Creato da ginolinotino il 03/07/2008

GUARD-RAIL KILLER

DIAMOCI UNA MANO... FERMIAMO QUESTO SCEMPIO! -

 

 

Strade sarde,ancora una vittima

Post n°24 pubblicato il 05 Agosto 2008 da ginolinotino
 
Foto di ginolinotino

04 agosto 2008

Tragico schianto in Gallura

Ennesima tragedia nelle strade sarde.
Damiano Strusi, 25 anni, nato a Roma ma residente a Tempio, ha perso la vita in un incidente  avvenuto in tarda mattinata all'Isola Rossa, sulla strada che collega Tempio a Trinità d'Agultu.
L'uomo ha perso il controllo della moto sulla quale viaggiava e si è schiantato contro il guard
rail.
Sul posto è intervenuta un'equipe del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso.

Fonte: L'Unione Sarda.it

 
 
 

Savona, centauro perde la vita schiantandosi contro il guardrail

Post n°23 pubblicato il 27 Luglio 2008 da ginolinotino
 
Foto di ginolinotino

26 Luglio 2008

Soccorso incidenteSavona: Incidente mortale nel pomeriggio sull’autostrada A6, all’altezza di Madonna del Monte, in direzione Torino, precisamente al km 123,5.
Un motociclista ha perso il controllo della sua due ruote e si è schiantato contro il guardrail.
L’impatto, considerata l’elevata velocità, è stato tremendo.
Sbalzato dalla sella, il centauro è stato proiettato in avanti per una dozzina di metri.
Il contatto con un pilastrino della barriera della carreggiata gli ha reciso la base del collo, mentre i polmoni sono rimasti seriamente lesionati.

Inutili i soccorsi ed i tentavi di rianimazione.
Emanuele Veglia, 32 anni, di Magliano Alpi (Cuneo) è morto sul colpo.
Ancora da chiarire le cause dell’accaduto.
Non sono rimasti coinvolti altri veicoli.
Il fatto si è verificato in una semi curva e una testimone avrebbe assistito alla scena.
Sul posto gli agenti della polizia stradale di Mondovì per i rilievi di rito.

Fonte:

 
 
 

“Ci vogliono delle soluzioni per prevenire le morti sulle strade”

Post n°22 pubblicato il 24 Luglio 2008 da ginolinotino
 

24 luglio 2008
Andrea Di Meglio responsabile della segreteria politica provinciale di An scrive una lettera aperta all’Assessore Bovicelli
Grosseto: “Le ultime tragiche vicende che hanno visto ancora una volta gli amanti delle due ruote pagare troppo cara la loro passione per le nostre strade, così belle ed immerse nel verde tra le colline e il mare, e così invitanti di curve da sfiorare, - afferma Andrea Di Meglio, Responsabile Segreteria politica provinciale di An scrivendo una lettera aperta all’Assessore Bovicelli - devono ancora una volta farci riflettere.
Io sono famoso per essere (stato) uno che corre, veloce sì, ma sulla fascia dei campi di calcio che ho sempre calcato…in macchina, e in moto, che per me è una ormai ventennale passione, sono uno che va non dico come una lumaca, ma con molta molta moderazione.
Eppure di incidenti ne ho avuti, a dimostrazione del fatto che andare piano aiuta, ma non basta ad essere sicuri.
Non basta sulle nostre strade, piene di buche, di radici, di alberi fuori sagoma e guardrail obsoleti che continuano ad essere la principale causa della mortalità negli incidenti in cui sono coinvolte le moto.”
“Concordo con Lei, - prosegue Andrea Di Meglio - ci vogliono più rigore e più controlli, ma ci vuole anche l’impegno delle Istituzioni, della Provincia in primis (motivo per cui scrivo a Lei, anche se farò personalmente pervenire copia di questa lettera aperta al Consigliere regionale Andrea Agresti e al Ministro Altero Matteoli), perché la sicurezza sulle strade si crea soprattutto con gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, e con un piano di intervento efficace e proficuo per quelle strade che sono ormai famose per le vittime che alberi e guardrail (sicuri ma solo per le auto e non per moto e biciclette) mietono, come la Provinciale 16, la Castiglionese, e le tante strade che si inerpicano dal mare su verso l’interno della nostra bella provincia.
A maggio sono arrivato sulla scena dell’incidente mortale durante il motoraduno MotoMorellino.Oil pochi minuti dopo la tragedia.
 
