GUARD-RAIL KILLER
DIAMOCI UNA MANO... FERMIAMO QUESTO SCEMPIO! -
Post n°24 pubblicato il 05 Agosto 2008 da ginolinotino
04 agosto 2008 Tragico schianto in Gallura Ennesima tragedia nelle strade sarde. |
Post n°23 pubblicato il 27 Luglio 2008 da ginolinotino
26 Luglio 2008 Savona: Incidente mortale nel pomeriggio sull’autostrada A6, all’altezza di Madonna del Monte, in direzione Torino, precisamente al km 123,5. Inutili i soccorsi ed i tentavi di rianimazione. |
24 luglio 2008 Andrea Di Meglio responsabile della segreteria politica provinciale di An scrive una lettera aperta all’Assessore Bovicelli Grosseto: “Le ultime tragiche vicende che hanno visto ancora una volta gli amanti delle due ruote pagare troppo cara la loro passione per le nostre strade, così belle ed immerse nel verde tra le colline e il mare, e così invitanti di curve da sfiorare, - afferma Andrea Di Meglio, Responsabile Segreteria politica provinciale di An scrivendo una lettera aperta all’Assessore Bovicelli - devono ancora una volta farci riflettere. Io sono famoso per essere (stato) uno che corre, veloce sì, ma sulla fascia dei campi di calcio che ho sempre calcato…in macchina, e in moto, che per me è una ormai ventennale passione, sono uno che va non dico come una lumaca, ma con molta molta moderazione. Eppure di incidenti ne ho avuti, a dimostrazione del fatto che andare piano aiuta, ma non basta ad essere sicuri. Non basta sulle nostre strade, piene di buche, di radici, di alberi fuori sagoma e guardrail obsoleti che continuano ad essere la principale causa della mortalità negli incidenti in cui sono coinvolte le moto.” “Concordo con Lei, - prosegue Andrea Di Meglio - ci vogliono più rigore e più controlli, ma ci vuole anche l’impegno delle Istituzioni, della Provincia in primis (motivo per cui scrivo a Lei, anche se farò personalmente pervenire copia di questa lettera aperta al Consigliere regionale Andrea Agresti e al Ministro Altero Matteoli), perché la sicurezza sulle strade si crea soprattutto con gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, e con un piano di intervento efficace e proficuo per quelle strade che sono ormai famose per le vittime che alberi e guardrail (sicuri ma solo per le auto e non per moto e biciclette) mietono, come la Provinciale 16, la Castiglionese, e le tante strade che si inerpicano dal mare su verso l’interno della nostra bella provincia. A maggio sono arrivato sulla scena dell’incidente mortale durante il motoraduno MotoMorellino.Oil pochi minuti dopo la tragedia. Lì il guardrail non fu la causa del decesso, anche se non svolse neanche la funzione di salvaguardia per cui dovrebbe servire, ma quel casco nero incastrato sotto le lamiere, fosse rimasto anche in testa allo sfortunato centauro, avrebbe significato morte sicura comunque. E chi va in moto sa bene di cosa parlo. So che starà dicendo: “Ecco, si torna sull’argomento guardrail, i guardrail sono sicuri, sono a norma”. Lo so e lo comprendo. Ma perché non tornarci sopra visto che era stata richiesta dall’Associazione Motociclisti Incolumi e dalla Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada nazionali una nuova progettazione con guardrail imbottiti per evitare gli scempi dei motociclisti e ciclomotoristi? Chiediamoci piuttosto come fare, come fare a far sì che una scivolata, anche a bassa velocità, lungo l’asfalto, magari con le protezioni addosso e il casco ben allacciato in testa, la smetta di finire con un motociclista con la testa incastrata sotto un guardrail, privo di vita. Sono tanti i centauri che percorrono le nostre strade, e Le assicuro che già devono guardarsi da auto e mezzi pesanti che non ne hanno il minimo rispetto non solo dei motociclisti ma anche degli utenti deboli della strada (ciclisti e pedoni), automobilisti che entrano agli incroci (“tanto la moto che arriva ci passa comunque”), che svoltano senza freccia, che viaggiano con due ruote oltre la linea di mezzeria, che ci costringono a tenere sempre gli occhi aperti e la tensione alle stelle…almeno alle buche, alle radici, agli alberi e ai guardrail, cioè a quel che compete alle istituzioni che gestiscono le strade, pensateci Voi, per favore.” “Un’amministrazione illuminata – conclude infine Di Meglio - non si nasconde dietro alla normativa vigente, bensì promuove la sicurezza stradale volta al cambiamento, per poter salvare almeno una vita umana, così come è previsto nella Carta Europea della Sicurezza Stradale firmata il 5 Aprile del 2005 a Grosseto dall’Amministrazione Provinciale.” |
Post n°21 pubblicato il 23 Luglio 2008 da ginolinotino
23 luglio 2008 La vittima è il motociclista TORINO - Ancora sangue di un motociclista versato sulle strade.
