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« ... Ha preso per i fonde...PAUSA...DI RIFLESSIONE. »

Abboccaperta (Funari 1981)

 

1926, una data che non dimentico, è l’anno in cui è nato mio padre, nello stesso anno, nasce anche la prima tv sperimentale. Solo trent’anni dopo 1956 ecco il segnale in bianco e nero anche in Italia… all’epoca solo RAI, la tv era investita del ruolo di promotrice culturale, di unificatrice dell’intera identità italiana, pur nel rispetto delle differenze geografiche.

Era l’epoca del carosello… la tv aveva preso il posto del focolare ed aveva assolto il ruolo di unità d’Italia ancor meglio di Garibaldi… Ne è passato di tempo da allora… Oggi l’unica cosa che conti veramente è l’audience. L’unica cultura vigente è “Il grande Fratello”, le notizie sono faziose… Ma la tv, si è adeguata agli  italiani o gli italiani si sono adeguati alla tv odierna???

 

 
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Commenti al Post:
mente_disconnessa
mente_disconnessa il 03/03/11 alle 15:54 via WEB
italiani??? preferisco ricordarmi i latini senza televisione
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 04/03/11 alle 18:19 via WEB
Non male l'idea di vivere senza TV.
(Rispondi)
 
vargen
vargen il 03/03/11 alle 16:37 via WEB
la tv ed altro HANNO FATTO ADEGUARE gli italiani... Mi permetto di ricordare il film L'Implacabile (The Running Man) Cast Arnold Schwarzenegger, Yaphet Kotto, Jim Brown, Jesse Ventura, Richard Dawson, tratto dal libro di Stephen King The Running Man... Ciao Cinzia Gio
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 04/03/11 alle 18:21 via WEB
Temo che anche gli italiani amino un certo tipo di TV... Gossip e grande fratello, se così non fosse calerebbero gli ascolti e di conseguenza ci sarebbe un ripensamento nel trsmettere spazzatura.
(Rispondi)
 
dinamitebla00
dinamitebla00 il 04/03/11 alle 07:34 via WEB
io direi che la tv s'è adeguata agli italiani: altrimenti nessuno accenderebbe la scatoletta....
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 04/03/11 alle 18:22 via WEB
Ho lo stesso sospetto, amico mio.
(Rispondi)
 
paf00
paf00 il 04/03/11 alle 09:54 via WEB
Non vogliono festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia, se la prendono con Garibaldi... una unità costruita con anni di sacrifici, morti, progresso alcuni la vogliono distruggere in poco tempo. Ciao e buon fine settimana Paf
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 04/03/11 alle 18:26 via WEB
Si può festeggiare anche onorando l'impegno lavorativo... In questo paese tutto va bene se ti lascia a casa dal lavoro... Ma io a casa mi annoio e non faccio testo. Trovo molto bello festeggiare il compleanno in ufficio o condividere un giorno memorabile come l'anniversario dell'unità d'Italia con i colleghi.
(Rispondi)
 
Vince198
Vince198 il 04/03/11 alle 15:21 via WEB
Ricordo benissimo anche io quella pubblicità, Cinzia, peraltro molto simpatica. Se non altro per i pochissimi anni che avevo allora..
La televisione è sempre stato un buon viatico per manipolare le menti di chi la guarda. Negli anni '60, se non ricordo male, negli usa "infilavano" in mezzo ai programmi televisivi dei fotogrammi - invisibili ad occhio nudo - ma che il cervello percepiva ugualmente: un metodo che serviva ad indurre i telespettatori ad acquistare oggetti o inculcare loro certe idee! In una parola: lavaggio del cervello.
Oggi, forse ci salviamo (ma non so fino a che punto) perchè abbiamo il telecomando, cioè un'ampia scelta a nostra disposizione. Certamente la televisione non credo sia adeguata ai gusti dei telespettatori ma, come dire, ci "prova".. con risultati per me molto dubbi! E' anche per questo che la guardo molto poco.
Ciao, Vince
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 04/03/11 alle 18:28 via WEB
La TELEVISIONE era un veicolo culturale ed ha unito il paese più di Garibaldi... Oggi è solo spazzatura.
(Rispondi)
 
calipsom1
calipsom1 il 04/03/11 alle 19:02 via WEB
Cinzia lo schifo che denunci è mondiale non "italiano". Piccola magra consolazione lo so!
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 07/03/11 alle 12:03 via WEB
In effetti non è una soddisfazione sapere che non siamo soli...
(Rispondi)
 
avvbia
avvbia il 05/03/11 alle 02:59 via WEB
Devo dirti che 1 rimpiango in parte i tempi di carosello 2 la tv prima era più pluralista 3 adesso nononstante le strombazzate al contrario della c.d. sinistra abbiamo martedì ballarò di sinistra giovedì anno sotto zero di ultrasinsitra ogni sera parla con me di sinistra sab. e dom che tempo che fa di sinistra ed altre faziosità.. alla faccia di chi dice che comanda il sig. b. buona notte cinzia.gino
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 07/03/11 alle 12:09 via WEB
Caro Gino, che la sinistra pur non essendo quasi mai al governo, sia in grado di manipolare i media, le scuole etc... non ci fa onore ne come cittadini, ne come forza politica di maggioranza. Ecco perchè necessita una riforma della giustizia della scuola etc, per garantire imparzialità e democrazia... Non so se la gente si rende conto, ma io mi sento sotto dittatura sinistra pur avendo un governo di destra.
(Rispondi)
 
