Dionea in Love!

RELATIVISMO CULTURALE

   Parlare di progresso in ambito culturale suscita sempre l'indignazione di tutta una serie di persone (critici, studenti, insegnanti) che rivendicano il panculturalismo. Non è certo ingiusto, ma il presupposto è errato e superficiale.
   In ambito di analisi, non si parla di supremazioni di una cultura rispetto ad un altro, ma di progresso nel senso di una temporalità lineare relativa e giammai assolutizzabile.
   Quando, ad esempio, si parla del progresso della Grecia del V-IV sec. a. C. e della democrazia ateniese, non significa certo che essi erano bravi e gli altri imbecilli: significa invece appurare che in quell'epoca l'assetto socio-culturale di quel dato popolo era superiore rispetto ad altri contemporanei, semplicemente che era egemone, dominatore.
   Affermare che il sistema bellico romano era il più evoluto non significa che altri eserciti non fossero valorosi.
   Insomma, in una gara, l'atlera che vince è il più forte ma sempre e solo relativamente a quella gara.
   L'altro fatto importante è in ogni caso capire quando il confronto è praticabile o meno. Sebbene ci sia tutta una scuola antropologica che con l'opera L'eroe dai mille volti di Joseph Campbell avanza la tearia di un'unità di pensiero o di struttura mentale nell'evoluzione dell'uomo e della società umana, non l'interconnessione delle varie culture.
   La stessa teoria linguistica, dalla lingua babelica all'indoeuropeo, non arriva assolutamente ad affermare l'identità o la similitudine culturale delle varie culture. Da un dato iniziale comune, parte una diaspora di migrazioni, adattamenti, morti e rinascite che allontano inevitablimente le culture tra loro, frenandone alcune, accelerandone altre, distruggendome definitivamente altre ancora.
   Quindi non è certo errato parlare di una cultura più progredita in quest'ottica, che relativizza la temporalità delle singole cronistorie mettendole a confronto. E lo stesso deve fermarsi necessariamente qui: perché per quante similitudini ci possano essere tra il sovrano solare medio-orientale e il Mikado giapponese e il sacerdote di Diana Cacciatrice di Nemi (Rm), restano le migliaia di differente tra le varie culture, che non solo le diversificano, ma le rendono ricche come sono.

   Ecco, per finire, che le grandi falangi romane avanzano nei boschi dei Teutoni. Sono eserciti professionisti, abituati alla guerra, Non conosco la guerriglia. Ecco finalmente i forestieri, ossia gli uomini delle foreste. Rimangono immersi nel fango, nell'acqua, sotto le foglie. Non attaccano in maniera ordinata ma in maniera sistematicamente sporadica.
   Ecco la falange romana cadere nel suo progresso. Ecco i barbari, I forestieri, Ecco il progresso di Roma diventare Medioevo. Ecco i barbari. Ecco una nuova superiorità, Una nuova egemonia. Una nuova epoca. Un nuovo progresso. Roma è caduta, è presa, è saccheggiata. Non ci sono più dottori, senatori, artisti. Roma è pasto per fiere e vittima delle epidemie.
   Roma era il progresso. Ora è il passato. I barbari saranno il futuro dell'impero. Della Chiesa, Finché la Chiesa non sarà passato. E saranno i Savoia. E sarà l'industria. Finché non saremo noi, Finché noi non moriremo e saranno altri.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
- J. Campbell, L'eroe dai mille volti, Feltrinelli
- J. Frazer, Il ramo d'oro, newton Copton
- V. Propp, Morfologia della fiaba, PBE
- V. Propp, Edipo alla luce del folclore, PBE
- O. Brokett, Storia del Teatro, ---
- C. Molinari, Storia dello Spettacolo, Laterza

Per la storia romana, dati i pochi cenni, rimandiamo a qualsiasi manuale. Tuttavia rimando al sito di Umberto Broccoli, della trasmissione radiofonica Rai Con parole mie