Lì il guardrail non fu la causa del decesso, anche se non svolse neanche la funzione di salvaguardia per cui dovrebbe servire, ma quel casco nero incastrato sotto le lamiere, fosse rimasto anche in testa allo sfortunato centauro, avrebbe significato morte sicura comunque. E chi va in moto sa bene di cosa parlo.
So che starà dicendo: “Ecco, si torna sull’argomento guardrail, i guardrail sono sicuri, sono a norma”. Lo so e lo comprendo. Ma perché non tornarci sopra visto che era stata richiesta dall’Associazione Motociclisti Incolumi e dalla Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada nazionali una nuova progettazione con guardrail imbottiti per evitare gli scempi dei motociclisti e ciclomotoristi? Chiediamoci piuttosto come fare, come fare a far sì che una scivolata, anche a bassa velocità, lungo l’asfalto, magari con le protezioni addosso e il casco ben allacciato in testa, la smetta di finire con un motociclista con la testa incastrata sotto un guardrail, privo di vita.
Sono tanti i centauri che percorrono le nostre strade, e Le assicuro che già devono guardarsi da auto e mezzi pesanti che non ne hanno il minimo rispetto non solo dei motociclisti ma anche degli utenti deboli della strada (ciclisti e pedoni), automobilisti che entrano agli incroci (“tanto la moto che arriva ci passa comunque”), che svoltano senza freccia, che viaggiano con due ruote oltre la linea di mezzeria, che ci costringono a tenere sempre gli occhi aperti e la tensione alle stelle…almeno alle buche, alle radici, agli alberi e ai guardrail, cioè a quel che compete alle istituzioni che gestiscono le strade, pensateci Voi, per favore.”
“Un’amministrazione illuminata – conclude infine Di Meglio - non si nasconde dietro alla normativa vigente, bensì promuove la sicurezza stradale volta al cambiamento, per poter salvare almeno una vita umana, così come è previsto nella Carta Europea della Sicurezza Stradale firmata il 5 Aprile del 2005 a Grosseto dall’Amministrazione Provinciale.”
 
Fonte:

 
 
 

Centauro si schianta contro il guard rail e muore

Post n°21 pubblicato il 23 Luglio 2008 da ginolinotino
 
Foto di ginolinotino

23 luglio 2008

La vittima è il motociclista
Giovanni Amoroso, 43 anni.
Forse coinvolta una vettura

TORINO  - Ancora sangue di un motociclista versato sulle strade.
Ancora un incidente mortale all’imbocco della tangenziale Nord poco dopo lo svincolo di Savonera.
Questa volta a rimetterci la vita è stato Giovanni Amoroso, 43 anni appena compiuti.

La tragedia è avvenuta poco dopo le 13. Fatale forse è stato un attimo di distrazione, o un malore, fatto sta che Giovanni ha perso il controllo della sua Gilera Nexus ed è andato a sbattere contro il guardrail posizionato a lato della corsia di emergenza. La ruota posteriore della moto è rimasta incastrata per un attimo proprio nel guardrail e Giovanni è caduto rovinosamente a terra battendo violentemente la testa, mentre la sua Nexus, divincolatasi dall’abbraccio mortale, è slittata sull’asfalto per poi terminare la sua corsa contro il cordolo della corsia di sorpasso.