calipsom1
calipsom1 il 05/03/11 alle 09:57 via WEB
lo sfacelo della Tv non è solo italiano ma è mondiale. In italia si enfatizza e "nazionalizza" tutto, compreso lo sfacelo televisivo, solo perchè Berlusconi è un magnate della tv. Ma certi processi vanno ben oltre il singolo governante e oltre il singolo popolo. l'italia non è sola in questo sfacelo è una magra consolazione lo so ma è così. Non dipingiamoci sempre come il peggio del mondo. Ciao
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 07/03/11 alle 12:12 via WEB
Berlusconi non è certo un pericolo per l'informazione... Anzi. Mi preoccuperei di ben altre TV di stato e non. Per il resto SI: MAGRA CONSOLAZIONE.
(Rispondi)
 
 
 
calipsom1
calipsom1 il 09/03/11 alle 17:31 via WEB
berlusconi ha le sue colpe, è lui che per primo (ma non è il solo) ha alimentato una certa tv spazzatura. Il problema in italia è e resta uno. Chi vuole togliere questa tv ne vuole instaurare una peggiore... perchè non libera (mi riferisco ai soliti sinistri). Perciò siamo sempre qui a scegliere, almeno in questo, il meno peggio... che di gran lunga è sempre il Cav. :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 09/03/11 alle 19:50 via WEB
Magra consolazione Calipsom1, molto magra. Certo non discolpo nessuno dalla responsabilità di aver dato un contributo negativo alla cultura ed all'informazione mediatica... certo che se porta a far aumentare il numero di ascoltatori evidentemente il problema non è solo chi propina ma anche chi richiede... Ben altra cosa è il plagio e la capziosità di chi adopera le Tv "di stato" per colpire politicamente l'avversario ed in questo devo darti ragione i veri maestri sono i sinistroidi.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
calipsom1
calipsom1 il 12/03/11 alle 17:13 via WEB
perfetto :_)
(Rispondi)
 
blumannaro
blumannaro il 06/03/11 alle 10:37 via WEB
Dovremmo fare qualche distinguo ma mediamente direi che è la televisione che si è adeguata agli italiani. Basti vedere che se un programma non riscuote subito successo viene tagliato senza pietà. A questo punto visto gli obbrobri che continuiamo a vedere da anni direi che la scarsa qualità di quello che vediamo e colpa nostra...spegniamo tutto ed usciamo un po' di più.
(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 07/03/11 alle 12:14 via WEB
Sono convinta che un grosso contributo alla TV spazzatura, arrivi anche dagli ascoltatori che preferiscono un certo tipo di programmi a dir poco scadenti.
(Rispondi)
 
Kabbalah
Kabbalah il 08/03/11 alle 16:34 via WEB
..ah già, l'audience!! Cosa non si è capaci di fare per questo "misuratore-di-gradimento"...ancora oggi, non mi è chiaro se l'obiettivo -della tv- sia quello di procurarci un sommo piacere orgasmico, o sia un maldestro tentativo di informarci, di darci delle notizie e/o spunti di riflessione...Si va legittimando qualsivoglia forma di voyeurismo, la tv è rea di questo,o meglio, gli autori dei programmi sono responsabili di questa morte intellettuale, ma è pur vero (per me), che la maggior parte di noi italiani vuole vedere questo triste spettacolo che si ripete in ogni canale, ogni giorno, 24 ore su 24.....

Ciao Cinzia, un sorriso in questo martedì grasso :)

(Rispondi)
 
 
caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 09/03/11 alle 19:53 via WEB
Un sorriso anche a te. Che dire? Io non trovo una risposta intelligente a questo scempio della cultura e dell'informazione.
(Rispondi)
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 09/03/11 alle 23:17 via WEB
Cara Cinzia, hai trattato un argomento per me tra i più importanti.

Combinazione, ho fatto un post pochi mesi fa, (Clicca quà!), nel quale raccontavo l'evoluzione della pubblicità dal punto di vista di un "semplice" cittadino un pò critico come me, da quando ero ragazzino ad oggi, mostrando come, secondo me, già da "Carosello" erano state gettate le basi per la tv spazzatura di oggi.

La pubblicità è dappertutto.
La pubblicità è la fonte di sussistenza di molte attività, a partire dai media, fino allo sport.
La pubblicità è una enorme voce di bilancio delle grandi società, che oltretutto sono le sole a potersi permettere la pubblicità nelle tv nazionali.

Una cosa è fuor di dubbio: chi ha il potere economico ha la possibilità di influenzare chi da quel potere dipende.

Se un direttore comanda qualcosa sulla quale il dipendente che ha famiglia e non ha altri redditi non è d'accordo, per motivi morali, etici, o di qualsiasi altro tipo, il dipendente è costretto a sottomettersi.
E così, i media sono forzatamente obbligati ad avere un occhio di riguardo nei confronti di chi li alimenta con la pubblicità.
Se un giornale riceve milioni dalla ExxonMobil, ci penserà due volte prima di pubblicare informazioni sui procedimenti internazionali a carico della ExxonMobil relativi alle accuse di fomentazione di guerre civili, inquinamento di territori, e sfruttamento di risorse umane, così come accade, ma nessuno guarda caso lo sà.
Questa sudditanza può essere forse assimilata a quella degli arbitri rispetto ai grandi club. Conscia od inconscia, è evidente che c'è.
Questa sudditanza, prima minima e forse accettabile, ora, man mano che la pubblicità ha invaso tutti i settori chiave della vita sociale, comincia a mostrare il degrado che da essa deriva.
Tutto il sistema economico, sociale, informativo è fortemente condizionato dal sistema di potere che ha la pubblicità come "cavallo di troia".

