Bracciano che hanno condotto le indagini nel quale si ipotizzerebbe il coinvolgimento di altre persone che avrebbero abusato dei piccoli della scuola materna. Sulla vicenda, ovviamente, viene mantenuto il massimo riserbo. "Si procede con cautela e prudenza", sottolineano gli inquirenti, così come "abbiamo proceduto con prudenza e cautela" nelle indagini che hanno portato ai sei precedenti arresti".

A chi si dice incredulo per le pesanti accuse contestate dal Gip Elvira Tamburelli, si replica: "Si è proceduto con cautela e prudenza non solo perché nelle indagini erano coinvolti dei bimbi di 4-5 anni, ma anche per non gettare la croce addosso a nessuno. Ci sono elementi oggettivi che sono stati ritenuti tali da un pm e da un Gip. Il quadro accusatorio più che indiziario è probatorio". Sempre stando alle indiscrezioni che trapelano dal palazzo di giustizia di Tivoli, nel fascicolo del pm vi sarebbero altri indizi a carico degli arrestati che però necessitano di ulteriori sviluppi.

DOMANI I PRIMI INTERROGATORI - E venerdì inizieranno gli interrogatori di garanzia dei sei sospetti pedofili della scuola di Rignano. Il giudice per le indagini preliminari e il pubblico ministero della procura di Tivoli, Marco Mansi sentiranno le tre insegnanti, la bidella, l'autore televisivo, e il benzinaio cingalese che avrebbero abusato di diversi bambini tra i 5 e i 10 anni.

Le maestre Silvana Magalotti, Marisa Pucci, Patrizia Del Meglio, l'autore televisivo Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti e il cingalese Kelum De Silva, addetto a un distributore di benzina, sono accusati, tra l'altro, di violenza sessuale su minori di dieci anni, violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e associazione a delinquere ai danni dei bambini della scuola materna ed elementare "Olga Rovere".

Erano loro, secondo le accuse che narcotizzavano i bambini, e li drogavano per costringerli a partecipare a giochi erotici. E poi filmavano le violenze. Le vittime sono bimbi dai 5 ai 10 anni.
UNA MAESTRA SI DIFENDE - Dopo la prima notte trascorsa nel carcere di Rebibbia, Silvana Magalotti, una delle maestre coinvolte nell'inchiesta, si difende dalle accuse. "Orchi? Pedofili? Tutte assurdità - ha spiegato la donna durante un colloquio con il suo avvocato difensore Giosuè Bruno Naso -. Mi sembra assurdo quello che mi sta succedendo".

I FILMATI - Secondo i carabinieri che hanno condotto le immagini una quindicina di bambini sarebbero stati condotti con un pulmino in orario scolastico in un locale privato di proprietà di una delle maestre indagate, e filmati mentre venivano sottoposti a abusi sessuali.

L'inchiesta aveva preso il via sulla base di una serie di denunce presentate nel luglio del 2006 da cinque famiglie, assistite dagli avvocati Roberto Ruggiero, Franco Merlino e Antonio Cardamone i quali, appresa la notizia, hanno espresso "soddisfazione per il paziente operato degli inquirenti".

DISEGNAVANO UOMINI NUDI - Nelle denunce i genitori spiegavano che i bambini non volevano più andare a scuola. "Avevano crisi di pianto quando li accompagnavamo. Il nostro incubo è iniziato così". Le prime avvisaglie, nella primavera scorsa: "Mio figlio aveva arrossamenti e dolori ai genitali e la cosa si ripeteva per diversi giorni. All'inizio pensavo fosse un problema di alimentazione, pensavo avesse mangiato qualcosa che gli potesse aver fatto male. Poi mi sono confrontata con altri genitori che mi hanno raccontato le stesse cose, anche i loro figli avevano gli stessi problemi. E poi avevano crisi di pianto quando li portavamo a scuola".

I RACCONTI CHOC DEI BAMBINI - Ed emergono particolari terribili sulla vicenda da parte dei bambini. "Nella villa in cui ci portavano - racconta un bimbo - un signore si tagliava il braccio e ci costringeva a bere il sangue che metteva in un bicchiere, insieme ad altre sostanze".

Invece un altro racconta: "Ci facevano punture sulle guance e in testa. Ci dicevano che così stavamo buoni". E ancora: "In una villa c'era la piscina, ci facevano spogliare nudi e ci toccavano. C'erano anche le maestre...". Poi tutta una serie di giochi strani, una sorta di recita teatrale con adulti mascherati, massaggi alle maestre con l'olio. Per non parlare delle precise denunce dei genitori di alcuni alunni, che parlano di genitali troppo arrossati e tagliuzzati per essere normale. Il paese è sgomento e riesce difficile credere che insegnanti e persone apprezzate e stimate, siano colpevoli di simili atti. L'Indagine chiarirà ogni cosa.

