DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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Se ne può uscire
Post n°193 pubblicato il 01 Febbraio 2015 da mygangsta
Strano a dirsi, ecco un post meno cupo degli altri. Ma, come un mese di luglio mi vide entrare nell'oscuro tunnel della tossicodipendenza, un mese di febbraio mi vide uscirne. Pazzesco, quasi incredibile. Non ci avrei sperato, non pensavo che sarei riuscito a fare a meno delle sostanze, delle dosi quotidiane. Quando ci pensavo, in comunità, traevo la conclusione che, no, non ce l'avrei mai fatta, le crisi d'astinenza erano violente e avevo paura del futuro, non avrei scommesso nulla sul fatto che, un giorno, sarei stato di nuovo libero e una nuova vita avrebbe potuto iniziare. Una vita senza droga, senza medici, senza visite, senza medicinali, senza crisi. Una vita libera. Ed era febbraio quando tutto finì. Rendersi conto che era davvero tutto finito, dopo anni, mi sembrò troppo bello per essere vero. C'è voluto parecchio tempo perchè me ne rendessi conto del tutto. La seconda chance. Insperata. Certo, la consapevolezza di ciò che avevo fatto a me stesso è stata devastante e lo è tuttora. In realtà lo strascico della tossicodipendenza non se ne va. Sia a livello fisico che psicologico che sociale. Ma oggi voglio dare spazio alla sensazione di libertà, di stupore, di eroismo, quel poter finalmente dire "ce l'ho fatta". Sì, alla fine ho vinto io. Ho cambiato radicalmente la mia vita. Ho ripreso in mano tutto, ho recuperato gli anni perduti, ho ricostruito me stesso risorgendo dalle mie stesse ceneri come l'Araba Fenice. Certo, non basterà mai. Quanto accaduto non si cancellerà, rimarrà lì, incastonato nel mio passato qualunque cosa io faccia. Ho perso il padre, amici (che poi veri amici non erano ma tant'è), la serenità e molto altro. Ma nessuno potrebbe indovinare adesso quale sia il mio passato. Le sostanze non hanno più nessun potere su di me. E questo mi rende felice (per quanto felice possa mai essere io...) Ora la vita è di nuovo mia, non della droga. La mia casa, il mio lavoro, il mio cane, il trekking, i miei hobby e le mie passioni (metal, film, libri...), il mio sogno (per quanto attualmente, e forse sempre, impossibile) di trasferirmi in montagna con la ragazza che amo profondamente, la pratica della meditazione, il mio amore per la montagna, mi dicono che, cmq sia, vivere di nuovo è possibile. E che io ce l'ho fatta. E ripensare alla mia vittoria, completata in quel mese di febbraio, ora che lo stesso mese è di nuovo sul calendario, riesce persino a farmi sorridere (e se sorrido io è già un bel dire, che sorrida è probabile tanto quanto che febbraio abbia 31 giorni...) Ma ricordo il momento in cui tornai a essere libero, in cui uscii dal percorso di disintossicazione, in cui osservai tutto quanto intorno a me come fosse la prima volta, ogni cosa è stata di nuovo una conquista, non ho mai più dato nulla per scontato. Quella è stata la vera adrenalina, la vera ebbrezza, una sensazione impagabile. Così, oggi, almeno per qualche ora, ho lasciato indietro l'eco della colpa, dell'errore e delle disastrose conseguenze e io e lei ce ne siamo andati fuori città, in montagna. Insieme. Innamorati. Che se lo sapessero suo padre e molti altri si scatenerebbe una tempesta infernale. Ma tant'è. Oggi ho voluto "celebrare" questo mese che, nonostante tutto, mi ricorda la mia vittoria. E ora metterò a tacere l'eco dei pensieri ancora per qualche ora con il mio adorato metal. Almeno fino a che il prossimo incubo non mi ricorderà la dura realtà. La droga vinse le battaglie, ma io ho vinto la guerra.
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