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Scrivo un post

Post n°269 pubblicato il 11 Marzo 2024 da feeline

Ma a chi dedico questa volta i miei pensieri?

Al post ovviamente.

In latino POST significa  "Dopo"

Ma dopo quando? Al futuro?

Quindi quello che sto scrivendo, sono pensieri che devono ancora nascere?

La mia mente a questo punto va in confusione.

Il Dopo,  lascia parecchio spazio all'nterpretazione.

Dopo chi, quando o cosa?

Potrebbe essere dopo ieri?

Nella traduzione latina significa anche Dietro.

Dunque Dopo e Dietro…

E tu che stai leggendo, come lo chiami?

Post o Articolo?

Io solitamente li uso entrambi, però "Post" mi piace di più.

Credo sia una forma di anglicismo, nel senso: inviare.

Va bene, però è carino.

 

Caro post, sei un tantino complicato da capire e meriti solo chi sa leggerti.

Tu sempre Dopo e sempre Dietro.

Sai affrontare qualsiasi argomento, non ti tiri mai indietro, sei intelligentissimo, preparatissimo e profondissimo. Con te possiamo spaziare dalla letteratura alla fisica nucleare, dalla medicina al paranormale etc.. ma quando ti punti sei implacabile, irremovibile.

Ricordi quel blog con tante pagine bianche da riempire?

E tu volavi di pagina in pagina e scrivevi, scrivevi.

Poi un bel giorno ti sei bloccato e non c'è più stato verso di farti cambiare idea.

 

Caro post, quanta compagnia mi hai tenuto?

Quante volte mi hai aiutata a ragionare?

Ok, su cose normali e semplici ovviamente perché noi due non parliamo mica

di metafisica kantiana!!

 

Caro post. La prossima volta voglio parlare con te di link e contro link

Credo esista una psicologia, un fenomeno piuttosto strano e curioso.

Un tema da approfondire?

Poi di quelle immagini che inseriamo dopo aver trattato l'argomento.

Che moda è questa?

Mi spieghi?

Chi meglio di te può sapere? Sempre Dopo e sempre Dietro?

 

 

Caro post, adesso devo proprio andare, ti auguro una interessantissima continuazione e spero ti sia giunto il pensiero che mi ha incitata a scriverti queste righe.

 


 

 

 
 
 
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AREA PERSONALE

 

L'abitudine è la più infame

delle malattie perché

ci fa accettare qualsiasi

disgrazia, qualsiasi dolore,

qualsiasi morte.

Per abitudine si vive accanto a

persone odiose,

si impara a portar le catene, a

subire ingiustizie, a soffrire,

ci si rassegna al dolore,

alla solitudine, a tutto.

L'abitudine è il più spietato

dei veleni perché entra

in noi lentamente, silenziosamente,

cresce a poco a poco nutrendosi

della nostra inconsapevolezza, e

quando scopriamo d'averla

addosso ogni fibra di noi

s'è adeguata, ogni gesto

s'è condizionato, non esiste

più medicina che possa guarirci.

Oriana.F.

 

 

 

 

 

 

 

 

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