Cara Cinzia, hai trattato un argomento per me tra i più importanti.
Combinazione, ho fatto un post pochi mesi fa, (
Clicca quà!), nel quale raccontavo l'evoluzione della pubblicità dal punto di vista di un "semplice" cittadino un pò critico come me, da quando ero ragazzino ad oggi, mostrando come, secondo me, già da "Carosello" erano state gettate le basi per la tv spazzatura di oggi.
La pubblicità è dappertutto.
La pubblicità è la fonte di sussistenza di molte attività, a partire dai media, fino allo sport.
La pubblicità è una enorme voce di bilancio delle grandi società, che oltretutto sono le sole a potersi permettere la pubblicità nelle tv nazionali.
Una cosa è fuor di dubbio: chi ha il potere economico ha la possibilità di influenzare chi da quel potere dipende.
Se un direttore comanda qualcosa sulla quale il dipendente che ha famiglia e non ha altri redditi non è d'accordo, per motivi morali, etici, o di qualsiasi altro tipo, il dipendente è costretto a sottomettersi.
E così, i media sono forzatamente obbligati ad avere un occhio di riguardo nei confronti di chi li alimenta con la pubblicità.
Se un giornale riceve milioni dalla ExxonMobil, ci penserà due volte prima di pubblicare informazioni sui procedimenti internazionali a carico della ExxonMobil relativi alle accuse di fomentazione di guerre civili, inquinamento di territori, e sfruttamento di risorse umane, così come accade, ma nessuno guarda caso lo sà.
Questa sudditanza può essere forse assimilata a quella degli arbitri rispetto ai grandi club. Conscia od inconscia, è evidente che c'è.
Questa sudditanza, prima minima e forse accettabile, ora, man mano che la pubblicità ha invaso tutti i settori chiave della vita sociale, comincia a mostrare il degrado che da essa deriva.
Tutto il sistema economico, sociale, informativo è fortemente condizionato dal sistema di potere che ha la pubblicità come "cavallo di troia".
Ma c'è un altro aspetto, altrettanto inmportante, che riguarda i singoli individui.
La pubblicità fondamentalmente dovrebbe essere un sistema per portare a conoscenza dei cittadini l'esistenza di prodotti e dei loro prezzi.
Quello che è ora la pubblicità è molto di più.
La pubblicità, da quando esiste carosello, è diventata il punto di riferimento dei popoli riguardo allo standard di vita da perseguire.
Per esempio, ora come ora, se non hai il SUV grosso, nero, vetri neri, e brutto come la fame, non conti nulla.
Alcune delle pubblicità su questo tipo di veicoli sono emblematiche, da questo punto di vista.
E la maggior parte delle persone che acquistano il SUV lo fanno esattametne per quei valori che vengono esaltati da quelle pubblicità.
Mi chiedo cosa ne fa del SUV un single che vive a Roma e lo usa giusto per ficcarsi la sera negli stretti vicoli del centro per andare in discoteca.
Per non parlare poi dell'inquinamento.
Un controsenso veramente emblematico.
Ma non è ancora abbastanza.
Il meccanismo di base della pubblicità odierna non è semplicemente quello di mostrare il prodotto nei suoi aspetti funzionali ed estetici, ed anche il prezzo.
Il meccanismo di base della pubblicità attuale si fonda su un meccanismo psicologico presente nell'essere umano.
Chi conosce l'esperimento del cane di Pavlov può comprendere meglio quanto dico.
Al prodotto, qualunque sia, viene abbinato un riferimento, visivo o auditivo, a seconda del media, a valori che richiamano la sfera degli affetti.
Può essere l'amore, il sesso, la famiglia, l'amicizia, il successo, la gloria, ecc...
L'importante è che sia un valore che stimola sensazioni "forti" per l'essere umano.
Il continuo proporre questo abbinamento crea una specie di fusione fra il prodotto stesso e quella sensazione, creando una distorsione più o meno grave a seconda di quanto il soggetto sia difeso o meno da questo tipo di attacco.
Questa associazione spinge l'essere umano ad acquistare quel prodotto nella speranza inconscia di raggiungere quelle sensazioni.
QUesto è quanto si insegna alla facoltà di psicologia nei seminari sulla pubblicità, dove per l'appunto l'ho appreso, e ancor più a fondo immagino lì dove si preparano i futuri pubblicitari.
La distorsione è evidente.
In particolare riguardo al sesso.
C'è chi compra un certo tipo di auto solo per rimorchiare.