Ma c'è un altro aspetto, altrettanto inmportante, che riguarda i singoli individui.
La pubblicità fondamentalmente dovrebbe essere un sistema per portare a conoscenza dei cittadini l'esistenza di prodotti e dei loro prezzi.
Quello che è ora la pubblicità è molto di più.
La pubblicità, da quando esiste carosello, è diventata il punto di riferimento dei popoli riguardo allo standard di vita da perseguire.
Per esempio, ora come ora, se non hai il SUV grosso, nero, vetri neri, e brutto come la fame, non conti nulla.
Alcune delle pubblicità su questo tipo di veicoli sono emblematiche, da questo punto di vista.
E la maggior parte delle persone che acquistano il SUV lo fanno esattametne per quei valori che vengono esaltati da quelle pubblicità.
Mi chiedo cosa ne fa del SUV un single che vive a Roma e lo usa giusto per ficcarsi la sera negli stretti vicoli del centro per andare in discoteca.
Per non parlare poi dell'inquinamento.
Un controsenso veramente emblematico.

Ma non è ancora abbastanza.
Il meccanismo di base della pubblicità odierna non è semplicemente quello di mostrare il prodotto nei suoi aspetti funzionali ed estetici, ed anche il prezzo.
Il meccanismo di base della pubblicità attuale si fonda su un meccanismo psicologico presente nell'essere umano.
Chi conosce l'esperimento del cane di Pavlov può comprendere meglio quanto dico.
Al prodotto, qualunque sia, viene abbinato un riferimento, visivo o auditivo, a seconda del media, a valori che richiamano la sfera degli affetti.
Può essere l'amore, il sesso, la famiglia, l'amicizia, il successo, la gloria, ecc...
L'importante è che sia un valore che stimola sensazioni "forti" per l'essere umano.
Il continuo proporre questo abbinamento crea una specie di fusione fra il prodotto stesso e quella sensazione, creando una distorsione più o meno grave a seconda di quanto il soggetto sia difeso o meno da questo tipo di attacco.
Questa associazione spinge l'essere umano ad acquistare quel prodotto nella speranza inconscia di raggiungere quelle sensazioni.
QUesto è quanto si insegna alla facoltà di psicologia nei seminari sulla pubblicità, dove per l'appunto l'ho appreso, e ancor più a fondo immagino lì dove si preparano i futuri pubblicitari.
La distorsione è evidente.
In particolare riguardo al sesso.
C'è chi compra un certo tipo di auto solo per rimorchiare.
Oppure, chi non ha mai accarezzato in un certo modo il volante ergonomico della propria auto, o il serbatoio della sua moto?
(Quello della mia Pegaso 650 mi ricordava i fianchi di una bella donna).
Conseguenza prima di questa influenza è appunot la distorsione dei valori fondamentali dell'umanità, e quindi della società.
Inoltre ci sono altre gravi conseguenze, come quella di accettare come normale la mercificazione di quei valori.
In primo luogo il sesso, ovviamente, e quindi l'amore, ma anche tutti gli altri.
Ed anche questo è chiaramente evidente, come effetto, nella società attuale.

Infine, altro grave fenomeno procurato dalla pubblicità, e la assuefazione alla quale ormai siamo abituati alla violenza che proprio dalla pubblicità proviene.
Noi non ce lo ricordiamo più, e forse i ragazzi nati dopo neanche se ne rendono conto, ma l'interruzione improvvisa di una canzone, di un film, o ancor peggio di un evento in diretta, come un evento sportivo o ancora più grave un confronto politico, sono violenze alla persona, vere e proprie continue mancanze di rispetto.
Noi lo scusiamo con il fatto che la pubblicità "è sacra", "è l'anima del commercio", e intanto ci degradiamo, non ci rispettiamo più.
Ma la pubblicità non è sacra. E non è questa la pubblicità alla quale si riferisce il famoso detto.
Questa violenza, come tutte le violenze, non muore, ma si accumula in noi, e prima o poi esce fuori, in altra forma, e verso soggetti che non c'entrano nulla.