Fonte: libero

 
 
 

Demolizione della Bossi-Fini

Post n°233 pubblicato il 24 Aprile 2007 da bostonbrown
 

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Roma - Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl delega che contiene la nuova disciplina in materia di immigrazione. Lo riferiscono fonti del ministero della Solidarietà sociale, che assieme al Viminale ha messo a punto le norme che di fatto "cancellano" la legge Bossi-Fini. La bozza porta la firma del ministro dell'Interno Giuliano Amato e del collega alla Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Ecco i punti della riforma del governo.

La Amato-Ferrero "La modifica della Bossi-Fini si è resa necessaria perché i meccanismi adottati dalla stessa legge per l'immigrazione hanno favorito uno sproporzionato ingresso di immigrazione clandestina nei confronti dell'immigrazione legale" spiega il ministro Amato presentando a Palazzo Chigi il ddl sull'immigrazione predisposto con il ministro Ferrero. Riforma che il titolare del Viminale ha definito "necessaria".

La Bossi-Fini Varata dalla maggioranza che sosteneva il governo Berlusconi nel 2002, la Bossi-Fini fu ispirata dal leader di Alleanza Nazionale, e da quello della Lega Nord. Essa prevede che l'espulsione, emessa in via amministrativa dal prefetto dove viene rintracciato lo straniero clandestino, sia immediatamente eseguita con l'accompagnamento alla frontiera da parte della forza pubblica. Gli immigrati clandestini, privi di validi documenti di identità, vengono portati in centri di permanenza temporanea al fine di essere identificati.

Ipotesi referendum "Se il prodotto finale non andrà bene promuoveremo un referendum abrogativo". Lo aveva annunciato ieri il vicepresidente di Forza Italia Giulio Tremonti in vista della discussione di oggi. "Spero non si debba arrivare a questa estrema ratio. Il referendum è popolare e intercetta i sentimenti della gente". Il segretario dei Ds, Piero Fassino, aveva risposto a stretto giro di posta: "Mi sembra poco prudente evocare lo strumento del referendum perchè si rischia di creare più conflitti che benefici".

Maroni: stravolto il principio di legalità "Quello varato dal consiglio dei Ministri è un provvedimento pessimo perché è stato stravolto il principio di legalità della legge Bossi-Fini in base al quale entrava in Italia solo chi aveva un regolare permesso di soggiorno. Grazie alla reintroduzione dell'ignobile istituto dello 'sponsor', responsabile dell'immigrazione clandestina che il governo Berlusconi ha dovuto arginare con la mega regolarizzazione di 800 mila extracomunitari nel 2003, si spalancano nuovamente le porte all'immigrazione selvaggia". Così il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Maroni, commenta il provvedimento in materia di immigrazione che stravolgela legge Bossi-Fini. "Al danno infine si aggiunge la beffa: ma davvero i ministri Amato e Ferrero vorrebbero farci credere che un clandestino una volta arrivato in Italia, poi accetta volontariamente di essere rimpatriato?", chiede l'ex ministro leghista.

Gasparri: errore gravissimo Abbassare la guardia sul fronte dell'immigrazione "è un errore gravissimo", attacca Maurizio Gasparri dell'esecutivo di Alleanza nazionale. Secondo Gasparri "le proposte del governo sugli sponsor ripercorrono vecchi e fallimentari strade che favoriscono illegalità e vere e proprie forme di sfruttamento". Il deputato di An sostiene inoltre che "sul diritto di voto a Costituzione vigente nessuna concessione può essere fatta" e che "se la proposta verrà mai in Parlamento sarà dura la loro battaglia in difesa della Fini-Bossi". "Il governo Prodi - conclude Gasparri - minaccia la sicurezza degli italiani e incoraggia i mercati di schiavi: le sue proposte finiranno nel cestino. Prendiamo esempio da Sarkozy non ordini da Gheddafi".