Oppure, chi non ha mai accarezzato in un certo modo il volante ergonomico della propria auto, o il serbatoio della sua moto?
(Quello della mia Pegaso 650 mi ricordava i fianchi di una bella donna).
Conseguenza prima di questa influenza è appunot la distorsione dei valori fondamentali dell'umanità, e quindi della società.
Inoltre ci sono altre gravi conseguenze, come quella di accettare come normale la mercificazione di quei valori.
In primo luogo il sesso, ovviamente, e quindi l'amore, ma anche tutti gli altri.
Ed anche questo è chiaramente evidente, come effetto, nella società attuale.
Infine, altro grave fenomeno procurato dalla pubblicità, e la assuefazione alla quale ormai siamo abituati alla violenza che proprio dalla pubblicità proviene.
Noi non ce lo ricordiamo più, e forse i ragazzi nati dopo neanche se ne rendono conto, ma l'interruzione improvvisa di una canzone, di un film, o ancor peggio di un evento in diretta, come un evento sportivo o ancora più grave un confronto politico, sono violenze alla persona, vere e proprie continue mancanze di rispetto.
Noi lo scusiamo con il fatto che la pubblicità "è sacra", "è l'anima del commercio", e intanto ci degradiamo, non ci rispettiamo più.
Ma la pubblicità non è sacra. E non è questa la pubblicità alla quale si riferisce il famoso detto.
Questa violenza, come tutte le violenze, non muore, ma si accumula in noi, e prima o poi esce fuori, in altra forma, e verso soggetti che non c'entrano nulla.
Questa onnipresenza della pubblicità in tutti i campi e nei modi descritti io ritengo non sia umanamente sopportabile, e a lungo termine provoca, come mi sembra stia iniziando a fare, delle gravi distorsioni nella società, facendo dimenticare il primo motivo per cui una società si fonda, o almeno dovrebbe essere fondata, motivo che è il maggior bene comune che ne dovrebbe derivare, dall'unirsi, secondo regole comuni.
Il degrado attuale potrebbe quindi essere definito come il nostro allontanarci dal motivo fondante della nostra società, un allontanarsi che dipende da cause che ancora non riusciamo a vedere chiaramente, e che proprio per questo ci hanno pervaso fino alle ossa.
Io ritengo che la pubblicità è utile, ma solo se ben controllata, in "luoghi" ben definiti, dove il "consumatore" può andare a consultarla se vuole, se ne ha la necessità, invece di essere "violentato" in ogni momento.
Come ad esempio le "Pagine Gialle", cartacee o virtuali che siano.
Se io sto bene così, non devo subire un bombardamento giornaliero.
Se mi si rompe il frigorifero, o se voglio curiosare tra le novità tecnologiche, allora andrò a prendere le pagine gialle, o quello che è, dal mobiletto del telefono, o me le cerco su internet, e sò che lì c'è la pubblicità, e solo quella.
La pubblicità mi deve dare informazioni unicamente su quel prodotto, e soprattutto veritiere, senza trucchi.
E assolutamente senza abbinamenti "psicologici", come la bella gnocca mezza nuda spaparacchiata sul cofano di una Lamborghini.
Deve essere mia moglie a darmi lo "stimolo", non una accozzaglia di lamiere, se pure ben fatta.
E se sono un giornalista, devo poter pubblicare un articolo sulle accuse della ExxonMobil, e quindi devo vivere del costo del giornale, od anche degli aiuti statali alla informazione, ma non dei soldi della stessa ExxonMobil.
Credo sia il caso di cominciare a pensare ad un sistema nel quale la pubblicità sia seriamente ridimensionata.
Solamente rendersi conto di come sia difficiel dovrebbe farci pensare su quanto della pubblicità siamo schiavi.
Queste ovviamente sono solo mie opinioni, a qualcuno sembreranno esagerate, ma io ritengo di essere stato anche troppo "soft".
Questo è anche il motivo principale per cui mai mi sono aspettato qualcosa di buono da Berlusconi.Cara Cinzia, hai trattato un argomento per me tra i più importanti.
Combinazione, ho fatto un post pochi mesi fa, (
Clicca quà!), nel quale raccontavo l'evoluzione della pubblicità dal punto di vista di un "semplice" cittadino un pò critico come me, da quando ero ragazzino ad oggi, mostrando come, secondo me, già da "Carosello" erano state gettate le basi per la tv spazzatura di oggi.
La pubblicità è dappertutto.
La pubblicità è la fonte di sussistenza di molte attività, a partire dai media, fino allo sport.
