Creato da sinaico il 08/05/2008

Rivotorto

fede e vita - natura e grazia

 

 

Urgenza dell'annuncio evangelico

Post n°1405 pubblicato il 29 Novembre 2024 da sinaico

E’ vero che i credenti possono essere ipocriti e formalisti (e proprio perché credenti spesso lo possono essere più degli altri). Ed è vero che i peccatori possono essere tali anche, e a volte soprattutto, a causa di condizionamenti invincibili.
Ed è anche vero che nessuno può giudicare la coscienza di qualcuno.
Ma se Gesù ha detto che è necessario e urgente annunciare il Vangelo, vuol dire che più si annuncia e si testimonia il Vangelo, più si santificano e si salvano le anime.
La diffusione del Vangelo dipende dalla preghiera, dalla predicazione (e perciò anche dai carismi), dalla carità, dall’unità, dal sacrificio… Cioè dipende essenzialmente dalla santità, mentre la testimonianza visibile è dovuta a una coerenza visibile ed efficace al Vangelo.

 
 
 

Bontà

Post n°1404 pubblicato il 29 Novembre 2024 da sinaico

Se la bontà umana tende a comportarsi al modo della carità, tende pure a uniformarsi alla carità e a manifestare la carità (cfr. Mt 15,19), anche se è imperfetta rispetto alla bontà soprannaturale. Tutto è puro per i puri, dice San Paolo.
Il buon samaritano citato da Gesù come esempio di amore per tutti, giudei compresi, è una sorta di “infedele”, ma il suo amore era, di fatto, soprannaturale, o tendente all’amore soprannaturale.
Chi non conosce Dio ma è buono a livello naturale (e si può esserlo solo se la bontà coinvolge la volontà), perché dovrebbe rifiutare la bontà soprannaturale? Sarebbe innaturale e perciò non sarebbe bontà.

 
 
 

Annuncio del Vangelo e dialogo

Post n°1403 pubblicato il 29 Novembre 2024 da sinaico

Il dialogo non deve annacquare lo “scandalo” del Vangelo.
Il Vangelo, infatti, pur non contraddicendo la ragione, la “scandalizza”: non tanto perché, a causa della grazia, la ragione sente una sorta di “vertigine”, quanto perché, dopo il peccato originale, la ragione trova una certa difficoltà a leggere ciò che è inscritto nel cuore (anche, e forse soprattutto, a causa dei peccati attuali, non solo propri, ma anche quelli altrui, che condizionano le percezioni del cuore, così come la bontà umana le condizionano positivamente).

 
 
 