Fonte: il giornale

 
 
 

Berlusconi: sistema tedesco e subito federazione della Cdl

Post n°232 pubblicato il 24 Aprile 2007 da bostonbrown
 

È un Berlusconi in «visita privata» quello che attraversa i padiglioni della nuova Fiera a Milano dove sta per concludersi il Salone del mobile più importante al mondo. Un Berlusconi che non esita però a fermarsi con un gruppo di giovani studenti per scherzare sulla vittoria dell’Inter e poco dopo a parlare con i giornalisti che lo incalzano su Partito democratico, legge elettorale, elezioni in Francia... «Da sempre sono in viaggio verso l’unità del centrodestra - commenta dopo avere fatto gli auguri “di cuore” al futuro Partito democratico sul fronte politico opposto -. È un sogno che coltivo da tempo e che so presente in moltissimi elettori al di là di quelli di Forza Italia. Il salto intermedio intanto potrebbe essere la “Federazione delle libertà”». Potrebbe essere questo il riflesso della decisione presa dai due partiti del centrosinistra, Ds e Margherita, «la sinistra che io chiamo ideologicamente smemorata» prosegue il leader di Forza Italia. Una sinistra alla quale «è però mancata la critica verso il passato, il riconoscimento degli errori».
«Spero ci sia qualche riflesso politico anche per noi - insiste Berlusconi - anche se prima delle elezioni erano tutti d’accordo sul Partito delle libertà, poi qualcuno ha cambiato idea». Dal partito unico alla legge elettorale dunque il salto è breve. «Il bipolarismo è una conquista per una democrazia - commenta l’ex premier -, quella che funziona meglio se passa al bipartitismo. Ma nel centrodestra qualcuno ha detto “tana libera tutti” per cui è più difficile tenere insieme tutti, anche perché, si sa, il potere è il cemento di un’alleanza». E il centrodestra oggi è all’opposizione. «Bisogna andare oltre gli interessi di parte e di partito per privilegiare quello comune, del Paese». Altrimenti? Il risultato per Forza Italia non sarebbe comunque negativo. «Forza Italia se questo non succederà resta ed è il primo partito in Italia, con il 25 per cento di consensi alle ultime elezioni e con il 33 per cento di quelli attribuiti dai sondaggi». Col sistema tedesco «sarebbe il partito che avrebbe maggior vantaggio». Non solo. In Germania «hanno lo sbarramento al cinque per cento - prosegue - sul quale bisogna pensare». Uno sbarramento che porterebbe l’Italia fuori «da quel frazionamento politico che ha reso la situazione parlamentare addirittura paradossale». E rincara: «Ventitrè partiti non sono da Paese moderno». Uscendo dai confini per commentare le elezioni in Francia il tifo di Berlusconi è per Nicolas Sarkozy «perché la sue presidenza insieme a quella del cancelliere Angela Merkel in Germania farà l’Europa più occidentale e più atlantica».
Su Telecom e l’ipotesi di interessamento da parte di Fininvest, Berlusconi non lascia spazio a dubbi: «È stato suscitato un vespaio come sempre senza fondamento». Ha detto che Finivest non ha alcuna volontà di intervenire e men meno che meno di farlo «da padroni». E allora ecco i fatti. «Importanti istituzioni bancarie e forze imprenditoriali ci hanno chiesto se fossimo stati disposti a partecipare a un eventuale cordata per mantenere l’italianità di Telecom. Per il ruolo che abbiamo come gruppo imprenditoriale italiano abbiamo pensato che non sarebbe stato bello dire di no». Ecco perché «abbiamo detto se necessario ci stiamo anche noi». Invece ha accusato il leader di Forza Italia «si continua a andare avanti con pregiudiziali e menzogne». E giù duro: «La sinistra antagonista ancora una volta ha approfittato dell’occasione per tirare fuori tutti i suoi vecchi armamentari secondo cui l’imprenditore è qualcuno che vuole sfruttare gli altri attraverso l’impresa, secondo cui c’è un conflitto di interessi che invece non esiste perché l’unico conflitto di interessi è quello delle cooperative rosse che hanno buttato per aria il concetto di libero mercato».
Di tasto dolente in tasto dolente. Senza passare per la partita di stasera che vedrà il Milan scendere in campo il passaggio alla vittoria dell’Inter è d’obbligo. Così dopo gli auguri di cuore al fronte politico opposto, esordisce in un «evviva Inter» e nei complimenti a Moratti e «alla sua passione»: «Meritava dopo anni di sacrificio e di impegno vincere lo scudetto, quest’anno meritato sul campo».

Fonte: il giornale

 
 
 

Siamo grandi!

Post n°231 pubblicato il 22 Aprile 2007 da bostonbrown

CAMPIONI D'ITALIA

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Sindaco per Agropoli Prof. Vincenzo Sarnicola

Post n°230 pubblicato il 20 Aprile 2007 da bostonbrown
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Cari concittadini,

   onorato ed orgoglioso d'essere stato designato dalla Casa delle Libertà, quale candidato sindaco per Agropoli, ho accettato, con umiltà e non poco timore perchè, dopo aver speso molti dei miei anni in campo professionale, ottenendo riconoscimenti tutti condivisi con la mia terra natia, ho sentito forte il desiderio –in questa fase della vita- di prestare le mie energie in favore della nostra città alla quale mi sento profondamente legato.
Spero di realizzare questo grande sogno, attraverso il Vostro emozionante consenso, che potrà, come desidero, restituirmi al mio Paese per lavorare tra Voi al rilancio della nostra amata Agropoli.