La pubblicità è una enorme voce di bilancio delle grandi società, che oltretutto sono le sole a potersi permettere la pubblicità nelle tv nazionali.
Una cosa è fuor di dubbio: chi ha il potere economico ha la possibilità di influenzare chi da quel potere dipende.
Se un direttore comanda qualcosa sulla quale il dipendente che ha famiglia e non ha altri redditi non è d'accordo, per motivi morali, etici, o di qualsiasi altro tipo, il dipendente è costretto a sottomettersi.
E così, i media sono forzatamente obbligati ad avere un occhio di riguardo nei confronti di chi li alimenta con la pubblicità.
Se un giornale riceve milioni dalla ExxonMobil, ci penserà due volte prima di pubblicare informazioni sui procedimenti internazionali a carico della ExxonMobil relativi alle accuse di fomentazione di guerre civili, inquinamento di territori, e sfruttamento di risorse umane, così come accade, ma nessuno guarda caso lo sà.
Questa sudditanza può essere forse assimilata a quella degli arbitri rispetto ai grandi club. Conscia od inconscia, è evidente che c'è.
Questa sudditanza, prima minima e forse accettabile, ora, man mano che la pubblicità ha invaso tutti i settori chiave della vita sociale, comincia a mostrare il degrado che da essa deriva.
Tutto il sistema economico, sociale, informativo è fortemente condizionato dal sistema di potere che ha la pubblicità come "cavallo di troia".
Ma c'è un altro aspetto, altrettanto inmportante, che riguarda i singoli individui.
La pubblicità fondamentalmente dovrebbe essere un sistema per portare a conoscenza dei cittadini l'esistenza di prodotti e dei loro prezzi.
Quello che è ora la pubblicità è molto di più.
La pubblicità, da quando esiste carosello, è diventata il punto di riferimento dei popoli riguardo allo standard di vita da perseguire.
Per esempio, ora come ora, se non hai il SUV grosso, nero, vetri neri, e brutto come la fame, non conti nulla.
Alcune delle pubblicità su questo tipo di veicoli sono emblematiche, da questo punto di vista.
E la maggior parte delle persone che acquistano il SUV lo fanno esattametne per quei valori che vengono esaltati da quelle pubblicità.
Mi chiedo cosa ne fa del SUV un single che vive a Roma e lo usa giusto per ficcarsi la sera negli stretti vicoli del centro per andare in discoteca.
Per non parlare poi dell'inquinamento.
Un controsenso veramente emblematico.
Ma non è ancora abbastanza.
Il meccanismo di base della pubblicità odierna non è semplicemente quello di mostrare il prodotto nei suoi aspetti funzionali ed estetici, ed anche il prezzo.
Il meccanismo di base della pubblicità attuale si fonda su un meccanismo psicologico presente nell'essere umano.
Chi conosce l'esperimento del cane di Pavlov può comprendere meglio quanto dico.
Al prodotto, qualunque sia, viene abbinato un riferimento, visivo o auditivo, a seconda del media, a valori che richiamano la sfera degli affetti.
Può essere l'amore, il sesso, la famiglia, l'amicizia, il successo, la gloria, ecc...
L'importante è che sia un valore che stimola sensazioni "forti" per l'essere umano.
Il continuo proporre questo abbinamento crea una specie di fusione fra il prodotto stesso e quella sensazione, creando una distorsione più o meno grave a seconda di quanto il soggetto sia difeso o meno da questo tipo di attacco.
Questa associazione spinge l'essere umano ad acquistare quel prodotto nella speranza inconscia di raggiungere quelle sensazioni.
QUesto è quanto si insegna alla facoltà di psicologia nei seminari sulla pubblicità, dove per l'appunto l'ho appreso, e ancor più a fondo immagino lì dove si preparano i futuri pubblicitari.
La distorsione è evidente.
In particolare riguardo al sesso.
C'è chi compra un certo tipo di auto solo per rimorchiare.
Oppure, chi non ha mai accarezzato in un certo modo il volante ergonomico della propria auto, o il serbatoio della sua moto?
(Quello della mia Pegaso 650 mi ricordava i fianchi di una bella donna).
Conseguenza prima di questa influenza è appunot la distorsione dei valori fondamentali dell'umanità, e quindi della società.
Inoltre ci sono altre gravi conseguenze, come quella di accettare come normale la mercificazione di quei valori.
In primo luogo il sesso, ovviamente, e quindi l'amore, ma anche tutti gli altri.
Ed anche questo è chiaramente evidente, come effetto, nella società attuale.