Nonostante indossasse il casco, per Amoroso non c’è stato nulla da fare. Non è servito nemmeno il pronto intervento dell’elisoccorso del 118 che, dopo aver provato fino all’ultimo a rianimare il corpo, non ha potuto far altro che constatare la morte di Amoroso. Sul posto sono immediatamente arrivati due pattuglie dei carabinieri e della polizia stradale che hanno effettuato tutti gli accertamenti del caso. L’indagine è ancora in corso, ma le prime notizie sembrano escludere il coinvolgimento nell’incidente di un terzo veicolo.

Fonte:

 
 
 

Montecatini, uscito dal coma

Post n°20 pubblicato il 18 Luglio 2008 da ginolinotino
 

Tommaso Gentili 

16 luglio 2008

E’ uscito dal coma farmacologico Tommaso Gentili, il motociclista 24enne schiantatosi ad alta velocità sul guardrail della variante di Spazzavento, mentre tornava a Montecatini, venerdì scorso.

Sarebbe ora fuori pericolo.
Il giovane ricercatore universitario, nell’impatto ha riportato una grave frattura alla base del cranio, e consistenti lesioni ad una vertebra e ad una spalla.

 

Fonte:RadioNostalgia

 
 
 

Strade lombarde,

Post n°19 pubblicato il 15 Luglio 2008 da ginolinotino
 

40 milioni per la sicurezza

15 luglio 2008

A fronte della gravissima situazione di emergenza stradale che sta mietendo vittime soprattutto tra i giovani, la Giunta regionale ha approvato un nuovo bando per il miglioramento della mobilità stradale e della sicurezza che prevede, tra l'altro, l’adeguamento dei guard rail a protezione dei motociclisti, illuminazione più efficace nei tratti curvilinei, il posizionamento di impianti di sos e antincendio nelle gallerie.

«La Regione Lombardia –spiega Marcello Raimondi (nella foto), presidente della Commissione Infrastrutture del Consiglio regionale e promotore del Gruppo di lavoro Intercommissioni sulla sicurezza stradale - ha deciso di dare un segnale forte con la messa in campo di 40 milioni di euro».
Nello specifico, il bando prevede risorse regionali Frisl, il Fondo di ricostruzione di infrastrutture sociali in Lombardia, per strade provinciali e comunali extraurbane ed è destinato ai Comuni singoli o associati e alle Provincie. L’entità dei contributi, sotto forma di un prestito senza interessi a rimborso ventennale, è fino a un massimo del 90% della spesa ammissibile. Sono previsti contributi a fondo perduto fino al 50% per i piccoli comuni (quelli sotto i 2000 abitanti) e per gli interventi previsti all’interno della programmazione negoziata regionale. Le domande possono essere presentate dal 25 luglio -data di pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – al 26 gennaio 2009.
Due le tipologie di interventi ammessi al bando: quelli per la messa in sicurezza delle gallerie, tra cui il rifacimento della segnaletica, la realizzazione di piazzole e vie di fuga, il posizionamento di impianti antincendio, di rilevamento dei gas inquinanti e di smaltimento degli stessi tramite un’opportuna ventilazione, il rifacimento della pavimentazione con tecnologie finalizzate alla riduzione dell’inquinamento e del rischio incendio; e quelli per la realizzazione di impianti tecnologici a favore della sicurezza e di monitoraggio per il governo della mobilità, anche alimentati da fonti energetiche rinnovabili. All’interno di questa tipologia di interventi sono previsti i dispositivi per la rilevazione automatica della velocità, i pannelli per il miglioramento della comunicazione e della sicurezza, le segnalazioni luminose, l’installazione di videocamere per la sorveglianza di punti critici e, soprattutto, il posizionamento di dispositivi anche di tipo sperimentale per la protezione dei motociclisti.
«L'iniziativa della Giunta – precisa Marcello Raimondi - si inserisce in una logica di sistema regionale a favore della sicurezza stradale che prevede, entro il 2010, la riduzione degli incidenti stradali del 50% rispetto al 1999».