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Tommaso Gentili 16 luglio 2008 E’ uscito dal coma farmacologico Tommaso Gentili, il motociclista 24enne schiantatosi ad alta velocità sul guardrail della variante di Spazzavento, mentre tornava a Montecatini, venerdì scorso. Sarebbe ora fuori pericolo.
Fonte:RadioNostalgia |
Post n°19 pubblicato il 15 Luglio 2008 da ginolinotino
40 milioni per la sicurezza 15 luglio 2008 A fronte della gravissima situazione di emergenza stradale che sta mietendo vittime soprattutto tra i giovani, la Giunta regionale ha approvato un nuovo bando per il miglioramento della mobilità stradale e della sicurezza che prevede, tra l'altro, l’adeguamento dei guard rail a protezione dei motociclisti, illuminazione più efficace nei tratti curvilinei, il posizionamento di impianti di sos e antincendio nelle gallerie. «La Regione Lombardia –spiega Marcello Raimondi (nella foto), presidente della Commissione Infrastrutture del Consiglio regionale e promotore del Gruppo di lavoro Intercommissioni sulla sicurezza stradale - ha deciso di dare un segnale forte con la messa in campo di 40 milioni di euro». |
prende piede l'autovelox pedagogico, che dice quanto si corre ed a quali sanzioni si va incontro 14 luglio 2008 GUERMANTES (FRANCIA), In Italia chi mette un pannello elettronico in grado di mostrare la velocità ai conducenti dei veicoli in arrivo, rischia di commettere un errore clamoroso. Se qualche metro più avanti non c’è una postazione fissa per la rilevazione della velocità, il rischio è quello di trasformare il sensore in una specie di luna park di strada: auto e moto fanno a gara per vedere chi ci passa più veloce. Un po’ come l’etilometro in molti locali: darà anche un’utile indicazione a chi chiede di poterlo usare responsabilmente, al fine di evitare di mettersi al volante in stato di ebbrezza, ma è assai più facile che qualche sbruffoncello di turno sfidi a “singolar tenzone” un improvvisato rivale per vedere chi ha il gomito più alto. In Francia, invece, non si “corrono” – scusate, ma non è un eufemismo – rischi di questo genere: a Guermantes, piccolo paese nel dipartimento della “Seine et Marne”, 30 km ad est della capitale, è stato inaugurato nei giorni scorsi un “radar pedagogique”: ma potrà mai essere che un rilevatore di velocità, possa avere questa funzione? Pare proprio di sì, ammesso che “l’infernale macchinetta” – come ormai sono soliti chiamarla gli habitué della velocità – non faccia “...ni fash, ni pv…”. Tradotto dallo slang francese, vuol dire “…né fotografie, né contravvenzioni…”: insomma, quell’avvisatore che in Italia indica solo la velocità, in Francia è diventato una sorta di prontuario di violazione istantaneo. Tu viaggi a 50 orari in un tratto in cui devi andare a 40? Il radar ti dice che vai più veloce del consentito e che a quella velocità rischi la decurtazione di un punto (in Francia ce ne sono solo 12 e nessuno prevede gratifiche biennali) ed una sanzione amministrativa da 135 euro. In realtà, l’iniziativa di Guermantes non è affatto una novità: a Lione venne eseguita una timida sperimentazione nel giugno 2006, quando “Tomi”, questo il nome del radar attribuito dal suo inventore, venne piazzato a presidiare una zona 30. “Prevenzione più che repressione: è questo il principio che ispira la nostra politica in materia di sicurezza stradale”, ha spiegato il sindaco di Guermantes Jean Jelensperger. “Noi speriamo che questo radar induca gli automobilisti ad andare più piano e li sensibilizzi sulle conseguenze del loro comportamento”. (ASAPS) Fonte:www.asaps.it |
11 luglio 2008 Ogni giorno le cronache riportano notizie di incidenti che hanno per vittime i motociclisti. Uno stillicidio infinito, che riguarda in particolar modo i giovani. Ne abbiamo già parlato recentemente, ma torniamo sull’argomento sull’onda di un convegno sulla sicurezza stradale organizzato dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Udine. |
Post n°15 pubblicato il 07 Luglio 2008 da ginolinotino
butta il paraschiena ” Grande successo dell’iniziativa 06 luglio 2008