Questa onnipresenza della pubblicità in tutti i campi e nei modi descritti io ritengo non sia umanamente sopportabile, e a lungo termine provoca, come mi sembra stia iniziando a fare, delle gravi distorsioni nella società, facendo dimenticare il primo motivo per cui una società si fonda, o almeno dovrebbe essere fondata, motivo che è il maggior bene comune che ne dovrebbe derivare, dall'unirsi, secondo regole comuni.
Il degrado attuale potrebbe quindi essere definito come il nostro allontanarci dal motivo fondante della nostra società, un allontanarsi che dipende da cause che ancora non riusciamo a vedere chiaramente, e che proprio per questo ci hanno pervaso fino alle ossa.
Io ritengo che la pubblicità è utile, ma solo se ben controllata, in "luoghi" ben definiti, dove il "consumatore" può andare a consultarla se vuole, se ne ha la necessità, invece di essere "violentato" in ogni momento.
Come ad esempio le "Pagine Gialle", cartacee o virtuali che siano.
Se io sto bene così, non devo subire un bombardamento giornaliero.
Se mi si rompe il frigorifero, o se voglio curiosare tra le novità tecnologiche, allora andrò a prendere le pagine gialle, o quello che è, dal mobiletto del telefono, o me le cerco su internet, e sò che lì c'è la pubblicità, e solo quella.
La pubblicità mi deve dare informazioni unicamente su quel prodotto, e soprattutto veritiere, senza trucchi.
E assolutamente senza abbinamenti "psicologici", come la bella gnocca mezza nuda spaparacchiata sul cofano di una Lamborghini.
Deve essere mia moglie a darmi lo "stimolo", non una accozzaglia di lamiere, se pure ben fatta.
E se sono un giornalista, devo poter pubblicare un articolo sulle accuse della ExxonMobil, e quindi devo vivere del costo del giornale, od anche degli aiuti statali alla informazione, ma non dei soldi della stessa ExxonMobil.

Credo sia il caso di cominciare a pensare ad un sistema nel quale la pubblicità sia seriamente ridimensionata.
Solamente rendersi conto di come sia difficiel dovrebbe farci pensare su quanto della pubblicità siamo schiavi.

Queste ovviamente sono solo mie opinioni, a qualcuno sembreranno esagerate, ma io ritengo di essere stato anche troppo "soft".
Questo è anche il motivo principale per cui mai mi sono aspettato qualcosa di buono da Berlusconi.Cara Cinzia, hai trattato un argomento per me tra i più importanti.

Combinazione, ho fatto un post pochi mesi fa, (Clicca quà!), nel quale raccontavo l'evoluzione della pubblicità dal punto di vista di un "semplice" cittadino un pò critico come me, da quando ero ragazzino ad oggi, mostrando come, secondo me, già da "Carosello" erano state gettate le basi per la tv spazzatura di oggi.

La pubblicità è dappertutto.
La pubblicità è la fonte di sussistenza di molte attività, a partire dai media, fino allo sport.
La pubblicità è una enorme voce di bilancio delle grandi società, che oltretutto sono le sole a potersi permettere la pubblicità nelle tv nazionali.

Una cosa è fuor di dubbio: chi ha il potere economico ha la possibilità di influenzare chi da quel potere dipende.

Se un direttore comanda qualcosa sulla quale il dipendente che ha famiglia e non ha altri redditi non è d'accordo, per motivi morali, etici, o di qualsiasi altro tipo, il dipendente è costretto a sottomettersi.
E così, i media sono forzatamente obbligati ad avere un occhio di riguardo nei confronti di chi li alimenta con la pubblicità.
Se un giornale riceve milioni dalla ExxonMobil, ci penserà due volte prima di pubblicare informazioni sui procedimenti internazionali a carico della ExxonMobil relativi alle accuse di fomentazione di guerre civili, inquinamento di territori, e sfruttamento di risorse umane, così come accade, ma nessuno guarda caso lo sà.
Questa sudditanza può essere forse assimilata a quella degli arbitri rispetto ai grandi club. Conscia od inconscia, è evidente che c'è.
Questa sudditanza, prima minima e forse accettabile, ora, man mano che la pubblicità ha invaso tutti i settori chiave della vita sociale, comincia a mostrare il degrado che da essa deriva.
Tutto il sistema economico, sociale, informativo è fortemente condizionato dal sistema di potere che ha la pubblicità come "cavallo di troia".

Ma c'è un altro aspetto, altrettanto inmportante, che riguarda i singoli individui.
La pubblicità fondamentalmente dovrebbe essere un sistema per portare a conoscenza dei cittadini l'esistenza di prodotti e dei loro prezzi.
Quello che è ora la pubblicità è molto di più.
La pubblicità, da quando esiste carosello, è diventata il punto di riferimento dei popoli riguardo allo standard di vita da perseguire.
Per esempio, ora come ora, se non hai il SUV grosso, nero, vetri neri, e brutto come la fame, non conti nulla.
Alcune delle pubblicità su questo tipo di veicoli sono emblematiche, da questo punto di vista.
E la maggior parte delle persone che acquistano il SUV lo fanno esattametne per quei valori che vengono esaltati da quelle pubblicità.
Mi chiedo cosa ne fa del SUV un single che vive a Roma e lo usa giusto per ficcarsi la sera negli stretti vicoli del centro per andare in discoteca.
Per non parlare poi dell'inquinamento.
Un controsenso veramente emblematico.