Fonte:

 
 
 

Francia:

Post n°18 pubblicato il 15 Luglio 2008 da ginolinotino
 

prende piede l'autovelox pedagogico, che dice quanto si corre ed a quali sanzioni si va incontro
“Prevenzione e non repressione”

14 luglio 2008


Nella foto, il dispositivo in funzione.

GUERMANTES (FRANCIA), In Italia chi mette un pannello elettronico in grado di mostrare la velocità ai conducenti dei veicoli in arrivo, rischia di commettere un errore clamoroso. Se qualche metro più avanti non c’è una postazione fissa per la rilevazione della velocità, il rischio è quello di trasformare il sensore in una specie di luna park di strada: auto e moto fanno a gara per vedere chi ci passa più veloce. Un po’ come l’etilometro in molti locali: darà anche un’utile indicazione a chi chiede di poterlo usare responsabilmente, al fine di evitare di mettersi al volante in stato di ebbrezza, ma è assai più facile che qualche sbruffoncello di turno sfidi a “singolar tenzone” un improvvisato rivale per vedere chi ha il gomito più alto. In Francia, invece, non si “corrono” – scusate, ma non è un eufemismo – rischi di questo genere: a Guermantes, piccolo paese nel dipartimento della “Seine et Marne”, 30 km ad est della capitale, è stato inaugurato nei giorni scorsi un “radar pedagogique”: ma potrà mai essere che un rilevatore di velocità, possa avere questa funzione? Pare proprio di sì, ammesso che “l’infernale macchinetta” – come ormai sono soliti chiamarla gli habitué della velocità – non faccia “...ni fash, ni pv…”. Tradotto dallo slang francese, vuol dire “…né fotografie, né contravvenzioni…”: insomma, quell’avvisatore che in Italia indica solo la velocità, in Francia è diventato una sorta di prontuario di violazione istantaneo. Tu viaggi a 50 orari in un tratto in cui devi andare a 40? Il radar ti dice che vai più veloce del consentito e che a quella velocità rischi la decurtazione di un punto (in Francia ce ne sono solo 12 e nessuno prevede gratifiche biennali) ed una sanzione amministrativa da 135 euro. In realtà, l’iniziativa di Guermantes non è affatto una novità: a Lione venne eseguita una timida sperimentazione nel giugno 2006, quando “Tomi”, questo il nome del radar attribuito dal suo inventore, venne piazzato a presidiare una zona 30. “Prevenzione più che repressione: è questo il principio che ispira la nostra politica in materia di sicurezza stradale”, ha spiegato il sindaco di Guermantes Jean Jelensperger. “Noi speriamo che questo radar induca gli automobilisti ad andare più piano e li sensibilizzi sulle conseguenze del loro comportamento”. (ASAPS)

Fonte:www.asaps.it

 
 
 

Sicurezza in moto, allarme sociale

Post n°17 pubblicato il 11 Luglio 2008 da ginolinotino
 

11 luglio 2008

Ogni giorno le cronache riportano notizie di incidenti che hanno per vittime i motociclisti. Uno stillicidio infinito, che riguarda in particolar modo i giovani. Ne abbiamo già parlato recentemente, ma torniamo sull’argomento sull’onda di un convegno sulla sicurezza stradale organizzato dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Udine.

Quali le risultanze? In estrema sintesi, il problema si articola in due parti: primo, occorre un’ampia campagna di prevenzione per indurre i guidatori a comportamenti più prudenti e rispettosi delle norme, secondo è necessario che enti e amministrazioni varie adeguino il più possibile le infrastrutture stradali per proteggere efficacemente i motociclisti.