Con affetto
Vincenzo Sarnicola

Prossimi appuntamenti

• mercoledì 25 aprile, ore 18,30, piazza Vittorio Veneto
Comizio della Casa delle Libertà
Interverranno:
On. Maurizio Gasparri (AN)
Prof. Vincenzo Sarnicola, candidato Sindaco di Agropoli

• domenica 29 aprile, ore 19, Aula del Consiglio comunale
"Il mondo missionario"
Interverranno:
On Elisabetta Gardini (FI)
Prof. Vincenzo Sarnicola, candidato Sindaco di Agropoli

• sabato 5 maggio, ore 19.30, Aula del Consiglio comunale
"Dico si, dico no, diciamo di famiglia"
Interverranno:
On. Mara Carfagna
Prof. Vincenzo Sarnicola, candidato Sindaco di Agropoli

• sabato 19 maggio, ore 19, P.zza V.Veneto
Comizio della Casa delle Libertà
Interverranno:
On. Cicchitto, vice coordinatore nazionale FI
Prof. Vincenzo Sarnicola, candidato Sindaco di Agropoli


http://www.sarnicolasindaco.com

 
 
 

Telecom, Berlusconi si sbilancia: << Ci siamo, ma se c'è conflitto di interessi mollo tutto >>

Post n°229 pubblicato il 20 Aprile 2007 da bostonbrown
 
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Milano - In mattinata c'era stata la nuova apertura di Fedele Confalonieri, presidente Mediaset. Al pomeriggio, in apertura del congresso Ds, arriva la conferma della disponibilità da parte di chi detine il portafoglio Fininvest. Silvio Berlusconi, incalzato su Telecom, si sbilancia: "Noi siamo stati semplicemente richiesti nel caso di una cordata italiana e il mio gruppo ha detto che per mantenere l'italianità di un'azienda così importante siamo disponibili a parità di intervento di altri imprenditori. Non c'è alcuna altra motivazione, se non il mantenimento dell'italianità, e senza assolutamente la voglia da parte nostra di comandare". Poi, dopo alcuni istanti, il Cavaliere torna sull'argomento e avverte: "I miei hanno risposto a un appello e da parte mia è un atto di generosità patriottica. Ma se ci fossero dei problemi io mollo tutto".

L'apertura di Confalonieri "Alla luce della vicenda Telcom, l'italianità di Mediaset aumenta ancora il suo valore e Mediaset diventa in modo del tutto naturale un interlocutore di chi ha a cuore la salvaguardia del sistema". Aveva usato queste parole, nel suo intervento di apertura dell'assemblea Mediaset, il presidente Fedele Confalonieri, dopo aver ribadito che "Mediaset è l'unica azienda del settore della comunicazione che ha due caratteristiche forti: è in ottima salute ed è italiana". Prima delle conferme pomeridiane di Berlusconi. Ma Confalonieri si era sbilanciato oltre: "Telecom? È evidente che c'è interesse. Non c'è nessun negoziato in corso, ma è evidente che c'è un interesse. È evidente che Telecom Italia, come dicono gli americani, make sense". Il gruppo non si tirerà indietro davanti alle opportunità che il mercato presenterà. "Noi, naturalmente continuiamo a fare il nostro lavoro di industriali della comunicazione. Resta fermo il nostro criterio - da industriali, non da raider finanziari - di valutare con grande senso di responsabilità ogni nuova azione imprenditoriale". Confalonieri ha sottolineato che "per il nostro futuro abbiamo chiaro che non ci sarà settore della comunicazione ad alto potenziale di sviluppo che non vedrà Mediaset in posizione di protagonista".