Criteri di giudizio riguardo alle medicine non ufficiali

Post n°1402 pubblicato il 29 Novembre 2024 da sinaico

Per dare un giudizio sulle medicine non ufficiali occorre esaminarne una per una.
Esistono pratiche certamente demoniache e comunque peccaminose, altre evidentemente pericolose, altre da studiare col metodo scientifico.
Non bisogna essere né creduloni, né chiusi: l’importante è mantenere l’integrità della fede.
In vari casi delle pratiche che funzionavano empiricamente si sono poi dimostrate scientificamente valide.
L’importante è che non si contraddica il metodo scientifico, e perciò la razionalità, ma il non conoscere ancora non è irrazionale.
La medicina medioevale non aveva nulla di sbagliato perché non era “magica”, sebbene spesso, pur nella sua complessità, cercava di spiegarsi fenomeni che funzionavano empiricamente attraverso delle teorie razionali, anche se spesso non esatte. Così può accadere per certe forme di medicine non ufficiali ancora oggi.
Occorre tenere conto dell’effetto placebo, per cui potrebbero esserci certe forme di cura empirica di per se sostanzialmente neutre che funzionano nel rispetto dell’effetto placebo e nulla più. Occorre però decontestualizzarle da ogni alone di esoterismo, che è pericoloso per la fede, la sanità mentale e, anche, la sanità fisica.
Perciò, anche nei casi di per se non pericolosi, l’approccio “magico” può creare le condizioni per cui possa manifestarsi anche un’azione demoniaca, soprattutto se chi opera attraverso certe medicine si affida all’esoterismo.
Le pratiche, di per se, possono essere sbagliate a livello medico, e in tal senso pericolose, ma non evocano i demoni, che però possono manifestarsi se ce ne sono le condizioni.
Ad esempio nella pranoterapia, che è chiaramente una pratica occulta, non è tanto l’imposizione delle mani a favorire l’azione demoniaca, ma la dottrina esoterica, l’adesione ad essa a vari livelli, e chi la opera, che spesso è più o meno uno strumento in mano ai demoni.
Più o meno lo stesso discorso vale per lo yoga.
Per quanto riguarda l’omeopatia, decontaminata dall’occultismo, sembra rispondere perfettamente all’effetto placebo. Ma essendo sorta come pratica esoterica, non di rado potrebbe manifestarsi il demonio. A volte, però, si tende a far passare per sostanza omeopatica ciò che non lo è, ma che in realtà contiene un principio curativo valido, anche se in quantità diluita, come ad esempio un collirio alla camomilla fatto passare per un prodotto omeopatico. In ogni caso ogni confusione è pericolosa.
Il training autogeno, concentrando il pensiero solo su se stessi escludendo ogni relazione con Dio, crea le condizioni perché possa manifestarsi un’azione demoniaca, anche se non è scontata (in ogni caso favorisce la superbia anche a livello psicologico).
L’agopuntura, in certi casi, potrebbe rassomigliare alla medicina medioevale, avendo effetti empirici che a volte superano l’effetto placebo. Di fatto sarebbe provato che i punti del corpo interessati dall’agopuntura sono densi di vasi sanguigni e diramazioni nervose, mentre i meridiani non sembrano esistere se non, in certi casi, empiricamente. Gli studi però vanno avanti per chiarificare un’eventuale dinamica organica.
In non pochi casi l’agopuntura, al di là dell’efficacia che ha, sembra aver perso l’aspetto “magico”, pur rimanendo una medicina empirica che si basa su un modello che è, almeno in parte, sbagliato.
Di fatto, in certi casi l’agopuntura sembra avere un riscontro scientifico a volte anche decisamente valido.
E se è vero che il demonio potrebbe far ammalare certe persone soprattutto se queste si mettono in certe condizioni, per poi “guarirle” (ma a che prezzo!) con pratiche non scientifiche, è anche vero che questo non avviene in automatico e che Dio ha dato la ragione all’uomo anche per indagare sulle proprietà della natura, cosicché la Chiesa, in alcuni casi, pur esortando alla prudenza non impedisce lo studio e il formarsi un giudizio, preso in retta coscienza, che sia prudente ma anche libero.

 
 
 

I poveri li avete sempre con voi...

Post n°1401 pubblicato il 08 Novembre 2024 da sinaico

Quando Gesù dice: “I poveri li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”, non sta facendo tanto una profezia, anche se le sue parole sono anche profetiche, ma sta descrivendo una situazione reale qui ed ora.
Il senso letterale delle sue parole sta alla base del senso spirituale, perché il Cuore di Gesù si esprime sempre in modo trasparente attraverso le sue parole concrete.
Perciò è lecito sperare che un giorno, sebbene le ingiustizie non potranno essere evitate del tutto, almeno non ci sia più chi ha bisogno di ciò che è necessario per vivere, anche materialmente, una vita dignitosa.
Potremmo perciò dire che, meno ingiustizie e meno poveri ci saranno, più poveri in spirito ci saranno.
Ma anche non vi fossero più poveri materiali e tutti fossero poveri in spirito, ci saranno sempre poveri a cui fare il bene (per cui il bene verso gli altri non deve distogliere dal culto che si deve a Dio): questo il senso spirituale del brano evangelico.
I poveri in spirito, infatti, sono veri poveri: innanzi tutto perché sono bisognosi di Dio, che è il bene sommo e sommamente necessario, ma secondariamente anche perché sono bisognosi dell’aiuto dei fratelli e di tutti, perché è volontà di Dio che gli uomini collaborino con lui nell’amare e nel fare del bene agli altri uomini.