Non sono discorsi nuovi, forse, ma il grido di allarme sociale cresce. E ci sembra doveroso farsene partecipi. Il primo punto è fondamentale, nel senso che un atteggiamento responsabile da parte di chi sta in sella può diminuire il rischio di incidente. I relatori del convegno hanno posto in rilievo come la diffusione di moto sempre più prestazionali accentui la gravità del problema, nel senso che molti giovani non hanno capacità adeguate per controllarle e si facciano trascinare a sfruttarne le doti senza comprendere i pericoli. Che possono dipendere da loro come da altri utenti della strada. Ecco, allora, la necessità di corsi di guida sicura attraverso simulatori o test in pista con veicoli attrezzati e una attiva campagna «educativa». Sulle strade, in città e fuori, se ne vedono di tutti i colori: ragazzi che filano nei corsi a tutta velocità, altri che fanno impennare la moto come Valentino Rossi, altri ancora che guizzano a destra e a sinistra nelle corsie autostradali, infilandosi tra i veicoli. Da brivido.
Perché se sbagliano o se qualcuno non li vede in tempo o non dà la precedenza il motociclista è davvero senza rete. L’invito è: se volete correre, fatelo solo in circuito.

Il secondo punto riguarda l’ambiente, le strutture che circondano chi viaggia. E’ evidente che è impossibile abolire pali della luce o marciapiedi, ma, almeno, bisognerebbe rendere i guard-rail meno «offensivi». Troppe barriere sono disegnate o sistemate in maniera pericolosissima (specie su certe Statali), trasformandosi in lame che uccidono o provocano lesioni gravissime. Un’opera di adeguamento che costerebbe molto, ovvio, ma che salverebbe centinaia di vite. E che, a parte gli aspetti umani e affettivi, farebbe risparmiare alla collettività somme ben più ingenti. Come sintesi finale è emerso dal convegno che la sicurezza dei motociclisti è stata in questi anni sottostimata da ogni punto di vista. L’alcool, il fumo, la droga sono problemi importanti, serissimi, ma anche questo è un argomento serio, serissimo. Non adeguatamente affrontato.

LASTAMPA.itMICHELE FENU

 
 
 

Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 07 Luglio 2008 da ginolinotino
 
Foto di ginolinotino

Moto Segurança è un portale Brasiliano sulla sicurezza stradale,

vi invito a visitarlo

 
 
 

“Non buttare la vita,

Post n°15 pubblicato il 07 Luglio 2008 da ginolinotino
 

butta il paraschiena 
Grande successo dell’iniziativa

06 luglio 2008


COMO
 – CAMPAGNA INFORMATIVA

Ai nostri stand in Piazza Duomo 500 motociclisti hanno ricevuto un paraschiena nuovo ed omologato, consegnando la loro protezione dorsale fasulla. Gli appassionati delle due ruote che sono arrivati a Como avevano un’età compresa tra i 16 ed i 60 anni: molti i giovani e molti di loro non conoscevano affatto il paraschiena, mentre gli over 50 avevano quasi tutti un livello di conoscenza della sicurezza e delle protezioni piuttosto elevato. Agli stand di Motociclismo sono venute anche tante persone che non sapevano nulla del paraschiena e che non lo avevano mai visto prima. Gli abbiamo fornito tutte le informazioni necessarie sulle varie tipologie di protezioni e sui gradi di sicurezza delle omologazioni. Sono stati molti quelli che sono venuti a chiedere spiegazioni e che poi sono tornati a casa a recuperare la vecchia fascia lombare o qualsiasi altra protezione non omologata, per riportarcela più tardi, gettarla nel grande contenitore e ricevere in cambio un paraschiena omologato. In generale abbiamo rilevato grande attenzione verso la sicurezza e l’utilizzo delle protezioni, ma il livello di conoscenza è ancora molto basso. Molti hanno detto, che prima di averlo letto su Motociclismo, non sapevano la differenza tra la fascia lombare ed il paraschiena omologato, oppure non sapevano la differenza tra una protezione dorsale ed un vero paraschiena omologato. Ricordiamo che l’amministrazione provinciale comasca ha avviato da tempo “Safe Summer” per sensibilizzare ai pericoli della strada. La campagna “Non buttare la vita, butta il paraschiena” è stata resa possibile, grazie alla collaborazione del Sindaco di Como, Stefano Bruni, e al Presidente della Provincia di Como, Leonardo Carioni, che erano presenti alla manifestazione. Insieme con loro c’era il presidente del Comitato Regionale FMI Lombardia, Alessandro Lovati. Il nostro grazie e quello dei motociclisti va alle tredici aziende che ci hanno supportato in questa iniziativa, mettendo a disposizione i paraschiena omologati da regalare: Alpinestars, BMW, Clover, Dainese, Gimoto, MTech, Soul Race, Spidi, Spyke, Ufo, Ultimate Stuff, Zandonà, Zero 7.
Per restare in tema di sicurezza, con noi c’era Dekra, uno dei più importanti centri europei di revisione ed omologazione, che ha fatto gratuitamente un test strumentale, per verificare lo stato di efficienza dell’olio dei freni.