Lamentele Benetton Il ritiro di At&T dall'offerta su Olimpia è dovuto "senza dubbio a ingerenze politiche. C'è una realtà italiana diversa da quella che si aspettavano". Tutti auspicano che la maggioranza di Telecom resti italiana, ma solo se a deciderlo è il mercato, che deve essere aperto (Gli americani riaprono i giochi: ma la politica resti fuori). Il presidente di Edizione Holding, azionista di Olimpia e componente del Cda di Telecom Italia, Gilberto Benetton, che per la prima volta ha commentato le vicende che in questi giorni interessano la compagnia telefonica. E boccia chi, nel governo e nella maggioranza si è reso responsabile delle "ingerenze". Poi aggiunge: "Sotto sotto tutti auspichiamo che ci sia qualche gruppo italiano e che la maggioranza di Telecom resti in Italia. Però secondo me bisogna lasciarlo decidere al mercato. Oggi il pallino è in mano alle banche. Lasciamoli lavorare perché tutto sommato possiamo auspicare che il contesto sia quello di un mercato aperto". Benetton ha quindi definito non vera l'ipotesi di una cordata di Intesa SanPaolo con all' interno lo stesso gruppo di Ponzano Veneto. "Non abbiamo alcun contatto diretto". A chi gli ha chiesto se il clima potrebbe cambiare dopo le polemiche suscitate dal ritiro degli americani di At&t, Benetton ha risposto "non so, è difficile dirlo".

Telefonica torna in campo L'accordo con gli spagnoli, scrive oggi il "Sole 24 Ore", naufragò "per l'opposizione dell'allora presidente di Telecom Italia, Guido Rossi. Ora lo scenario è cambiato", con un nuovo presidente e un nuovo cda. Per questo, secondo quanto riportato dal quotidiano madrileno el Economista citato dal "Sole", Telefonica è sul punto di formalizzare un'offerta per il 66% di Olimpia, che valuterebbe Telecom Italia attorno ai 3 euro per azione contro i 2,92 proposti dalla cordata "Tex-Mex". Secondo il "Sole", poi, "Telefonica avrebbe anche preso in considerazione la possibilità di un'opa su Telecom Italia, operazione estremamente costosa, e forse improbabile, ma che avrebbe un miglior impatto di immagine sul mercato e soprattutto sugli azionisti di minoranza".

Pirelli: nessuna nuova offerta Allo stato, "ulteriori offerte per l'acquisto di quote o dell'intera partecipazione detenuta in Olimpia". È quanto si legge in una breve precisazione diffusa «con riferimento alle indiscrezioni di stampa odierne». Pirelli - prosegue il comunicato - "ribadisce che prenderà in considerazione e valuterà le eventuali offerte alla luce del già dichiarato intento di assicurare la migliore valorizzazione strategica dell'asset Olimpia nell'interesse della società e di tutti gli azionisti".

| il giornale |

 
 
 

Virginia.. il massacro di un folle!

