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« la protesta dei ristoratori | Khodorkovsky il caso » |
L'assalto a Capitol Hill per motivare un
impeachment e mettere in chiaro la forza
dell' ala democratica modernista riformista in America.
Iniziano i diktat a favore di una
“reazione democratica” (e clericale, perché il
“despota” russo sta spingendo la Chiesa
Orientale verso traguardi mai raggiunti prima,
proprio a scapito del neo-francescanesimo
modernista e romerista, con la nuova teologia
dell’Altaismo Eurasiatico); prima con le
elezioni in Bielorussia, con la sesta elezione
di Lukashenko (dato per perdente da tutti
i sondaggisti e giornalisti occidentali, e questo
li ha resi furibondi), che i due “garantisti”,
i compagni socialisti Michels (Presidente del
Consiglio Europeo), e Sassoli (Presidente
del Parlamento Europeo) hanno subito tacciato
di “brogli”; e poi con la vicenda del
Alexej Navalny, l’unico oppositore di Putin a
livello politico (nelle ultime elezioni ha raccattato
circa 1,5 milioni di voti contro i 37,5 del
Presidente), che tutto il “cerchio magico”
europeista ha accusato di tentato omicidio
(avrebbe ordinato di avvelenarlo!). Ma la
Russia non demorde: la motivazione della
intangibilità di Lukashenko (appoggiata anche
dalla Cina) è lapalissiana: le basi missilistiche
rivolte verso la Nato (in risposta a quelle rivolte
verso Mosca); né, per Navalny, esiste valida
giustificazione a questo eventuale gesto imbecille,
dato che quest’uomo, e il suo teatrino politico,
ammantato di vetero-comunismo, fa solo comodo
a chi mantiene il potere senza alcuno sforzo!
Quest’ottica, la Russia del dopo Putin
si aprirebbe ai “diritti umani”, alle riforme
politiche amministrative, al comunismo sovietico.
Navalny rappresenta l’ideologia liberal-globalista
che impugna i ” diritti civili” degli omo-transessuali.
Nella Russia di Putin, permeata di spirito organico,
religioso, comunitario, il cui baricentro è
costituito dai valori forti dell’ ortodossia,
Navalny intenderebbe importare l’ individualismo
borghese dell’ Occidente disperato di senso.
Per esempio in italia Conte che è liberale globalista
mondialista socialista popolare è sorretto da politici
cinquestelle e pd .
In Russia Putin ha una maggioranza coesa legata
alla destra europea e italiana .
Grazie a dio nella temperia putiniana
l’ideologia liberal-globalista nasce sconfitta,
esattamente come nascerebbe sconfitto
l’ ateismo nel corso del Medioevo.
Vladimir Putin usciva allora dal suo secondo
mandato (gli sarebbe succeduto Medvedev)
e in entrambi i mandati si era ingegnato
a impedire la penetrazione di quella cultura
liberale da lui definita ” caos” che aveva
segnato gli anni 90′. Tale cultura liberale
si caratterizzava per il nichilismo e relativismo,
la perdita dell’ etica a fondamento della
politica, il disprezzo del welfare state
da parte dell’ oligarchia eltsiniana, l’avvio
alle privatizzazioni in economia, l’insensibilità
verso le crescenti sperequazioni sociali
tra ristrette élites benestanti e stragrande
maggioranza che il crollo dell’ impero
sovietico aveva gettato nella miseria.
Navalny incarna il sogno comunista il sogno
di un modernismo vaticanista dall' aborto
al relativismo e gnosticismo accentuato .
Essendo una minoranza non attecchirebbe
se non fosse per aiuti di Biden e aiuti europei.
Il mainstream occidentale costantemente
diffondeva il messaggio che gli anni Novanta
fossero segnati da fermenti culturali positivi
che il popolo russo avrebbe di buon grado assimilato
ipotizzare che Navalny possa accattivarsi
il favore del popolo; l’ occidentalismo,
l’ affarismo, il mercatismo, il pensiero debole
e l’ atomismo sociale, tutti aspetti che
l’ ideologia liberaldemocratica di Navalny
intende veicolare non possono far breccia
nell’anima del popolo russo.
il mainstream Occidentale ( meglio occidentalista)
la dipingeva come foriera di
emancipazione dalla barbarie totalitaria
appena trascorsa, quanto la stragrande
maggioranza del popolo russo la respingeva
e la considerava estranea al proprio tessuto
di tradizioni.
Soltanto una sparuta minoranza,
destinata a non aver grande’ incidenza
pratica, poteva definirsi liberal globalista
e per giunta recentemente ha perso Navalny,
la sua principale guida ( sulla responsabilità
di agenti del Cremlino per quanto riguarda
il suo avvelenamento esistono forti indizi,
ma non è possibile attualmente trarre deduzioni certe).
Sta di fatto che il popolo russo considera
la temperie degli anni 90′ ” una parentesi
contraddistinta da caos, per di più da
mancanza di trasparenza,
disuguaglianza e disonesta’”.
INFO
SEX CRIMES
Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.
Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.
Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.
Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?
Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?
Inviato da: Mr.Loto
il 23/03/2022 alle 12:17
Inviato da: Romeo
il 21/01/2022 alle 18:16
Inviato da: Mr.Loto
il 21/07/2021 alle 15:22
Inviato da: giabi
il 26/05/2021 alle 17:39
Inviato da: giabi
il 26/05/2021 alle 17:38