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terremoto
Post n°19 pubblicato il 30 Maggio 2012 da fugadallanima
Oggi no, non voglio fuggire dalla mia anima, oggi vorrei fuggire da questo terremoto. Vorrei fuggire da qui e portare via tutti gli altri. Il bene più prezioso è la vita. Solo a questa perdita non c'è soluzione. Se si guarda il numero dei morti, quindici o sedici sembrano pochi confrontati con le grandi stragi fatte da altri terremoti. Ogni vita è preziosa ed ogni vita è unica ed ogni vita che se ne va, lascia un vuoto che non si può colmare. Terremoto della mia terra, terremoto di quello che è la mia vita. Guardo la mia casa, le pareti che vibrano, saltano, si piegano. Si piegano ma reggono, reggono. E' la mia casa, quella costruita con tanta fatica con l'uomo che era la mia vita, col padre dei miei figli. Guardo la mia casa, ci sono dentro con paura e timore ad ogni scossa. E le scosse si susseguono quasi ininterotamente. E dentro la mia casa sento ancora la sua protezione. Col cuore gonfio ascolto i nostri figli ricordare con quanta attenzione il padre l'ha costuita. Vorrei piangere, piangere non per me, ma per gli altri, quelli che oggi non hanno più nulla. per quelli che oggi non hanno più casa, per i tanti che oltre alla casa non hanno più neppure un lavoro. E' vero, la vita è il bene più grande. Ma se ti manca la casa, il tuo nido e rifuglio, quel posto che forse a volte ti è stato stretto, se ti manca la casa senti che se n'è andato un pezzo di vita. E se non hai più il tuo rifugio e senti il peso di un lavoro che non c'è, e pensi ai figli che devi crescere e ti chiedi con cosa crescerli oggi, allora è difficile guardare avanti. Siamo gente forte da queste parti, persone che da una vita si sono rimboccate le maniche, persone che non si sono mai arrese. Persone che la casa, il più delle volte se la sono costruite pietra dopo pietra, lavorando la domenica, nei piccoli ritagli di tempo. Ed in queste case ci sono le ferie non fatte, le cene al ristorante mancate, la pizza della domenica saltata, il vestito di moda rimasto nella vetrina, il gioco non comperato, la spesa fatta con in tasca poche lire ( allora erano lire) e la paura di non poter pagare. Sono queste le nostre case, ogni pietra un pezzo di vita, un ricordo, una rinuncia, una speranza. E le fabbriche che crollano ed il lavoro che se ne va. Maledetto terremoto, maledetto che ti porti via le nostre vite, maledetto E scrivo sotto le scosse, la casa balla e sono arrabbiata. Arrabbiata, arrabbiata e la paura che ancora e sempre di più mi prende. Arrabbiata perchè questa è la mia terra, la nostra terra. Piccole fabbriche, piccole aziende artigianali, nate dalle fatiche, pochi operai ad aiutare i familiari. E non bastava questa nostra Italia cosi disastrata? Non era già abbastanza? Maledetto terremoto Trema sempre la casa, trema ed ho paura. Paura e rabbia..... Vorrei piangere.... vorre piangere.... e tutto continua a tremare.... ed il cuore ha paura... e non capisci più se trema la terra fuori o se sei tu che stai tremando dentro.... |
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