Post n°228 pubblicato il 18 Aprile 2007 da bostonbrown
 
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Ha un nome e un volto l’autore della strage di lunedì mattina nel campus universitario del Virginia Tech di Blacksburg. A massacrare 32 tra studenti e insegnanti e poi a togliersi la vita, è stato Cho Seung Hui, un giovane sudcoreano. Che negli ultimi tempi aveva dato segni di instabilità mentale e sembra fosse diventato sempre più violento e stravagante. Aveva 23 anni e frequentava la facoltà di letteratura inglese, risiedeva da più di 14 anni negli Stati Uniti, dove era emigrato nel 1992 con i genitori, che vivono a Centreville, non lontano da Washington.
Il giovane sudcoreano è stato identificato grazie alle impronte digitali trovate sulle armi, confrontate con quelle della green card, il suo permesso di soggiorno. Un raptus di gelosia e un non meglio definito «odio per i ricchi» sono per il momento i due più probabili motivi per spiegare l’omicidio di massa più grave della storia americana.
In base alla ricostruzione dei fatti, alle 7 Cho ha lasciato la Harper Hall, il dormitorio in cui alloggiava, ed è entrato in una delle stanze del West Ambler Johnston, dove ha fatto le sue prime due vittime, un uomo e una donna, con tutta probabilità la sua ex fidanzata o una ragazza che l’aveva respinto. Una delle vittime è morta sul colpo, l’altra dopo alcune ore in ospedale.
Tra scene di panico nell’edificio, che ospita circa 900 studenti, quasi tutti del primo anno, giungevano dai telefonini degli alunni le prime richieste di soccorso. Ma la polizia commetteva un fatale errore. «Pensavamo che si trattasse di un litigio personale e abbiamo creduto che l’assassino avesse lasciato il campus», ha ammesso Wendell Flinchum, responsabile degli agenti dell’area. Fatto sta che Cho Seung-Hui, tornato in camera, ha caricato di nuovo le due pistole che aveva con sé e alle 9,40 ha raggiunto un’altra aerea del campus, la Norris Hall, dove si tengono le lezioni di chimica di ingegneria. Una volta nell’edificio, il killer ha cominciato a sparare su tutte le persone che ha incontrato nelle aule e nel corridoio ammazzando trenta persone. La palazzina veniva finalmente circondata dalla polizia e, dopo un’ennesima raffica di 40-50 colpi, il killer decideva di suicidarsi, sparandosi un colpo in faccia che lo ha completamente sfigurato.
La polizia ha trovato nello zainetto di Cho, che aveva riempito di cartucciere il suo gilet, un biglietto scritto di suo pugno e la ricevuta dell’acquisto di una delle due pistole, una calibro 22 e una calibro 9. La Glock da 9 millimetri era stata comprata in marzo. In mezzo alle certezze, il mistero. Quello del perché e quello delle presunte ultime parole di Cho. La Abc ha raccontato di una lettera trovata nella stanza del ragazzo: «Colpa vostra se l’ho fatto», sarebbe una delle frasi più inquietanti che vi si legge. Poi quell’attacco contro «i ragazzi ricchi» e la loro «dissolutezza». Quanto ai professori, la presunta lettera li definisce «ciarlatani capaci soltanto di ingannare». Presunta, appunto. Perché nella notte la polizia ha smentito di aver trovato messaggi di addio di Cho. È il grande enigma di questa storia spaventosa, adesso. Quella lettera poteva essere una spiegazione: folle, ma comunque una spiegazione. Se non esiste, questa tragedia rischia di restare senza un movente.
Quello che è certo è l’orrore: il giovane, descritto come un solitario, ha infierito particolarmente sulle sue vittime. «Non ce n’è una che non abbia ricevuto almeno tre colpi», ha raccontato il dottor Joseph Cacioppo dell’ospedale di Montgomery. I temi di scrittura creativa di Cho avevano talmente inquietato gli insegnanti, che lo studente era stato segnalato al servizio di supporto psicologico dell’università. «Eravamo preoccupati per lui - ha detto Lucinda Royl, direttrice di scrittura creativa del dipartimento di lingua inglese -. Talvolta, tramite la scrittura, le persone rivelano se stesse. Siamo sempre attenti a non ignorare questi segnali». Quei testi strani e violenti, sono stati definiti addirittura «macabri» da alcuni studenti. Come se il ragazzo avesse già sceneggiato il massacro. Sembra che il giovane sudcoreano assumesse antidepressivi, mentre il Chicago Tribune, citando gli inquirenti, sostiene che l’assassino aveva «comportamenti violenti e stravaganti». Cho, secondo le stesse fonti, avrebbe spesso seguito alcune studentesse nel campus e sarebbe anche responsabile di un incendio in uno dei dormitori.

 
 
 

Le perle del Cilento

Post n°227 pubblicato il 16 Aprile 2007 da bostonbrown

Golfo di Policastro

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Agropoli

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Santa Maria di Castellabate

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Acciaroli

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Punta Licosa

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Casalvelino Marina

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Mezzatorre - San Mauro Cilento

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Casini alla CDL: << Insieme si vince >>

Post n°226 pubblicato il 16 Aprile 2007 da bostonbrown
 

Roma - «Noi a sinistra non ci andremo mai. E questa è un’ovvietà, anche se qualcuno non lo vuole capire. Quel che è certo è che non si possono riportare le lancette della storia al ’94. Agitano falsi sondaggi per dimostrare la nostra irrilevanza. Ma noi siamo essenziali per la vittoria: dove vanno i moderati senza di noi?».
Si muove su un binario doppio e parallelo la relazione con cui Pier Ferdinando Casini chiude il congresso dell’Udc. C’è l’esposizione di un manifesto di valori saldamente ancorato al centrodestra. Ma anche una difesa accorata del suo percorso «alternativo» rispetto a Forza Italia e Lega, oltre a una sequenza di passaggi spigolosi, di stoccate e distinguo figli di alcune ferite non ancora rimarginate, retaggio di «pressioni e intimidazioni» ricevute dagli alleati e dai media nel momento in cui le scelte sul modo di fare opposizione si sono divaricate. Uno strappo, quello con gli ex alleati, che ha generato la candidatura alla segreteria di Carlo Giovanardi, propugnatore di una strategia di maggiore ancoraggio alla Casa delle libertà. Una battaglia solitaria, quella del parlamentare emiliano, che alla fine viene premiata da un buon successo personale, visto che il responso numerico del congresso conferma Lorenzo Cesa alla segreteria ma affida a Giovanardi un buon 14% di consensi. Un risultato di tutto rispetto, sicuramente superiore alle aspettative della vigilia.