Infine, altro grave fenomeno procurato dalla pubblicità, e la assuefazione alla quale ormai siamo abituati alla violenza che proprio dalla pubblicità proviene.
Noi non ce lo ricordiamo più, e forse i ragazzi nati dopo neanche se ne rendono conto, ma l'interruzione improvvisa di una canzone, di un film, o ancor peggio di un evento in diretta, come un evento sportivo o ancora più grave un confronto politico, sono violenze alla persona, vere e proprie continue mancanze di rispetto.
Noi lo scusiamo con il fatto che la pubblicità "è sacra", "è l'anima del commercio", e intanto ci degradiamo, non ci rispettiamo più.
Ma la pubblicità non è sacra. E non è questa la pubblicità alla quale si riferisce il famoso detto.
Questa violenza, come tutte le violenze, non muore, ma si accumula in noi, e prima o poi esce fuori, in altra forma, e verso soggetti che non c'entrano nulla.
Questa onnipresenza della pubblicità in tutti i campi e nei modi descritti io ritengo non sia umanamente sopportabile, e a lungo termine provoca, come mi sembra stia iniziando a fare, delle gravi distorsioni nella società, facendo dimenticare il primo motivo per cui una società si fonda, o almeno dovrebbe essere fondata, motivo che è il maggior bene comune che ne dovrebbe derivare, dall'unirsi, secondo regole comuni.
Il degrado attuale potrebbe quindi essere definito come il nostro allontanarci dal motivo fondante della nostra società, un allontanarsi che dipende da cause che ancora non riusciamo a vedere chiaramente, e che proprio per questo ci hanno pervaso fino alle ossa.
Io ritengo che la pubblicità è utile, ma solo se ben controllata, in "luoghi" ben definiti, dove il "consumatore" può andare a consultarla se vuole, se ne ha la necessità, invece di essere "violentato" in ogni momento.
Come ad esempio le "Pagine Gialle", cartacee o virtuali che siano.
Se io sto bene così, non devo subire un bombardamento giornaliero.
Se mi si rompe il frigorifero, o se voglio curiosare tra le novità tecnologiche, allora andrò a prendere le pagine gialle, o quello che è, dal mobiletto del telefono, o me le cerco su internet, e sò che lì c'è la pubblicità, e solo quella.
La pubblicità mi deve dare informazioni unicamente su quel prodotto, e soprattutto veritiere, senza trucchi.
E assolutamente senza abbinamenti "psicologici", come la bella gnocca mezza nuda spaparacchiata sul cofano di una Lamborghini.
Deve essere mia moglie a darmi lo "stimolo", non una accozzaglia di lamiere, se pure ben fatta.
E se sono un giornalista, devo poter pubblicare un articolo sulle accuse della ExxonMobil, e quindi devo vivere del costo del giornale, od anche degli aiuti statali alla informazione, ma non dei soldi della stessa ExxonMobil.
Credo sia il caso di cominciare a pensare ad un sistema nel quale la pubblicità sia seriamente ridimensionata.
Solamente rendersi conto di come sia difficile dovrebbe farci pensare su quanto della pubblicità siamo schiavi.
Questo è anche il motivo principale per cui ho sempre diffidato di Berlusconi.
E da molto prima che entrasse in politica, perchè l'ho visto come chi, in Italia, è stato il "cavallo di troia" del sistema consumistico così come l'ho descritto.
Che sia chiaro, se non fosse stato Berlusconi sarebbe stato qualcun altro, perchè il sistema consumistico viene da lontano, ed ha ormai "infettato" tutto il mondo.
Ma stà di fatto che è stato lui a farsi carico più di altri di portare questo sistema in Italia.
Ovviamente tutto il resto dell'Italia "che conta" ha seguito questa ideologia, compresa la sinistra, con i Veltroni e Napolitano dell'epoca che contrattavano con Berlusconi quote di mercato.
Noi cittadini siamo stati a guardare, e nei pettiori dei casi abbiamo condiviso questa illusione.
E questa la ocnsidero la nostra colpa.
Queste ovviamente sono solo mie opinioni, a qualcuno sembreranno esagerate, ma io ritengo di essere stato anche troppo "soft".
Un saluto Cinzia.
Inviato da: avvbia
il 28/01/2020 alle 10:15
Inviato da: giuseppedoria2010
il 06/02/2016 alle 15:38
Inviato da: avvbia
il 28/01/2016 alle 10:54
Inviato da: giramondo595
il 17/10/2014 alle 09:39
Inviato da: giramondo595
il 17/07/2014 alle 13:34