MI HA SALVATO LA VITA

Allo stand sono venuti molti ragazzi e uomini sulla cinquantina, che hanno voluto informarsi sul paraschiena o raccontare esperienze su incidenti subiti, indossando le protezioni. Abbiamo raccolto le testimonianze più significative. Giovanni 55 anni, Suzuki V-Strom: “Ero giovane ho avuto un incidente sulla Milano-Bergamo. C’era una chiazza d’olio lunga 20 metri, causata da un camion che aveva perso il carico. Senza nemmeno frenare ci sono scivolato sopra e poi ho continuato a rotolare e a girare per un bel po’ di metri. Avevo un paraschiena rigido integrato nella giacca. Le protezioni si sono consumate di almeno 3 mm. Mi è andata bene perché quella volta ero partito attrezzato con tutto l’abbigliamento tecnico, per fare un viaggio di lavoro di 100-120 km”. Gli chiediamo allora: e se le fosse successo in città? Lei in città non indossa le protezioni? “In città metto solo la giacca tecnica per due motivi fondamentali: prima di tutto perché se sei in giro, specialmente per lavoro, e percorri brevi tratte, magari di fretta, non hai il tempo per cambiarti. Poi, perché, a meno che non si sia in viaggio, possibilmente con le borse, diventa un problema riporre le protezioni, quando non si usano. So bene, però, che se mi succedesse qualcosa, sarebbero guai”. Già, proprio questo è il problema: ancora molte persone usano tutte le protezioni solo nei viaggi e non in città, andando incontro a grandi rischi. Altra testimonianza importante è stata quella di Luca, 16 anni, che ha portato i genitori per cambiare i loro ed il suo paraschiena: “Ho una Aprilia 125, con cui faccio qualche breve itinerario, di un paio di giorni al massimo. Dopo aver letto su Motociclismo la differenza fra un paraschiena omologato ed uno non omologato, ho voluto prima cambiare la mia fascia lombare e quella della mia ragazza, con due paraschiena omologati. Poi ho convinto anche i miei genitori e mio zio a venire oggi in piazza a consegnare le vecchie fasce lombari, per avere in cambio paraschiena veri e propri omologati. Tutti i miei amici ed io siamo molto attenti alla sicurezza. Andiamo sempre in giro attrezzati, con le protezioni”. Il padre e lo zio del ragazzo sono motociclisti, mentre la madre è una passeggera. Infine, Matteo, 35 anni e una MV Agusta Brutale in garage, è venuto a raccontare che si è salvato in una caduta in moto, grazie al paraschiena. Ne ha consegnato uno distrutto, per averne uno nuovo omologato. Aveva ancora un braccio ingessato.

Fonte:

 
 
 
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Guard rail assassini?
Il 5 per mille delle tasse all’A.M.I.

A.M.I.

Tutti i giorni in cui un motociclista sale in sella, sia per andare al lavoro, sia per un giro fuori porta, si rende conto di quanto sia pericoloso e soprattutto di quanto siano inadeguate le infrastrutture per gli utenti a due ruote. L’A.M.I (associazione motociclisti incolumi) da anni lotta per rendere più sicure le nostre uscite in moto battendosi per migliorare la qualità delle nostre strade.

 
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