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LA SINDROME DI STENDHAL
La Sindrome di Stendhal, detta anche "Sindrome di Firenze, la città in cui si è spesso manifestata, è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazione in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se esse sono compresse in spazi limitati. Il nome di questa sindrome è attribuito allo scrittore francese Stendhal (1783/1842), che ne fu personalmente colpito durante il suo Grand Tour effettuato nel 1817, e ne diede una prima descrizione che riportò nel suo libro "Roma, Napoli, Firenze" - "Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere"
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Post n°116 pubblicato il 21 Marzo 2016 da R.Altman
* "Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l’anima vedova, a mutare in panni di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie" Gesualdo Bufalino Scrittore, poeta e aforista - 1920/1996 - Sicilia * "La Primavera" - 1573 - Madrid - Real Academia de Bellas Artes * La fortuna di Giuseppe Arcimboldo, Arcimboldi o Arcimboldus - come risulta in alcuni documenti, è legata ai numerosi ritratti impropri ricavati dall’accostamento di elementi naturali: fiori - come nel caso di questa Primavera, frutti, animali, pesci, o prodotti dell’uomo, che, accostati, realizzano un volto umano che crea stupore in che le osserva.
Giuseppe Arcimboldo nasce a Milano da una famiglia di pittori. Lavora con il padre nel cantiere della fabbrica del Duomo e viene rapidamente notato per le sue capacità tecnico-compositive. Nel 1562 è chiamato a Praga al servizio di Ferdinando I, imperatore del Sacro Romano, per il ritratto della famiglia imperiale, e si trova immediamente in sintonia con l'imperatore che, oltre ad altri ritratti, realizza una prima serie delle "quattro stagioni": primavera, estate, autunno e inverno che, all'ininizio di ogni stagione, non mancherò di farvi conoscere per poter essere commentate. Il lavoro di Arcimboldo suscita notevole interesse nell’ambito della corte e, dopo la prima, dipinge un’altra serie di quattro stagioni, nel 1572-1573, mentre ha già sperimentato altri volti compositi, come la personificazione di mastieri, come ad esempio il bibliotecaio e il cuoco, o elementi come l'acqua, dove prevale la dimensione giocosa dell'inganno ottico. Contemporaneamente alla pittura, essendo dotato di un'intelligenza creativa geniale, diviene responsabile dell’organizzazione di feste principesche – lo stesso incarico che era stato assegnato a Leonardo alla corte di Francesco I di Francia – ed è nominato consulente artistico per la formazione delle collezioni imperiali. Nel 1587, ormai avanti negli anni, e dopo essere stato insignito del titolo di Conte palatino, torna a Milano, sua città di origine, dove muore nel 1593, anno nel quale iniziava a sorgere il genio di Caravaggio. *
"Il Bibliotecaio" - 1570 - Svezia - Castello di Skokloster * "Il Cuoco" - 1570 - Stoccolma - Nationalmuseum * "L'Acqua" - 1568 - Vienna - Kunsthistorisches Museum |
* Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro. René Magritte * "Il ritorno" - 1940 - Royal Museum - Bruxelles René Magritte - Lessines (Belgio) 1898/1967 |
* Per gli ormai consueti auguri per la domenica, questa volta non ho fatto ricorso ai fiori dipinti da illustri pittori, ma semplicemente sono andato nei miei album dove conservo le tante fotografie che ho fatto nel corso degli anni, e ho trovato questa rosa, che modestamente trovo che non sia tanto male, che ne dite? BUONA DOMANICA A TUTTI!!! * |
Post n°113 pubblicato il 19 Marzo 2016 da R.Altman
* Nel dipingere é difficile capire qual è il momento in cui l’imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci per andarvi a spasso. (Pierre Auguste Renoir - 1841/1919) * * * |
* "La preoccupazione per la propria immagine, è questa la fatale immaturità dell'uomo. Esserne indifferente per lui è quanto mai difficile" Milan Kundera * "Ritratto di Vincenzo Mosti" - 1520 - Firenze - Palazzo Pitti "Uomo dal guanto" - 1523 - Parigi - Museo del Louvre "Ritratto di Federico II Gonzaga" - 1525 - Madrid - Museo del Prado * Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1477 - Venezia 1576) non è soltanto autore di quadri sacri o profani, ma è anche un ritrattista tra i più famosi. Nella sua lunga carriera, infatti, ha rappresentato circa duecentocinquanta personaggi, molti dei quali più di una volta, ma mai nello stesso modo, perché reagisce in maniera sempre nuova all’ispirazione che gli viene dal soggetto da rappresentare, anche se è lo stesso. Analizzando l’aspetto fisico della persona ritratta, Tiziano riesce a interpretarne il significato interiore e lo rende visibile mediante il proprio linguaggio pittorico. Ed è tale questa sua facoltà di interpretazione che talvolta nascono dei capolavori senza neppure che egli abbia davanti a sé la persona che deve dipingere, ma solo appunti disegnati in maniera rapida in qualche occasione precedente, se non addirittura un ritratto realizzato da un altro artista. È una qualità che possiede sin dall’età giovanile e che si raffina via via che accresce la propria maturità. Dei suoi tanti ritratti, quelli che ho utilizzato, sono, nemmeno a dirlo, quelli da me preferiti. |
MICHELANGELO
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L’arte è contemplazione: è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che anch’essa ha un’anima; è la più sublime missione dell’uomo, poiché è l’esercizio del pensiero che cerca e comprende l’universo e di farlo comprendere.
(Auguste Rodin)
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