Creato da frattale58 il 06/04/2012

il vecchio prof

«Quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono?»

LETTERA A DANTE

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 24
 

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Allora quando il lavoro è finito

(e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciar più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello);

quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più;

quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari s'è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d'odio e d'amore)

e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo,

comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro;

di trovare un "qualcuno"; quel "qualcuno" che ci illuda, fosse pure per un solo momento, del poter distruggere e annientare quella solitudine;

di poter ricomporre quell'unità

lacerata e perduta.


G.Testori

su L'Espresso 1975

 

LA GOCCIA

 

 

« Lettera di un condannato...DEDICATO A MIA FIGLIA »

LAVORARE PER CHI?

Post n°14 pubblicato il 29 Aprile 2012 da frattale58

Il commento di lemmy mi ha fato venire in mente una poesia (no non è una poesia, è una prosa) di Peguy :)

Un tempo gli operai non erano servi.
Lavoravano.

Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.
La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.
Era naturale, era inteso. Era un primato. 
Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in 
modo proporzionale al salario. 
Non doveva essere ben fatta per il padrone,
né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.
Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.
Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza,
una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia 
fosse ben fatta.
E ogni parte della sedia fosse ben fatta. 
E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con
la medesima perfezione delle parti che si vedevano.
Secondo lo stesso principio delle cattedrali.
E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.
Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.
Il lavoro stava là. Si lavorava bene. 
Non si trattava di essere visti o di non essere visti.
Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.

Noi veniamo da questa tradizione, se i nostri ragazzi vedessero adulti lavorare così, non credi che ci sarebbe una speranza di "rivoluzione"? 

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Commenti al Post:
Clarallende55
Clarallende55 il 29/04/12 alle 15:32 via WEB
Il lavoro in sè era nobiltà,onestà,mai legato a rendiconto personale,era insito in ognuno dare se stessi per compiere un'azione,realizzare,lavorare.Il mio carissimo nonno contadino era davvero un esempio di disponibilità,aiutava tutti,coltivava i campi con un sorriso,raccoglieva ciò che seminava con impegno e serietà.I nostri figli??I giovani,sì dovremmo trasmetter loro l'ideale di realizzarsi con serietà e impegno in ambito professionale,ma purtroppo quali esempi hanno??Io dico loro"non vi arrendete"..MAI!!!Buona domenica a te
 
 
frattale58
frattale58 il 29/04/12 alle 16:47 via WEB
è proprio vero... e tu l'hai visto e ammirato.. e forse hai provato anche tu ad essere come lui. non sono molti che hanno avuto questa fortuna, anch'io ho avuto quest'esempio da mio padre e ho incontrato da adolescente altri uomini e donne così. i nostri figli... hanno noi da guardare... mai arrendersi alla mentalità comune :)
 
lemmy_volubilis
lemmy_volubilis il 29/04/12 alle 16:05 via WEB
Esatto! :)
 
 
frattale58
frattale58 il 29/04/12 alle 16:48 via WEB
ciao lemmy, pensavo poi che, alla fine, lavorare in modo dignitoso rende anche più contenti...
 
ikeuoha
ikeuoha il 29/04/12 alle 18:15 via WEB
..Quando il lavoro era "la contrattualità sociale" per eccellenza. Quando gli oggetti servivano perché ve ne erano pochi e indispensabili. Un tempo si chiedeva di diminuire il lavoro perché si lavorava troppo nonostante l'impegno, la necessità, la gioia di lavorare.. ecc. ecc. oggi il lavoro si cerca.. a volte bisogna occupare il tempo con dei lavori palliativi nonostante aldilà di tutto resti sempre il discorso del "fare" con passione, con piacere e intelligenza, anche nell'ottica dell'esempio. Thanks.
 
 
frattale58
frattale58 il 29/04/12 alle 18:23 via WEB
grazie a te ik; il fare con passione (e con amore aggiungerei)rende dignitoso e profondamente utile qualsiasi cosa che abbiamo da fare; e ci rende più veri ogni giorno di più. ciao p.s. non riesco più a contattarti... hai messo un blocco?
 
