I conti li faremo alla fine. Sappiamo come le cose sono andate e quello che è successo. Siamo delusi... |
Post n°102 pubblicato il 13 Novembre 2010 da F1Lovers
Per la prima volta nella storia sono ben quattro i piloti a lottare per il mondiale nell'ultimo appuntamento stagionale di Abu Dhabi. Un finale esaltante e reso ancor più esaltante da una lotta alla pole ad alto tasso di adrenalina. Se le danno tutti ad Abu Dhabi. Ferrari (purtroppo solo con Alonso), McLaren con l'ottimo secondo posto di un Lewis Hamilton a questo punto ipotetico giudice del mondiale e, naturalmente, l'imprendibile Red Bull di Sebastian Vettel. |
Prove Libere 1 Red Bull positive nella sessione mattutina sul circuito di Yas Marina: Sebastian Vettel firma il giro più veloce con il tempo di 1'43"177, mentre Mark Webber è quarto a quasi sette decimi dal compagno di squadra. In mezzo si inseriscono le due McLaren: Lewis Hamilton è secondo con 192 millesimi di ritardo rispetto al tedeschino, mentre Jenson Button si risveglia timbrando il terzo tempo in 1'43"785. Lewis Hamilton è il più veloce al termine della seconda sessione di prove libere del GP di Abu Dhabi che chiude la stagione 2010 di Formula 1. Il campione del mondo 2008 ferma il cronometro sul miglior tempo di 1'40"888, lasciando a 257 millesimi la Red Bull di Sebastian Vettel. Fernando Alonso con la Ferrari è terzo a 426 millesimi, precedendo per un millesimo l'altra Red Bull di Mark Webber. I primi quattro della classifica del mondiale, quindi, occupano le prime quattro posizioni sulla griglia ipotetica del venerdì anche se non rispettandone l'ordine.
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Chi merita il titolo piloti? Difficile dirlo. Basta stampare i risultati della stagione, un'annata fantastica, come non se ne vedevano da anni. Cinque iridati in pista e tre scuderie a giocarsi tutto fino all' ultimo. E adesso Abu Dhabi consegnerà uno dei mondiali più difficili. Chi vince sarà campione senza riserve, senza dubbi su strapoteri acquisiti per vie politiche e furberie, senza dubbi tecnici di trovate dell'ultimo minuto, kers, f-duct e chi più ne ha più ne metta. Sono rimasti in tre. Il calo vertiginoso della McLaren ha tolto di mezzo proprio sul più bello la scuderia del campione del mondo in carica Button e di un Lewis Hamilton (ancora matematicamente in corsa) autore di gare straordinarie e di erroracci da principiante. Sono rimasti in tre, i migliori senza alcun dubbio. Ma sono diverse le storie di Ferrari e Red Bull. Da una parte un team in grado di conquistare 15 pole position su 19 gare disputate. Un team in grado di piazzare quattro doppiette iridate. Dall'altra un pilota, Fernando Alonso, capace di far cambiare idea a tanti che a inizio stagione pensavano nell'ennesimo fallimento della Rossa. Lo spagnolo è stato in grado recuperare e rifilare sette podi nelle ultime otto gare. L'aveva detto Fernando: "L'importante è salire sul podio". In molti storcevano il naso, in molti vedevano nell'ottimismo del bicampeon un difetto e non certo un pregio. Ha avuto ragione Fernando. I numeri sono numeri. Le parole, le idee, le supposizioni sono a questo punto inutili. Alonso è in alto, a otto punti dal secondo, a quindici dal terzo. Insomma, i muscolosi piloti Red Bull sono dietro. Davanti c'è il cervello, un pilota che ha saputo tirare fuori l'impossibile non dai punti di forza della sua monoposto, bensì dai limiti. La Red Bull è stata decisamente superiore al resto del Circus. Quasi sempre in prima fila il team austriaco. Quasi sempre le vittorie gli ottimi Sebastian Vettel e Mark Webber le hanno costruite sullo strapotere della monoposto. Pole position su pole position, tempi record su tempi