Ai nostri stand in Piazza Duomo 500 motociclisti hanno ricevuto un paraschiena nuovo ed omologato, consegnando la loro protezione dorsale fasulla. Gli appassionati delle due ruote che sono arrivati a Como avevano un’età compresa tra i 16 ed i 60 anni: molti i giovani e molti di loro non conoscevano affatto il paraschiena, mentre gli over 50 avevano quasi tutti un livello di conoscenza della sicurezza e delle protezioni piuttosto elevato. Agli stand di Motociclismo sono venute anche tante persone che non sapevano nulla del paraschiena e che non lo avevano mai visto prima. Gli abbiamo fornito tutte le informazioni necessarie sulle varie tipologie di protezioni e sui gradi di sicurezza delle omologazioni. Sono stati molti quelli che sono venuti a chiedere spiegazioni e che poi sono tornati a casa a recuperare la vecchia fascia lombare o qualsiasi altra protezione non omologata, per riportarcela più tardi, gettarla nel grande contenitore e ricevere in cambio un paraschiena omologato. In generale abbiamo rilevato grande attenzione verso la sicurezza e l’utilizzo delle protezioni, ma il livello di conoscenza è ancora molto basso. Molti hanno detto, che prima di averlo letto su Motociclismo, non sapevano la differenza tra la fascia lombare ed il paraschiena omologato, oppure non sapevano la differenza tra una protezione dorsale ed un vero paraschiena omologato. Ricordiamo che l’amministrazione provinciale comasca ha avviato da tempo “Safe Summer” per sensibilizzare ai pericoli della strada. La campagna “Non buttare la vita, butta il paraschiena” è stata resa possibile, grazie alla collaborazione del Sindaco di Como, Stefano Bruni, e al Presidente della Provincia di Como, Leonardo Carioni, che erano presenti alla manifestazione. Insieme con loro c’era il presidente del Comitato Regionale FMI Lombardia, Alessandro Lovati. Il nostro grazie e quello dei motociclisti va alle tredici aziende che ci hanno supportato in questa iniziativa, mettendo a disposizione i paraschiena omologati da regalare: Alpinestars, BMW, Clover, Dainese, Gimoto, MTech, Soul Race, Spidi, Spyke, Ufo, Ultimate Stuff, Zandonà, Zero 7. MI HA SALVATO LA VITA Allo stand sono venuti molti ragazzi e uomini sulla cinquantina, che hanno voluto informarsi sul paraschiena o raccontare esperienze su incidenti subiti, indossando le protezioni. Abbiamo raccolto le testimonianze più significative. Giovanni 55 anni, Suzuki V-Strom: “Ero giovane ho avuto un incidente sulla Milano-Bergamo. C’era una chiazza d’olio lunga 20 metri, causata da un camion che aveva perso il carico. Senza nemmeno frenare ci sono scivolato sopra e poi ho continuato a rotolare e a girare per un bel po’ di metri. Avevo un paraschiena rigido integrato nella giacca. Le protezioni si sono consumate di almeno 3 mm. Mi è andata bene perché quella volta ero partito attrezzato con tutto l’abbigliamento tecnico, per fare un viaggio di lavoro di 100-120 km”. Gli chiediamo allora: e se le fosse successo in città? Lei in città non indossa le protezioni? “In città metto solo la giacca tecnica per due motivi fondamentali: prima di tutto perché se sei in giro, specialmente per lavoro, e percorri brevi tratte, magari di fretta, non hai il tempo per cambiarti. Poi, perché, a meno che non si sia in viaggio, possibilmente con le borse, diventa un problema riporre le protezioni, quando non si usano. So bene, però, che se mi succedesse qualcosa, sarebbero guai”. Già, proprio questo è il problema: ancora molte persone usano tutte le protezioni solo nei viaggi e non in città, andando incontro a grandi rischi. Altra testimonianza importante è stata quella di Luca, 16 anni, che ha portato i genitori per cambiare i loro ed il suo paraschiena: “Ho una Aprilia 125, con cui faccio qualche breve itinerario, di un paio di giorni al massimo. Dopo aver letto su Motociclismo la differenza fra un paraschiena omologato ed uno non omologato, ho voluto prima cambiare la mia fascia lombare e quella della mia ragazza, con due paraschiena omologati. Poi ho convinto anche i miei genitori e mio zio a venire oggi in piazza a consegnare le vecchie fasce lombari, per avere in cambio paraschiena veri e propri omologati. Tutti i miei amici ed io siamo molto attenti alla sicurezza. Andiamo sempre in giro attrezzati, con le protezioni”. Il padre e lo zio del ragazzo sono motociclisti, mentre la madre è una passeggera. Infine, Matteo, 35 anni e una MV Agusta Brutale in garage, è venuto a raccontare che si è salvato in una caduta in moto, grazie al paraschiena. Ne ha consegnato uno distrutto, per averne uno nuovo omologato. Aveva ancora un braccio ingessato. Fonte: |
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