TopoCanguro
TopoCanguro il 29/04/12 alle 20:09 via WEB
Lavorare con passione può dare più soddisfazioni di un assegno, soprattutto perchè non si basa sull'aridità del denaro ma sulla ricerca della perfezione.
 
 
frattale58
frattale58 il 29/04/12 alle 20:37 via WEB
vero.. è in gioco la nostra realizzazione, ogni altra considerazione per me viene dopo (anche se non è dimenticata).... buona serata topocanguro!
 
un.dolce.tormento
un.dolce.tormento il 30/04/12 alle 14:11 via WEB
Se "i ragazzi" si soffermasse davvero ad osservare si sarebbe già compiuta non una rivoluzione ma un miracolo!
 
 
frattale58
frattale58 il 30/04/12 alle 14:15 via WEB
mai rinunciare all'idea che possa accadere un miracolo... buona giornata
 
   
un.dolce.tormento
un.dolce.tormento il 01/05/12 alle 09:46 via WEB
non ho troppa fiducia... I giovani sfuggono ai lavori manuali, e non credono che provino nessuna attrattativa nemmeno nell'osservarli. Probabilmente sbaglio... In fondo è la loro indifferenza su altre cose ancora più "umane" che dovrebbe lasciare "sconfortati"...
 
     
frattale58
frattale58 il 01/05/12 alle 10:41 via WEB
in queste cose non si dovrebbero guardare le "statistiche" (che ci lasciano sconfortati); sabato io e alcuni altri insegnanti ci siamo trovati con alcune decine di nostri ragazzi e insieme abbiamo passato un po' di tempo in un pensionato di anziani. lo scopo: imparare il valore del tempo e di ogni persona e di sé. è ormai 11 anni che propongo ciò e sempre altri ragazzi si aggiungono.. e poi proseguono gli studi .. vanno all'università.. e chissà ..perché non sperare che l'aver visto un modo diverso di vivere non lasci un segno almeno in qualcuno?
 
     
un.dolce.tormento
un.dolce.tormento il 01/05/12 alle 21:32 via WEB
Sai cosa ti dico? ma lo sai che sei più sognatore di me? :)))
 
     
frattale58
frattale58 il 01/05/12 alle 21:55 via WEB
eh eh uno degli slogan del '68 era "siate realisti chiedete l'impossibile" .. secondo me comunque è più realista lavorare perché sia possibile uno sguardo diverso sulle cose, piuttosto che lamentarsi che tutto va male e non fare niente... non credi?...... un caro saluto
 
     
un.dolce.tormento
un.dolce.tormento il 02/05/12 alle 23:05 via WEB
ah ecco da dove ti viene tutto quello spirito rivoluzionario ;)
 
     
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 23:09 via WEB
beh io sono arrivato un po' dopo...ma quel periodo ha lasciato un segno:)..ciao
 
     
un.dolce.tormento
un.dolce.tormento il 04/05/12 alle 18:59 via WEB
Ha fatto storia, non un segno, un solco profondo...
 
     
frattale58
frattale58 il 06/05/12 alle 20:03 via WEB
... ma che fine hanno fatto quegli uomini e donne che hanno sperato e lottato in quegli anni? ... ciao
 
stelladolce46
stelladolce46 il 01/05/12 alle 17:33 via WEB
Certo la scuola, caro collega, può fare molto,ma è la famiglia quella che è più determinante.Grazie della visita e buona serata.
 
 
frattale58
frattale58 il 01/05/12 alle 18:41 via WEB
certo, ma non possiamo nasconderci che (stante la sua crisi) anche noi siamo in prima linea. ciao è un piacere trovare un collega...ciao
 
Clarallende55
Clarallende55 il 01/05/12 alle 22:44 via WEB
Condurre i ragazzi a far visita ai cari nonni,ottima iniziativa,importante che percepiscano la possibilità di una realtà diversa,che amino la nostra cultura,i nostri nonnini che sanno trasmetere l'importanza dell'essere e non dell'apparire come oggi sta accadendo.Vero,la famiglia è alla base dei condizionamenti della personalità,ma il secondo importantissimo supporto è la scuola,le figure degli insegnanti,il ruolo da loro svolto,l'esempio che danno,il coinvolgerli come tu fai..ancora una buona notte:)
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 11:56 via WEB
Grazie, hai colto nel segno: ognuno deve fare il possibile e non tirarsi indietro, .. tra l'altro così facendo anche la propria vita diventa molto più interessante e meno ripiegata sulle ferite....
 