record. Ma i muscoli in formula uno non bastano e Fernando Alonso è la conferma. Troppe volte i due incredibili eroi con le ali hanno commesso errori. Si sono presi a sportellate nei momenti decisivi. I litigi, gli incidenti. Vettel che da del matto a Webber. Horner costretto a mettere pezze lungo gli strappi. A scattare foto con pose distensive da parte dei due. Si riferisce a questo Horner quando parla dei regali fatti ai rivali in Rosso. Alonso lo ha capito e, forte del nuovo punteggio, ha sferrato il colpo. Con stile, a suon di podi. Al sicuro su una monoposto più che affidabile. Uno solo il ritiro dello spagnolo. Due i ko di Webber, tre quelli di Sebastian Vettel. Ma il dato più importante, e indicativo è il numero di vittorie rispetto alle pole. Fernando Alonso ha vinto cinque gare, due di queste partendo dalla pole, le uniche conquistate in tutto il mondiale (Italia e Singapore), Webber ha vinto quattro gare su sei pole totali in stagione (tre i trionfi costruiti partendo dalla prima posizione in griglia: Spagna, Monaco e Gran Bretagna). Sebastian Vettel è riuscito a strappare la pole ben nove volte vincendo quattro gare in totale (tre i successi dalla prima posizione). Sono questi i numeri che ben descrivono l'andamento di una stagione grandiosa quanto anomala. I muscoli della Red Bull contro il cervello della Ferrari di Fernando Alonso. E così siamo arrivati alla resa dei conti. Alonso ad Abu Dhabi dovrà difendere con le unghie e con i denti, è proprio il caso di dirlo, otto punti. Il più arrabbiato è Webber, l'uomo a otto lunghezze dallo spagnolo. Otto che potevano essere uno solo. E su questo mister Horner, in caso di insuccesso Red Bull, dovrà rendere conto. E non tanto per le ultime strategie non fatte. La storia Red Bull è ben più vecchia di Interlagos. Quindici i punti che Vettel, il pole man dell'anno, dovrà recuperare sul ferrarista. Sono tanti. Il mondo è capovolto e di certezza ce n'è una sola: i muscoli non bastano. A proposito, lo hanno fatto tutti, lo facciamo anche noi. Fernando vince il titolo se: arriva primo e se arriva secondo. Se arriva terzo o quarto ma vince Vettel con Webber secondo. Se arriva quinto e Webber secondo grazie al maggior numero di vittorie. Ben più difficili le altre opzioni. L'aveva detto Alonso, in tempi non certo sospetti: "Tranquilli, in queste condizioni e con questi avversari ci basta salire sul podio". Il cervello, per adesso, guarda tutti dall'alto... Fonte: Yahoo Sport |
Il Brasile incorona il miglior team della stagione, la Red Bull di Sebastian Vettel e Mark Webber. Grazie alla doppietta a Interlagos la scuderia austriaca si aggiudica infatti il titolo costruttori. Storia ben diversa in classifica piloti dove Fernando Alonso conserva il primo posto con 8 punti di vantaggio su Mark Webber a un gran premio dal termine di questa fantastica stagione. |
Q1, ALONSO in testa – Si comincia con tutte e 24 le monoposto in pista a Interlagos. Qualifiche bagnate e previsioni che non promettono niente di buono. Non ci sono sorprese: subito davanti i big con le due Red Bull che girano subito veloci con Webber che abbatte il muro dell’1:20 e il compagno Vettel che risponde portandosi al comando (1:19.160). Fernando Alonso c’è e dimostra ai rivali nella corsa al titolo che non sarà facile strappare la pole al leader della generale. Mark Webber si riporta in testa (1:19.025) ma è Alonso, all’ultimo giro utile a piazzare il miglior giro frantumando il muro dell’1:19. |
Post n°97 pubblicato il 05 Novembre 2010 da F1Lovers
Prove Libere 1 |