 
 
 

Amare Dio e il prossimo

Post n°1400 pubblicato il 08 Novembre 2024 da sinaico

Cosa è più facile: dire di amare Dio, o dire di amare il prossimo?
Se i due modi in cui si esprime l’amore si potessero separare, sarebbe più facile dire di amare Dio, perché, non vedendolo, lo si potrebbe conformare a noi, cosicché lo potremmo amare a modo nostro.
Chi ama il prossimo che si vede, invece, si deve conformare ai bisogni del prossimo, ma anche qui ci si può sbagliare, perché i bisogni del prossimo più veri sono anch’essi invisibili, perché spirituali.
Chi ama davvero il prossimo, infatti, vuole innanzi tutto il bene della sua anima, cosicché lo deve amare al modo di Dio.
In tal senso l’amore per il prossimo, che si vede, ci rende visibile come dobbiamo amare Dio, che non si vede.
Per cui l’amore per il prossimo (che deriva dall’amore di Dio ed è il riverbero dell’amore per Dio) ci fa conformare a Dio, in modo che il prossimo, conformandosi al nostro amore, si possa conformare a Dio.

 
 
 

Amerai il Signore tuo Dio...

Post n°1399 pubblicato il 08 Novembre 2024 da sinaico

Il primo dei Comandamenti è: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente.
Il cuore comprende tutto l’uomo, anima e corpo, e perciò volontà, intelligenza, psiche, sentimenti…
E l’anima comprende l’intelletto, e perciò la mente. Perciò chi ama, ama anche con la mente.
Ma non è detto che la mente sia sempre usata per amare.
La mente serve all’amore, come la fede serve alla carità.
Amare è più che pensare, ma chi ama pure pensa.
Pregare è più che studiare, ma chi prega pure studia di amare. E perciò conosce.
Le pie donne sotto la Croce non avevano ancora la pienezza della fede, cioè non credevano ancora nella risurrezione di Gesù, ma credevano nel suo amore.
Un po’ come coi figli: c’è più gioia nello stare alla loro presenza che nel sapere ogni cosa di loro, ma chi ama vuole anche sapere. Per chi ama, infatti, il sapere è amare.
Amare l’Amore. Cioè: volere il bene e il Bene sommo.
Per questo conoscere Dio è fare esperienza del suo amore e la conoscenza di Dio si realizza pienamente nell’amare lui, se stessi e il prossimo, col suo amore, che è la carità.
Il sapere, infatti, se corrisponde alla sua natura, che è l’amore, è possedere, e perciò fa vivere anche ciò che non si vive concretamente, in quanto è conoscenza, che si compie e si realizza pienamente attraverso l’amore soprannaturale di Dio, cioè la carità.

 
 
 

L'amore cancella il peccato

Post n°1398 pubblicato il 08 Novembre 2024 da sinaico

Il bene eccede il male e la grazia eccede il peccato.
Per questo occorre combattere il peccato ma più ancora occorre amare. Occorre, cioè, amare per combattere il peccato, e combattere il peccato amando.

 
 
 

Poveri in spirito e ricchi

Post n°1397 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Un giusto può ricevere la grazia del perdono come un peccatore pentito, se ama come un peccatore pentito.
Il fatto è che, generalmente, un peccatore pentito riceve un perdono più grande perché, quando è veramente pentito, ama di più.
Questa non è una legge morale, ma una statistica di ciò che accade, che Gesù ha puntualizzato.
Così come il fatto che un profeta non è riconosciuto in patria: non è una cosa naturale, tutt’altro. Gesù, infatti, avrebbe voluto essere riconosciuto come Messia anche nella sua patria. Ma, come nella maggior parte in casi simili, non è avvenuto.
Così i ricchi possono essere poveri in spirito, ma di solito questo non avviene.
Anche per questo il Vangelo di Luca non sottolinea che la vera povertà evangelica è quella in spirito ma, piuttosto, proclama genericamente che i ricchi non corrispondono al Vangelo.

 
 
 

Progetti di vita

Post n°1396 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Il fine di un allenatore di calcio, cioè il suo progetto calcistico, è quello di vincere.
Ciò però non esclude altri progetti secondari, che, però, sono finalizzati sempre alla vittoria.
Ad esempio il progettare gli allenamenti, la tattica, la formazione, ecc., che a volte possono rivelarsi decisivi per vincere.
Così noi dobbiamo fare con la nostra vita: progettare la vittoria, cioè la salvezza eterna. Tutto il resto non conta.
Ma a tal fine possiamo, e spesso dobbiamo, fare progetti anche per questa vita, purché, però, siano orientati alla salvezza.
E come un allenatore di calcio non progetta un cenone con la squadra alla vigilia di una finale, così i nostri progetti per questa vita devono essere coerenti con la nostra meta eterna.