Ma non è ancora abbastanza.
Il meccanismo di base della pubblicità odierna non è semplicemente quello di mostrare il prodotto nei suoi aspetti funzionali ed estetici, ed anche il prezzo.
Il meccanismo di base della pubblicità attuale si fonda su un meccanismo psicologico presente nell'essere umano.
Chi conosce l'esperimento del cane di Pavlov può comprendere meglio quanto dico.
Al prodotto, qualunque sia, viene abbinato un riferimento, visivo o auditivo, a seconda del media, a valori che richiamano la sfera degli affetti.
Può essere l'amore, il sesso, la famiglia, l'amicizia, il successo, la gloria, ecc...
L'importante è che sia un valore che stimola sensazioni "forti" per l'essere umano.
Il continuo proporre questo abbinamento crea una specie di fusione fra il prodotto stesso e quella sensazione, creando una distorsione più o meno grave a seconda di quanto il soggetto sia difeso o meno da questo tipo di attacco.
Questa associazione spinge l'essere umano ad acquistare quel prodotto nella speranza inconscia di raggiungere quelle sensazioni.
QUesto è quanto si insegna alla facoltà di psicologia nei seminari sulla pubblicità, dove per l'appunto l'ho appreso, e ancor più a fondo immagino lì dove si preparano i futuri pubblicitari.
La distorsione è evidente.
In particolare riguardo al sesso.
C'è chi compra un certo tipo di auto solo per rimorchiare.
Oppure, chi non ha mai accarezzato in un certo modo il volante ergonomico della propria auto, o il serbatoio della sua moto?
(Quello della mia Pegaso 650 mi ricordava i fianchi di una bella donna).
Conseguenza prima di questa influenza è appunot la distorsione dei valori fondamentali dell'umanità, e quindi della società.
Inoltre ci sono altre gravi conseguenze, come quella di accettare come normale la mercificazione di quei valori.
In primo luogo il sesso, ovviamente, e quindi l'amore, ma anche tutti gli altri.
Ed anche questo è chiaramente evidente, come effetto, nella società attuale.

Infine, altro grave fenomeno procurato dalla pubblicità, e la assuefazione alla quale ormai siamo abituati alla violenza che proprio dalla pubblicità proviene.
Noi non ce lo ricordiamo più, e forse i ragazzi nati dopo neanche se ne rendono conto, ma l'interruzione improvvisa di una canzone, di un film, o ancor peggio di un evento in diretta, come un evento sportivo o ancora più grave un confronto politico, sono violenze alla persona, vere e proprie continue mancanze di rispetto.
Noi lo scusiamo con il fatto che la pubblicità "è sacra", "è l'anima del commercio", e intanto ci degradiamo, non ci rispettiamo più.
Ma la pubblicità non è sacra. E non è questa la pubblicità alla quale si riferisce il famoso detto.
Questa violenza, come tutte le violenze, non muore, ma si accumula in noi, e prima o poi esce fuori, in altra forma, e verso soggetti che non c'entrano nulla.

Questa onnipresenza della pubblicità in tutti i campi e nei modi descritti io ritengo non sia umanamente sopportabile, e a lungo termine provoca, come mi sembra stia iniziando a fare, delle gravi distorsioni nella società, facendo dimenticare il primo motivo per cui una società si fonda, o almeno dovrebbe essere fondata, motivo che è il maggior bene comune che ne dovrebbe derivare, dall'unirsi, secondo regole comuni.
Il degrado attuale potrebbe quindi essere definito come il nostro allontanarci dal motivo fondante della nostra società, un allontanarsi che dipende da cause che ancora non riusciamo a vedere chiaramente, e che proprio per questo ci hanno pervaso fino alle ossa.
Io ritengo che la pubblicità è utile, ma solo se ben controllata, in "luoghi" ben definiti, dove il "consumatore" può andare a consultarla se vuole, se ne ha la necessità, invece di essere "violentato" in ogni momento.
Come ad esempio le "Pagine Gialle", cartacee o virtuali che siano.
Se io sto bene così, non devo subire un bombardamento giornaliero.
Se mi si rompe il frigorifero, o se voglio curiosare tra le novità tecnologiche, allora andrò a prendere le pagine gialle, o quello che è, dal mobiletto del telefono, o me le cerco su internet, e sò che lì c'è la pubblicità, e solo quella.
La pubblicità mi deve dare informazioni unicamente su quel prodotto, e soprattutto veritiere, senza trucchi.
E assolutamente senza abbinamenti "psicologici", come la bella gnocca mezza nuda spaparacchiata sul cofano di una Lamborghini.
Deve essere mia moglie a darmi lo "stimolo", non una accozzaglia di lamiere, se pure ben fatta.
E se sono un giornalista, devo poter pubblicare un articolo sulle accuse della ExxonMobil, e quindi devo vivere del costo del giornale, od anche degli aiuti statali alla informazione, ma non dei soldi della stessa ExxonMobil.

Credo sia il caso di cominciare a pensare ad un sistema nel quale la pubblicità sia seriamente ridimensionata.
Solamente rendersi conto di come sia difficile dovrebbe farci pensare su quanto della pubblicità siamo schiavi.

Questo è anche il motivo principale per cui ho sempre diffidato di Berlusconi.
E da molto prima che entrasse in politica, perchè l'ho visto come chi, in Italia, è stato il "cavallo di troia" del sistema consumistico così come l'ho descritto.
Che sia chiaro, se non fosse stato Berlusconi sarebbe stato qualcun altro, perchè il sistema consumistico viene da lontano, ed ha ormai "infettato" tutto il mondo.
Ma stà di fatto che è stato lui a farsi carico più di altri di portare questo sistema in Italia.
Ovviamente tutto il resto dell'Italia "che conta" ha seguito questa ideologia, compresa la sinistra, con i Veltroni e Napolitano dell'epoca che contrattavano con Berlusconi quote di mercato.
Noi cittadini siamo stati a guardare, e nei pettiori dei casi abbiamo condiviso questa illusione.
E questa la ocnsidero la nostra colpa.
Queste ovviamente sono solo mie opinioni, a qualcuno sembreranno esagerate, ma io ritengo di essere stato anche troppo "soft".
Un saluto Cinzia.
(Rispondi)
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 11/03/11 alle 10:54 via WEB
Chiedo venia, ho doppiato il già logorroico commento! ;-)
(Rispondi)
 