Berger accusa l’australiano: "Perché è rientrato in pista?". La dinamica dell'incidente del pilota Red Bull Mark Webber ha alzato non pochi dubbi e polemiche. Dopo gli attacchi di Nico Rosberg, ecco Gerard Berger... Continua a non essere molto chiara la dinamica dell’incidente di Mark Webber nell’ultimo Gran Premio di Corea. In tanti, a partire dalla vittima proprio dell’incidente coreano, Nico Rosberg, hanno accusato l’australiano della manovra a dir poco azzardata del pilota della Red Bull. La domanda è una: perchè Mark Webber è rientrato in pista dopo il testa coda? Se lo chiedono in tanti e ce lo chiediamo anche noi. Una risposta sicura la da Gerard Berger: “Avrebbe potuto frenare e fermare la vettura nei pressi del muro. Ha buttato fuori Rosberg, ma era la persona sbagliata. Penso avrebbe preferito Alonso o Hamilton”. Queste le parole dell’ex ferrarista ai microfoni di Servus Tv. E sono accuse pesanti. Berger utilizza le immagini dell’incidente per dare forza alla propria ipotesi. E in effetti il video dimostra una certa “anomalia” nella manovra di Mark Webber. Sfila la Rossa, rimane incastrato Rosberg. Se poi, come aggiunge la stampa estera (soprattutto tedesca e spagnola) rivediamo l’incidente e rileggiamo le frasi del team Red Bull su un netto cambiamento di politica di squadra in vista mondiale il gioco è fatto. E l’accusa di Gerhard Berger non ha infatti tardato ad arrivare: “Penso fosse una manovra deliberata, è stato molto evidente. E’ uscito e sapeva che la sua gara era finita. In quel momento sei frustrato e ti passano per la testa mille pensieri. Ma è molto evidente, le sue ruote non sono bloccate. Forse ha avuto un problema ai freni, ma non credo”. ( Yahoo Sport ) Il video dell'incidente: |
Tra i due litiganti il terzo gode. Tra Webber e Vettel gode Alonso. Lo spagnolo vince il primo Gran Premio di Corea sul neonato circuito di Yeongam, al termine di una gara che in tanti modi si può definire, tranne che noiosa. Forse l'inizio, tutto all'insegna della safety car, entrata in pista appena si è acceso il semaforo verde e rimasta a far compagnia alle monoposto per ben 18 giri a causa dell'iniziativa di Giove Pluvio, desideroso di testare la resistenza dell'asfalto finito di posare appena un paio di settimane fa. L'acqua scesa a catinelle, come previsto dal meteo, costringe gli organizzatori a posticipare di dieci minuti l'inizio della corsa, fissato, dunque, alle 8.10 (ora italiana). La pioggia inizia, gradualmente, a calare, la visibilità, comunque, è ancora molto ridotta e l'asfalto non drena l'acqua. Solamente dopo 18 giri la safety car lascia la pista, per la gioia di Hamilton che scalpitava dalla voglia di iniziare a correre: il britannico al 16esimo giro addirittura comunica via radio che è possibile utilizzare le intermedie. Frase un po' azzardata, forse, ma la verità è che a quel punto già era possibile dire addio alla safety car. |
Ormai non fa più notizia, il dominio della Red Bull nelle qualifiche (e non solo lì) non è più una novità, ma è diventata una piacevole certezza, per dare pepe a una Formula 1 che quest'anno sta ritrovando quell'interesse che nelle ultime stagioni sembrava essere scemato. In Corea, sull'inedito circuito di Yeongam, terminato a tempo record, ma che ancora appare come un cantiere in costruzione, il team austriaco detta legge, come spesso è capitato in questo 2010. La Red Bull ottiene la 14esima pole stagionale, Sebastian Vettel la 9a personale quest'anno. Con 1:35.585 il tedesco registra il miglior tempo nelle qualifiche, beffando all'ultimo il compagno di squadra Mark Webber e il rivale della Ferrari, Fernando Alonso. L'australiano, però, può essere soddisfatto, con 1:35.659 è sua la seconda posizione e domenica la prima fila sarà, dunque, tutta all'insegna della Red Bull. |
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