il vecchio prof
«Quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono?»
LE DOMANDE DI UN UOMO VERO
IL CIRCO DELLA FARFALLA: STUPIRSI DI NOI
Lo ripropongo perché aiuta nella ricerca:
c'è uno sguardo che ti permette di
recuperare il senso e la dignità dell'esistere
... limiti compresi
(un quarto d'ora speso bene)
LETTERA A DANTE
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Allora quando il lavoro è finito
(e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciar più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello);
quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più;
quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari s'è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d'odio e d'amore)
e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo,
comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro;
di trovare un "qualcuno"; quel "qualcuno" che ci illuda, fosse pure per un solo momento, del poter distruggere e annientare quella solitudine;
di poter ricomporre quell'unità
lacerata e perduta.
G.Testori
su L'Espresso 1975
LA GOCCIA
« Della speranza (continua) | PER AMORE » |
Cavaliere: Voglio parlarti più sinceramente che posso, ma il mio cuore è vuoto
La morte non risponde
Cavaliere: Il vuoto è uno specchio rivolto verso il mio viso.
In esso vedo me stesso, e mi sento pieno di timore e di disgusto.
La morte non risponde
Cavaliere: Per la mia indifferenza verso i miei simili mi sono isolato
dalla loro compagnia. Ora vivo in un mondo di fantasmi.
Sono prigioniero dei miei sogni e delle mie fantasie.
Morte: Eppure non vuoi morire.
Cavaliere: Sì che lo voglio.
Morte: E cosa aspetti?
Cavaliere: Voglio conoscere.
Morte: Vuoi delle garanzie?
Cavaliere: Chiamale come vuoi.
E' davvero coì inconcepibile afferrare Dio coi sensi?
Perchè deve nascondersi in una nebbia di mezze promesse e invisibili miracoli?
La morte non risponde.
Cavaliere: Come possiamo aver fede in coloro che credono,
ma non possiamo aver fede in noi stessi?
Che cosa accadrà a quelli di noi che vogliono credere ma non vi riescono?
E che cosa ne sarà di coloro che non vogliono nè possono credere?
Il cavaliere tace in attesa di una risposta, ma nessuno risponde.
Vi è un completo silenzio.
Cavaliere: Perchè non posso uccidere Dio dentro di me?
Perchè egli continua a vivere in questo modo doloroso e umiliante
anche se io lo maledico e voglio strapparmelo dal cuore?
Perchè, nonostante tutto, egli è un'illusoria realtà
ch'io non posso scuotere da me?
Mi ascolti?
Morte: Ti ascolto.
Cavaliere: Io voglio la conoscenza, non la fede, non supposizioni,
la conoscenza.
Voglio che Dio tenda la sua mano verso di me, si riveli e mi parli.
Morte: Ma egli rimane zitto.
Cavaliere: Lo chiamo nel buio, ma sembra come se non ci fosse nessuno.
Morte: Forse non c'è nessuno.
Cavaliere: Allora la vita è un atroce orrore.
Nessuno può vivere in vista della morte, sapendo che tutto è nulla.
Morte: La maggior parte della gente non riflette mai
nè sulla morte nè sulla futilità della vita.
Cavaliere: Ma un giorno si troveranno di fronte all'ultimo momento della vita,
e guarderanno verso le tenebre.
Morte: Quando arriva "quel" giorno...
Cavaliere: Nella nostra paura formiamo un'immagine,
e questa immagine la chiamiamo Dio.
Morte: Tu ti affanni.
Cavaliere: La morte mi ha visitato, questa mattina.
Stiamo facendo una partita a scacchi.
Questo rinvio mi permette di sistemare una questione urgente.
Morte: Di che questione si tratta?
Cavaliere: La mia vita è stata una futile impresa, un vagabondaggio,
un mucchio di chiacchiere senza significato.
Non ne ho rimpianto, nè rimorso, poichè la vita dei più è assai simile a questo.
(Da: "Il settimo sigillo", di Bergman)
La morte è necessaria per chiedere alla vita il suo vero senso....
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...per certa gente
è serio il problema dei soldi,
è serio il problema dei figli,
è serio il problema
dell'uomo e della donna,
è serio il problema della salute,
è serio il problema politico:
tutto è serio
eccetto la vita.
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Chiedete a un padre
se il miglior momento
non è quando i suoi figli
cominciano ad amarlo
come uomini,
lui stesso, come uomo,
liberamente,
gratuitamente....
quando i suoi figli
cominciano a diventare uomini
.... E lui stesso, lo trattano
come un uomo libero..
Peguy
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