rachele662
rachele662 il 02/05/12 alle 12:41 via WEB
Hai ragione, come darti torto...ma curiosando tra i commenti ho letto che secondo te non è una questione di statistiche...ci sono ragazzi con tanta volontà di far bene, è vero, ma ce ne sono in numero più significativo con l'idea che la vita sia una passeggiata, che tutto gli sia dovuto, che non ci si deve impegnare per ottenere qualcosa...la colpa non è loro, la società contemporanea "detta" regole del tutto sbagliate...l'effimero è ciò che conta...apparire più che essere...! Ben vengano prof come te, ma anche la scuola ha perso di autorevolezza...e le famiglie poi...madri con nuovi compagni, dai quali hanno altri figli...padri insieme a ragazze che a volte sono coetanee della prole avuta dal primo matrimonio...poi gli acquistano motorino, cellulare e in seguito un'auto, e le coscienze genitoriali sono a posto! Non sono una bacchettona, ma credo che a questo modo di vivere manchi qualcosa...l'educazione in primis...sento ragazzini bestemmiare e non mi piace affatto!!! Non ho figli, forse parlo così per questo:)) Felice giorno, Elena
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 13:32 via WEB
ciao Elena, questo è la realtà in cui viviamo... dobbiamo averne coscienza perché altrimenti saremmo fuori dal mondo.. non è una questione di avere o non avere figli... ma di guardarli riconoscendo in tutta la loro confusione e vuoto quella radice (che non muore mai perché è in rapporto col mistero) di esigenza di felicità che è la stessa che abbiamo noi... tutti. e da lì, insieme, a piccoli passi poi via via (se ci seguono) più spediti... finché ci si accorge che corrono incontro alla loro realizzazione e... spesso mi accorgo di essere io che li seguo. è un'esperienza affascinante l'educazione dei giovani!! .....grazie delle tue acute osservazioni e ti auguro tutta la felicità per cui siamo fatti
 
lorisea
lorisea il 02/05/12 alle 19:34 via WEB
Bellissima riflessione e insegnamento frattale. Bisogna riappropriarsi di alcuni valori essenziali. Buona serata. Enza
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 20:03 via WEB
è proprio questo anche il mio pensiero... noi pensiamo che certi valori siano acquisiti una volta per sempre ... e invece dobbiamo sempre riconquistarli altrimenti si svuotano....ciao e grazie della visita
 
lorisea
lorisea il 02/05/12 alle 19:35 via WEB
Mi ha colpito molto questo post.
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 20:04 via WEB
a me ha colpito molto anche la profondità dei commenti che ha suscitato e ringrazio tutti per questo....
 
ikeuoha
ikeuoha il 02/05/12 alle 20:05 via WEB
Il mondo in cui si vive è il "mondo della relatività". I giovani? Ve ne sono molti in gamba, sanno quello che vogliono e si difendono da sistemi che non possono comprendere. Le Istituzioni non riescono ad essere lungimiranti. I "nonnini" di oggi sono quelli che vissero l'esperienza terribile delle guerre e sono stanchi di dover sentire sempre gli stessi discorsi. E' un mondo "frettoloso" che correndo verso una globalizzazione ideale ha perso la strada di casa. I governi sovra-nazionali cercano di sistematizzare regole economiche, finanziarie, culturali, ecc. ecc. ma i villaggi e le stesse città a diverse latitudini si trovano a vivere il peso di un cambiamento non gestibile. In questo marasma generale ci sono i ragazzini che si ritagliano i loro spazi e cercano di difendersi come possono. Poi ci sono i docenti volenterosi e ottimisti a cui va tutta la mia stima. Thanks.
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 20:28 via WEB
credo che tu abbia dato contenuto all'esperienza di confusione che sperimentiamo tutti... rimane per me sempre un (forse)unico "punto d'attacco" che è ciò che unisce vecchi e giovani, ricchi e poveri... è quell'esigenza di felicità e di realizzazione che emerge in mille forme e che mi fa essere compagno d'avventura con persone (colleghi e studenti ecc) quanto mai diversi da me. l'ottimismo nasce soprattutto dal gusto di vivere che una cosa così suscita... in tutti :) ciao
 
mensy0
mensy0 il 02/05/12 alle 22:56 via WEB
Il mondo è in continua evoluzione...la cosa più importante è insegnare ai propri figli i veri valori della vita!Buona notte! Mensy
 
 
frattale58
frattale58 il 02/05/12 alle 22:58 via WEB
buona notte .... grazie
 
lafatadelmare
lafatadelmare il 03/05/12 alle 09:30 via WEB
Purtroppo è colpa della nostra generazione se i ragazzi non conoscono o conoscono poco il lavoro artigianale, creare un prodotto finito riesce a dare una gioia che raramente abbiamo saputo trasmettere e che la catena di montaggio ha distrutto, avremmo dovuto capire che la tecnologia andava addomesticata e affiancata ad una vera cultura della creatività, invece abbiamo riempito i nostri giovani di play station e giochini informatici senza saperne dosare l'uso nella loro vita...non è stato facile essere genitori in un periodo così strano e confuso, ma è sempre possibile riformulare la vita in qualche modo...buona giornata...
 