 
Kabbalah
Kabbalah il 11/03/11 alle 19:18 via WEB
@ Silvio.Perroni, al di là del tuo discorso che nella parte iniziale, è anche condivisibile, non lo è più ,quando si va alla ricerca del solito(ed unico)imputato responsabile del malcostume.... Resto convinta delle parole che disse un certo Gandhi: "Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo." Un saluto Cinzia e l'augurio per un sereno fine settimana :))
(Rispondi)
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 11/03/11 alle 21:46 via WEB
Scusami Kabbalah, ma se scrivo "Che sia chiaro, se non fosse stato Berlusconi sarebbe stato qualcun altro, perchè il sistema consumistico viene da lontano, ed ha ormai "infettato" tutto il mondo.", mi sembra che io stia dicendo esplicitamente che Berlusconi non è il solito e soprattutto "unico" imputato. Attenta, non sto parlando tanto di questo ultimo periodo, quello politico, ma soprattutto del precedente, in particolare riguardo alla sua attività nel settore dei media. Sto dando la colpa al sistema consumistico, non in particolare a Berlusconi.
Ed il sistema ocnsumistico l'abbiamo condiviso tutti noi.
Sto uindi dando la colpa a tutti noi, perchè è la nostra generazione che ci ha portato dove siamo arrivati. Se ci lamentiamo, vuol dire che qualcosa non va. Ma prima che noi diventassimo "grandi", questo p'resente non esisteva. Ognuno di noi ha contribuito a crearlo. Dove attivamente (come Berlusconi e molti altri), dove (la maggior parte di noi) soprattutto passivamente.
E quindi proprio per questo condivido quella frase di Gandhi che hai riportato.
Spero di essermi chiarito.
(Rispondi)
 
