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"Ho sempre avuto un interesse per le farfalle e altre fugaci e caduche meraviglie, mentre non mi sono mai riuscite relazioni durature, solide e, per cosi' dire, sicure".

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Bestiario belga: i colleghi

Post n°66 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da arianna680
 
Foto di arianna680

Oltre al consistente ammanco finanziario, la perdita del lavoro in Belgio ha significato qualcosa di ben più grave: il distacco dai miei colleghi. Leggendo la descrizione, si capisce il perché.

Chris (da me battezzato 3MSV, tremetrisottovento, a indicare la distanza di sicurezza nelle conversazioni) era il perfetto stereotipo del belga descritto nel post n° 31: capelli radi, lunghi e unti, denti giallognoli e la temibile haleine de chacal (alito fetente come una fogna di Calcutta). Con mio sommo gaudio, pendeva leggermente per me e, contrariamente al belga standard, aveva una vista che gli permetteva di scorgermi anche a un chilometro, di spalle e nascosta dietro un pullman.

Franchon, detta Fan Fan (per ricordarmelo dovevo pensare a un ventilatore) era la versione femminile di Chris; unica variante, il colore dei capelli, rosso carota, adottato per fare pendant con quello dei denti. Aveva una camminata leggermente sbilenca, a causa di una placca di metallo che le avevano installato in una gamba dopo una caduta da cavallo, e accentuava questo difetto quando voleva che la aiutassero a portare la borsa o le cedessero un posto a sedere.

Patrick, capelli lunghi e pizzetto, sembrava un gentiluomo di Velasquez. Nonostante l’andatura ondeggiante, ho capito le sue tendenze sessuali solo il giorno in cui mi ha detto: “Sto girando un film. E’ la storia di un gay che non ha il coraggio di dire ai suoi genitori la verità, e…ti spiacerebbe suonarmi la colonna sonora? Ah, dimenticavo: il film è a budget zero”. Non ho niente contro i gay, ma le parole “budget zero” mi fanno l’effetto del grano ai celiaci. E scusate se volo basso, ma anche gli artisti tengono infanti da mantenere, e gli infanti mangiano (il mio poco, ma in compenso spreca). Si è scoperto che non ero l’unica ad avere quest’allergia: il progetto del film è saltato a causa delle troppe defezioni. Peccato, magari sarebbe potuto diventare il Brokeback Mountain belga.

Guy 1, detto “Guy le gros”, per distinguerlo dagli altri due, era un campionario vivente di tutte le malattie del globo. Le conversazioni con lui, del genere E. R., erano interrotte da scatarrate poderose, durante le quali temevo sempre di vedergli sputare un polmone. Miracolo che ne sia uscita indenne e non abbia fatto la fine della povera Violetta Valery.

E veniamo a Guy 2, detto “Guy le grand”, l’unico belga doc con cui sono riuscita a fare amicizia. Alto due metri, sorridente, intelligente, probabilmente da giovane anche belloccio, ma… volete che non avesse delle pecche? Primo, è venuto tutto l’inverno al lavoro con lo stesso paio di pantaloni, lo stesso pullover, le stesse scarpe e lo stesso giaccone. Dato che non ho mai visto insetti saltellanti o svolazzanti intorno a lui, ho ipotizzato che di ogni capo ne avesse una scorta, oppure che lavasciugasse il tutto la domenica.   Secondo, aveva il pallino di insinuarsi…coniugarsi…intersecarsi …… ingropparsi, oh! sistematicamente solo donne di colore. La lista di nazionalità delle ex copines era sorprendente: Burundi, Marocco, Senegal, Costa d’Avorio, una specie tour dell’Africa in 50 sco… , in 50 anni. Niente razzismo, per carità, ed è pure vero che gli opposti si attraggono, è solo che mi sembra un po’ fetish, come se io in vita mia avessi copulato solo con biondi dagli occhi azzurri.

Vabbe’, lo so, c’è di peggio; collezionare le proprie unghie, ad esempio.

Piccola nota di folklore: ogni giorno dovevo vedere e salutare questi e altri siffatti personaggi, ed era abitudine darsi un bacio, uno solo, sulla guancia. A parte che, con alcuni, tipo 3MSV o Guy le gros, era abbastanza nocivo per la salute, il problema è che per due anni mi sono sentita in colpa, come se avessi un affaire con metà dei surveillants de bus della scuola e una relazione saffica con l’altra metà. A volte, soprappensiero, mi scappava il secondo bacio da riflesso condizionato, e il/la collega faceva un salto indietro, guardandomi come se fossi uno stupratore. Vaglielo a spiegare che da noi si salutano così la nonna, la zia, gli amici, e che un bacio solo significa ben altro. Drole de pays!

 
 
 
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Un blog di: arianna680
Data di creazione: 21/12/2009
 

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