 
 
 

Le ferite della vita e la grazia

Post n°1395 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Le ferite tendono a ostacolare psicologicamente l’apertura del cuore e la generosità, e la mancanza più o meno grande della generosità tende a condizionare le ferite.
Le ferite inferte dalla vita, attraverso la grazia, possono guarire con potenza soprannaturale, ma possono anche in qualche modo rimanere per diventare strumenti di generosità e canali di grazia.
Perché a volte il popolo di Dio, spesso a cominciare da noi, sembra composto in gran parte da squinternati, ognuno coi suoi problemi? Perché le vere persone normali sono i santi, che amano Dio senza nessuna condizione, neanche secondaria, che possa ostacolare la grazia.
Eppure i santi, che spesso sono preservati e guariti in profondità da certe ferite, non di rado rimangono con delle ferite che, però, sono diventate strumenti di amore.

 
 
 

Spiritualisti e materialisti

Post n°1394 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Lo spiritualista tende ad amare Dio e non il prossimo, assecondando così i sensi più “spirituali”.
Ama non con amore di bontà, cioè con carità, ma con amore egoistico.
Il materialista invece tende ad amare il prossimo rinunciando all’amore di Dio, assecondando così i sensi più “carnali”, che comportano superbia, anche se di per se meno accentuata di quella dello spiritualista.
L’amore vero non analizza, ma va subito all’essenziale: ama e basta.
Le analisi e le circostanze verranno, ma dopo, non prima.
L’amore vero vuole il bene vero di tutti, a maggior ragione il bene soprannaturale, anche quando non sa che esiste.
Per questo la vera bontà tende, per grazia, a realizzarsi in qualche modo nella bontà divina, e perciò il vero amore umano tende a coincidere in qualche modo con la carità.

 
 
 

La prova dei progenitori come paradigma di ogni prova

Post n°1393 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Il peccato originale è un po’ il “prototipo” di ogni peccato, soprattutto di quello mortale.
La prova a cui furono sottoposti i nostri progenitori non comportava vero dolore, né fisico, né spirituale, ma solo di riuscire, come la grazia e la stessa natura richiedevano, a ordinare i sensi alla ragione e perciò alla grazia. Era perciò una prova di dominio di sé avendo tutti i mezzi per riuscirci.
Era una scelta spirituale da mettere in pratica concretamente, ed essenzialmente anche per noi oggi è la stessa cosa, anche se viene coinvolta la sofferenza.
Dio infatti ci dà la grazia attuale che ci occorre per resistere alla prova, purché siamo determinati a resistervi anche a costo del martirio.
In ogni caso Dio tiene conto anche del fatto che la natura umana è malata e che la grazia, anche se di per se dà una forza soprannaturale, rispetta la natura: per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica parla di condizionamenti che possono essere invincibili.
Ciò però non toglie che, per avere la certezza morale (naturale) di stare in grazia di Dio, occorre essere determinati a resistere alle prove ad ogni costo.

 
 
 

La realtà e l'uomo

Post n°1392 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

La realtà “tutta intera” è più di ciò che siamo.
Ciò che siamo è più di ciò che recepiamo.
Ciò che recepiamo è più di ciò che esprimiamo.
Ma in ciò che esprimiamo c’è un germe di realtà “tutta intera” che si manifesta nella verità “tutta intera”, sia a livello di senso che di profezia. Sia a livello naturale, che, attraverso la grazia, soprannaturale.

 
 
 

Realizzazione del Vangelo secondo la lettera e secondo lo spirito

Post n°1391 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

La vita conferma il Vangelo sia a livello sensibile che a livello spirituale.
Se a volte a livello materiale sembra di no, è perché non consideriamo il suo collegamento col livello spirituale.
Se il Vangelo si manifesta sensibilmente a livello materiale, è più facile rendersi conto della sua realizzazione spirituale, che prevale sempre su quella materiale.
Ad esempio: chi non ha una discendenza biologica, non è perché non realizza il suo matrimonio, ma perché è chiamato a realizzarsi a maggior ragione spiritualmente.
Ma se una discendenza biologica la si ha, più facilmente la si collega spontaneamente ad un valore spirituale, anche se a volte la discendenza spirituale si realizza di meno in chi ne ha una biologica rispetto a chi ne ha una solo spirituale.
In ogni caso Dio concede la cosa più opportuna a tutti, ognuno secondo la grazia particolare che riceve, e, alla fine, ciò che rimane è la carità.