Naturalmente il verdetto delle urne non modifica il messaggio che Casini detta alla platea, agli ospiti di Forza Italia e An e anche ai democristiani del centrosinistra: noi stiamo al centro e da qui non ci muoviamo. Il solco che divide l’Udc dalla sinistra è profondo, addirittura più profondo rispetto alla Prima Repubblica «quando perlomeno eravamo d’accordo sul fatto che i matrimoni si celebrassero tra un uomo e una donna e non tra due persone dello stesso sesso». Ma questo non vuol dire che non bisogna cambiare. E di fronte a questo scenario il partito dei moderati è l’unica alternativa possibile, la vera «mission» dei centristi. «Il modello c’è: è il Partito popolare europeo. Quando evochiamo il centro, facciamo il nostro dovere. Se non occupiamo questo spazio, abdichiamo alle nostre ragioni». Uno spazio che potrebbe aprirsi anche ai transfughi del futuro Partito democratico, come richiesto da due pezzi da novanta come Mario Baccini e Bruno Tabacci che anche attraverso il sito «moderatamente» stanno creando una sorta di serbatoio di pensiero per portare avanti la loro idea di partito.

Il carburante del progetto del partito dei moderati, ad analizzare le parole del leader, lo si deve però trovare più che altro nella assoluta distanza dalla sinistra. Un punto, questo, su cui Casini insiste non lesinando fendenti: «La sinistra di una volta aveva una grande storia di popolo, oggi la sinistra è senza valori né ideali, un po’ africana e un po’ americana, un impasto di radicalismo senza valori. Fanno concorrenza sul marketing a colui che demonizzano». Ed eccolo, Berlusconi. Molti si aspettavano da parte di Casini una robusta risposta anche alle battute del Cavaliere, che il primo giorno del congresso era stato tanto applaudito da esclamare: «Ma ho sbagliato indirizzo, è un congresso di Forza Italia?». E invece il leader centrista evita di entrare in polemica. Non si risparmia qualche battuta tagliente, come quella sui «sondaggi falsi». Per il resto, se qualcuno volesse trovare nel discorso di Casini una nuova puntata della telenovela sulla relazione (politica) con il Cavaliere, dovrebbe cercarla più che altro nell’orgoglio usato per rivendicare le scelte centriste e nella strana competizione accesa per la creazione di un partito moderato. E poi, ancora, nella difesa del voto sull’Afghanistan con il quale «abbiamo difeso l’onore dell’opposizione e fatto quello che ogni moderato nel mondo avrebbe fatto». E nella sponsorizzazione del sistema elettorale alla tedesca, «che anche Forza Italia aveva proposto salvo poi ripensarci».

Per il resto Casini parla da conservatore convinto. Lancia affondi pesanti contro il governo, contro la nuova legge sulla cittadinanza e difende la famiglia e il diritto di intervento nel dibattito della Chiesa, Chiesa che Casini vuole «scomoda» e non una «Chiesa del silenzio» come vorrebbe la sinistra. Questo deve essere l’Udc: un partito che non ha «nessuna nostalgia della balena bianca», ma che può vantare di avere «il fosforo delle sardine bianche». Il tutto addolcito dall’elogio finale di Pier ai suoi militanti: «Se avessi seguito le lusinghe, forse oggi questa casa non ci sarebbe. Se volevo una casa più spaziosa e bella, me ne sarei andato. E invece sono a casa mia, con fierezza. E voi siete qui, con la schiena dritta».

 
 
 

CI MANCAVANO PURE I CINESI ORA...!

Post n°225 pubblicato il 12 Aprile 2007 da bostonbrown
Foto di bostonbrown

Milano - Si sono riversati in 300 in via Paolo Sarpi, a Milano. Nella Chinatown del capoluogo lombardo sono scoppiati dei tafferugli per protestare contro i vigili urbani ritenuti "colpevoli" di aver preso una decisione sbagliata in merito a una querelle sul codice della strada ancora da accertare. Nessun ferito, ma una spettacolare sollevazione popolare dei cinesi di Milano contro i vigili che hanno chiamato la polizia per calmare gli animi. Sul posto, ci sono una decina di equipaggi della polizia che stanno cercando di capire quale sia stata la miccia dell'episodio.

Bandiere alle finestre Tutto è nato da un normale controllo stradale e da un primo tafferuglio tra le forze dell'ordine e una decina di cinesi che sono intervenuti aggredendo le forze dell'ordine. Dopo poco tempo i cinesi hanno cominciato a protestare sventolando bandiere della Repubblica popolare cinese. Persone con i megafoni arringano la folla. La polizia ha fatto delle cariche per cercare di sedare gli scontri.