 
frattale58
frattale58 il 03/05/12 alle 12:46 via WEB
credo che tu abbia colto un punto veramente importante: i cambiamenti sociali non sono stati adeguatamente supportati da una cultura che li comprendesse, che desse a noi e ai nostri figli un nuovo senso, una nuova coscienza di sé... e così alla fine è la tecnologia che ci usa e ci domina e non viceversa. .. hai ragione alla fine quando dici che è possibile riformulare la vita... ma questo è un lavoro a medio termine perché passa dal rapporto personale, dall'esempio...ma non bisogna rinunciare... buona giornata anche a te
 
albachiara.b
albachiara.b il 03/05/12 alle 11:21 via WEB
purtroppo l'esempio lo hanno dato tutti i nostri politici,il lavoro di per se è remunerato poco,oggi conta solo la finanza i burocrati di stato e a noi non è dato neanche più la possibilità non solo di fare una sedia quasi armoniosa,ma nemmeno di fare uno sgabello,se non si ritorna un pò indietro e estirpando chi della politica vera ne ha fatto un terreno di coltura per i loro sporchi interessi non ci sarà davvero più niente..un sorriso
 
 
frattale58
frattale58 il 03/05/12 alle 12:55 via WEB
eh si forse abbiamo sperato troppo nella politica (eredità del '68).... e anche chi è entrato in politica con buone intenzioni e grandi ideali (ne ho conosciuti) non ha potuto far molto e talvolta è stato risucchiato da questa smania di potere.... ma rinunciare vorrebbe dire lasciare in mano ai "marci" la possibilità di decidere della nostra pelle... eh no! contraccambio il sorriso (che è indice di serenità..)
 
Sogni_Fantasy
Sogni_Fantasy il 03/05/12 alle 15:46 via WEB
Non parlo tanto di politica perchè nn me ne intendo, ma so solo una cosa, abbiamo lottato tanto per la ns dignità e adesso ci troviamo con le spalle al muro...Frutto di tante politiche sbagliate? Non so!!.... Grazie per il commento e la visita e scusami se nn riesco a commentarti...Un sorriso Francesca
 
 
frattale58
frattale58 il 03/05/12 alle 16:07 via WEB
perché questo cos'è? si abbiamo lottato tanto per la nostra dignità... ma forse ad un certo punto l'abbiamo data per acquisita e ci siamo preoccupati di altro..... (neanch'io mi intendo tanto di politica)..... ciao
 
mensy0
mensy0 il 06/05/12 alle 01:01 via WEB
......."La politica non esiste più! I nostri parlamentari sono privi di ideali! Il loro unico ideale e' Il potere! " .........Penso che il rapporto tra datore di lavoro e operaio sia cambiato da una volta, c'era più rispetto verso il lavoratore come dipendente, ora più delle volte viene umiliato e sfruttato ed e' per questo motivo che tanti dipendenti non riuscono ad amare il proprio lavoro! Buona notte e buona domenica ! Un abbraccio! Mensy
 
 
frattale58
frattale58 il 06/05/12 alle 20:00 via WEB
eh sì... possiamo dire con Kierkegaard: «La nave è ormai in mano al cuoco di bordo e le parole che trasmette il megafono del comandante non riguardano più la rotta, ma il menù del giorno dopo».... ma forse per tanti basta mangiare... buona serata
 
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...per certa gente

è serio il problema dei soldi,

è serio il problema dei figli,

è serio il problema

dell'uomo e della donna,

è serio il problema della salute,

è serio il problema politico:

tutto è serio

eccetto la vita.

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Chiedete a un padre

se il miglior momento

non è quando i suoi figli

cominciano ad amarlo

come uomini,

lui stesso, come uomo,

liberamente,

gratuitamente....

quando i suoi figli

cominciano a diventare uomini

.... E lui stesso, lo trattano

come un uomo libero..

Peguy

 

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