 
ciuffocampagnolo
ciuffocampagnolo il 12/03/11 alle 08:54 via WEB
Com' bello poter dare sempre la colpa delle nostre incapacità agli altri ! E' anche salutare, liberatorio. Premesso che ognuno è libero di pensare quello che vuole... mi pongo una semplice domanda: se milioni di persone raggiungono orgasmi mentali a vedere programmi tv da cloaca ... la colpa è di chi li propone o di chi li reclama guardandoli ? Se uno si lascia abbindolare dalla pubblicità deve poi darne la colpa alla stessa ? Vogliamo invece dire senza peli sulla lingua che il $$ fa gola a tutti e tutti hanno voluto partecipare alla "sbafata" sino a quando è durata ? Quelli che piu' hanno goduto sono quelli che avevano piu' fame..... guardacaso... ed ora si sono ben satollati e fanno finta "solo finta" sia ben chiaro... di sputare nel piatto. Io mi sento assolutamente libero di scegliere , anzi ....liberissimo ! Diversamente dai giornalisti da Lei citati che dovendo vivere di pubblicità e di sovvensioni statali (CASO UNICO AL MONDO !!) devono prostituire il cervello per 30 denari. Ci siamo autoschiavizzati per pigrizia mentale, per imbecillità pura..... non per colpa del Berlusca !
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Vince198
Vince198 il 15/03/11 alle 16:22 via WEB
Daccordo con te, Ciuffo!
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caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 14/03/11 alle 08:18 via WEB
La pubblicità invita al consumismo ma ATTENZIONE siamo noi consumatori che determiniamo il mercato... Anche qui è una questione di cultura errata, di assenza di valori, siamo diventati il paese dell'apparire e non dell'essere... Riflettete su un fatto: I condannati per omicidi orrendi, sono diventati delle star grazie ai media, ma è a noi cittadini che non fa più orrore un assassino, un ladro etc.
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ventididestra
ventididestra il 13/03/11 alle 18:46 via WEB
Alexis Carrell, un medico-scrittore francese (premio nobel) scrisse nel 1934 che l'uomo era già ampiamente manipolato. Da parte mia ti confermo che da un anno e mezzo ho rinunciato alla TV, e la cosa è stata accettata dalle mie due figlie. Ora, se vedo una pubblicità (o la sento alla radio) provo un senso di fastidio. ciao paolo
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caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 14/03/11 alle 08:21 via WEB
Quando sono a Milano, penso di non poter vivere senza Tv, aria condizionata e tutte le tecnologie esistenti... Poi nel mio rifuglio in campagna, dove per scelta non ho alcuna tecnoligia (prendo ancora l'acqua dal pozzo) tutto sembra normale e dopo il primo giorno non avverto alcun disagio...
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to_revive
to_revive il 14/03/11 alle 12:08 via WEB
quoto il pensiero di ciuffocampagnolo. Gli italiani sono ciò che vogliono essere e la tv si è adeguata alle loro aspettative. Se un programma interessante non raggiunge odience si elimina. Tutto qui! (bada che è così anche in America solo che non sono permesse certe manipolazioni!)
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caterpilarcinzia
caterpilarcinzia il 16/03/11 alle 17:51 via WEB
Anche io condivido il pensiero di ciuffocampagnolo.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 16/03/11 alle 22:14 via WEB
Beh, decidetevi però: o la tv influenza l'essere umano, o è l'essere umano che influenza la tv.
Nel primo caso è necessario evidenziare la responsabilità di chi somministra i programmi.
Nel secondo invece la tv è solo il nostro specchio, e allora è inutile discutere. ;-)
Dai su, smettiamola di scherzare, e accettiamo che la tv influenza le masse, se pur non al 100%.
E quindi diamo almeno parte della responsabilità di ciò che si somministra a chi lo fa.
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Kabbalah
Kabbalah il 16/03/11 alle 21:27 via WEB
@ Silvio: ci mancherebbe! :) Concordo con qunato scritto da ciuffocamp.! Buon ponte lungo Cinzia, un sorriso :))
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 16/03/11 alle 21:50 via WEB
Cinzia, ma non avevo già scritto un sacco di tempo fa una risposta a Ciuffo? ;-)
Il problema che pone Ciuffo non è così semplice da risolvere.
Se la pubblicità non avesse la sua influenza non ce la ritroveremmo pure tra i peli... delle ascelle! ;-)
E se poi insegnano i meccanismi psicologici su cui si basa pure al'università, qualcosa vorrà dire no?
Quindi, checchè se ne dica, l'essere umano è influenzabile, chi più, chi meno, chi per niente, ma se prendi due campioni di esseri umani, uno lo lasci senza pubblicità, e all'altro la propini anche la metà di quella che ci sorbiamo quotidianamente, ci gioco gli attributi che una differenza alla fine ci sarà.
E tuttavia, a livello individuale, è in ultima analisi una scelta che il singolo fa, o accettare di condividere quei valori distorti proposti così come vengono proposti con tutti, così come tutti li condividono (la maggior parte và...), oppure non condividerli.
In realtà però, se si fosse radicali, non resterebbe che andare a fare gli eremiti, per restare puri, oggi come oggi.
E chi non ha colpe scagli la prima pietra.
Quindi non prendiamoci in giro.
Ammettiamo che la pubblicità influenza, a livello statistico.
E ammesso questo, riconosciamo a chi gestisce la pubblicità una responsabilità che finora si è ben guardato di riconoscersi, pur conoscendo i suoi meccanismi.
Ed ovviamente il discorso si allarga ad ogni tipo di programma presentato in tv.
Sono stereotipi, modelli, che influenzano.
Altrimenti questo post non avrebbe avuto senso.
Dice un vecchio detto: "Aiutati che Dio t'aiuta".
E allora, se è pur vero che in ultima analisi è una scelta individuale, è anche vero che la continua tentazione prima o poi da qualche parte riesce a vincere.
Umh, mi viene ora di pensare anche a quell'altro detto: "Non tentare Dio tuo". Non so se c'entra, ma ce lo metto, eheheh.
E allora, se sono vere entrambe le affermazioni, mi sembra lapalissiano che la soluzione giusta sarebbe quella di mantenere la pubblicità nei limiti utili al suo scopo principale, ovvero "anima del commercio", ripulendola dalle distorsioni mercificatrici dei valori fondanti della comunità umana, nonchè relegarla in "luoghi" facilmente consultabili, ma che non si propongono da soli facendoti smadonnare proprio quando l'assassino stà per essere scoperto!
E ancora, separiamo l'informazione, fondamento della democrazia, dall'influenza della pubblicità.
Non so bene come, ma se ci si riflette qualche idea viene.
E per finire...

VIVA L'ITALIA!!!!

