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Brocken, Monte Croce

Post n°1009 pubblicato il 17 Luglio 2019 da giuliosforza

 

Post 931

   Heine, Viaggio nello Harz.

   Lo Harz è una modesta catena montuosa della Turingia che ha nel Brocken la sua cima più alta (appena 1141 metri sul livello del mare). Ma enorme l’attonimento panico che suscitò nell’anima di numerosissimi artisti.

   E’ la Turingia-Sassonia quel beato Land (lo fu fino a quando, occupato col resto della Germania est dalla Russia, non si vide distrutto in ogni suo aspetto,  fisico e spirituale -ora a fatica tenta di recuperare la sua verginità violata)  in cui fiorirono, dal 500 alla prima dell’Ottocento, le espressioni più alte della cultura europea e mondiale, teologica, filosofica, poetica, musicale. Cercai, e trovai, a Eisleben, Eisenach, Francoforte sul Meno, Berlino, Weimar, Dresda, Jena, Weissenwels…, alla ricerca delle mie radici culturali, i fantasmi di Lutero Bach Goethe Schiller Hölderlin Novalis Hegel Fichte Schelling Wagner  Nietzsche List…Oggi con l’esule Heine rivisito lo Harz, e mi reinmergo nel sabba delle streghe della faustiana Walpurgisnacht, e nel Wartburg odo le voci dei cantori in gara col wagneriano trovatore Tannhäuser tentato invano daVenere. Chissà se le stesse mie emozioni provò Heine. Ma sicuramente, osservando tutt’intorno dalla torretta dell’albergo che sul Brocken lo ospita, si lascia possedere dall’incanto e dalla magia incomparabili del panorama che s’offre al suo sguardo. Scrive:

   “Mentre discorrevamo, cominciò a imbrunire: L’aria si fece ancor più fredda, il sole inclinava più basso all’orizzonte, e il belvedere si riempì di studenti, di apprendisti artigiani, di rispettabil borghesi con signora e figlie: tutti lì per assistere al tramonto del sole. E’ uno spettacolo sublime che dispone l’animo alla preghiera. Pe ru buon quarto d’ora tutti se ne stettero in piedi, seri e silenziosi, a fissare la palla infuocata del sole che sprofondava lenta a occidente; i volti erano accesi dai raggi rosati del crepuscolo, le mani spontaneamente si congiungevano: era come fossimo una silente comunità nella navata di una cattedrale gigantesca e l’officiante levasse ora il corpo del Signore mentre dall’organo si riversava immortale la music del corale di Palestrina.

   “Mentre ero assorto in tanta devozione, sento accanto a me qualcuno che esclama:  Ma quanto è bella la natura in generale!

   “…Sbrigata questa faccenda me ne andai a passeggiare ancora un po’sul Brocken giacché il buio, lassù, non diventa mai impenetrabile. La nebbia non era fitta e io contemplavo i profili delle colline chiamate ‘ Altare delle streghe’ e ‘Cattedra del diavolo’. Scaricai le mie pistole, ma non mi rispose alcuna eco. A un tratto però udii delle voci note e mi sentii baciare e abbracciare. Erano i miei compagni che avevano lasciato Gottinga quattro giorni dopo di me e si meravigliavano di ritrovarmi tutto solo sul Brocksberg. E ne seguirono racconti, esclamazioni di sorpresa, appuntamenti, e poi risate e rievocazioni  - proprio un allegro rivedersi!”  (pp 125-126).

  A parte Beethoven e Wagner, i più grandi ammiratori del Princeps Musicae, ed Hans Pfitzner che a Palestrina. Leggenda musicale dedicò  un’intera opera lirica agli inizi del Novecento, molto ammirata da Mann, è la quarta volta che sento evocato Pierluigi da Palestrina, e questa volta in maniera inattesa da Heine in una notte fatata sul Brocken. Molto popolare è Palestrina in Germania, e non solo fra i grandi Compositori, ma anche nella cultura popolare. La cosa mi commuove e mi esalta. Anche per me il Prenestino fu da sempre il prediletto, a tal punto che in una mia precedente vita ne volli assumere il nome… d’arte, ed oggi ancora quel nome nostalgicamente mi risuona nell’anima. Stabilisco di riprendere quel nome nella mia vita a venire quando ascolterò le sue Messe a cappella e i suoi madrigali sacri e profani cantati dai cori angelici (ché è il Pierluigi  e non Mozart, cari i miei teologi Karl Barth, Hans Küng, Hans Huns von Balthasar, il direttore della Cappella…Angelica!).

   Anche io ho il mio Brocken, e si chiama Monte Croce (1081 sul livello del mare, terzo dopo il Pellecchia (1369), e Monte Gennaro (1271, altrimenti detto Monte Zappi), del gruppo dei Lucretili, incastonati fra i Sabini, i Simbruini, i Prenestini. Nei mattini nei pomeriggi e nelle notti agostane, non meno magiche delle notti del Brocken e non meno popolose di strigi di fantasmi e di streghe, invocai, con la schiera dei miei giovani compagni d’avventura, OdinoWotan, e all’eco delle nostre voci, risonanti per la amene vallette circostanti, il dio non fu sordo a rispondere. E con lui risposero gli Spiriti dei contadini che fin lassù nei secoli erano saliti a strappare, tra pietra e pietra, alla montagna arida un pugno di terra per la loro manciata di farri, di orzi, di frumenti. Oggi il mio Brocken riposa nella quiete della canicola. E ad esso intorno riposano le vallette in cui Coannegli Crocione Capucollefaina Crocetta ‘e Gregoriu digradano. Non sono bastati i sudori di cui i contadini del mio borgo nei secoli le colmarono. Ancora stanno lì aride, silenziose, misteriose a nutrire di cardurapuli i pochi greggi di Pan ancora ammusanti alle ombre fitte di Colatorre e Vazzimigna.

 _________________        

  Chàirete Dàimones!

   Laudati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima et absolutissima causa, principio et uno (Bruno Nolano)

 

   

 

 

 

 

 
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