 
 
 

Peccato e prove

Post n°1390 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Schematicamente si potrebbe dire che Dio, laddove c’è il peccato, può mandare più o meno prove e sofferenze sensibili a seconda di ciò che è più conveniente per salvare le anime.


Di fatto si può dire che l’espiazione che manca è pagata in santità e, di conseguenza, a volte, in anime.


Dio permette le prove perché i giusti non tornino indietro e si santifichino, e se non lo fanno come è conveniente alla loro salvezza, allora Dio può permettere che pecchino affinché, attraverso la sofferenza causata dal peccato, si possano convertire.


Per questo i santi accettavano di cuore le prove ma facevano di tutto per non peccare neppure venialmente: la prova dei giusti accettata con cuore generoso, ha la stessa funzione del peccato che Dio permette per usarlo come mezzo di conversione. E, anzi, è ancora più conveniente, se si è generosi nell’amare.

 
 
 

Valore spirituale di tempo e di spazio

Post n°1389 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Un evento storicamente si realizza attraverso delle coordinate di spazio e di tempo, ma il tempo comprende il luogo più che il luogo il tempo, come i ricordi, che rappresentano e in qualche modo fanno rivivere un evento passato nel momento in cui si hanno, indipendentemente dal luogo. Tanto che, se i luoghi non necessariamente evocano i ricordi, i ricordi evocano sempre dei luoghi.
Così la Messa dipende necessariamente dal momento in cui la si celebra.

 
 
 

Passioni e passione

Post n°1388 pubblicato il 01 Novembre 2024 da sinaico

Occorre silenziale e ordinare le passioni dei sensi per vivere la passione dell’amore di Dio anche attraverso ciò che appassiona.
Solo così i sensi sfuggono all’influenza del pensiero ideologico e possono contribuire a una comprensione universale dei fenomeni umani che non sia semplicista ma semplice, e perciò ordinata all’essenziale.

 
 
 

Trasfigurazione e speranza

Post n°1387 pubblicato il 26 Ottobre 2024 da sinaico

Come la Trasfigurazione di Gesù orienta i cuori verso il futuro, cioè verso l’eterno, così devono fare quelle piccole trasfigurazioni naturali che sono i momenti di gioia e i bei ricordi.

La nostalgia di chi ha fede è sempre ricolma di speranza, perché è sempre rivolta verso il Paradiso.

Esattamente come le ricorrenze dei santi e dei morti.

 
 
 

Il cuore eccede la ragione?

Post n°1386 pubblicato il 26 Ottobre 2024 da sinaico

Il desiderio eccede la volontà? E il cuore eccede la ragione?

Cioè: la volontà di amare può andare oltre il saper essere disposti a fare di tutto  per amare (anche se sorretti dalla grazia)?

E’ questo lo spazio in cui si colloca l’ignoranza invincibile non colpevole? Oppure anche una eventuale sorta di incapacità invincibile non colpevole?

Di fatto il Sacro Cuore di Gesù ha fatto riferimento a un eccesso del suo amore, che supera la giustizia non solo umana ma anche della sola legge soprannaturale così come la percepisce l’uomo, così come la grazia si può manifestare anche al di fuori dei sacramenti e, come dice il Concilio Vaticano II, eccede oltre i confini visibili della Chiesa.

Scrive San Paolo: “La scienza gonfia, mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto” (1Cor 8,2-3).

Amare Dio è più che conoscere, perché è Dio che conosce noi e la sua conoscenza supera la nostra e arriva là dove arriva il suo amore e la nostra conoscenza non può arrivare.

 
 
 
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NON AVERE ALTRI DEI DI FRONTE A ME (DT 5,7)

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non imparerai a commettere gli abomini delle nazioni che vi abitano. Non si trovi in mezzo a te... chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi; nè chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore tuo Dio (Dt 11,9-13) 

 

Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che "svelino" l'avvenire. La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza... (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2116).

 

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