Drôle de BelgiqueIl cielo sopra Bruxelles |
"Mutano i cieli sotto ai quali ti trovi ma non la tua situazione interiore, perché sono con te le cose da cui cerchi di fuggire".
Seneca.
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"Ho sempre avuto un interesse per le farfalle e altre fugaci e caduche meraviglie, mentre non mi sono mai riuscite relazioni durature, solide e, per cosi' dire, sicure".
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Look into my eyes, look into my eyes...Non l’ho mai detto, ma in Belgio, oltre al lavoro di surveillante de bus alla Scuola Europea, ne ho svolto uno molto più insolito: insegnante di italiano in una scuola di lingue. Perché insolito? Perché usava il metodo dell’AUTOIPNOSI. L’idea mi è venuta copiando il protagonista di “Uccelli da gabbia e da voliera”, che va in America, fa il cameriere, poi si stufa, riempie il curriculum di cazzate e s’improvvisa insegnante di italiano. Lo so, non è corretto, ma se la vita ti dà solo limoni, fai la limonata. L’unica scuola che mi ha chiamato è stata proprio quella a cui non avrei mai pensato. In realtà il lavoro era molto semplice, addirittura meccanico: consisteva nel dire delle frasi un po’ di volte all’allievo in stato di autoipnosi, e controllare che le ripetesse bene. Ma il momento più sensazionale è stato quello della mia iniziazione: con la giustificazione “devi sperimentare cosa si prova, se no non puoi capire”, HANNO IPNOTIZZATO ANCHE ME. Fantastico. In una stanza buia e ovattata, un donnone biondo dalla voce sussurrante e baritonale mi spiega i perché e i percome dell’ipnosi, poi mi svela che con alcuni riesce meglio e con altri no; dipende dal carattere. “Lei come si ritiene?”. “Insomma …”, dico, un po’ scettica. Allora mi fa appoggiare le mani sulle tempie e i gomiti sul tavolo. Conta fino a tre, e io … pluf, giù come una bambola di pezza. Che carattere … The iron lady, proprio. Mi fa stendere sul materassino per terra; coperta, perché avrò freddo. “E adesso pensi a un momento della sua vita in cui si è sentita vincente, un momento di successo, di trionfo …” Momento vincente? Fatto. “Adesso pensi ad un momento in cui si è sentita davvero felice …” Momento felice? Fatto. Fatto? Oh, ma … ma che cavolo c’entra … Boh. Okay, fatto. “E ora rilassi i piedi. I suoi piedi sono sempre più pesanti, sempre più pesanti, sempre più pesanti …. Ora rilassi le gambe. Le sue gambe sono sempre più pesanti, sempre più pesanti ….” Dopo il rilassamento a pezzetti dall’alluce alla cotenna, complice il caldo, il buio, la fame e il sonno (eravamo tra le 11 e le 14), ho creduto di capire abbastanza bene cosa provavano gli allievi: quello stato di rincoglionimento tra la veglia e il sonno, quella sottile linea di confine in cui i pensieri sono confusi e le immagini oniriche, quel momento che di solito dura qualche secondo, in cui a volte fai in tempo a pensare: “Ecco, è arrivato, finalmente”. E poi non pensi più, perché sei già di là. A volte, quando non riesco a dormire, provo a ricreare le condizioni indicate da Odette. E, quando arriva il momento di pensare a qualcosa di bello, vorrei sapere perché, il ricordo felice che riaffiora è sempre il solito.
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(su un marciapiede di Bruxelles)
Inviato da: elyrav
il 20/12/2021 alle 08:15
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il 02/04/2021 alle 18:42
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il 08/01/2021 alle 08:15
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il 23/12/2020 alle 10:12
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il 23/10/2020 alle 07:56