Un saluto Cinzia. ;-)
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AngeloQuaranta
AngeloQuaranta il 18/03/11 alle 09:26 via WEB
ho trovato in rete dei video del maestro Manzi, stupendi..., te li suggerisco. http://blog.libero.it/quarantangelo/9096260.html Un saluto Angelo
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OvunqueSei1982
OvunqueSei1982 il 18/03/11 alle 11:17 via WEB
Non importa chi ha sbagliato per prima. Quello che conta è che facciamo schifo.
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avvbia
avvbia il 18/03/11 alle 11:43 via WEB
Entrambe le cose cara cinzia,entrambe. vedi il caso :sia i che tu parlaimo -e non bene-della tv.. gino. ciao
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shineon67
shineon67 il 22/03/11 alle 19:04 via WEB
La tv è parte integrante della comunicazione, facendo un po' di storia si comincia con i libri quelli conservati nelle abbazie dalle invasioni barbariche, poi il salto di qualità: la stampa. Fino alle nuove teconologie del 900 quali la radio e la televisione. Tutti questi elementi hanno avuto un solo scopo o due al massimo: insegnare ma anche influenzare il pensiero delle masse. Il prossimo mezzo per influenzare le masse sarà internet. Attualmente internet non educa ancora abbastanza bene perché la troppa libertà di espressione confonde le masse. Le masse hanno bisogno di pareri univoci, inconfutabili e semplici, il prossimo passo sarà quello di monopolizzare la rete.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 23/03/11 alle 09:33 via WEB
Ciao Shine. Se pur sono evidenti i tentativi di condizionamento dei media, specie ora con la crisi Libica, tuttavia ho qualche dubbio che siano quanto siano così sistematici, consapevoli, quanto intendi tu.
Tempo fa alla cena di fine anno di scuola di mio figlio parlai con il padre di un suo compagno, pubblicitario, lui e la moglie.
A dire il vero ero così infervorato che lo aggredii verbalmente, tanto che dopo dovetti chiedergli scusa, ma la netta impressione che ho avuto è che lui ci credeva in quello che faceva.
E quando anni prima ebbi l'occasione di parlare con un giornalista del Paese Sera, compagno di vita di una mia amica, gli chiesi perchè distorcevano le notizie.
Mi disse semplicemente che il "popolo" vuole le emozioni, altrimenti non legge e non compra.
E ci credeva pure lui.
Siamo noi stessi che contribuiamo a questo "condizionamento di massa".
Ognuno per la sua piccola parte.
Se fosse così, da un certo punto di vista sarebbe ancora più inquietante della tua ipotesi.
Dall'altro lascerebbe la speranza di poter farci qualcosa più facilmente.
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shineon67
shineon67 il 24/03/11 alle 12:05 via WEB
si sarà tutto molto così emotivo ma comunque sempre molto selettivo, ciao
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calipsom1
calipsom1 il 23/03/11 alle 17:42 via WEB
Ma come? Credevo che Berlusconi oltre ad eterodirigere già le trasmissioni tv e le menti di Santoro, Floris, Dandini, Fazio, Mineo, Augias, Benigni, Telese, Tortora, Annunziata, Iacona, Gabanelli, Damico, Berlinguer, Mannoni, Saviano, Lerner, Piroso,... avesse già monopolizzato l'intero world wide web. Vedi tu quanto c'è da imparare stando al mondo.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 23/03/11 alle 19:09 via WEB
Il solito zuzzerellone... ;-)
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shineon67
shineon67 il 24/03/11 alle 12:01 via WEB
il fatto è che parlare di berlusconi o di bersani non cambia niente, comunisti e liberali non cambia, molti sono convinti di avere una alternacambia,
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calipsom1
calipsom1 il 24/03/11 alle 12:34 via WEB
ironia certo la mia... maaaa.... le bugie come sai hanno le gambe corte... e quella raccontata dal Nostro è grossa!
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 26/03/11 alle 10:42 via WEB
Scusa l'ignoranza Calipso, ma chi è il "Nostro"?
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 23/03/11 alle 19:16 via WEB
Comunque, a ognuno il suo: i proprietari (tra cui Berlusconi ovviamente), finanziatori, e sponsor hanno le responsabilità maggiori, poi i direttori fino ai più insignificanti giornalisti, e infine noi stessi fruitori finali nel credere alle loro baggianate.
La misura della distribuzione delle responsabilità potrebbe forse essere data anche dai rispettivi capitali di ognuno, corrispondenti alle rispettive possibilità di influenza.
Quindi, visto che Berlusconi è tra i primi... ;-)
Meno male che nun c'ho 'na lira, ops, 'n'euro! Eheheh
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shineon67
shineon67 il 24/03/11 alle 11:55 via WEB
berlusconi colui che parla male dei giornali ma solo se non sono suoi... lo sapevi che sta mirando di comprare Corsera? Se non altro il fatto di vendersi a silvio sta a significare che non esiste alcun regime comunista semmai esiste il regime del più ricco
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 26/03/11 alle 10:49 via WEB
Shine, che Berlusconi abbia la sua parte di colpe lo hanno anche ammesso quì da qualche parte.
Ammettere che anche dall'altra parte spesso e volentieri si è faziosi non può far altro che bene.
Certo però che sentire accusare Berlusconi di "comunisti" gente che ha firmato il trattato di Lisbona, ha contribuito in maniera determinante a distruggere i diritti dei lavoratori, e persegue le politiche liberiste di privatizzazione e liberalizzazione selvaggia, mi lascia alquanto perplesso. ;-)
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caterita2008
caterita2008 il 25/03/11 alle 11:55 via WEB
La televisione sta diventando sempre più un semplice elettrodomestico, è ampiamente sostituita da internet e chi continua a farne uso sono gli anziani, mentre persino i bambini comincano a vederne poca e scelgono solo programmi mirati! Un saluto.
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semprepazza
semprepazza il 29/03/11 alle 12:58 via WEB
La tv in un primo momento era lo specchio della società dell'epoca, ora impone modelli, modelli soprattutto commerciali e consumistici che spesso non fanno bene. Da quando è stata percepita e riscoperta come forte veicolo di informazione, ha privilegiato messaggi che inducano a seguire determinati stili di vita ed all'emulazione di situazioni e personaggi che dovrebbero incarnare i miti attuali del successo, della bellezza e della ricchezza. Ne è conseguito un uso degenerato anche relativamente all'informazione (che privilegia lo scoop e dedica meno spazio alle cose davvero serie e significative) ed a tutta la programmazione in generale, si a d'intrattenimento, sia di divulgazione generica. La tv di oggi è inguardabile.
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giramondo595
giramondo595 il 22/07/11 alle 14:39 via WEB
Ciaoo Cinzia, secondo me entrambe le cose. Non per niente la tv è considerato l' oppio dei poveri. ricordi uno schetck del film " I mostri " di 40 anni fa. In casa, sucedeva di tutto, c'era la televisone accesa. La persona davanti al teleschermo non si accorgeva di nulla, si addormentava davanti al teleschermo.
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giramondo595
giramondo595 il 17/07/14 alle 13:34 via WEB
Smackkkkkkkkkkkkk, buon pomeriggio
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