Il bilancio Almeno un agente è rimasto ferito mentre tre ragazzi sono stati portati in ospedale per malori e contusioni. È il primo biilancio della rivolta dei commercianti cinesi contro la polizia nella Chinatown scoppiata intorno alle 13 e non ancora del tutto placata. La protesta pare sia partita da una multa inflitta a una commerciante. Sull'esatta dinamica circolano due versioni, una che fa riferimento al mancato rispetto dell'orario di carico e scarico della merce da parte della commerciante e un'altra, raccontata da alcuni giovani che si trovavano sul posto, secondo la quale i vigili avrebbero voluto ritirare la patente a una donna cinese in auto con il figlioletto di due anni, che si sarebbe inalberata. A darle man forte sono arrivati subito numerosi connazionali che avrebbero tentato di aggredire il vigile. Il reparto mobile giunto sul posto ha caricato la cinquantina di residenti cinesi che lanciavano bottiglie contro le forze dell'ordine. Un testimone riferisce di aver visto un poliziotto in borghese estrarre la pistola e colpire con il calcio una donna alla testa. Ma la polizia smentisce.

Scene da guerriglia urbana "Mi sono ritrovata tra bottiglie che volavano, auto dei vigili distrutte, persone che rovesciavano una macchina parcheggiata. La reazione è stata davvero molto violenta". È quanto racconta Loredana Cerrato, dell'associazione Vivisarpi, residente in via Giusti. "Sono uscita di casa per andare incontro a mio figlio, che frequenta le medie e non lo vedevo ancora arrivare. In mezzo a via Niccolini - spiega - mi sono trovata in mezzo ai tafferugli, con autoambulanze che andavano e venivano. Appena ho recuperato mio figlio siamo corsi a casa. Siamo bloccati qui". 

 
 
 

Martino: D'Alema dovrebbe dimettersi

Post n°224 pubblicato il 10 Aprile 2007 da bostonbrown
 

Le dimissioni del ministro degli Esteri D’Alema sarebbero "opportune". Antonio Martino (FI), che pure esclude la presentazione di una richiesta formale in Parlamento nei confronti del responsabile della Farnesina perchè non previsto dalla Costituzione, la pensa diversamente da Silvio Berlusconi che ieri ha invitato a smorzare le polemiche. D’Alema, sottolinea l’ex ministro delle Difesa in una intervista al "Messaggero", ha il "dovere di dire come sono andate esattamente le cose". "Non ho motivo di dubitare delle affermazioni di Karzai" aggiunge l’esponente di Forza Italia. "E’ chiaro che ha voluto o dovuto aiutare il governo italiano ed è altrettanto evidente che gli è stato fatto il discorso che se Mastrogiacomo non fosse stato liberato Prodi sarebbe caduto e l’Italia avrebbe abbandonato l’Afghanistan. Se non è stato Prodi lo avrà fatto qualcun altro. Non Parisi che ha criticato l’operazione. Non resta che D’Alema". "Se il governo Berlusconi - dice ancora Martino - ha trattato per liberare ostaggi non ha mai sostenuto la trattativa ad ogni costo, a qualunque prezzo. Io poi sono per una linea di assoluta fermezza. Secondo me gli estorsori non si pagano, si snidano e si uccidono. Ma io sono siciliano". "Ci sono ombre - conclude - sul ruolo affidato a Gino Strada, che dovrebbe fare il medico non il diplomatico o l’agente segreto. E comunque anche lui ora accusa il governo italiano".

Questo Governo giorno per giorno sta mettendo delle pezze a tutti gli strappi socio-politici-culturali generati da alcuni suoi eccellenti malgovernanti.
Ci stanno schifando in Europa e nel resto del mondo! A causa di prodi pinocchio, comunisti e company!

 
 
 
 
 
 
 
 
 

ORGOGLIOSO!!

 
 
 
 
 
 
 

SCHIFOSI PEDOFILI AL ROGO!!!

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FAMILY DAY - 12 MAGGIO 2007 - ROMA

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il Family day intende veicolare un messaggio civile, pubblico e, in ragione di ciò, laico, dunque universalmente aperto a tutti coloro che concepiscono ancora la famiglia secondo il dettato della nostra Carta costituzionale.
Roma- 1 MILIONE di persone

 
 
 
 
 
 
 
 

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AL PACINO - SCARFACE

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Siete solo una manica di coglioni! Sapete perche’? Perche’ non avete il fegato per stare dove vorreste stare.Voi avete bisogno di gente come me, vi serve la gente come me, cosi’ potete puntare il vostro dito del cazzo e dire:” Quello e’ un uomo cattivo’’. Beh? E dopo come vi sentite, buoni? Voi non siete buoni. Sapete solo nascondervi, solo dire bugie. Io non ho questo problema. Io dico solo la verita’, anche quando dico le bugie.

Al Pacino

 
 
 
 
 
 
 

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